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    Alpi Carniche - Monte Lastroni e laghi d'Olbe
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sabato 25 agosto 2012

Monte Lastroni e Laghi d'Olbe

Da Cima Sappada risaliamo la rotabile verso le Sorgenti del Piave fino al parcheggio poco prima del rifugio che porta lo stesso nome (m 1830).
01-Il monte Lastroni dal passo del Roccolo01-Il monte Lastroni dal passo del Roccolo
Imbocchiamo la carrareccia a sinistra che divalla qualche metro fino ad attraversare un piccolo corso d'acqua, inoltrandosi poi nel rado bosco. Si assecondano le morbide ondulazioni ai piedi del Col di Caneva, oltrepassando piccole macchie di abete rosso. Si arriva ad un bivio segnalato da cartelli dove seguiamo le indicazioni per il passo del Mulo e i Laghi d'Olbe, sul segnavia CAI 129.
Aggirata una elevazione erbosa si oltrepassa una frana di grandi macigni che ha invaso la sede del sentiero, oltre la quale il tracciato si fa più marcato ed evidente. Ha inizio ora il lungo traverso alla base delle pendici settentrionali del Lastroni. Si sale in diagonale tra ontani, salici, ginepri e le ultime conifere solitarie. Si attraversa un canale ghiaioso passando sotto alcuni caratteristici torrioni stratificati.
02-La grande frana sulle pendici del Lastroni02-La grande frana sulle pendici del Lastroni
La diagonale continua con pendenza costante e qualche piccolo saliscendi in corrispondenza dei tanti canaloni che si vanno ad intersecare. Sono canaloni profondi ma il sentiero è ben mantenuto e non si dovrebbe incontrare nessun tipo di problema. Il pendio alla nostra destra si è fatto decisamente più inclinato ma il tracciato è sempre largo e marcato. Si supera così una piccola rampa rocciosa dopo la quale con una svolta marcata si entra nel solco di una valletta percorsa da un torrentello.
03-Verso forcella Franza03-Verso forcella Franza
Il sentiero si alza sulla sinistra attraversando il piccolo corso d'acqua più a monte. Su terreno erboso in breve si raggiunge l'ampia sella Franza dove troviamo un crocevia di cartelli che indicano le varie possibilità. Noi andremo a sinistra per il passo del Mulo, già visibile da qui e dove si scorgono alcune feritoie scavate nei pinnacoli rocciosi della cresta presso la forcella.
04-Il sentiero sale a svolte verso il passo del Mulo04-Il sentiero sale a svolte verso il passo del Mulo
Ci dirigiamo quindi in direzione del passo del Mulo, cominciando a salire il macereto soprastante con alcuni ampi tornanti poi man mano che il sentiero va incuneandosi nel catino ghiaioso che scende dalla forcella la pendenza aumenta e il sentiero si fa un po' più faticoso. Si tratta di un ghiaione terroso e non particolarmente impegnativo. Tutto attorno si intuiscono ancora le linee di filo spinato, che impedivano l'accesso alla forcella da questo lato.
05-Il monte Franza dal sentiero per il passo del Mulo05-Il monte Franza dal sentiero per il passo del Mulo
Eccoci quindi al passo del Mulo, a 2356 m, caratteristico intaglio fortificato sulla lunga linea di cresta che si allontana verso il Lastroni. Sul versante opposto la forcella è servita da una comoda mulattiera ed è magnificamente affacciata sulla conca dei laghi d'Olbe verso la quale si inizia a scendere ad ampie svolte. La mulattiera di guerra sfiora una caverna e altre postazioni militari, poi, oltrepassato un ghiaione, per qualche decina di metri appare in tutta la sua originaria ampiezza, ancora sostenuta da muretti.
06-Fortificazioni presso il passo del Mulo06-Fortificazioni presso il passo del Mulo
Si doppia un caratteristico passaggio presso un enorme macigno. Pochi metri dopo si può tralasciare il segnavia CAI che scende verso i laghi d'Olbe per cercare di mantenersi in quota utilizzando una traccia abbastanza marcata che piega verso sinistra. Si traversa per prati e ci si va ad innestare sul sentiero 138 che sale al monte Lastroni poco più avanti. Riguadagnata nuovamente la comoda mulattiera, con una lunga diagonale ci si porta nei pressi del filo di cresta in corrispondenza di un piccolo villaggio di guerra. Qui abbiamo rilevato la presenza della genzianella di Carinzia, una piccola genziana abbastanza rara che fiorisce in questo periodo. La cresta è traforata da un finestrone affacciato sul Peralba mentre tutto attorno ci sono resti di postazioni. Anche poco più sopra è possibile visitare l'ingresso di una galleria cementata.
