Avvicinamento
Da Tolmezzo si risale il corso del fiume Tagliamento lungo la statale n.52 attraversando in successione Villa Santina, Enemonzo e Socchieve. Oltrepassato anche Ampezzo si prosegue verso la sella di Cima Corso fino al bivio per il passo Pura dove si lascia la statale per imboccare la strada che si stacca a destra. La rotabile sale lungamente, dapprima a tornanti, raggiungendo il
passo Pura e quindi il
rifugio Tita Piaz (m 1428, ampio parcheggio).
Descrizione
Dal parcheggio si imbocca la strada forestale che ha origine sulla sinistra del
rifugio ma la si abbandona quasi subito per seguire il segnavia CAI n.238 (indicazioni per Anello di Casera Nauleni). Dopo l’incontro con una pista il sentiero inizia a salire in maniera più decisa attraversando un bellissimo bosco di
faggio e
abete rosso. Guadagnati circa 200 m di quota sulle boscose pendici del monte Nauleni, il sentiero piega leggermente a sinistra percorrendo un tratto orizzontale tra grandi esemplari di
abete rosso e
larice. In breve si esce sul limitare dell’ampia radura di
casera Nauleni, un pascolo sassoso caratterizzato dalla presenza di piccoli avvallamenti e conche. Prima di proseguire verso destra è consigliabile effettuare una visita alla vicina
casera Nauleni (m 1639), posta in posizione assai
favorevole e riadattata ad efficiente ricovero. Al suo interno troviamo una panca con tavolo e caminetto mentre al piano di sopra ci sono tre reti senza materassi. Per la semplicità dell’accesso e per le ottime condizioni in cui si trova, la casera è una meta piuttosto frequentata come si apprende anche dalla lettura del libro delle firme. Dal ricovero si ritorna sui propri passi fino al bivio per imboccare poi la traccia che prosegue verso
forchia Nauleni. Il sentiero qui non è molto marcato ma seguendo alcuni radi bolli ci si destreggia tra piccoli avvallamenti andando ad innestarsi nella valletta che scende dalla forcella. Circa a metà della risalita, caratterizzata da una moderata pendenza, si incontra una piccola pozza d’alpeggio circondata da un rado bosco di
larici ed abitata da una numerosa colonia di
tritoni alpini. Si prosegue ancora in salita per un breve tratto uscendo infine sulla
forchia Nauleni (m 1703), una piccola insellatura che separa il monte Nauleni dal
monte Colmaier. Da qui ci si affaccia per la prima volta sul versante rivolto ad Ampezzo e alla valle del Tagliamento con una
visuale che ci accompagnerà per tutto il successivo tratto di cresta. Il sentiero piega ora a sinistra e prende a salire con pendenza decisa lungo una traccia scavata nel pendio erboso e consolidata da qualche gradino di legno. Più in alto la pendenza si attenua e con un traverso si raggiunge la articolata cresta del
monte Colmaier in un ambiente dominato dai
mughi. Seguendo i passaggi aperti tra gli arbusti, con qualche modesto saliscendi si guadagna il punto più alto della
panoramica cresta, in corrispondenza della vetta del
monte Colmaier (m 1858). Da questo pulpito, proteso verso sud est, la
visuale si apre sui monti di Ampezzo e sulla prosecuzione della cresta fino al
monte Sesilis.
Dalla vetta del
monte Colmaier le indicazioni proseguono in discesa lungo una specie di piccolo solco tra i
mughi, ripido e a tratti un poco scivoloso. Il terreno accidentato termina in corrispondenza dei primi
larici dove il sentiero si appiana per scendere infine con qualche svolta alla insellatura di breve
forchia Grande (m 1739), un ampio e solitario balcone frequentato dai
camosci. Un cartello indica a sinistra la possibilità di abbreviare il percorso ma sarebbe un peccato tralasciare l'ultimo tratto di cresta, caratterizzato tra l'altro da straordinarie fioriture di
rododendro irsuto e
botton d'oro. Con pendenza moderata si riprende pertanto a salire tenendosi ora sulla sinistra della quota 1789. Dopo il successivo intaglio della
forchia Piccola (m 1752, cartello per ulteriore scorciatoia a sinistra) il sentiero si impenna per qualche metro per poi aggirare una cimetta liberata dai mughi. Oltre questa si arriva ad un ultimo intaglio roccioso, in vista del tratto conclusivo della cresta. Il sentiero traversa sulla sinistra e con una breve risalita raggiunge anche la vetta del
monte Sesilis (m 1812), libera da vegetazione e particolarmente
panoramica. Particolarmente interessante è la visuale sul
monte Veltri e sul costone Coronis nonché la vista d'insieme della lunghissima dorsale erbosa che separa la conca di Sauris dalla
val Pesarina. Per il ritorno si seguono con attenzione le rade indicazioni che scendono lungo la dorsale nord del monte, tra larici e rododendri. Più in basso si aggiungono anche il
faggio e
abete rosso, presenti qui con alcuni maestosi esemplari. Dalle schiarite si ha l'impressione di scendere verso il ripiano di Lateis che si scorge più in basso ma in realtà da esso ci separa la prondissima forra del Lumiei. Infatti, dove il bosco si infittisce, il sentiero inizia a piegare decisamente a sinistra, perde ancora quota a svolte per confluire, intorno ai 1500 metri, in una pista forestale. Si tralasciano un paio di diramazioni secondarie per seguire lungamente il tracciato della pista che si snoda pressoché in quota nel bosco Colmaier. Giunti ormai nei pressi del Passo Pura ci si innesta sul
Sentiero Didattico Bosco Flobia.
Da qui con una piacevole e suggestiva passeggiata che consente di ammirare numerose piante del sottobosco quali la
clematide alpina e l'
anemone ci riportiamo al punto di partenza presso il
rifugio Tita Piaz
.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri del Vento