Avvicinamento
Percorrendo la strada statale che da Tolmezzo sale al passo di Monte Croce Carnico, giunti all’altezza di Cedarchis, si gira a destra in direzione di Paularo. Raggiunto l’abitato, dopo il ponte si piega ancora a destra per il
Passo del Cason di Lanza. Arrivati alle case di Misincinis si lascia l’auto sulla sinistra (m 730, piccolo parcheggio).
Descrizione
Si prosegue a piedi nella stessa direzione fino ad imboccare una stretta strada cementata che scende sulla destra verso il greto di un torrente. Se ne segue il bordo lasciando sulla sinistra la deviazione per la sorgente solforosa. Attraversato un rio secondario ci si trova alla base della costa su cui si sviluppa il segnavia CAI 441 (cartello, sentiero della Ricotta). Si lascia quindi definitivamente il fondovalle per risalire sulla sinistra la mulattiera lastricata che si innalza a strette svolte con pendenza marcata nel bosco di
abete rosso e
bianco. Il segnavia segue inizialmente proprio il filo della costa utilizzando una mulattiera scavata che, dopo un crocifisso, si sposta sul fianco sinistro. Superato un dilavamento dove il sentiero è protetto con passamani in legno, si riguadagna il filo in corrispondenza di due punti in cui la cresta si riduce ad un istmo sottile e terroso. Ripresa la salita lungo la dorsale si perviene ad un piccolo edificio che fungeva da stazione superiore di una teleferica. Tenendosi sul sentiero più a sinistra (segnavia) si sale ancora fino ad arrivare alla piazzola conclusiva di una recente pista forestale. Questa è inizialmente cementata e risale lungo la costa con strette svolte che hanno completamente distrutto l'originario tracciato della mulattiera. Dal bosco diradato la vista si apre ora sugli stavoli di Verleit inseriti nella bella radura che si nota sulla destra, poco più in basso. Esauriti i tornanti la pista riprende un andamento lineare passando accanto ad una grande costruzione affacciata su una bella radura inclinata. Si raggiunge così un crocevia di direzioni in cui si mescolano piste di recente apertura e tracciati secondari: seguendo con attenzione il segnavia, si sale ad una schiarita con stavolo ristrutturato dove troviamo due cartelli. Tralasciamo quello che indica la salita diretta alla
casera Paluchian, seguiamo invece le indicazioni per
casera Pizzul a sinistra. Si sale per poco sopra la baita stessa poi il sentiero piega decisamente a sinistra iniziando a traversare un pendio boscato più accidentato ed inclinato. Nel periodo invernale il versante si trova in ombra al mattino ed occorre quindi fare molta attenzione in caso di terreno gelato. Si procede grosso modo in quota fino all'intersezione con il rio Pizzul dopo il quale ha inizio l’ultima fatica. Si riprende a salire nel bosco con pendenza decisa intersecando alcuni piccoli impluvi fino a raggiungere un punto dove il terreno si fa più agevole. Attraversato il corso di un piccolo rio si esce definitivamente dalla abetaia ritrovandosi alla base del dosso che sorregge la
casera Pizzul. Mirando ad un cartello CAI più in alto si rimonta il pendio ritrovando il tracciato della pista di servizio alla casera. Tramite questa si sale a larghe svolte passando accanto ad una vecchia stalla abbandonata a cui fa seguito il bivio per
casera Paluchian (altra possibile meta). Tenendosi a sinistra in diagonale ci si porta infine al panoramico ripiano di
casera Pizzul che si vede solo all'ultimo momento (m 1532, cappelletta degli Alpini). La casera si trova in posizione solatia e favorevole e costituisce un balcone eccezionale sulla conca di Paularo e sui monti che la circondano.
Per il rientro è possibile utilizzare lo stesso percorso oppure si può anche evitare l’ultimo tratto di ripido bosco e scendere lungo la pista di servizio. In tal caso si torna sui propri passi tralasciando il segnavia CAI 441 precedentemente utilizzato, per continuare lungo la pista di servizio alla malga. Dapprima in diagonale e poi con una serie di tornanti si giunge al bivio intorno a quota 1300 dove, a sinistra, ci si può ricollegare al sentiero dell’andata. In alternativa si può proseguire a scendere lungo la pista principale che subito dopo compie una marcata ansa per assecondare l'impluvio del rio Rudanusa. Da qui la strada traversa in quota su terreno più aperto sfiorando alcuni stavoli per poi rientrare nel bosco di conifere. Nuovamente in discesa, con una lunga serie di svolte su strada ormai asfaltata, si oltrepassano le case di Ravinis rientrando esattamente al punto di partenza.