07-Finestrone affacciato sul Peralba 07-Finestrone affacciato sul Peralba
08-Visuale dalle fortificazioni lungo la cresta del monte Lastroni08-Visuale dalle fortificazioni lungo la cresta del monte Lastroni
09-Sulla cresta sommitale del monte Lastroni09-Sulla cresta sommitale del monte Lastroni
La mulattiera prosegue a traversare in direzione della cima giungendo fin sotto il cupolotto sommitale dove riprende a salire con una serie di svolte che portano al piccolo intaglio con osservatorio. Il percorso prosegue lungo un sentierino di guerra che con una serie di gradini scavati nella roccia conduce alla bella cresta di vetta. Il luogo dev'essere senz'altro molto panoramico in giornate però diverse da oggi. Pur avendole dato parecchio tempo per dissolversi, la nuvola ha invece continuato ad avvolgerci nel suo umido abbraccio.
10-Il sentiero che sale al monte Lastroni10-Il sentiero che sale al monte Lastroni
L'ometto con la sobria croce si trova proprio sull'altro lato della cresta ed è raggiungibile facilmente in pochi minuti: siamo sul Lastroni a m 2449 ma stentiamo a vederci l’un l’altro.
11-Resti di edifici militari lungo il sentiero per il monte Lastroni11-Resti di edifici militari lungo il sentiero per il monte Lastroni
12-Ingresso di una galleria di guerra sulla cresta del Lastroni12-Ingresso di una galleria di guerra sulla cresta del Lastroni
Per il rientro abbiamo scelto di scendere a visitare i Laghi d'Olbe. Per fortuna la nuvola avvolge solamente le alte quote ed è bastato divallare di poco per avere tempo migliore.
13-Il maggiore dei laghi d'Olbe13-Il maggiore dei laghi d'Olbe
14-Il lago mediano14-Il lago mediano
I laghetti alpini posti in conche erbose a pascolo, sono collegati da un sentierino che permette di visitarli tutti e tre.
15-La cresta del ferro dai laghi d'Olbe15-La cresta del ferro dai laghi d'Olbe
16-La bella conca dei laghi d'Olbe16-La bella conca dei laghi d'Olbe
Costituiscono senz'altro il luogo ideale anche per una gita familiare. Dalla conca dei laghi, per rientrare, è possibile risalire al passo del Mulo e da qui seguire il percorso inverso; oppure, come abbiamo fatto noi, scendere sul segnavia 138 per pista e poi per sentiero tenendosi sulla sinistra orografica del rio della Miniera, fino alla strada rotabile per le Sorgenti del Piave in corrispondenza della Baita al Rododendro (località Pian delle Bombarde). Da qui però, per raggiungere l'auto, ci aspetta un'ora buona di risalita. Si può evitare di camminare sull'asfalto utilizzando alcuni tratti di sentiero, oppure ci si può affidare all'autostop.
Commenti
  • 04/09/2019 Ripercorso oggi in senso orario questo bell'anello, giornata dal meteo stabile e dal cielo terso come non capitava da parecchio tempo, salita veloce fino alla piccola cappella tanto per scrollarci di dosso l'aria frizzante dell'avvio, dei tre laghetti ne sono rimasti due e mezzo, saliamo a visitare le postazioni di guerra ed in breve e senza troppa fatica ci ritroviamo accanto alla piccola croce arruginita. Il parcheggio alla base del dirimpettaio Peralba è occupato da una decina di auto, si confabula e qui il gruppo si divide, c'è chi scenderà dal percorso di salita e chi preferisce compiere l'anello completo. Al Passo del Mulo un'occhiata a quelle sabbie è d'obbligo, incredibilmente si scende comodamente assecondando i tornantini, bolli rossi fiammanti indicano la via migliore ed anche Sella Franza è guadagnata e ci meritiamo la pausa pranzo e lì, al sole, si fanno proposte per la prossima escursione. Proseguendo, il sentiero attraversa qualche tratto malagevole, la vecchia frana oltrepassata quella cerchiamo, senza riuscire a trovarla, una traccia nera che abbrevia il percorso e termina sulla strada, proseguendo fino al Passo del Roccolo imbocchiamo a destra il sentiero naturalistico senza che le mucche smettano di ruminare. Facendo slalom fra rivoli d'acqua, pozzanghere e fango ed un paio di semplici scavalcamenti, finalmente arriviamo alla strada, non ci restano che pochi (sempre tanti) chilometri in discesa; trovata un'area attrezzata per la sosta si da inizio ai festeggiamenti, Scoiattoli molto impegnati nell'arte del taglia, affetta, stappa …..e mangia
  • 03/08/2019 Saliti oggi sul monte Lastroni da Pian delle Bombarde. Dai laghi d'Olbe alla panoramica vetta il paesaggio è spettacolare. Scesi verso i laghi siamo saliti al Passo del Mulo percorrendo la bellissima mulattiera. Rientro lungo il percorso dell'andata.
