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    Alpi Retiche - Sentiero Glaciologico Vallelunga
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BlogSentieriNatura
mercoledì 17 luglio 2013

Sentiero Glaciologico della Vallelunga da Melago

Non una cima oggi, ma un itinerario di grande interesse paesaggistico e geologico, questo che abbiamo percorso e che qui descrivo, a contatto con i lembi di ghiacciaio che scendono dalla Vedretta di Vallelunga: un ambiente primordiale dove la vita deve farsi strada lentamente.
Non perdete l’occasione di percorrerlo se vi trovate da quelle parti.
01-I pascoli del rio Carlino01-I pascoli del rio Carlino
02-Le acque impetuose e torbide del rio Carlino02-Le acque impetuose e torbide del rio Carlino
03-Il paesaggio alpestre della Alta Vallelunga03-Il paesaggio alpestre della Alta Vallelunga
Si parte ancora dalla Vallelunga: l'abbiamo già percorsa qualche giorno fa, ma a piedi e in quota. Questa volta invece la percorriamo in auto parcheggiando a Melago dove si esaurisce anche la strada (m 1912). Seguendo le indicazioni per la malga Melago, passiamo attraverso i verdissimi prati a sfalcio che si sviluppano ai lati del rio Carlino. Attraversato il torrente, in circa mezz'ora raggiungiamo il complesso degli edifici della malga. E' qui che inizia il sentiero glaciologico con i relativi cartelli illustrativi, i cui testi espongono i contenuti in maniera succinta e comprensibile. Lasciamo a sinistra il sentiero diretto al rifugio Pio XI alla Palla Bianca per proseguire lungo il rio, camminando in falsopiano e poi per acquitrini. Con pendenza poco più marcata, superiamo un risalto per ritrovarci ad un ripiano con panche. I cartelli precedenti illustravano i due cordoli morenici su cui si cammina, ora ricoperti da vegetazione e difficilmente riconoscibili.
04-Alla base della cresta morenica04-Alla base della cresta morenica
05-Sul cordolo morenico05-Sul cordolo morenico
06-Rivoli di scioglimenti dei ghiacciai06-Rivoli di scioglimenti dei ghiacciai
07-Rocce montonate alla destra orografica del rio Carlino07-Rocce montonate alla destra orografica del rio Carlino
La morena era avanzata fino qui nel 1850; il cartello accanto alla panchina invece è dedicato agli alberi. Risaliamo tra gli ultimi larici per imboccare la cresta del cordolo morenico alla sinistra orografica della valle e seguirne il filo per un buon tratto. E' forse uno dei punti più suggestivi dell’itinerario. Ad un cartello si incontra il bivio con la traccia più impegnativa che passa alla base dei ghiacciai (da fare con guida e opportuna attrezzatura). Noi invece scendiamo a sinistra su comodo sentiero fino al greto, ora incassato, del rio Carlino che si attraversa su una passerella in legno.
08-Lungo il sentiero glaciologico della Vallelunga08-Lungo il sentiero glaciologico della Vallelunga
09-Rododendri lungo il sentiero glaciologico 09-Rododendri lungo il sentiero glaciologico
10-Il ponte sul rio Carlino10-Il ponte sul rio Carlino
11-Numerosi rivoli solcano la morena presso il sentiero glaciologico11-Numerosi rivoli solcano la morena presso il sentiero glaciologico
Per un breve tratto si segue il corso del torrente le cui acque torbide e fragorose creano un forte rumore che sovrasta ogni altro suono. Siamo quasi sotto la verticale del Rifugio Pio XI, ma il sentiero prosegue a risalire l'ampio vallone tra pietraie e rivoli d'acqua. Non è il classico ghiaione: ci accorgiamo di camminare su materiale disgregato, in un ambiente quasi privo di vegetazione. Non è passato ancora il tempo necessario perchè qui attecchisca forma vivente. Incontriamo magnifici esempi di rocce montonate dal colore ocra, dato dagli ossidi di ferro. Più in alto si arriva all'estremità orientale del percorso, in corrispondenza di un belvedere posto su un cordolo morenico (cartello), affacciato su quello che resta della Vedretta della Vallelunga. Il punto è anche interessante per osservare la flora pioniera che per prima colonizza il fondo morenico. Splendida è da qui anche la vista sull’arco montuoso che racchiude la parte alta della valle: un vero e proprio paradiso per i geologi ma non solo.
