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BlogSentieriNatura
martedì 22 luglio 2014

Monte Castellaz dalla Val Venegia

La val Venegia costituisce un ottimo punto di osservazione sulle imponenti Pale di San Martino, se aggiungiamo anche la salita al monte Castellaz, dovremmo ottenere una escursione varia e interessante. Con queste premesse, da Predazzo saliamo verso Paneveggio e poi a sinistra per passo Valles, lungo il corso del torrente Travignolo. Senza giungere al valico, all’altezza del Piano dei Casoni, imbocchiamo a destra la pista che si inoltra in val Venegia. E’ possibile lasciare l’auto al primo parcheggio (4 euro) o a quello che segue dopo poco (6 euro). In ogni caso l’escursione inizia sulla pista interdetta al traffico che entra nella valle, tenendosi sul fianco di destra orografica.
01-Le radure della val Venegia01-Le radure della val Venegia
02-Il Cimon della Pala dalla pista02-Il Cimon della Pala dalla pista
03-La rada vegetazione della val Venegia03-La rada vegetazione della val Venegia
04-Camedri al Campigol della Vezzana04-Camedri al Campigol della Vezzana
05-Verso la Baita Segantini05-Verso la Baita Segantini
Lasciata subito a sinistra la malga Venegia (m 1778), con un tratto quasi in falsopiano ci si porta presso il pascolo della malga Venegiota (m 1824). Poco più avanti incontriamo sulla sinistra la piccola stazione di partenza della teleferica per il rifugio Volpi di Misurata al Mulaz e il bivio col segnavia 710 per il passo del Mulaz. La valle ora piega a sud attraversando il cosiddetto Campigol della Vezzana, un verde pianoro adagiato ai piedi delle pale di San Martino. I prati sono disseminati di massi di varie dimensioni, completamente ricoperti di camedri. Nonostante il luglio avanzato, le fioriture sono ancora agli inizi e i canaloni appaiono ingombri di neve. La strada, tirata a fino, inizia ora la serie di svolte che ci porterà alla baita Segantini: la si può seguire fedelmente o si può divagare sulle tante scorciatoie. Lentamente l’ambiente dolomitico sfuma nei verdi pendii erbosi ricoperti da sterminate fioriture che scendono dalla Costazza. Tra una foto e l’altra, grazie anche alla minima pendenza, quasi non ci si accorge di arrivare nei pressi della Baita Segantini (m 2170).
06-Il monte Mulaz dalla Costazza06-Il monte Mulaz dalla Costazza
07-Il monte Castellaz07-Il monte Castellaz
08-Camedri alle pendici del monte Castellaz08-Camedri alle pendici del monte Castellaz
09-Panorama dalle gallerie del Castellaz09-Panorama dalle gallerie del Castellaz
10-Sulla cresta del Castellaz10-Sulla cresta del Castellaz
Poco prima di questa, un cartello indica a destra l’inizio del sentiero per il monte Castellaz: si tratta di una mulattiera comoda e levigata sulla quale si avviano numerosi escursionisti. Con un piacevole traverso caliamo alla larga insellatura tra la Costazza e la nostra meta che da qui mostra il suo versante più scosceso. Il sentiero ora piega a destra per iniziare l’aggiramento del fianco orientale sulle tracce di una mulattiera militare ripristinata. Strani cartelli recanti divieti ci impediscono di divagare alla ricerca dei manufatti della Grande Guerra che qui non dovrebbero mancare. Ridicola davvero questa scelta di ripristinare un camminamento per poi vietare l’uscita dal sentiero in una zona di grande interesse storico tanto più che ci troviamo in una zona già ampiamente compromessa dalle piste da sci.
11-Panorama dalla vetta del Castellaz11-Panorama dalla vetta del Castellaz
12-Gallerie sul ripiano sommitale del Castellaz12-Gallerie sul ripiano sommitale del Castellaz
13-Affioramenti colorati alla base del Cimon della Pala13-Affioramenti colorati alla base del Cimon della Pala
Con qualche svolta più ripida, tra verdi e roccette, saliamo in cresta dove la grande scultura del Cristo pensante (opera del 2008) attira tutti i visitatori. Pochi metri più in alto (m 2333), una modesta croce in legno segna il punto più elevato della cresta sotto la quale corre un esposto camminamento. La discesa avviene nell’opposto versante, passando presso altre gallerie e fortificazioni (anche queste inavvicinabili causa divieto!). Raggiunti i prati sottostanti, ci reinnestiamo sul sentiero fatto all’andata chiudendo così il piccolo anello. Prima di girare l’angolo ci voltiamo indietro per un ultimo sguardo al castelletto roccioso che si erge così isolato e all’immancabile ventaglio di ghiaie che origina dalle pareti.
14-Potentilla rosea14-Potentilla rosea
15-Ruderi di guerra sul Castellaz15-Ruderi di guerra sul Castellaz
16-Resti di costruzioni belliche in cresta al Castellaz16-Resti di costruzioni belliche in cresta al Castellaz
17-Il Cristo pensante della cima del Castellaz17-Il Cristo pensante della cima del Castellaz
18-I rododendri della Costazza18-I rododendri della Costazza
Tornati alla pista presso la baita Segantini, compiamo una breve divagazione botanica recandoci presso i grossi massi alla base del Cimon della Pala. Ben visibili dalla pista, sono raggiungibili su facile traccia erbosa. Ci soffermiamo a lungo per cercare, tra le bellissime fioriture di quota, il piccolo cuscinetto della Androsace di Hausmann. Non siamo i soli: una signora, presumibilmente nord europea, si aggira con noi tra i massi osservando con attenzione le piante. La nostra pazienza viene ripagata e il piccolo e raro fiore balza agli onori di questa pagina del blog.
19-Pulvino di eritrichio19-Pulvino di eritrichio
20-I grossi massi alla base del Cimon della Pala20-I grossi massi alla base del Cimon della Pala
21-Fioritura di Androsace di Hausmann21-Fioritura di Androsace di Hausmann
22-Guglie dolomitiche e nevai residui22-Guglie dolomitiche e nevai residui
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