  • 07/09/2018 4/09/2018 effettuato escursione ad anello come da descrizione. Partiti dalle sorgenti del Piave siamo saliti al col di Caneva per poi ricongiungersi con il sentiero 129, bellissimi paesaggi sentiero in ordine ma il tempo di percorcorrenza segnalato sul grande masso sulla strada non è veritiero, per arrivare al Passo del Mulo a nostro parere ci vogliono almeno due ore e non una e trenta, goduto pienamente dei fantastici panorami grazie anche ai pochi escursionisti silenziosi. Rientrati arrivando alla baita al Rododendro per poi risalire per asfaltata all’auto. Buine mont a duç
  • 23/06/2018 Escursione di oggi 23/016/18 partendo dalla baita del Rododendro e ritorno per la stessa via. Meteo ottimo con lieve velatura che solo nel pomeriggio si trasforma in innocue nuvolette di nessun disturbo. Panorami da consumarsi gli occhi in ogni direzione, dalle Giulie slovene alle vicine Dolomiti. Sentieri a posto. In qualche anfratto a nord minimi depositi di neve. Flora splendida del periodo. Accurata visita a ogni resto bellico. Ogni volta che ci si torna non ci si staccherebbe da questi luoghi. Buine mont a duç e mandi.
  • 01/08/2017 Monte Lastroni 8 anni dopo, partendo da Sappada, rione Puiche. Scelta di un itinerario più lungo alla scoperta di sentieri nuovi. Per la salita utilizziamo i segnalati Sentiero Naturalistico Miravalle n.5, rivelatosi una comoda carrareccia, e il Sentiero Naturalistico Monte della Piana n.4 (tratti inerbiti), che sbuca sulla pista sterrata per i Laghi d'Olbe. Il più grande è assediato da una folla di giovani rumoreggianti e c'è un discreto viavai grazie all'arrivo della vicina seggiovia. Mi sento fuori posto. Il vento fresco accellera la salita mentre gli ultimi scendono e la vetta è tutta per noi con il suo panorama immenso. Il celeste tetto di malga Chivion nella verdeggiante Valvisdende cattura il mio sguardo, rinnovando i ricordi di una fantastica gita ed il sapore genuino del caprino che lì si produce.Scendiamo col sentiero 141 lungo la Val d'olbe, una vera sorpresa, comodo e panoramico, fino al rione Bach, dove ci attende una fontana con acqua freschissima accanto ad un odoroso pollaio. Per ritornare a Puiche un breve tratto di comodo marciapiede.Note: fare attenzione nell'individuare la prosecuzione corretta poco evidente del Sent.Nat.M.della Piana in prossimità del guado sul rio Puiche; prudenza nella discesa presso Oschtans,1787 mt, dove un tratto aereo del sentiero 141 scende attraversando pareti a picco. 31/7/17
  • 23/07/2017 Non si inizia presto oggi, in marcia alle 8 dal Rododendro, le gambe non sentono i 6 giorni di traversata carnica, quasi 600 m di dislivello in 70 minuti, poi rifiatiamo. Il tempo non è dei migliori per cui decidiamo di visitare i manufatti bellici al rientro; velocemente in vetta fra nubi danzanti ed ampi squarci di blu, un po' di vento e mentre scendiano, qualcuno alla spicciolata sale. Senza indugiare troppo puntiamo al Passo del Mulo, la discesa è tutta lì sotto, breve e ripida; passetto passetto ci si abbassa fino al marcato sentiero che deposita a sella Franza. La prima parte del lungo traverso che porta al Passo del Roccolo è discretamente malagevole, poi, oltrepassata la frana, migliora; da lì abbiamo seguito il sentiero naturalistico del Piave che si sviluppa a tratti sulla destra orografioca del giovane Piave fino a ritrovarci al Rododendro. Escursione molto bella, con varietà di paesaggi davvero notevole.
