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    Marmolada - Forca Rossa
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mercoledì 25 luglio 2012
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Forca Rossa dal passo di San Pellegrino

Giornata incerta anche oggi, il tempo e qualche goccia di pioggia sconsigliano di avventurarsi in alto e allora Ivo tira fuori dal cilindro una delle proposte messe da parte per queste occasioni: la forca Rossa in zona passo di San Pellegrino.
01-La conca erbosa del rifugio Fuciade01-La conca erbosa del rifugio Fuciade
Punto di partenza dell’escursione è il rifugio Fuciade a cui si può arrivare dalla via ufficiale che sale dal passo di San Pellegrino (pista sterrata frequentatissima), oppure come abbiamo fatto noi, dal parcheggio (m 1850) lungo la strada per il rifugio Flora Alpina. Lasciata l’auto, si sale un breve tratto asfaltato fino ad innestarsi sulla pista di cui è detto sopra, con la quale si raggiunge la bellissima conca del rifugio Fuciade (m 1982) disseminata da tabià e brulicante di visitatori.
02-La  Cima dell'Uomo dalla conca di Fuciade02-La Cima dell'Uomo dalla conca di Fuciade
Si oltrepassa questo piccolo borghetto imboccando poi il sentiero per la Forca rossa (segnavia n.670, Alta Via dei Pastori). In diagonale, con pendenza moderata si supera una costa erbosa affacciata su una bellissima zona di pascolo. Il maltempo che anneriva la Cima dell'Uomo ci ha raggiunto e inizia a gocciare. Un tranquillo un branco di cavalli ci osserva mentre indossiamo le mantelle da pioggia. L'operazione si rivela inutile in quanto dopo pochi istanti la pioggia cessa improvvisamente.
03-Praterie fiorite sotto la forca Rossa03-Praterie fiorite sotto la forca Rossa
04-Lungo la salita alla forca Rossa04-Lungo la salita alla forca Rossa
Trascurate alcune diramazioni il sentiero (ora n.694) si avvicina ad una zona disseminata di grosse pietre. I pochi escursionisti presenti hanno quasi tutti desistito causa maltempo e ci ritroviamo soli ad attraversare una grande conca acquitrinosa e straordinariamente fiorita. Dalla piana il sentiero supera alcuni dossi erbosi sfiorando poi l’orlo di un grande circo franoso e detritico sulle pendici del Col Becher.
05-Stratificazioni rocciose del Col Becher05-Stratificazioni rocciose del Col Becher
06-I calanchi sulle pendici del Col Becher06-I calanchi sulle pendici del Col Becher
Si tratta di una zona calanchiva di grande interesse e conviene senz'altro abbandonare il sentiero per spostarsi liberamente a destra verso il ciglio del dirupo. Sui bordi alcune formazioni rocciose stratificate ci ricordano (in piccolo) i nostrani Libri di San Daniele.
07-Lastre rocciose sovrapposte07-Lastre rocciose sovrapposte
Si notano parecchie spaccature sul terreno ad indicare che il posto è sinistramente in movimento. Un uomo solitario sta smontando la sua tenda e si sta caricando di tutto l'involucro per salire dietro di noi. Ancora qualche svolta e ci ritroviamo sulla larga insellatura di Forca Rossa (m 2490), affacciata sulla val de Franzedaz.
08-Dalla forca Rossa si apre la val de Franzedaz08-Dalla forca Rossa si apre la val de Franzedaz
Sulla forcella è stata posta una sorta di capitello di legno, al cui interno vengono depositati piccoli sassi con le firme: un libro di vetta lapideo. Pochi metri a destra si può rimontare una piccola elevazione che consente di dare un’occhiata intorno a 360° gradi. Molto interessanti gli affioramenti rocciosi rossastri, ardesia e grigio che si notano nelle vicinanze.
09-La forca Rossa09-La forca Rossa
Appena in tempo per mangiare uno spuntino e poi riprende la pioggerella leggera: altro giro di mantelle. Anche Solitary man arriva bagnato con il suo carico mentre dal versante opposto sale una piccola delegazione di olandesi. Si incrociano sulla sella e lì iniziano un dialogo in lingua sconosciuta dal quale ci sentiamo vagamente esclusi.
10-Il crinale sgretolato del Col Becher10-Il crinale sgretolato del Col Becher
11-Il crinale che scende verso pizzo Forca11-Il crinale che scende verso pizzo Forca
12-I calanchi de Le Marmolade12-I calanchi de Le Marmolade
Per il ritorno, visto che il tempo ora tiene (?), decidiamo di allungare leggermente l’itinerario scendendo per il 693. Dopo essere tornati sui propri passi, pochi metri sotto la forcella ci si tiene a destra, mirando alle grandi colate ghiaiose che scendono dal Formenton.
13-Il sentiero che sale alla forca Rossa13-Il sentiero che sale alla forca Rossa
La scelta si rivela azzeccata poiché il sentiero attraversa ora un labirinto roccioso che ospita un vero e proprio giardino rupestre. Sassifraghe, cerasti, potentille e pedicularie si lasciano fotografare nel loro habitat ideale grazie anche a qualche raggio di sole che fornisce la giusta illuminazione.
