Per oggi è prevista la visita a una valle nuova e alla cresta di rilievi che le fa da confine, la Serra delle Gravare. Niente bosco, la vista può spaziare senza impedimenti in questa giornata serena nella quale speriamo anche di incontrare il camoscio appenninico. Siamo nella porzione del Parco compresa nel territorio laziale e incominciamo a camminare da una quota già piuttosto alta.
01-Bovini al rientro verso forca d'Acero
02-Le pendici del monte Panico
03-Pascolo sassoso all'imbocco della valle Inguagnera
04-Striature sassose ricamano il pendio in val Inguagnera
05-Presso il valico Inguagnera
Da Villetta Barrea proseguiamo verso ovest e all’altezza di Opi, caratteristico paesino disposto su una stretta costa allungata, raggiungiamo e superiamo la forca d’Acero. Nel versante laziale, fuori dal bellissimo bosco che ci ha accompagnati fin qui, ci fermiamo presso le indicazioni del Parco sulla sinistra (P3). Ci troviamo in aperto territorio di pascolo, frequentato da bovini rustici e dal manto chiaro. Il comodo sentiero taglia in diagonale le pendici del monte Panico all’interno di una piccola macchia di faggio che si esaurisce presto, portandoci al cospetto delle sue pendici erbose meridionali. Dopo averle traversate in quota ci immettiamo nel solco della valle Inguagnera che andremo ora a risalire. Una piccola perdita di quota per raggiungere il fondo della valle di pascolo, e poi inizia una salita molto gradevole. Chiare e molto disinvolte, le mucche ci meravigliano con il loro agile correre nel pendio pietroso. Attorno a noi, sulle pendici erbose di entrambi i versanti, si possono riconoscere strane righe di pietre, perfettamente parallele: quasi le isoipse della valle.
06-Il valico Inguagnera
07-Il bosco della val Fondillo
08-Verso la vetta di Serra delle Gravare
09-Sul crinale di Serra delle Gravare
10-Rocce affioranti a Cima Nella
Si oltrepassano i resti di recinzioni in pietra e poco più avanti si raggiunge il pozzo Inguagnera da dove la pendenza comincia a farsi più marcata. Poco più avanti, un grande macigno porta i segni sbiaditi di alcune frecce e l'indicazione AAST (?): sarà il bivio principale del nostro anello alla testata della valle. Tenendoci per ora a sinistra iniziamo a rimontare a larghe svolte sul fianco sinistro della valle. Ben presto si giunge ad una zona caratterizzata da grandi affioramenti calcarei e da una piccola macchia di faggio. Sembrava la linea di cresta, ma in realtà si rivela solo il bordo di un grande ripiano erboso posto ai piedi del monte San Nicola. Al bivio successivo lasciamo a sinistra il sentiero che conduce al valico per la Valle Fredda e ci teniamo a destra, verso il Valico Inguagnera che si trova poco più avanti. Senza bisogno di raggiungerlo, si lascia il sentiero ufficiale per puntare a destra, direttamente verso la quota 1900. Una traccia oltrepassa una zona disseminata di pietroni e sfiora poi un grande macigno in bilico raggiungendo infine la cresta. Tenendosi sul filo o qualche metro più sotto, dove corre una comoda traccia, dalla quota 1900 si percorre un bellissimo tratto di cresta affacciato sui boschi della Val Fondillo.
11-La cresta separa le due valli Lattara e Inguagnera
12-Il paesaggio della valle Lattara
13-Panorama verso il monte Petroso
14-Faggi in val Fischia
15-Il Rifugio forca Resuni
Giunti alla base della quota 1960 (la cima più alta di Serra delle Gravare), si lascia a sinistra la traccia che traversa i ghiaioni del versante abruzzese per salire a destra in diagonale tra roccette e balze erbose fino all'ometto di vetta. A questo punto si potrebbe essere anche soddisfatti, ma abbiamo parlato di un anello e dunque dalla quota 1960 si cala alla insellatura a sud ovest, rimontando poi alla quota 1983 per facile cresta. All'intaglio successivo si incontra il sentiero che a destra ci riporterà al macigno con le frecce, ma prima di scendere conviene fare una visita anche alla quota 2007 (nominata su un masso Cima Nella, panorama ampio sulla Serra delle Gravare e sulla valle Lattara). Ritornati sui propri passi si divalla verso la valle Inguagnera (ovest) traversando poi a destra su pendici pietrose. Su sentiero via via più marcato, si perde ancora quota con una serie di svolte, digradando per verdi fino al bivio presso il grande masso. Solo ora che siamo ormai lontani, alcuni camosci si palesano sulle pendici di Cima Nella, facendoci capire di esserci, ma non tanto a portata di scatto...
16-Camoscio appenninico in alta val Inguagnera
18-La alta val Inguagnera
17-Il pozzo della valle Inguagnera
19-Grande faggio lungo il sentiero per forca d'Acero
20-Macchie di faggio all'ingresso della val Inguagnera
21-La faggeta di forca d'Acero