Il monte Chiadin, situato a nord ovest di Forni Avoltri, presenta due cime, collegate tra loro da una impervia cresta. Il segno di confine tra regioni ci ha messo lo zampino e quindi la salita e la cima orientale si trovano in territorio friulano mentre l'escursione al Cadin ovest (leggermente più alto) si svolge in territorio veneto. Poco male, naturalmente, lassù i confini amministrativi non si vedono. L'avvicinamento avviene lungo la nota strada che da Cima Sappada sale alle Sorgenti del Piave. La percorriamo fino al rifugio Piani del Cristo presso il quale troviamo un'area adibita a parcheggio (m 1410). Una pista si inoltra subito a destra nel bosco (segnavia CAI 139) alzandosi ripidamente nel bosco del Casaro, a lato di un torrentello. Dopo un tratto più erto, dal fondo cementato, la pista esce su terreno più aperto nei pressi della baita Keser dove troviamo il crocevia principale. Siamo proprio sulla linea di confine tra Veneto e Friuli e, infatti, il nostro segnavia 139 inizia da qui la sua discesa verso Piani di Luzza. Noi invece imbocchiamo a sinistra il segnavia 174 (cartello con indicazioni monte Chiadin) che, pochi metri sopra la baita, si divide ancora: una sbarra impedisce di andare a sinistra, (cartello per Keser Couvl-Monte Casaro) mentre una freccia indica di prendere a destra sul tracciato CAI.
01-La baita in località Keser alla fine della pista
02-Schiarita nel bosco del Casaro
03-Colori autunnali nelle praterie sopra la baita Keser
Abbandonata l'originaria mulattiera affrontiamo un breve tratto un poco più ripido proseguendo poi su praterie dove la pendenza si attenua. I colori sono quelli caldi di fine settembre e autunnale è anche la foschia che ci circonda. Al rientro in una macchia boscata ritroviamo la mulattiera e con essa una doppia vasca in cemento. Il percorso ora prosegue in diagonale fino ad un ripiano dove il tracciato si è perso tra le alte erbe ed anche alla successiva costa la mulattiera risulta un poco rovinata. I tornanti che seguono sono invece ben conservati con le svolte ancora parzialmente sorrette da muretti di sostegno. I mughi che hanno punteggiato fin qui il pascolo sassoso, con la quota si diradano fino a scomparire. Ci si avvicina così ad una zona più articolata con il sentiero che oltrepassa un caratteristico passaggio formato da uno sperone roccioso.
04-Alle pendici del monte Chiadin ovest
05-Il sentiero si snoda tra pinnacoli rocciosi
06-Resti di manufatti bellici sotto il monte Chiadin Ovest
Nella parte più alta del percorso la mulattiera sta lentamente scomparendo, inglobata nel pendio erboso, ma non ci sono problemi a raggiungere il ripiano sottostante la vetta dove sono evidenti i resti di ricoveri ora completamente smantellati dal tempo. Ancora qualche serpentina e in pochi minuti si arriva alla erbosa vetta occidentale del monte Chiadin (m 2269), contrassegnata da una piccola croce.
07-Nebbie autunnali in cresta al Chiadin ovest
08-Sulla breve cresta del Chiadin ovest
09-La prosecuzione della cresta verso il Chiadin est
10-La cresta del Chiadin ovest
Facendo attenzione al dirupato versante nord, ci si può spingere sulla cresta che si allunga verso ovest in cerca di qualche visuale diversa. Oggi però non è giornata e il panorama, chiuso dalle nebbie in movimento, si apre solo a tratti e per pochi istanti. Solo quando stiamo per scendere, un timido sole prova a fare capolino tra le nubi illuminando le macchie rosse degli arbusti in abito autunnale.
11-Colori autunnali presso la vetta del Chiadin ovest
12-La vetta del Chiadin ovest
13-In discesa lungo la mulattiera di guerra
14-Pareti rocciose si elevano dai prati