Che cos'è il Terebinto? Che rapporto ha un telefono con popolazioni antichissime? Cosa ci fa un cratere in mezzo alle rupi del Supramonte? Non è una puntata di Voyager, ma sono solo alcuni degli interessanti argomenti legati alla dolina di Tiscali e ai suoi insediamenti nuragici. Nei monti a cavallo tra Dorgali e Oliena, sopra la valle di Lanaittu, si eleva la modesta quota del monte Tiscali (m 515) sulla cui sommità è presente una enorme dolina abitata fin da tempi remoti.
01-I rilievi del Supramonte dalla valle Lanaittu
02-Lecci lungo il sentiero di salita
03-Lo stretto passaggio nella parete rocciosa
04-Dovrò svuotare lo zaino per passare?
A dispetto del grande interesse di questo luogo, arrivarci non è semplice, non tanto per le difficoltà della salita quanto per la mancanza di indicazioni nel punto di partenza e nelle tante deviazioni presenti. Anche in questo caso, quindi, vale quanto già detto in precedenza sulla opportunità di informarsi preventivamente oppure di avvalersi di una guida locale. Dalla strada che unisce il lago del Cedrino a Oliena, poco prima di questa, si devia a sinistra verso le sorgenti Su Gologone. Tralasciate queste ultime si prosegue per la valle di Lanaittu lungo una stradina dissestata che ben presto aggira una costa ed entra nel solco della valle. Al primo bivio ci si tiene a sinistra percorrendo il lungo rettilineo sterrato che porta verso la testata della valle. Tenendo ancora la sinistra ai due successivi incroci si arriva al punto dove si può lasciare l'auto (vedi tracciato sulla mappa).
05-Caratteristico passaggio alla base di colorate bancate rocciose
06-La valle Lanaittu dal monte Tiscali
07-Creste rocciose lavorate dal carsismo
08-Al'interno della dolina di Tiscali
Dove la pista si biforca ci teniamo a destra (se tutto va bene ritorneremo dall'altra direzione...) iniziando a prendere quota con qualche svolta. Attenzione, intorno ai 350 m, ad individuare sulla sinistra la traccia che si stacca dalla pista (qualche vecchio bollo e qualche ometto) salendo con decisione lungo una china pietrosa ricoperta da un rado bosco di lecci. Tenendosi poi a sinistra si risale a una suggestiva fessura compresa tra la montagna e uno sperone rossastro. Il sentiero prosegue su un caratteristico camminamento ricavato alla base di colorate bancate rocciose fino ad arrivare al margine della dolina, ancora nascosta dalla vegetazione. Su terreno particolarmente tormentato dal carsismo se ne aggira il bordo arrivando all'ingresso e al punto informativo (ticket 5 euro).
09-Grande apertura nella parete della dolina di Tiscali
10-Resti nuragici nella dolina di Tiscali
11-Terebinto all'interno della dolina di Tiscali
12-Resti di abitazioni addossati alle pareti
La persona addetta alla accoglienza, dopo l'iniziale sorpresa di parlare con due italiani (a ottobre i turisti provengono prevalentemente da Francia, Germania e Regno Unito), ci consegna il materiale informativo e ci spiega con grande dettaglio le caratteristiche principali del sito. La visita si effettua liberamente, lungo un percorso protetto da palizzate e consente di vedere i resti delle numerose costruzioni che formavano il villaggio, prevalentemente addossate alle pareti. Gli studi le fanno risalire all'età nuragica e romana (le più antiche sono dunque del XV sec a.C.): di sicuro era un posto davvero nascosto per trovare dimora e rifugio. Un grande finestrone nella roccia consente l'aereazione e l'illuminazione. Oggi facciamo anche il nostro primo incontro con il terebinto: è solo qui nella dolina di Tiscali, grazie al particolare microclima, che questo arbusto raggiunge le dimensioni di un grande albero, dal fusto piegato e tormentato. Non dobbiamo restare delusi dal fatto che sono solo pochi i resti delle dimore nuragiche ancora riconoscibili, ma apprezzare nel suo insieme questo complesso unico e le suggestioni storiche che ne derivano.
13-I colori di Tiscali
14-All'uscita della dolina di Tiscali
15-Tronchi contorti lungo il sentiero di discesa
Dopo la visita si ritorna al ballatoio poco sopra all’ingresso alla dolina dove i cartelli ci indicano le varie direzioni. Per non rifare la stessa via di salita, prendiamo il sentiero che scende nel versante opposto. Per un primo tratto ci si cala in maniera articolata tra rocce ancora molto carsificate, ma in breve il sentiero migliora sensibilmente. Più sotto ad un bivio, tralasciamo a destra la deviazione per la valle Surtana e prendiamo il ramo di sinistra arrivando in breve ad una spianata con un grande ometto abitato dalle lucertole tirreniche. Ignorate ancora tutte le direzioni che si staccano a destra, proseguiamo per Lanaittu innestandoci nell'alveo di un rio. Lo si segue per un lungo tratto intersecandone più volte il greto asciutto, circondato da bassi arbusti. Passati definitivamente sul lato sinistro, si aggira una costa immettendosi sulla pista che riporta esattamente al punto di partenza. E il telefono che fine ha fatto ? Sicuramente avrete già sentito parlare di Tiscali, la società di telecomunicazioni nata a Cagliari il cui nome deriva proprio dall'antico villaggio nuragico.
Prima di lasciare la valle di Lanaittu, non perdete l'occasione di una visita guidata al villaggio nuragico di Sa Sedda e Sos Carros. A breve distanza dal rifugio è possibile visitare anche il primo tratto della grotta Sa Oche.
16-Lungo il sentiero di rientro
17-Lucertola tirrenica
18-Cavità nelle pareti rocciose che racchiudono la valle Lanaittu