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    Fanes Sennes Braies - Col Bechei
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BlogSentieriNatura
martedì 23 luglio 2013

Col Bechei dal rifugio Pederù

L'escursione odierna mira a continuare la nostra esplorazione all’interno del grande altopiano di Fanes. Dopo averlo conosciuto dal versante di San Cassiano fino al lago di Limo (vedi Lago di Limo dalla Capanna Alpina, lo percorriamo dal rifugio Pederù, cioè dal versante di San Vigilio. E' proprio dalla nota località turistica ladina che risaliamo la Val di Tamersc fino al parcheggio di fondovalle presso il rifugio Pederù (m 1548, pedaggio di 7 euro).
01-Verso l'imbocco del Valun de Fanes01-Verso l'imbocco del Valun de Fanes
02-Muntejela de Senes con i caratteristici canyon02-Muntejela de Senes con i caratteristici canyon
03-Il Col Bechei visto dal Valun de Fanes03-Il Col Bechei visto dal Valun de Fanes
04-Il Valun de Fanes col Lè de Piciodel04-Il Valun de Fanes col Lè de Piciodel
Dal punto di partenza possiamo scegliere se imboccare la pista oppure il sentiero che si inerpica più a destra verso il Valun de Fanes. Optiamo per il sentiero risalendo nella rada boscaglia di mugo verso un primo gradone delimitato da un grande catino detritico. Da questa prima soglia possiamo ammirare alle nostre spalle le spettacolari zone di erosione che si sono formate sui fianchi della valle dando vita a lunghi canyon detritici. Superiamo una comitiva di ragazzi caricati come muli con chitarra appesa allo zaino, probabilmente pronti a pernottamento. L’ultima della fila, incoraggiata dall’accompagnatore, ci sembra in grande difficoltà già qui all’inizio: speriamo che ce la faccia!
05-Il costone del Piz de Sant Antone05-Il costone del Piz de Sant Antone
06-Baita lungo la pista per il rifugio Fanes06-Baita lungo la pista per il rifugio Fanes
07-Baite nel pianoro del rifugio La Varella07-Baite nel pianoro del rifugio La Varella
Dopo un primo incontro con la pista, il sentiero rimonta uno spallone detritico scendendo poi verso le sponde del lago Piciodel. Poco più avanti due mezzi d’opera stanno rimettendo a posto la strada, evidentemente rovinata dalle piogge dei giorni scorsi. Ancora su pista, dopo avere abbreviato un paio di tornanti, arriviamo ad una baita gestita e quindi alla grande biforcazione per i due rifugi La Varella a destra e Fanes a sinistra, il nostro. Pochi minuti di risalita su pista ed eccoci all'ingresso dove una porta automatica scorre e si apre al nostro passaggio lasciandoci francamente sorpresi. Le consumazioni sono gestite informaticamente, ma il robot cameriere non è ancora stato attivato e per fortuna c’è una gentile ragazza a riempirci i bicchieri.
08-Il rifugio Fanes08-Il rifugio Fanes
09-Il lago di Limo09-Il lago di Limo
10-Il lago di Limo dal sentiero per il Col Bechei10-Il lago di Limo dal sentiero per il Col Bechei
11-Il grande cengione erboso sotto il Col Bechei11-Il grande cengione erboso sotto il Col Bechei
Dal rifugio Fanes rimontiamo in breve alla croce e al vicino Ju de Limo (m 2174) dove inizia a mostrarsi in tutta la sua bellezza il caratteristico ambiente dell’altopiano di Fanes, costituito da ondulazioni erbose solcate da rii e circondate da grandi vette. Sul bordo meridionale del Lago di Limo (m 2159) un cartello segnala il sentiero che conduce alla nostra meta: il Col Bechei. Contorniamo il lago per cominciare a salire le pendici soprastanti tra i mughi a strette svolte. Con una serie di tornanti più ampi si guadagna un primo ripiano dove troviamo una preziosa sorgente d’acqua: altra breve sosta per riempire di nuovo la bottiglia. Poco sopra, ci si ritrova alla base di un ampio cengione a copertura erbosa continua che si risale gradevolmente fino allo spallone di quota 2565.
