Avvicinamento
Dalla Statale n.56 per Gorizia, poco dopo Lucinico, si piega a sinistra in direzione di Oslavia - San Floriano seguendo le stesse indicazioni anche ai due successivi incroci. Giunti in località Piuma si imbocca a destra la rotabile per San Mauro e la si segue per poco più di 3 km fino ad arrivare all'inizio della strada militare (cartello) che sale sul
Sabotino. Si prosegue lungo questa ancora per poco arrivando ad un ripiano dove si può lasciare l'auto (m 250 circa).
Descrizione
Strana e complessa è la sorte riservata dalla storia a questo monte, alto poco più di 600 metri. Sede di aspre battaglie durante la Grande Guerra, venne traforato da parte a parte per la realizzazione di un articolato sistema di gallerie. Dopo la seconda Guerra Mondiale diviene critica zona di confine tra Italia e Jugoslavia e come tale ne viene vietato l'accesso. L'ultimo capitolo della storia lo potete vedere appena scesi dall'auto: è la strada di Osimo, una rotabile extra territoriale che passa sotto il cavalcavia creando un agevole passaggio tra due località slovene altrimenti possibile solo con un lungo aggiramento. Corre in territorio italiano ma ufficialmente appartiene alla viabilità slovena. L'escursione descritta è solo una delle moltissime possibilità che si aprono grazie al fitto intreccio di mulattiere, strade e sentieri, ma consente di visitare tutte le emergenze storiche più interessanti.
L'escursione ha inizio a destra (sud est) lungo la stadicciola asfaltata che corre parallela alla strada di Osimo. La si segue fino ad un soprapasso dove incontriamo anche il segnavia CAI n.097 che ci accompagnerà fino in vetta. Oltrepassata la strada si imbocca dall'altra parte la mulattiera che sale piacevolmente nella rada boscaglia arrivando ad un belvedere su Gorizia (panchina). Assecondato il tornante si prosegue con la stessa pendenza lungo il sentiero sempre sorretto da una massicciata ben conservata. Alla successiva curva ci si tiene a destra arrivando ad un ripiano che ospita un ricovero in legno di recente costruzione. Ora su sentiero si prosegue nella stessa direzione fin dove il segnavia piega bruscamente a sinistra. Inizia qui la parte più faticosa dell'escursione con il segnavia che ora sale deciso tra rocce rigate dal carsismo e coloratissime macchie di
sommaco. L'incontro con una linea di trincea anticipa di poco l'arrivo ad un ripiano boscato dove possiamo rifiatare. Il sentiero prosegue ancora nella boscaglia di
roverelle attraversando infine anche una macchia di
pino nero. Successivamente ci si innesta su una mulattiera più larga che, a destra in breve, esce in corrispondenza dei ruderi della
chiesa di San Valentino (m 538). Qui ha inizio il piacevole percorso di cresta che ci condurrà in vetta al Sabotino passando lungo la linea di confine. Il sentiero è sempre largo e comodo e corre sul filo della cresta, spesso sottile e contrassegnata da frequenti cippi. Siamo a strapiombo sull'Isonzo che vediamo serpeggiare laggiù in basso sulla destra, sul versante sinistro invece possiamo cercare di scoprire alcuni ingressi di gallerie, semicrollati e nascosti tra gli arbusti. Arrivati nei pressi di un bunker siamo ormai in cima al
Sabotino (m 609) dove troviamo una piattaforma con indicazioni sui monti, timbro e libro di vetta assieme ad un ampio panorama. La prosecuzione è ancora lungo la linea di cresta che ora inizia a perdere quota per portarsi verso gli ingressi delle gallerie. Giunti poco sopra il rifugio una traccia a destra ci conduce a visitare alcune caverne. Un breve tratto protetto da passamano scende alla stazione di arrivo di una teleferica e agli ingressi ricostruiti di alcune postazioni (necessaria la torcia). Una volta riguadagnata la cresta possiamo procedere alla visita della galleria delle otto cannoniere: un dedalo di cunicoli che termina in basso con le postazioni per i cannoni. All'uscita dalla galleria possiamo poi tenerci a sinistra e rientrare tramite il camminamento esterno che corre parallelo. Per il ritorno, una volta giunti al piazzale del rifugio sloveno, si scende lungo la strada fino al terzo tornante dove si lascia l'asfalto per rientrare a sinistra in territorio italiano. La pista sterrata ci ricollega con la strada che serviva la casermetta italiana e che, seguita in discesa, ci riporta esattamente al punto di partenza.
Avvertenze
La brevità del'itinerario e il modesto impegno richiesto fanno di questa escursione una facile meta adatta anche ai meno allenati. Ci si ricordi tuttavia di fare attenzione (soprattutto in presenza di bambini) ad alcuni tratti della cresta sommitale, affacciata a picco sull'Isonzo, e al terreno aspro su cui ci si muove. Necessaria una torcia frontale nel caso si vogliano visitare le gallerie.