Oggi andiamo a conoscere la valle di Asco, un lungo e tortuoso solco che si trova a settentrione del massiccio del monte Cinto. Oltrepassato il paese, si sale ancora fino alla stazione sciistica di Haut Asco (m 1422) dove possiamo parcheggiare comodamente. Il sentiero per la vetta che abbiamo scelto, la Muvrella, inizia proprio dietro lo chalet. L’alta pressione che abbraccia il Mediterraneo è all’opera da diversi giorni e anche a questa altezza si stenta a percepire il fresco che ci dovrebbe essere. Anche oggi ci troveremo a seguire le orme del GR20 che prevede una tappa qui presso il rifugio. Non ci sono sconti iniziali: si inizia con quella che sarà la caratteristica di tutto il percorso odierno, la ripidezza. Lasciata la pista, infatti, ci si inerpica bruscamente tra grossi massi in un magnifico bosco di pino nero laricio.
01-Il massiccio del Cinto da Haut Asco
02-Vecchio pino laricio
I grandi alberi, sempre più radi, ci accompagnano lungo il bordo di una costa fino ad un ultimo maestoso esemplare, abbarbicato sulle rocce. Qui si piega a destra per uscire su terreno più aperto alla base del pendio che ora dovremo risalire interamente. Rasentando le pareti si va ad imboccare un corridoio naturale racchiuso da grossi macigni che ci conduce alla base di un canalino roccioso. Lo si risale con pazienza, affrontando qualche gradino articolato che richiede l’uso delle mani. Finalmente i segnavia ci portano ad uscire sulla destra lungo una rampa inclinata che termina su un ripiano. Un grosso macigno offre gentilmente l’ombra per rifiatare e osservare il panorama che nel frattempo si è aperto alle nostre spalle. Il caldo e la ripidezza si fanno sentire ma tenacemente riprendiamo la salita tra ginepri e granito. Il tratto successivo si mantiene ancora impegnativo con il sentiero che interseca gradini e lame rocciose povere di appigli. C’è un discreto via vai di escursionisti: gruppi, coppie e singoli che affrontano i salti rocciosi con vari livelli di abilità: c’è chi corre e chi scende a cavalcioni, ma alla fine tutti passano felici nonostante gli zaini e il caldo.
03-Sulle pendici di A Muvrella
04-La risalita sui grossi pietroni
05-Verso Bocca di Stagnu
06-Dalla Bocca di Stagnu la cresta di A Muvrella
Più sopra le difficoltà diminuiscono e rimane solo la ripidezza, ma ormai siamo prossimi alla quota e in breve si arriva all’intaglio di Bocca di Stagnu (m 1985). Qui il GR20 scavalca per scendere nel versante opposto e molti si fermano per una pausa e per ammirare il panorama che si è aperto verso la costa occidentale. La nostra traccia invece si stacca sulla destra (rispetto alla direzione di arrivo), poco sotto la forcella stessa. E’ un sentierino abbastanza marcato che scopriremo poi essere anche segnalato da vecchi bolli azzurri e molti ometti. Tralasciando le tracce che riportano in cresta, ci si avvicina alla fascia rocciosa che cinge la vetta. Qui ci mettiamo alla ricerca del punto migliore per superare l’ostacolo: lo troviamo presso un salto di roccia ben gradinato, poi ancora ontani e sfasciumi ed eccoci sulla Muvrella (m 2148).
07-In vetta alla Muvrella
08-Panorama dalla vetta
09-La vetta della Muvrella
La vetta è allungata e molto panoramica: offre un’ottima vista sulla costa presso il golfo di Calvi mentre dalla parte opposta si apre una vista completa del massiccio del Cinto. Siamo soli, evidentemente i percorritori del GR20 ne hanno già abbastanza di arrivare in forcella. I gracchi vengono a cercare qualcosa da mangiare, ma scappano subito portati dal vento che finalmente rinfresca anche i nostri pensieri.
10-In discesa verso la forcella
11-Il sentiero presso la Bocca di Stagnu
12-La fascia rocciosa sotto la vetta della Muvrella
13-Fioriture di Helichrysum frigidum
14-Grande pino laricio abbarbicato sulle rocce