Ancora una escursione in val di Cogne: oggi arriveremo al rifugio Vittorio Sella ma oltre a questa meta, frequentatissima, andremo a visitare anche i laghi del Lauson, posti a poca distanza dal rifugio. Una escursione dai grandi paesaggi e con la concreta possibilità di fare interessanti osservazioni sulla flora e sulla fauna del Parco del Gran Paradiso. Arrivati a Cogne, proseguiamo a destra verso Valnontey per lasciare poi l’auto presso il grande parcheggio di fondovalle. Tra le tante direzioni indicate dai cartelli gialli, imbocchiamo quella per il rifugio Vittorio Sella, segnavia 18 e Alta Via n.2. Oltrepassato il ponte ci si tiene a sinistra passando accanto alla recinzione del Giardino Alpino Paradisia. Da qui inizia una comoda risalita che, ad ampie svolte, ci porta ad entrare nel bosco di conifere che si sviluppa su questo lato della valle. Il rumore del torrente Grand Lauson sembra anticipare l’incontro con una cascata ma la mulattiera che stiamo percorrendo non vi passa accanto e prosegue la sua salita fino alla base delle rocce. Alcuni operai stanno lavorando alla manutenzione del sentiero e siamo obbligati ad interromperli per passare. Poco dopo avvistiamo una coppia di camosci sul pendio sopra di noi e così ci fermiamo per qualche ripresa, subito imitati dagli escursionisti che ci seguono.
01-Il versante dove sale il sentiero
02-La Testa della Tribolazione da Valnontey
03-Camoscio lungo il sentiero
Stanno brucando tranquillamente ma sono in controluce e bisogna attendere che si spostino in una posizione migliore. In breve si arriva nuovamente nei pressi del torrente: qui un ponte permette di passare sull’altro lato mentre il percorso originario è attualmente dismesso per pericolo di frane. E’ questo uno dei tanti sentieri reali, fatti costruire in passato da Vittorio Emanuele II per raggiungere agevolmente i migliori luoghi di caccia. Lasciamo dunque a destra il percorso sconsigliato per passare sull’altro lato dove la salita riprende su terreno meno agevole. In breve si esce all’aperto per iniziare a risalire un costone di verdi e roccette affioranti. La disposizione degli strati, soprattutto in discesa, rende scomodo questo tratto ed è probabilmente per questo motivo che è stata pensata una ulteriore alternativa, più a sud, che è in fase di realizzazione. Ma certo non si pensa a questo e basta guardarsi attorno per scoprire viste sempre nuove sul paesaggio e sulle magnifiche fioriture che ci circondano. Oltrepassati i ruderi di Pascieux (m 2222) gli ultimi alberi lasciano definitivamente il posto ai pascoli di alta quota. Qui è facile osservare le marmotte: ci sono i piccoli che giocano tra di loro senza curarsi troppo degli escursionisti che si avvicinano.
04-La costa rocciosa lungo la variante di salita
05-L'alpeggio di Pascieux
06-Marmotta nei pressi del sentiero
Con un breve traverso sulla destra ci si riaccosta al torrente e lo si attraversa in corrispondenza di una grande lastra rocciosa. Sull’altro versante il sentiero riprende quota fino a innestarsi nuovamente sul vecchio tracciato che ora ci accompagnerà fino al rifugio. Con una lunga serie di svolte, via via più ravvicinate, si raggiunge l’orlo di un ripiano dal quale si può osservare l’Alpe del Grand Lauson (m 2506) sul lato opposto della valle.
07-Le acque del Grand Lauson
08-Il ponte superiore sul Grand Lauson
09-Lungo i tornanti verso il Rifugio Sella
10-L'alpeggio di Grand Lauson
Per il rifugio manca poco: un ultimo tratto quasi in quota ci porta a sfiorare il casotto del Lauson e quindi la conca del rifugio Vittorio Sella che si vede solo all’ultimo (m 2579, fonte). La struttura, grande e discretamente affollata, è divisa in due fabbricati distinti e sulla sinistra c’è pure un locale adibito al solo bar.
11-Il Casotto del Parco
12-Il rifugio Vittorio Sella
13-La Punta dell'Inferno dal rifugio Sella
14-La Punta Nera
Dal rifugio, il segnavia 18 prosegue ancora lungamente nel vallone fino a raggiungere il Col Lauson (m 3296) e quindi scendere nell’opposto versante in Valsavarenche. Un secondo segnavia (il 18B) si allontana invece a sinistra e con un lungo traverso raggiunge le case dell’Herbetet. Dopo una sosta con il binocolo in cerca di eventuali presenze cornute, ci dirigiamo verso questo secondo sentiero per percorrere il breve tratto che ci separa dai laghi del Lauson. In lieve salita, su comodo sentiero, si va ad intersecare il corso di alcuni rigagnoli che scorrono verso valle con il loro corteggio floreale di primule e ranuncoli.
15-Il Grand Lauson nel pianoro del rifugio Sella
16-Il sentiero18b verso il laghetto del Lauson
17-Il laghetto del Lauson
18-La Punta Rossa
Oltrepassata una costa si prosegue in ambiente più roccioso ed infine si giunge al piccolo ripiano che ospita il laghetto (m 2655). Scopriamo che uno solo può definirsi tale mentre le raccolte d’acqua circostanti sono più che altro prati acquitrinosi. Lo specchio d'acqua è piccolo ma incastonato in uno scenario bellissimo con diversi ghiacciai a fare da sfondo a seconda del punto dal quale lo si osserva. Attorno al lago numerose fioriture di genziane, viole e primule allungano notevolmente i tempi di sosta: impossibile non fotografarle! Molto più in alto i camosci giocano sui nevai mentre degli stambecchi nessuna notizia: probabilmente le temperature elevate di questi giorni li hanno spinti a quote più elevate.
19-Il paesaggio si specchia nelle acque del laghetto Lauson
20-Fioritura di viola
21-Primula villosa
22-La testa della Tribolazione da Valnontey