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lunedì 23 giugno 2014

Monte Gorzano da Capricchia

Non si può pensare di visitare i monti della Laga senza includere nel programma la salita al monte Gorzano, vetta più alta del gruppo oltre che del Lazio. L’escursione che stiamo per descrivervi, infatti, è particolarmente interessante e varia tanto da potere essere considerata un piccolo compendio di quanto è conservato nel territorio del Parco.
01-La faggeta sulla pista alla partenza01-La faggeta sulla pista alla partenza
Da Amatrice in breve ci si porta alla frazione di Capricchia per imboccare poi la stradella che sale al Sacro Cuore e che dovrebbe essere percorribile senza particolari problemi. La rotabile è asfaltata e, a parte qualche tratto sconnesso, ci porta comodamente fino al parcheggio presso il bivio per la cappella del Sacro Cuore. Lasciata l’auto (m 1384), imbocchiamo sulla destra la pista sterrata che entra subito nel bosco passando accanto ad alcuni grossi macigni affioranti. Dopo pochi minuti troviamo a destra le indicazioni per l’inizio del sentiero per il monte Gorzano: ora si comincia davvero a salire.
02-Cima Lepri dallo stazzo di Selva Grande02-Cima Lepri dallo stazzo di Selva Grande
03-Il pascolo dello stazzo di Gorzano03-Il pascolo dello stazzo di Gorzano
04-La cascata delle Barche04-La cascata delle Barche
Poco più avanti si lascia a sinistra il sentiero che si dirige alla cascata delle Barche (che vedremo poi dall’alto) per rimontare alla panoramica spalla di Colle del Vento (m 1483). Qui ha inizio un lungo traverso nel bosco umido e ombreggiato che piacevolmente ci porta ad assecondare le pieghe della montagna. Oltrepassata una ampia radura con rio, al successivo bivio si lascia il sentiero che prosegue in quota per tenersi sulla destra (indicazioni per il monte Gorzano). Si inizia così a salire a svolte la faggeta di Selva Grande con pendenza costante e più marcata rispetto a prima. Un grande faggio anticipa l’uscita repentina nella ampia radura inclinata di un pascolo dove troviamo i ruderi di un vecchio stazzo. Da questa località, si apre una prima visuale sul grande arco montuoso che unisce Cima Lepri al monte Gorzano. Ben visibile è anche il canalone del Fosso di Gorzano con i suoi nevai residui. Le conosciamo solo da due giorni ma già si inizia a dare un nome alle vette della Laga.
05-Cima Lepri dallo stazzo di monte Gorzano05-Cima Lepri dallo stazzo di monte Gorzano
06-Il Colle Pelara06-Il Colle Pelara
07-La cresta del Monte Gorzano07-La cresta del Monte Gorzano
Dallo stazzo di Gorzano la salita prosegue lungo il pendio erboso portandosi poi sulla verde insellatura di Colle Pelara, affacciata su Amatrice e le sue tante frazioni. Alla nostra sinistra prende corpo anche il lungo crinale che ci porterà in vetta al Gorzano ma per raggiungerlo c’è ancora da salire intersecando un piccolo impluvio. Segue poi una diagonale, tra splendide fioriture di anemoni a fiori di narciso, che finalmente ci deposita sulla costa giusta, in un punto contrassegnato da un grande ometto. Ecco che da qui il panorama si apre anche sul lago di Campotosto, il vasto invaso artificiale che separa la Laga dal Gran Sasso.
08-Formazioni rocciose lungo la cresta del Monte Gorzano08-Formazioni rocciose lungo la cresta del Monte Gorzano
09-Genziane sui pendii sommitali del Monte Gorzano09-Genziane sui pendii sommitali del Monte Gorzano
10-Silene acaule sulla cresta del Monte Gorzano10-Silene acaule sulla cresta del Monte Gorzano
Tra sfasciumi e zolle verdi, tenendosi ora esattamente sul filo di cresta, si inizia la risalita verso il cocuzzolo sommitale che ora si distingue molto chiaramente. Lasciate sulla sinistra due quote intermedie, il comodo sentiero raggiunge una ampia insellatura erbosa che anticipa il tratto finale della salita. Nel frattempo il vento dei crinali appenninici ha iniziato a soffiare facendo ondeggiare come un verde mare gli estesi pascoli circostanti. La sella si rivela un giardino botanico e qui sostiamo a lungo nel tentativo di riportare a casa qualche suggestione fotografica. Ranuncoli, genziane (anche in versione albina) e bellissimi cuscinetti di silene acaule si susseguono in forme sempre più belle lungo il sentiero invitandoci ad una serie di pause che si fermerà solo in vetta. Dopo un ultimo pendio verde arriviamo alla base del tratto sommitale: qui il pascolo lascia il posto a rocce e sfasciumi sui quali attecchiscono solo gli anemoni e la sassifraga a foglie opposte. La pendenza è aumentata e si è alzato un forte vento che però fortunatamente soffia dalla parte giusta spingendoci verso l’alto. La salita si conclude così presso il grande ometto che si trova sulla vetta del monte Gorzano (m 2458, piccola croce).
11-Il fosso Tordino11-Il fosso Tordino
12-Cuscinetto di silene acaule sulla cima del Gorzano12-Cuscinetto di silene acaule sulla cima del Gorzano
13-La lunga linea di cresta del monte Gorzano13-La lunga linea di cresta del monte Gorzano
In cima scambiamo due parole con altri escursionisti saliti dal versante orientale che si meravigliano della nostra lontana provenienza. Incredibilmente, solo pochi metri oltre la cresta da cui siamo arrivati, il vento cessa e ci possiamo godere la bella giornata seduti tra le viole di Eugenia. Molto particolare è la conformazione del monte che precipita verso nord con verticali balze rocciose fino sul fondo del Fosso Tordino mentre ad est digrada con una costa verde di cui non si scorge la fine. Dando una occhiata all’orologio scopriamo di essere saliti piuttosto in fretta: evidentemente la colazione del mattino ci ha giovato, oppure sarà stato l’aiutino del vento…
14-Anemoni14-Anemoni
15-Il solco del Fosso di Ortanza15-Il solco del Fosso di Ortanza
16-Fioriture sui prati del monte Gorzano16-Fioriture sui prati del monte Gorzano
17-Anemoni a fiori di narciso sulla cresta del monte Gorzano17-Anemoni a fiori di narciso sulla cresta del monte Gorzano
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