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giovedì 2 settembre 2004

Cima del Redentore da Castelluccio

E' la prima volta che cammino sugli Appennini. Viste dal fondovalle, queste grandi colline ondulate sembrano non avere asperità rocciose ed essere formate da una copertura uniforme di fine tappeto d'erba, tanto omogenea da apparire banale. Passandoci sopra a piedi, i Sibillini riservano invece grandi sorprese dal punto di vista panoramico e naturalistico, svelando un mondo di sicuro interesse per l'escursionista che voglia ampliare le proprie conoscenze.
01-Castelluccio emerge dalle nebbie01-Castelluccio emerge dalle nebbie
02-Nebbie sul Piano Grande02-Nebbie sul Piano Grande
03-Lungo il sentiero verso forca Viola03-Lungo il sentiero verso forca Viola
L'estate volge al termine. E' caratteristica della grande piana di Castelluccio essere ricoperta, perlomeno nelle prime ore della mattina, da una coltre di nebbia, anche nelle belle giornate di sole come questa di oggi.
04-L'Argentella e l'intuibile insellatura di Forca Viola04-L'Argentella e l'intuibile insellatura di Forca Viola
05-Il traverso dopo forca Viola05-Il traverso dopo forca Viola
06-La cresta vicino alla cima dell'Osservatorio06-La cresta vicino alla cima dell'Osservatorio
Ben presto, dalla nebbia emerge la collinetta di Castelluccio, sospesa sul cotone. Un'immagine che non stanca mai i fotografi e che dona davvero un tocco di magia al paesaggio. Punto di partenza della escursione odierna è la capanna Ghezzi situata a m 1547. Da qui si diparte il comodo sentiero per forca Viola e i Laghi di Pilato.
07-Lungo il crinale verso la cima del Redentore07-Lungo il crinale verso la cima del Redentore
08-Sulla cresta sommitale del Redentore08-Sulla cresta sommitale del Redentore
09-Panorama dalla cima del Redentore verso nord09-Panorama dalla cima del Redentore verso nord
Le morbide ondulazioni erbose soprastanti, ricoperte ad inizio stagione da una flora ricchissima, appaiono ora nei caldi colori della tarda estate. Solo i colchici ravvivano le praterie ormai quasi secche.
10-Le pendici orientali della cresta del Redentore10-Le pendici orientali della cresta del Redentore
11-Il tratto di cresta tra la cima del Redentore e la cima del Lago11-Il tratto di cresta tra la cima del Redentore e la cima del Lago
12-I piani di Castelluccio: quasi come un arazzo12-I piani di Castelluccio: quasi come un arazzo
13-Il crinale si comporta da spartiacque per le nuvole13-Il crinale si comporta da spartiacque per le nuvole
Nell'ampia e morbida insellatura di forca Viola (m 1936) si ha l'apoteosi del tappeto d'erba da campo da golf. Nessuna asperità sul terreno, l'ideale per stendersi. Qui abbandoniamo il sentiero principale che ora scende nell'opposto versante per arrivare ai laghi di Pilato e prendiamo invece a destra il comodo sentiero che sale in diagonale. Questo tratto è un punto di osservazione privilegiato sulla piana di Castelluccio ancora coperta dalla nebbia. Camminando sospesi tra le nubi iniziamo a intravedere l'intreccio dei coltivi. Sul versante opposto del Piano Grande, là dove cominciano ad alzarsi le colline, è stata "disegnata" una macchia di alberi con la sagoma dell'Italia. In giugno, da queste stesse pendici, si possono invece ammirare le straordinarie fioriture che hanno reso famosa questa località.
14-Fioritura di stelle alpine14-Fioritura di stelle alpine
15-Prati fioriti sulla cresta del Redentore15-Prati fioriti sulla cresta del Redentore
16-Colchici sul Piano Grande16-Colchici sul Piano Grande
Più avanti, nei pressi della Cima dell'Osservatorio, il sentiero raggiunge la cresta. Sulle praterie di quota in questa stagione scopriamo esserci una straordinaria fioritura di stella alpina appenninica: quasi impossibile non calpestare i loro feltrosi fiori. Da qui fino alla vetta del Redentore il panorama si apre sempre più, limitato solo da innocui e coreografici nuvoloni. In vetta a m 2448 ci troviamo proprio sopra i Laghi di Pilato mentre più a sud la cresta continua, stretta e invitante, fino alla Cima del Lago e alla Sella delle Ciaule. Per oggi si torna indietro ma la prossima volta...
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