Oggi passiamo alle quote più alte dell'isola. Tenerife, pur avendo una superficie non molto estesa (2000 km quadrati, circa un quarto della nostra regione Friuli Venezia Giulia), ha un'altitudine massima che coincide coi 3718 metri del Teide, la montagna più alta di Spagna, oltre che possente e antico vulcano. In pratica tutto il territorio dell'isola si protende in salita verso il grande altopiano. Compiere un'escursione nel Parco Nazionale delle Cañadas del Teide significa non solo trovarsi in un paesaggio lunare, ma anche poter sostare a quella quota in maniche corte a gennaio (e non è cosa da poco, credetemi). Tutto questo grazie alle particolari condizioni climatiche dell’isola che lasciano la parte alta quasi sempre libera dalle nubi. Ci è capitato, quindi, di partire dalla costa con un cielo nuvoloso, attraversare la fascia intermedia sotto la pioggia e sbucare improvvisamente al pieno sole in una specie di dimensione parallela. La vastissima spianata del Teide è solcata, oggi, da una rotabile alla quale si accede da tre punti dell'isola. Questa piattaforma unica deriva da una possente eruzione di 300.000 anni fa e su di essa, successivamente e in epoche diverse, si sono formati altri coni vulcanici. Le eruzioni più recenti sono invece testimoniate dalle colate laviche ancora nere che si vedono fin dalla strada.
01-Il Pico Viejo dal Mirador delle Narici del Teide
02-Nel primo tratto della salita
03-Cespi di ginestra lungo il sentiero
04-Il sentiero serpeggia sulla sabbia vulcanica
05-Contrasti cromatici nella luce del mattino
Stamattina partiamo piuttosto tardi (per i nostri parametri) dal parcheggio. Abbiamo girovagato un po' per l'isola trovando pioggia ad Anaga e anche sulla costa nord ovest. Certi di trovare bel tempo, siamo saliti fin quassù. Dal Portillo, uno dei tre "ingressi" al Parco, abbiamo viaggiato per tutta la spianata del Teide fino al Mirador delle Narici del Teide (seguite a leggere e scoprirete cosa sono...). Lasciata l’auto a 2090 m di quota, imbocchiamo il segnavia 9 che per circa 25 minuti si dilunga in orizzontale per aggirare la grande colata lavica che scende dalle Narici. Si calpestano piccoli sassi tondi, pomici che a causa della loro leggerezza rendono un poco strano l'avanzare. Dopo qualche saliscendi arriviamo alla zona dove si incontrano i primi pini canari. Ad un bivio si prende a destra la prosecuzione del nostro itinerario e finalmente si inizia a salire tra bassi arbusti. Rimontato un dosso, si entra nel solco di una valletta che si risale fino quasi alla sua fine uscendo sulla sinistra per portarsi ad un grande ripiano. Ignorato un bivio, il sentiero piega decisamente a destra portandosi su pendici scure dove i nostri passi ora sprofondano nella sabbia vulcanica. Si arriva così a passare presso alcuni piccoli crateri: sono queste le cosiddette Narici del Teide, i punti di origine delle colate scure ben visibili dalla strada.
06-Panorama verso Santiago del Teide
07-Un nero uovo vulcanico
08-Il bordo del cratere della Narice del Teide
09-Presso il bordo del cratere del Pico Viejo; sullo sfondo il Teide
10-Sul bordo del cratere del Pico Viejo
Qualche metro dopo, il sentiero incontra il segnavia 28 che arriva dal Parador assieme al quale si riprende a traversare ritrovandosi alla base di un pendio a ginestre. Questo è uno dei tratti più faticosi di oggi in quanto il sentiero comincia a salire in modo diretto su terreno sabbioso e poco consolidato. Più in alto il sentiero si orienta verso destra iniziando ad aggirare l’enorme cratere del Pico Viejo. Quando finalmente, doppiata una ennesima costa, vediamo anche la vetta del Teide, ci troviamo a pochissima distanza dell’orlo del cratere del Pico Viejo. Con una breve risalita di pochi metri possiamo così portarci sul bordo ad osservare l’enorme cratere che scende di 200 metri sotto di noi. Seguendo il filo sulla sinistra arriviamo alla spianata presso il Pico Sur (la cima sud, m 3106) contrassegnato da un ometto. Ci abbiamo messo circa 3 ore e mezza e una sosta ora ci vuole davvero. Proseguendo invece a contornare il bordo verso destra è possibile prolungare l'escursione fino al punto più alto, posto a 3135 metri.
11-L'orlo del Pico Viejo
12-L'enorme cratere del Pico Viejo
13-Il Teide dal ripiano del Pico Sur
14-L'Alto de Guajara dal Pico Viejo
15-I colori del cratere del Pico Viejo
La discesa avviene per la via di salita alzando parecchia polvere (ora, in discesa, lo troviamo piuttosto divertente) fino ad arrivare all’ultimo cono vulcanico nero. Qui è possibile imboccare la scorciatoia che scende in modo più diretto a sinistra verso il parcheggio (lo vediamo, molto più in basso, lungo la strada principale). A differenza dell’andata, questo si svolge su terreno più sconnesso e a tratti la direzione può non essere evidente (sono presenti solo ometti). Si scende quindi sul fianco destro del conetto vulcanico rotolando sulle pomici e sollevando un polverone indicibile in stile mandria del Far West, fino a uscire dalla zona delle ceneri grigie. Seguendo ora gli ometti si punta alla grande colata scura che va attraversata completamente. Il suolo è davvero scabroso e ruvido e mette a dura prova le scarpe, ma facendosi guidare dagli ometti si arriva esattamente al parcheggio del Mirador di partenza.
16-Il grande ripiano del Pico Sur
17-Le pendici scure del Pico Viejo
18-Uno sguardo al sentiero di salita
19-Il Pico Viejo e la colata delle Narici
20-Le Narici del Teide