La Gomera, come le vicine isole da noi visitate, è incisa da profondi canaloni che le poche strade devono aggirare passando per le quote più alte del centro. Per questo motivo ci è capitato ogni giorno di attraversare la selva del Parco Nazionale di Garajonay che occupa proprio la porzione centro settentrionale dell'isola. Qui il clima è diverso e, anche se siamo partiti col sole, è molto probabile che si finisca tra le nebbie che perennemente avvolgono il bosco di Laurisilva facendo scendere la temperatura sotto i 10 gradi. Sono proprio tali condizioni ad aver permesso la formazione della foresta di lauri sempreverdi che caratterizza il parco e più in generale l'isola stessa.
Anche oggi le condizioni sono quelle appena descritte, ma in più sta scendendo una leggera pioggerellina: in realtà è la nebbia che si condensa e cade. Tramite la ormai ben conosciuta Carretera Dorsal arriviamo al parcheggio di Alto del Contadero (m 1350) dove ha inizio quello che è forse il sentiero più importante e rappresentativo del parco: la discesa nel bosco del Cedro. Dopo un primo momento di esitazione, anche perché la pioggerellina è diventata più consistente, decidiamo di compiere ugualmente l'escursione attratti dal fascino della vegetazione avvolta dai vapori.
01-Tarassachi giganti nel bosco di laurisilva
02-Rami contorti di erica arborea
03-Fusti interamente ricoperti di muschi e licheni
Il sentiero è tutto in discesa e ben presto veniamo raggiunti da una comitiva di inglesi con guida. Ci superano velocemente visto che noi ci attardiamo a riprendere le immagini di questo mondo fantastico e avvolto dalla penombra e dal silenzio. La pioggia a poco a poco smette, ma l’aria resta comunque intrisa di umidità. Il sentiero è molto marcato e scende sempre all'interno del bosco con frequenti tratti gradinati che ci evitano di scivolare. Rami avviluppati e avvolti da licheni pendenti creano un’atmosfera favolosa. Dai rami spesso ricadono come barbe lunghe striscie di muschi gonfi d’acqua come spugne, mentre i vapori sbuffano e si muovono dentro l'intrico dei rami. Le riprese e le foto si susseguono: chissà se riusciremo a rendere la magia di questo luogo. Un piacevole tratto in falsopiano, tra eriche contorte coperte da licheni, ci porta ad un punto di sosta con belvedere protetto da staccionata. Oggi niente panorama, siamo con la testa tra le nuvole e vediamo solo un paio di fringuelli che si aggirano a cercare briciole. Dopo un tratto dalla pendenza più decisa, arriviamo sul fondo del barranco dove scorre un torrentello. Al bivio seguente è ininfluente la direzione da prendere: tenendo la destra (Arroyo de El Cedro) in un paio di minuti si arriva al letto del corso d'acqua presso una cascatella.
04-Lungo il percorso verso El Cedro
05-All'interno del bosco di El Cedro
06-Le felci prosperano rigogliose nell'umidità
Passati sull'altra sponda si percorre un piacevole tratto in falsopiano lungo il letto per poi oltrepassare un ponticello in legno e ricollegarsi alla deviazione di cui si è già detto. Più in basso si interseca una pista sterrata per poi riprendere il sentiero che, sempre nel bosco, in breve arriva alla Ermita de Nuestra Señora de Lourdes (m 900).
07-Una macchia rossa nella penombra del bosco
08-Ermita de Nuestra Señora de Lourdes
09-L'intrico dei rami
10-I rami si chiudono sopra il letto del torrente
Da qui il bosco si fa diverso: ora è folto e alto, ma meno intricato e fascinoso. La mulattiera si allarga mentre si incontrano i primi casolari e terrazzamenti coltivati di El Cedro. Raggiunta la strada asfaltata si può proseguire fino al punto di sosta (m 850) con tavole e panche. Anche gli inglesi si fermano qui. Siamo all’aperto e non piove più. Il ritorno invece, in salita nel bosco, ci vedrà impegnati con l'umidità scaricata dalla vegetazione. Ad ogni soffio di brezza la volta verde sopra di noi si libera dal liquido in eccedenza e ci toglie quel senso di secchezza (!) percepito nei minuti passati al punto di sosta di El Cedro.
11-Piccole felci crescono direttamente sui rami
12-Nel bosco di El Cedro