  • 15/07/2017 Escursione piacevole e ripagante.Fatta la prima Domenica di Luglio. Percorso ad anello in senso antiorario.Sono partito dalle scuole elementari di Sappada(Cartellonistica scarsa e imbucata...),ho subito preso il Sent.135 che su continui tornanti anche di notevole ripidezza ripercorre la vecchia pista da sci Sappada 2000. Il percorso è un po monotono fino ad arrivare ad un bel pianoro a quota mt.1840. Qui vi si trova un bivio dove si può decidere il tratto finale per l'arrivo ai laghi d'Olbe. Ci sono due possibilità,una è proseguire su comoda forestale,l'altra è più "allegra".Io dopo due ore di monotonia ho preferito svoltare a sx. La scelta è stata ripagata da scorci panoramici sulle Cime che circondano Sappada e su tutta la sua vallata.Inoltre ho avuto la fortuna di ammirare varietà floreali di rara bellezza:il Giglio Alpino _Giglio Martagone e Raponzolo di Sieber.Il sentiero prosegue inerpicandosi fino a quota mt.2156 dove troviamo i Laghi d'Olbe. Oasi molto frequentata ma meritevole.Il tempo incerto mi ha fatto desistere per la salita al M.te Lastroni e ho deciso di rientrare per il Sent.naturalistico. Il sentiero regala tanto, è abbastanza "allegro" e merita attenzione in tutti i sensi. Rientrando un sosta al Rifugio M.te Ferro è consigliata e poi giù su comoda forestale fino all'inizio delle prime tipiche case di Sappada attraversando il caratteristico Borgo Bach . Sei ore di silenzi e di bellezze naturali .
  • 18/06/2017 Il 15 giugno abbiamo raggiunto il Lastroni dalla Baita Rododendro. Marmotte presso i Laghi d'Olbe, ancora poco frequentati dai turisti per via della seggiovia non ancora in funzione. Durante la salita, visita ai manufatti bellici e poi su in cima che questa volta vediamo con il sole. Gran bel posto.
  • 02/06/2017 02-06-2017 Salita al Monte Lastroni partendo dal Pian delle Bombarde (Baita Rododendro)con il sentiero 138 fino ai Laghi d'Olbe e alla panoramica cima.(no neve).Ridisceso ai laghetti ho percorso il sentiero 135 per il Passo del Mulo intraprendendo poi la discesa fino alla Sella Franza.Seguendo poi il sentiero 129 sono arrivato al Passo del Roccolo e quindi alle sorgenti del Piave.Breve salita al Calvi (aperto)per una buona birretta e quindi la lunga discesa sulla strada fino alla Baita Rododendro con qualche deviazione sul sentiero naturalistico per evitare l'asfalto.Porre attenzione lungo la discesa dal Passo del Mulo(ancora neve residua) e in alcuni tratti del 129 per qualche ripido traverso su neve bagnata e marcia.Per il resto si va tranquilli(sempre con la dovuta prudenza).Partito con il sole terminato con la pioggia.Buona montagna a tutti.
  • 19/09/2015 Salito oggi dalla baita del rododendro. Sentieri a posto e ben segnalati.L'ultimo tratto prima della cima, non presenta particolari problemi. Sufficente la dovuta attenzione. Panorama favoloso.....basta avere una bella giornata limpida. Cosa che io non ho avuto.Buona vita a tutti
  • 28/06/2015 Alla baita Rododendro, stamattina presto,con il cielo terso e l'aria frizzantina si parte per l'esc., che viste le premesse merita un pò di "quota",poi sù...la piccola chiesetta ci segnala l'arrivo ai laghetti....meravigliosa la vista in un silenzio surreale e ovattato,disturbato solo dalle "grida"di numerose marmotte.Tanti..tantissimi fiori montani,una lista indescrivibile nel loro momento migliore,solitaria la cima e con un panorama mozzafiato, ogni commento è superfluo d'innanzi a tanta bellezza.Ci raggiunge poi un escursionista che assieme a noi condivide la discesa,fino ai laghetti divenuti ormai preda di numerosi,colorati e vocianti escursionisti. Mandi
  • 02/06/2015 Lastroni si, ma senza mulo...salita e discesa per la stessa via perchè in vetta la nebbiolina e qualche nuvola grigia non prometteva buono, niente neve e multicolor di fiori, percorso su mulattiera senza difficoltà.
