Avvicinamento
Per questa salita dobbiamo entrare in territorio sloveno valicando il Passo del Predil raggiungibile da Tarvisio o da Sella Nevea. Dopo poco più di un km si devia a sinistra (cartello) imboccando la lunga rotabile che sale al rifugio Koca na Mangartskem ed è soggetta a pedaggio. Dopo una lunghissima serie di tornanti si perviene alla conca che ospita il rifugio dove la strada compie un piccolo anello a senso obbligato. Qui si può parcheggiare utilizzando uno dei tanti spiazzi disponibili (m 2020).
Descrizione
La salita alla vetta del
Mangart lungo la via normale, per la presenza della rotabile militare sul versante sloveno che riduce sensibilmente il dislivello, è una escursione frequentatissima. A dispetto del fatto che ci si trova comunque sul versante settentrionale di una severa montagna, non di rado si possono vedere lungo la via comitive di persone anche con bambini al seguito. Seguendo le indicazioni, o comunque il flusso degli escursionisti, ci si avvia così verso destra (est) lungo un comodo sentiero contrassegnato dal segnavia sloveno (tondino rosso con cerchio bianco al centro). Si cammina piacevolmente sulle balze comprese tra la
forcella della Lavina ed il
monte Travnik, ondulate ed erbose sul lato sloveno e precipiti verso quello italiano. In questo tratto ci si può affacciare sul ciglio per dare una occhiata alla conca dei
Laghi di Fusine chiusa ad ovest dalle scoscese pendici del monte Buconig e del
Picco di Mezzodì. Oltrepassate le pendici erbose del
monte Travnik poco sotto alla
forcella Mangart, si affronta un breve gradino roccioso più malagevole che difficile che conduce ad una specie di selletta panoramica, poco ad est del Piccolo Mangart. Da qui la visuale si apre anche sul costone che digrada dalla vetta del
monte Travnik alla base del quale possiamo individuare il
bivacco Nogara. In breve si lascia a destra il sentiero che conduce all'attacco della ferrata slovena al
Mangart, che sale utilizzando l'evidente rampa obliqua, e si rientra in territorio italiano. Si entra ora in un grande campo detritico salendo su terreno ghiaioso dove ancora a fine settembre è possibile osservare le ultime fioriture del
papavero delle Alpi Giulie. Con qualche svolta si giunge alla base di una rampa rocciosa caratterizzata dalla presenza di placche inclinate che ci condurranno sulla grande cengia superiore. Queste lastronate (Platten) salgono con pendenza crescente e presentano diversi brevi tratti attrezzati che sono stati recentemente rinnovati. La salita è facilitata dalla presenza continua di gradini scavati nella roccia ed in condizioni normali non vi sono difficoltà particolari. Grande attenzione va posta invece nel caso la roccia si presenti bagnata o peggio ricoperta da vetrato, cosa non particolarmente rara vista la sfavorevole esposizione del percorso. In cima alle placche un ulteriore punto attrezzato consente di superare una specie di spallone detritico esposto sugli impressionanti precipizi settentrionali. Con breve discesa si perviene quindi all'inizio della cengia detritica che fascia la cupola sommitale del monte. Con andamento pressoché orizzontale si attraversano le ghiaie utilizzando un buon sentiero ma anche in questo tratto va posta la massima attenzione nel caso si dovessero attraversare nevai residui. Con qualche svolta su terreno più detritico si guadagna così la cresta ed est della cima, dove la visuale si apre sulla tormentata prosecuzione della dorsale. Qui si lascia a sinistra il sentiero alpinistico che traversa in direzione di forcella Sagherza e si inizia a rimontare il pendio orientale. Con qualche tornantino tra roccette ed erba si supera il primo tratto affacciandosi poi sul versante meridionale del monte. Il traverso successivo ci porta alla base di un ripido pendio caratterizzato dalla presenza di detriti rossastri e macchie di erba. Giunti ai piedi della cupola sommitale, la si risale brevemente guadagnando la spaziosa vetta del
monte Mangart dove è presente una grande croce (m 2677, libro di vetta). La ragguardevole elevazione, il
superbo panorama e la relativa facilità della salita rendono questa cima una meta assai apprezzata e frequentata dagli escursionisti di Slovenia, Austria e Italia che qui si danno ritrovo, spesso in buon numero. Anche i
gracchi dimostrano particolare dimestichezza con la presenza umana aggirandosi senza timore tra i numerosi ospiti della vetta. Per il ritorno si utilizzerà il medesimo itinerario.
Avvertenze
La salita al
Mangart è una di quelle escursioni per le quali non è semplice dare un grado di difficoltà. La via è frequentatissima e, in condizioni normali, non presenta particolari difficoltà pur essendo attrezzata in più punti e talora esposta. Nel caso non raro in cui la rampa attrezzata o la cengia successiva siano interessate da neve o ghiaccio la salita si fa delicata ed occorre la massima attenzione a causa della esposizione sui precipizi settentrionali.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri della Rupe