Imperdibile la escursione di oggi: ambienti naturali estremamente diversi si susseguono durante tutta la salita che si conclude con una valletta impossibile da dimenticare. Il punto di partenza si trova lungo la strada per il Col de Verghio, all’altezza della casa forestale di Poppaghia (Office National des Forêts, m 1076). L’area di sosta è ampia e c’è già qualche auto che ci ha preceduto. E’ il bosco il protagonista della prima parte di questa escursione, una pineta nella quale il sentiero traversa per innestarsi nel solco di una valletta. In falsopiano ci accostiamo al letto del torrentello che scorre alla nostra sinistra per poi intersecare una pista in prossimità di un ponte. Ripreso il sentiero si raggiunge presto un tratto di placche dove la direzione è indicata da alcuni ometti.
01-Ometto o arte naturale?
02-Nel bosco di pino nero laricio
03-Lucertola di Bedriaga
Anche qui la nostra attenzione è catturata da maestosi esemplari di pino nero laricio che diffondono nell’aria tiepida un gradevole profumo di resina. Si tratta di una pianta molto longeva e rustica dal fusto diritto e slanciato che sopporta bene le alte temperature estive. Nel frattempo siamo arrivati ad una zona di grandi schianti dove i visitatori si cimentano nella costruzione di bizzarri ometti. Quasi espressioni di “arte naturale”, questi piccoli e meno piccoli ammassi di sassi riempiono ciocchi marcescenti e tronchi cavi. Raggiunti i 1300 m di quota il bosco si dirada fino a dissolversi in un ultimo grande esemplare di pino. Ha il tronco spezzato ma è saldamente ancorato al suolo grazie ad un esteso apparato radicale che si allarga per diversi metri.
04-La pietraia all'uscita dal bosco
05-Il paesaggio roccioso verso il lago di Nino
Oltrepassata questa sentinella, su terreno più aperto si arriva in vista della Bergerie de Colga (m 1411), piccolo edificio in pietra equivalente a una delle nostre casere. Ci appare subito chiaro che il pendio che ora dovremo affrontare, coperto da grossi massi, ci farà faticare. Ripidamente, talvolta usando le mani, iniziamo la risalita seguendo con attenzione i bolli e i numerosi ometti che indicano i passaggi più agevoli. Nelle fessure del granito fiorisce una piccola pianta dai fiori bianchi e gialli, non riusciamo a dargli un nome in quanto non assomiglia a nessuna delle specie che conosciamo. Alla sera consultando i sacri testi scopriremo che si tratta di un elicriso (Helichrysum frigidum) endemico della Corsica. Oltrepassata la zona rocciosa, si prosegue su terreno ripido e articolato per poi intersecare due volte un piccolo impluvio. Ancora un breve canalino roccioso e si arriva alla Bocca a Stazzona (m 1762), ampia sella rocciosa segnalata da una piccola croce infissa su un macigno.
06-La valle del lago di Nino
07-La valle del lago di Nino
08-Bocca a Stazzona
Ci troviamo nel punto più alto della escursione, ma non solo: davanti a noi si apre la vista sul lago di Nino e sulla bellissima valletta verde dalla quale nasce il Tavignano, secondo fiume di Corsica. Un sentierino scende in basso dove è possibile divagare liberamente compiendo il periplo del lago o seguendo il corso della valletta che continua ben oltre il grande specchio d’acqua. Sul soffice tappeto erboso mucche e cavalli pascolano tranquilli in un paesaggio idillico, circondato da pendii a ginestre e ontani.
09-Le pozze presso il lago di Nino
10-Meandri d'acqua solcano i tappeti erbosi
11-Pozze d'acqua tra i cuscinetti d'erba
12-Fioriture di ginestre nella vallle del lago di Nino
13-Rocce affioranti presso il lago di Nino
Piccole pozze collegate da rivoli profondi interrompono la continuità del verde creando un paesaggio particolare e molto diverso da quanto si può trovare negli alpeggi delle Alpi Orientali. Nella valletta passa il GR20, e con esso i numerosi gruppi di escursionisti che affrontano la impegnativa traversata. Al rientro il parcheggio si è animato: alcuni maialini selvatici cercano di elemosinare qualcosa agli escursionisti che si cambiano presso le auto.
14-La piccola croce di Bocca a Stazzona
15-Cuscinetti di cerastio
16-Radici affioranti di pino nero laricio