14-I ghiaioni alla base del Formenton14-I ghiaioni alla base del Formenton
Un solco roccioso punteggiato di fazzoletti erbosi lascia il posto ad un esteso ghiaione che ci accompagna fino nei pressi di una verde insellatura. La forcella si trova poco sotto la piccola cimetta di Le Saline e segna un marcato cambio nel paesaggio. Il sentiero infatti passa dalle ghiaie ad una verde ed amena valletta in fondo alla quale si intravede la mulattiera che sale al passo de Le Cirele.
15-Sassifraghe sui ghiaioni del Formenton15-Sassifraghe sui ghiaioni del Formenton
16-Il sentiero che risale al Passo delle Cirele16-Il sentiero che risale al Passo delle Cirele
17-Stratificazioni rocciose lungo il sentiero di discesa17-Stratificazioni rocciose lungo il sentiero di discesa
Si scende ad ampie svolte nella conca sottostante innestandosi definitivamente sul segnavia 607. Più in basso il sentiero va ad attraversare il rio principale, nel punto in cui la valle si restringe. All’uscita dal solco, appare di nuovo alla vista la conca del rifugio Fuciade a cui si giunge compiendo una larga ansa sulla sinistra. Qualche discreta foto alla fine è venuta fuori: giornata tutto sommato positiva da santificare con un passaggio nella yogurteria di Soraga.
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  • 11/09/2016 Magnifico trekking di 3 giorni intensi in Marmolada, una traversata con partenza da Penia ed arrivo al Passo San Pellegrino. Gruppetto di pochi ma buoni, si cammina senza pensare a distanze e dislivelli nonostante lo zaino bello pesante con ramponi, casco e set da ferrata. Si festeggia l'inizio della camminata a Penia, presso la bella fontana, e poi su verso il rifugio Pian dei Fiacconi attraversando ambienti dal verde del bosco alle ghiaie e alle rocce carsiche tipo Foran dal Mus. Allunghiamo gli occhi per vedere il ghiacciaio, lui c'è anche se pur notevolmente ridotto. Tanta gente al rifugio, dagli escursionisti che salgono dal lago di Fedaia su quei bidoni volanti (!!!!!) a quelli che binocolano, una cordata sta scendendo piano piano, un gruppetto di 17 bambini dai 6 ai 14 anni fan festa assieme alle loro 4 guide, felicissimi perché domani saliranno a Punta Penia per la via normale. Veniamo sistemati in una camera a 10 e poi un occhio ai dintorni, cena mentre arrivano ancora escursionisti di diverse nazionalità; si gioca a carte, un grappino e a nanna fra risate, ipotesi e qualcuno russa, tutto nella norma.Aria di festa a colazione, il sole sorge regalando uno spettacolo unico, rocce, ghiaccio e morene si colorano di un arancio vivo; fardello in spalla e alla caccia degli ometti e del segnavia 606 ci si accosta al piccolo ghiacciaio del Vernel; indossati i ramponi lo si risale mantenendoci sulla destra dove è più ridotto se pur più verticale. E compare la ferrata, un centinaio di metri, cavi e staffe in perfetto stato, qualche breve passaggio esposto finchè su sbuca a Forcella della Marmolada a quota m.2910. Da lì scendiamo per la nuova via, staffe orizzontali, traversi che offrono buoni punti per posare la punta dello scarpone e con calma, molta, si scende sulle sabbie e ghiaie sottostanti. La prossima meta è il rifugio Falier, raggiunto salendo arrancando fino al passo dell'Ombretta; c'era l'idea di salire anche alle Zime de Ombretta (cime che avevo salito lo scorso anno); plebiscitariamente si deciso di riposare al sole al bivacco Dal Bianco e poi zigzagare sulle sabbie entrando alla fine nel bosco fra una marea di genziane asclepiadi. Il rifugio Falier si vede solo quando ci sei arrivato, le caprette vengono incontro mentre le galline beccano l'erba e i galli si rincorrono. Ahhhh, comoda stanzetta a 4, possibilità di doccia calda...un lusso! Ottima cena con uova a km zero, non ci siamo fatti mancare la panna cotta e frutti di bosco. Rito serale della partita a carte e via a cuccia, dormitona...Ingozzati con la colazione scendiamo verso malga Ciapela deviando poi verso la Forca Rossa, scommettiamo se sarà quell'intaglio lassù alto a destra o piuttosto quel sentiero più dolce a sinistra; sentiero dei Pastori..a destra, ottimo sentiero, una mulattiera ben battuta e arriviamo alla Forca Rossa e di là si apre la vista sulla nostra ultima meta: il Passo San Pellegrino. Saliamo a sinistra alla cimotta con ometto, sabbia rossastra, rocce scure, ardesia e scendiamo mentre comincia qualche annuvolamento, il sole va e viene, la temperatura è ancora molto buona; scendiamo lungo il sentiero basso, basta salite, puntiamo al rifugio Fuciade fra cavalli e mucche. La bella conca verde vista dall'alto ricorda molto Sella Bistrizza, affollamento, ma un tavolo lo recuperiamo per premiarci con una freschissima radler, salumi vari e una mega fetta di torta ai frutti di bosco (freschi), tanto adesso c'è solo un'oretta di discesa ed è finita. Al Passo c'è da risalire a Penia a recuperare il mezzo, sapevamo che il servizio bus termina a fine agosto e perciò ci si ingegna (autostop di due giovani amiche fino a Moena e bus fino a Penia) ed è fatta.Una gran bella traversata.
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