12-Il Sasso delle Nove e il Ju de Sant Antone12-Il Sasso delle Nove e il Ju de Sant Antone
13-In salita al Col Bechei13-In salita al Col Bechei
14-La cresta rossastra del  Col Bechei14-La cresta rossastra del Col Bechei
15-Il pianoro del rifugio Gran Fanes15-Il pianoro del rifugio Gran Fanes
Tralasciata la prosecuzione del segnavia, si piega decisamente a sinistra per risalire il pendio erboso e accostarsi alle prime ghiaie. Con pendenza più marcata si giunge al punto dove occorre superare una breve fascia di rocce disgregate. Ancora su sfasciumi e ghiaie rossastre si guadagna la cresta, anch’essa colorata, a pochi minuti dalla cima del Col Bechei Dessora (m 2794).
16-Il Lè de Piciodel dalla cima del Col Bechei16-Il Lè de Piciodel dalla cima del Col Bechei
17-Croce di vetta al Col Bechei17-Croce di vetta al Col Bechei
18-Il Valun di Fanes dal Col Bechei18-Il Valun di Fanes dal Col Bechei
19-Tappetini di silene acaule sulle pietraie del Col Bechei19-Tappetini di silene acaule sulle pietraie del Col Bechei
Il panorama è estesissimo e inusuale e abbraccia non solo tutto il mondo di Fanes appena attraversato, ma anche la gran parte dei gruppi Dolomitici più importanti. Accanto alla croce di vetta una coppia di francesi arrivati poco prima di noi ha quasi finito la sosta e ci saluta prima di scendere. Durante il rientro, che ricalca lo stesso itinerario fatto, ci si può fermare sulle sponde del lago di Limo dove i piccoli della colonia di marmotte che ci abita giocano tra loro senza paura di essere avvicinati.
20-Piccolo di marmotta al lago di Limo20-Piccolo di marmotta al lago di Limo
21-Armenti sulle sponde del lago di Limo21-Armenti sulle sponde del lago di Limo
22-Grandi placche sulle pareti del Col Bechei22-Grandi placche sulle pareti del Col Bechei
23-Il rifugio Pederù23-Il rifugio Pederù
Commenti
  • 08/08/2021 7 luglio 2021-Raggiunto il Col Bechei come da relazione blog. Sostiamo un poco al lago di Limo dove cerchiamo di vedere qualche marmotta uscire dalle numerose tane. La mattinata è splendida; al fresco delle 8.30 del mattino un paio di escursionisti si tuffa nelle acque del lago.Il sentiero segue molto ben marcato, poi seguono i gradevoli ripiani erbosi. Più in alto sulla cresta rocciosa vediamo il primo paletto, forse una centralina meteo.Allo spallone di quota 2565 permane ancora qualche lingua di neve. Sul lato affacciato alla vallata di Cortina d'Ampezzo in occasione del centenario della Grande Guerra, la compagnia degli Schutzen Mareo-Enneberg ha ricostruito la postazione per cannoni. Dopo un tratto sul classico terreno friabile dolomitico, inizia il punto più articolato che va a superare una fascia rocciosa gradinata.Su sentiero si raggiunge la linea di cresta a pochissima distanza dalla croce di vetta. Oggi sul Col Bechei tira vento molto forte e la copertura nuvolosa va e viene ma ci lascia osservare il panorama sul mondo di Fanes. Firmiamo il nostro passaggio sul libro di vetta.Vedo arrivare di buon passo,sui detriti del sentiero di cresta, un escursionista ladino scalzo in stile Hobbit (un barefooter?).Lungo la discesa, incrociamo un ciclista in salita con bici in spalla. Anch'egli raggiungerà col suo fardello la cima per poi ridiscendere a valle su ruote.
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