Da Valditacca (fr. di Monchio delle Corti - PR), dove eravamo alloggiati, abbiamo imboccato la strada per il Passo della Colla e Località Lagoni, proseguendo poi per la località Lagdei. La strada è quasi tutta sterrata ma non particolarmente sconnessa. La località è comunque raggiungibile anche da Corniglio.
01-Il Lago Santo
Parcheggiato l'automezzo presso la zona turistica di Lagdei, ci si dirige verso l'adiacente rifugio bar Lagdei dove c’è anche il centro informativo del Parco (m 1265). Tenendosi immediatamente sulla destra del Rifugio stesso si imbocca il segnavia CAI 727 che attraversa un piccolo tratto di abetaia per prendere a risalire a svolte la faggeta, il classico tipo di bosco che ricopre questo versante dell’appennino. Si sale su una ampia mulattiera ingombra di grossi massi, come accade spesso da queste parti. Dove la pendenza si appiana per un tratto si arriva ad un bivio dove ci si innesta sul sentiero 723 che imbocchiamo a sinistra (indicazioni per il Lago Santo). Si continua a risalire sulla larga mulattiera quasi lastricata, fino ad arrivare all’ampia conca che ospita il Lago Santo, sulle cui rive si trova il Rifugio Mariotti (m 1508). Il sentiero percorre per un buon tratto la riva del lago fino ad una vecchia Peschiera di cui si riconoscono i muretti che delimitano un rettangolo d'acqua presso le rive. Cercate nei pressi un grosso masso sul quale è scolpito un bassorilievo con un nido con uova.
02-Il nido scolpito sulle rive del lago Santo
I cartelli ci indicano la direzione da prendere: si rientra nuovamente nel bosco e ci si allontana dalle sponde. Si compie ancora qualche ansa nel bosco, si passa ai piedi di una grande placca rocciosa raggiungendo poi - all’interno dell’abetaia del Lago Santo (non pineta come indicato!) - un bivio. Noi ci teniamo a sinistra sul 723 (indicazioni per la sella del Marmagna e monte Marmagna). Siamo sul GEA (il percorso della Grande Escursione Appenninica) che percorre per centinaia di chilometri il crinale tosco romagnolo.
03-Le pendici appenniniche nella luce autunnale
Dopo pochi metri ad un altro bivio abbandoniamo il 723 che va a sella Marmagna in modo più diretto per prendere a sinistra verso il passo delle Guadine (siamo sul CAI 719): in pratica in questi due ultimi bivi tenere sempre a sinistra. Si attraversa un piccolo corso d’acqua e si sale con qualche svolta nel bosco che lentamente sfuma dall’abetaia alla boscaglia di faggio. Si arriva alla piccola radura di sella della Sterpara dove c’è un nuovo crocevia di sentieri. Ci manteniamo sul 719 verso passo delle Guadine, perdendo qualche metro di quota nel bosco su quello che da un cartello si evince essere il Sentiero delle Guadine. Siamo sul limite superiore della Riserva Naturale delle Guadine Pradaccio. Dopo una breve rimonta il bosco si risolve improvvisamente e ci troviamo sulle praterie aperte sottostanti il monte Aquila. Da qui in quota con qualche modesto saliscendi sulle praterie a mirtillo si aggira un costone erboso e si arriva in vista del passo delle Guadine. Marmotte si aggirano presso una pietraia prima del passo, a cui si arriva con una diagonale quasi orizzontale (mt 1687).
04-Lungo il sentiero del crinale
Al passo delle Guadine si confluisce nel sentiero del crinale 00. Si prosegue sulla destra con pendenza molto moderata per erbe e si raggiunge la cima del monte Aquila (m 1780) dal quale si scende in modo un po’ più deciso alla sella dell’Aquila (croce a metà discesa). Anche da qui un sentiero scende sul versante toscano. Pochi minuti dopo aver ripreso il cammino dalla sella dell’Aquila si lascia a destra un sentiero che scende a sella della Sterpara. Lo ignoriamo e continuamo a salire su quello di sinistra (cartelli Cai per il monte Aquilotto). I cartelli indicatori del CAI sono presenti in ogni cimotto ed in ogni sella. Si sale decisamente superando alcuni tratti malagevoli fino a raggiungere la cresta dentellata del monte Aquilotto che rispetto alle altre cimette di questa escursione presenta qualche passaggio più aereo specialmente sul versante toscano. Si passa accanto agli intagli di cresta dell’Aquilotto e si guadagna la cimetta finale superando un piccolo tratto un po' esposto (anche qui cartelli in cima). Si scende poi alla sella del monte Marmagna. Da qui seguendo il crinale oppure optando per il sentiero che si tiene più a destra e che risale più comodamente, si raggiunge la grande croce della vetta, il punto più alto dell’escursione odierna (m 1851). La Croce eretta assieme ad una madonnina poggia su un grande basamento di sassi.
05-La Madonnina della cima del Marmagna
Dal monte Marmagna si scende su buon sentiero tagliando un ripido versante erboso fino alla sella del Braiola.
06-Il sentiero continua poco sotto la cima del Marmagna
Qui riprende la salita affacciata spesso sui vertiginosi versanti toscani, e con un tratto centrale di buona pendenza si arriva alla vetta del monte Braiola (m 1821), dove tra i lamponi si trova un antico cippo confinario. Dalla cima una traccia scende verso il Bivacco Mattei in versante toscano.
07-Lo snodarsi della cresta dalla cima del Marmagna
Noi proseguiamo invece il saliscendi di cresta: dalla cima del Braiola il crinale piega decisamente verso nord e seguendo fedelmente la linea del crinale in dieci minuti si arriva alla bocchetta dell'Orsaro (m 1725). Dalla bocchetta il sentiero scende qualche metro su versante toscano per poi salire a guadagnare il filo del crinale sul versante toscano per evitare uno sperone roccioso. Si sale ancora con pendenza sostenuta tra rocce affioranti fino ad arrivare al punto in cui i prati si appianano un po’. Li si risale e si riguadagna il filo di cresta che porta alla cima dell’Orsaro coperta da lamponi (m 1831, statua di una madonna moderna).
08-Uno sguardo sulle pendici dell'appennino
Si scende lungo il segnavia principale 00 seguendo un marcato solco tra gli arbusti e praterie di quota e in breve si rientra nella vegetazione arborea. Si scende per un tratto lungo questa e ci si innesta poi su un segnavia più marcato che si imbocca a sinistra fino a raggiungere la Foce del Monte Fosco. Si piega a destra e seguendo le indicazioni del Cai 725A in direzione del rifugio Lagdei si scende comodamente ad ampie svolte nel bosco facendo attenzione ai vari bivi che si incontrano e sempre sul 725A si ritorna al punto di partenza al rifugio Lagdei.