  • 18/05/2015 Monte Lastroni,Laghi d’OLbe e Passo del Mulo. ( BL) Partenza dalla Baita del Rododentro quota 1444 (lungo la rotabile che da Cima Sappada porta alle “Sorgerti del Piave” per il sentiero 138, fino ai Laghi d’Olbe, da qui ho seguito le indicazioni per la cima di Lastroni. Raggiunta la cima, rientro per lo stesso sentiero esplorando con calma i vari camminamenti e postazioni belliche della prima guerra. Prima dei laghi ho Svoltato a destra seguendo una marcata traccia che si collega sulla mulattiera che va al “ Passo del Mulo “, sentiero 135. Altre ispezioni sui resti dei manufatti bellici, sguardo dall’alto sull’erto sentiero che scende verso monte Franza, presenza di nevai sul pendio settentrionale. Ritornato ai laghetti, breve pausa e rientro per il sentiero percorso in andata.Note: Bellissima e marcata mulattiera di guerra che si sviluppa sul lunghissimo percorso, mantenendo una lieve e costante pendenza. La presenza lungo il sentiero, di una squadra manutenzione sentieri C.A.I ( tutti giovanissimi). Sul lato sud, sentieri pulitissimi e in ottimo stato fino in vetta, sul lato nord presenza di sporadici nevai. Presenza di molteplici fonti d’acqua. Tempo di percorrenza: andata-ritorno escludendo le soste ore 4.Il vostro “ Forestiero Nomade”.Malfa.
  • 15/10/2014 Raggiungo la baita Rododendro alle sei. Too late! La corsa contro il vaporoso risveglio delle valli diventa frenetica. Salgo lesto con la frontale, in un troi che sembra partorire sassose incomodità di suo. Con una pendenza propedeutica al ritmo, aumento il passo ad ogni avanzar delle sfumature dell’orizzonte. I laghi d’Olbe m’appaiono quando l’alba si tramuta in giorno. La Cresta del Ferro si fa bella negli specchi d’acqua, immobili al suo cospetto. Ancora quieti. Ma non c’è tempo per la poesia, la nuvolaglia, ormai desta, sembra pronta a montare in verticale, come panna. Continuo a passo deciso fino al traverso prima dell’ultimo strappo. Sul cornicione appare lui. In controluce. Immobile. Statuario. Con quelle corna nodose ed enormi a esigere rispetto. Pare una scultura. Stambecchi qui? Rimango perplesso. In pochi minuti arrivo sull’orlo del precipizio da cui l’ungulato ammirava il risveglio della valle. Nessuna traccia di quelle forme così perfette. Sembra essersi fatto dissolvenza pure lui. Raggiungo affaticato la vetta dopo due ore di cammino sostenuto e mi godo mezz’ora di vittoria, di strabordanza emotiva. Per la prima volta vedo le cime percorse nei giorni precedenti e la punta arrotondata del Col di Caneva a sporgere da quelle candide morbidezze. Verso il Coglians ondate di nubi spumeggiano, gonfie, sotto un sole divenuto già prepotente. Mezz’ora di felicità. Ad aspettar la consueta compagna di viaggio, in attesa d’esserne inghiottito. Con la fumate arriva un autoctono di Plodn. Accennandogli alla stambecchevole apparizione, palesa la mia ventura. L’incredibile coincidenza. Unico abitante di quelle creste, si dice sia giunto dalle Marmarole passando per la val Visdende, allontanato da lotte di branco, dall’età, dal carattere. Presenza fugace, timida e leggendaria, è tenuto d’occhio dai cacciatori per il suo trofeo. Il senso di questi tre giorni, come se ne avessi bisogno, si concretizza in quella immagine, in quelle parole. Dette quasi sottovoce, come un sussurrar di spiriti. Al ritorno esploro l’antropizzazione bellica della cresta, per poi scendere piano, leggero, sfiorato dal ricordo di quella figura stagliata nel cielo del mattino. Il sorriso del cuore s’affaccia nuovamente verso quella solitudine orgogliosa intenta a peregrinar tra guglie, nell’attesa, tra gli abbracci d’alba, di risalire anche lui con la fumate. Libero. Fino all’ultimo dei suoi giorni. (12.10.2014)
  • 20/09/2013 Fatto oggi l'anello completo. Parcheggio presso la Baita Rododendro e salita lungo il sentiero 138 fino ai laghi d'Olbe e da lì fino alla vetta del Lastroni. Il panorama verso le 10.00 era notevole, in particolare la vista sul Peralba e sul Chiadenis era da cartolina (ed entrambi apparivano privi di neve). Disceso dalla vetta del Lastroni, sono salito al passo del Mulo e poi ridisceso lungo il sentiero 129 fino al bivio con il sentiero naturalistico Piave, che mi riportato infine, facendo l'ultimo pezzo sulla strada asfaltata, alla Baita Rododendro. Mauro.
  • 21/07/2013 Itinerario bellissimo. Fate attenzione a non prendere il sentiero naturalistico .... è un muro ... non fatelo con i bambini.dal monte Lastroni c'è una veduta stupenda sul Peralba.
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