12-La valle glaciale12-La valle glaciale
13-Il fronte della Vedretta della Croda13-Il fronte della Vedretta della Croda
14-Le colorazioni rossastre delle rocce montonate14-Le colorazioni rossastre delle rocce montonate
Il sentiero glaciologico trova qui il suo punto conclusivo perchè, con una brusca ansa verso sinistra, inverte la direzione, attraversa un torrentello e si dirige verso il rifugio. Con un traverso su friabili pendici moreniche ci si porta ad un ripiano erboso solcato da un rio, e da qui in pochi minuti al rifugio Pio XI alla Palla Bianca (m 2542). Se lungo il sentiero geologico abbiamo incontrato pochissimi escursionisti, presso il rifugio invece sono decine i turisti che lo hanno evidentemente raggiunto per la via più breve. Il rifugio Pio XI è punto di base per gli itinerari su ghiacciaio verso le cime circostanti dalle quali stanno rientrando alcuni alpinisti che ho avvistato col binocolo. Dal crocevia presso il rifugio, imbocchiamo il sentiero n.2 in direzione Melago.
15-Linarie sulle morene della Vallelunga15-Linarie sulle morene della Vallelunga
16-Sassifraghe presso le acque di scioglimento del ghiaccio16-Sassifraghe presso le acque di scioglimento del ghiaccio
17-La Vedretta di Vallelunga17-La Vedretta di Vallelunga
Oltrepassato un largo ripiano erboso con laghetto dove un gruppo di ragazzi si bagna i piedi, divalliamo ancora fino ad un crocefisso con bivio, da dove riappaiono anche la malga di Melago e il paese. Tralasciato a destra il n.3, ci abbassiamo sulle pendici sottostanti piuttosto inclinate e scoscese, tra bancate rocciose e cembri isolati fino ad arrivare nuovamente a ridosso del greto del rio Carlino.
La carta Tabacco è la 043
18-Il Rifugio Pio XI alla Palla Bianca18-Il Rifugio Pio XI alla Palla Bianca
19-Il crocifisso a quota 2354 sul sentiero di discesa19-Il crocifisso a quota 2354 sul sentiero di discesa
20-Pendio boscato sopra la malga di Melago20-Pendio boscato sopra la malga di Melago
Commenti
  • 04/09/2017 Decidiamo di far fuori subito, prima che il meteo faccia le bizze, i percorsi che ci sembrano più interessanti e questo lo è di sicuro. A Melago voglia di caffè, niente da fare, tutto chiuso, ci avviamo con qualche incertezza di percorrenza, ma il rumoroso Rio Carlino è giustamente alla nostra sinistra , alla Melager Alm il caffè, buono, un vero caffè perché Gertrud ha lavorato in un bar a Silandro e quindi ci sa fare, e pure il macchiatone...Adesso si può camminare con più energia, sosta a leggere i vari cartelli informativi, ho scoperto che esiste l'ascomicete camminando su quel sentierino sabbioso, secco che corre sul bordo della morena e poi scende per attraversare il vigoroso rio, pecore al pascolo preannunciano l'arrivo al rifugio Pio XI. Ci attira molto quella croce che brilla 600 m più in alto, sulla cima del monte Schmied...Le tabelle indicano 2 ore, a me ci vorranno tutte, si usano parecchio le mani ma senza grossi problemi, qualche tratto con corde e poi ecco la croce sul lato destro, è fatta.....e invece no, bisogna continuare a salire su blocchi e poi lungo la cresta per raggiungere la cima più alta contrassegnata da un ometto, paesaggio lunare da togliere il fiato e poi si scende fino alla croce affacciata sul rifugio, c'è anche una panchina ma il vento non invoglia alla permanenza. La discesa tutta lì? Si sta un attimo..sembra...perché i segnavia rimandano a fare un lungo giro consentendo la percorrenza di un anello, poco prima delle 17 siamo nuovamente al rifugio per un'acqua e sambuco, una foto sull'altalena e poi altre due ore di comodo sentiero fra cascate, cascatelle ed acque impetuose, una marmotta fischia
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