Immaginiamo - anche se è difficile viste le enormi dimensioni - la grande conca della caldera del Teide. Attraversata da una strada rotabile ad alta quota, questa conca è delimitata, tutt'intorno, da un bordo in rilievo. Sono tanti picchi, più o meno definiti, altrettante montagne dalle quali dominare con lo sguardo il grande spazio occupato dal vulcano.
01-Formazione rocciosa sulla strada che raggiunge la caldera
02-Strane forme vegetali sulla caldera del Teide
A quota 2700 mt, il monte Alto de Guajara si trova proprio sul bordo dell'immensa caldera dominata dalla cima del Teide. Il vulcano Teide, a dire la verità, vetta più alta delle Canarie e di tutta la Spagna, domina su tutto in qualsiasi parte dell'isola ci si trovi.
03-Dalle pendici dell'Alto de Guajara la grande caldera vulcanica
04-La strada dalle pendici dell'Alto de Guajara
05-Formazioni rocciose e la rotabile sullo sfondo
L'Alto de Guajara deve il suo nome ad una principessa delle tribù indigene, i Guanchi, sterminate dai conquistadores durante la conquista delle isole. Una storia che si è ripetuta anche alle isole Canarie; della popolazione nativa non si sa molto di più. La salita avviene dal versante nord su sentiero: quindi, nonostante la latitudine delle Canarie e l'orario non proprio mattiniero (sono le 10 del mattino) il terreno è ancora duro dal freddo e dalle pareti cadono stalattiti di ghiaccio (siamo pur sempre in gennaio a oltre 2000 mt!). Fino in forcella il percorso è elementare: si tratta della classica mulattiera ben ricavata tra i sassi che si alternano a bassi cespi di vegetazione arida. Più in alto la
Dificultad diventa
Alta, come avvisa il cartello, in quanto c'è da superare una cengia destreggiandosi tra grossi massi mettendo talvolta le mani. Quasi come a casa nostra...
06-All'imbocco della cengia che conduce in vetta all'Alto de Guajara
07-L'insellatura a metà della salita all'Alto de Guajara
08-Sulla cengia sotto la cima
09-La caldera dalle propaggini dell'Alto de Guajara
10-I picchi de Los Roques
Quando siamo fuori dal Friuli, ci viene naturale divertirci a cogliere rassomiglianze con gli ambienti alpini a noi più consoni, anche se da uno sguardo piu attento si vede che l’origine e il colore delle rupi sono diversi. Si fuoriesce sulla dorsale terminale finalmente al sole che subito ci scalda e in pochi metri si raggiunge la spaziosissima e piatta cima su cui sono stati eretti muretti per protezione dal vento, che evidentemente talvolta soffia forte. Oggi non è così, tira solo la consueta brezza montana. All'interno della recinzione con i sassi si sono costruiti anche dei punti di seduta.
11-La piatta cima dell'Alto de Gujara
12-Muretti anti vento sulla cima dell'Alto de Guajara
13-Colombo sull'Alto de Guajara
14-Il fondo della caldera solcato dalla strada
15-La Catedral
Un gruppo chiassoso di spagnoli che ha già terminato la visita alla cima inizia la discesa subito dopo il nostro arrivo. Ora abbiamo la cima tutta per noi. La vista abbraccia tutta la grande caldera e naturalmente il Teide, oggi con qualche baffo di nuvola inoffensiva. Ma qui a Tenerife quando piove? Si dice nei sacri testi delle guide turistiche che gennaio è il mese più piovoso dell'anno... mah! Ivo si mette alla prova con qualche ripresa video sul Teide che è animato dalle nuvole in leggero movimento.
18-La cima del Teide
17-Picchi de Los Roques
16-Le pendici dell'Alto de Guajara
18-Il Teide e la spianata della caldera dalle pendici dell'Alto de Guajara
Il ritorno avviene facilmente dapprima su ghiaione di piccole pomici polverose in un ambiente ancora diverso da quelli già visitati. La guida Enea Campedelli, l'altro giorno, ci raccontava dell'usura accelerata degli scarponi sulle pietre pomici, molto abrasive. Di buono c'è che se batti la punta dello scarpone contro il masso, l'impatto non è doloroso! Sono sicura che visti da lontano, pur essendo solo due umani, sembriamo una mandria di cavalli in un film western con i nuvoloni di polvere dietro. Ci teniamo consapevolmente lontani l'una dall'altro per evitare che la tanta polvere abrasiva raggiunga il delicato materiale fotografico di Ivo e compia un pericoloso peeling.
18b-La caldera dalle pendici dell'Alto
19-In discesa sulle pomici
20-La cresta che racchiude la caldera del Teide
21-Lungo il sentiero di discesa
22-Affioramenti rocciosi colorati dell'Alto de Guajara
Raggiunta una forcellina il sentiero prosegue la discesa un poco più erta fino a congiungersi alla pista. La percorriamo comodamente in un paesaggio straordinario, immersi tra colate laviche solidificate che hanno creato picchi di colore rosato. Una zona terrosa mostra la superficie inaridita. Lungamente in falsopiano ritorniamo anche al parcheggio. Dopo la cavalcata sulla polvere vulcanica, pantaloni, scarponi e zaini sono letteralmente bianchi di polvere. Il materiale fotografico sembra però saldo.
23-Pendici dell'Alto de Guajara
24-Pinnacoli alla base dell'Alto de Guajara
25-Suolo inaridito alla base dell'Alto de Guajara
26-Il paesaggio alla base dell'Alto de Guajara