16/08/2020 lorenzo.cocianni Fatto in data 16 agosto 2020...l'anello si presenta in buone condizioni ed è ben segnalato dall'inizio alla fine...nessun franamento o albero di traverso...tutti i guadi sono superabili senza problemi...dalla teleferica alla forcella qualche tratto inerbito ma evidente...giro lungo e stupendo in luoghi selvaggi e solitari...non abbiamo incontrato nessuno...un peccato… merita veramente...spettacolare la continuazione per Sarodine...faticoso il saliscendi dalla forcella fino sotto Cima Camosci...il ricovero è in ottime condizioni e pulito e si trova in una radura stupenda
12/07/2015 fabio.stergulc Ho percorso oggi l'intero anello di Forcella Lareseit. In più punti i segnali del Parco delle Dolomiti Friulane sono stati divelti dai pali e giacciono a terra. Per il resto,confermo ed anzi sottolineo quanto scritto nelle avvertenze del volume "I sentieri del bosco" circa la mancanza di una adeguata marcatura del sentiero 634 nella Valle dell' Orso. D'estate l'anello è già di per sé piuttosto impegnativo sotto l'aspetto fisico, ma potrebbe anche essere un percorso E se nel primo tratto fosse segnalato come si deve. Invece in diverse parti del 634 nella Valle dell'Orso i segni sono davvero rari e si vedono poco, per giunta su un terreno scosceso e a tratti faticoso da risalire. Si tratta quindi di un EE al 100%, poco consigliabile a chi non sa muoversi bene nel bosco; in ogni caso, nel dubbio, meglio tornare all'ultimo segno visibile e riguardarsi bene intorno, piuttosto che tentare una traccia a caso e rischiare inutilmente su un terreno che presenta diverse insidie. Nella discesa lungo il 373, sempre ben marcato, la traccia poco incisa sul terreno in faggeta ripida mette a dura prova le ginocchia in diversi tratti. Confermo quindi quanto scrivono Ivo e Sandra con il solito pacato eufemismo: "andamento talora malagevole". Ecco. Io invece adesso mi recherò a Lourdes per immergere entrambi i menischi nella fonte di Bernadette Subirù.
16/06/2015 marco.raibl Percorso a metà maggio,quando la zona alta era appena uscita dall'inverno e la flora era in ritardo di un paio di mesi.Il guado mi ha costretto ad indossare le scarpe,che ho lasciato ben nascoste nella verzura,pronte per il rientro.Pur essendo povero d'acqua,il Tagliamento esprimeva ancora una certa forza e la corrente spingeva sui polpacci.La salita è piuttosto lunga,ma comoda.Permette di godersi il bosco e la solitudine.Da questa parte credo che non salgano in molti.Il sentiero,dopo la carrareccia,è in buono stato.Dopo l'ultimo guado,però,presso il Rio delle Masons,un franamento di circa cento metri obbliga ad un aggiramento dall'alto non difficile.E' l'unico inconveniente.Una volta giunti in cresta,il panorama è notevole,anche se,nel mio caso,regnava una discreta foschia.Dopo la salita alla Cima Camosci,però,un'improvvisa schiarita faceva emergere in lontananza,inondate di luce,le Tre Cime di Lavaredo e le montagne del Comelico.Da questo momento in poi,il tempo migliorava e la discesa,in un magnifico bosco,si svolgeva all'insegna del sereno.La casera Masons dimostra di essere piuttosto frequentata.Del resto,questo versante mi è parso più accattivante,per l'escursionista medio.Una bella meta per una scampagnata.
22/05/2012 sandra.sentierinatura Il 15/05/2012 è stato rifatto questo anello. Una bella giornata dall'aria tersa e fredda (4 gradi alla partenza) ci fa compiere questa escursione con molta più scioltezza e sprint delle giornate afose di soli pochi giorni fa. Abbiamo attraversato senza bagnarsi il guado sul Tagliamento usando stivali di gomma lasciati poi al di là per il ritorno. Gli altri guadi non ci hanno invece dato problemi. Il sentiero è segnalato maggiormente che in passato. I segnavia sono evidentemente stati apposti da mano diversa: alcuni, recenti, hanno le dimensioni e visibilità solite; altri, alquanto radi, hanno le curiose minute dimensioni da filatelico (!). Dopo il bivio col sentiero che sale verso il monte Chiarescons e che lasciamo a sx, in corrispondenza di una zona sconvolta dall'azione dell'acqua e delle frane, a poca distanza dalla confluenza con il torrente Chiarescons, si deve cercare e trovare la traccia un poco più in alto. In generale si nota che è stato fatto un lavoro ragguardevole per la manutenzione del sentiero; anche la traccia per la cimetta Camosci è stata aperta tra i mughi e si raggiunge con facilità. Veramente un'oasi di pace e tranquillità la casera Masons, come anche tutto l'itinerario.
27/05/2008 gustavo.bomben@famatim.it il 25/05/08 ho fatto il percoso in senso inverso a quello indicato nella scheda. Il sentiero 364 (da forcella Lareseit verso Forni) è poco segnato ed in parte fortemente eroso e danneggiaro rendendo difficoltoso il passaggio.
11/08/2006 giuseppe.tolazzi In data 08/08/06 nel percorrere questa escursione segnalo che: non c'è più la passerella sul Rio Grande vicino alla loc. Stue (si guada comunque comodamente); presso il guado con il Rio dalle Masons il sentiero è franato. Per accedere al letto del corso d'acqua fare attenzione al tratto esposto da attraversare. Infine, i segnavia sono radi e di ridotte dimensioni. Per il resto è una gran bella escursione in ambiente selvaggio e solitario.
03/11/2005 Lorenzo In data 29/10/05 il tagliamento non era attraversabile a causa di una piena che nei giorni precedenti ha portato via il ponte.