Avvicinamento
Da Tarcento si risale la
Val Torre oltrepassando Vedronza e Pradielis fino a giungere al Ristorante alle Sorgenti. Lasciato a sinistra il bivio per Tanataviele, al tornante successivo si parcheggia l’auto lungo la pista che si inoltra verso le ghiaie del torrente Mea (m 560).
Descrizione
Lasciata l’auto si segue la traccia che traversa il greto mirando al cartello del
Parco delle Prealpi Giulie sul lato opposto dove una mulattiera risale nella rada boscaglia fino a sbucare presso le ultime case di Simaz . Pochi metri a destra un grande cartello segnala l’inizio del Sentiero Natura Valle Musi, un itinerario che il
Parco delle Prealpi Giulie ha dotato di 15 pannelli illustrativi. Si inizia attraversando un boschetto di
carpino nero ed
orniello cui fa seguito una successione di belle radure. Si giunge in breve alle pendici del monte Ruscie, caretterizzate da un suolo più arido e sassoso. In questi luoghi possiamo osservare a primavera una interessante fioritura di specie legate a quote più elevate come il
camedrio o il
rododendro nano che qui scendono trovando un ambiente favorevole lungo i greti ed i ghiaioni. Nella tarda estate invece il colore prevalente è il rosa carico della
genzianella pelosa che si rinviene comunemente lungo tutto il percorso. Dopo avere oltrepassato il greto del rio Zalodra il sentiero esce su una estesa radura un tempo sede di un poligono militare. Un cartello poco oltre ci indica di piegare a sinistra per risalire un grande conoide detritico colonizzato dalla
ginestra stellata. Avvicinandosi alle pendici del monte Tamor la pendenza aumenta ma in breve si raggiunge un
pulpito panoramico dove si incontra anche la deviazione per la vetta del
monte Musi.
Noi invece perdiamo quota lungo il sentiero CAI n.737 attraversando tra grossi macigni il greto del rio Tapotamor. Riguadagnato il fondovalle, dopo un breve tratto nel bosco, il sentiero esce nuovamente sulle ghiaie del torrente Mea, colonizzate dai
salici arbustivi in mezzo ai quali possiamo osservare le ultime fioriture della
campanula cespugliosa. Si attraversa successivamente una rada pineta a
pino nero e
pino silvestre per immettersi poi in una pista sterrata che in leggera salita conduce alle casere Trepetnica (m 758, fonte). Attenzione ora ai segnavia che evitano l’invitante stradina sulla destra per risalire a monte delle abitazioni. Dopo un breve tratto nella boscaglia il sentiero traversa in direzione del greto del rio Masarion che si attraversa destreggiandosi tra i sassi. Subito dopo si scende utilizzando il cordolo detritico che delimita il canalone riprendendo poi la direzione principale verso est. Si giunge quindi al complesso delle case Sriegnibosch, lasciando ancora a destra la pista che sbocca sulla strada principale. Il bosco si interrompe bruscamente in corrispondenza dell’ultima grande fiumana ghiaiosa che si attraversa facendo buon uso delle segnalazioni. Ancora un breve tratto in salita, sfiorando alcune abitazioni, ed il sentiero trova la sua conclusione in corrispondenza del complesso del Pian dei Ciclamini (m 795, ristoro agrituristico con possibilità di pernottamento).
Per il rientro si può utilizzare il medesimo itinerario oppure scendere direttamente lungo la strada asfaltata. Una terza opportunità consiste nell’utilizzare la pista sterrata che corre sull’altro lato della valle lungo le pendici del Gran Monte. Questa alternativa offre senz’altro maggiore interesse rispetto alla strada asfaltata ma richiede un piccolo aggravio nel dislivello e nella lunghezza. In questo caso, dopo essere scesi per circa 600 m lungo la strada, si imbocca la pista forestale di recente apertura che si stacca sulla sinistra. Dopo un lungo tratto quasi rettilineo, in corrispondenza di una costruzione, si prende a sinistra in salita compiendo poi un tornante che riporta nella giusta direzione. Si tocca il punto più alto dell’escursione a quota 916 m (deviazione a sinistra per il Gran Monte) poi la pista inizia lentamente a perdere quota con una lunga diagonale che termina presso le casere
Chisalizza con la chiesetta di Sant'Agostino, visitabili con brevissima deviazione. C’è ancora l’occasione di osservare le fioriture tardive della
asclepiade e dell’
epilobio a foglie di rosmarino poi, lasciata a sinistra la diramazione che conduce alle case, si inizia a scendere decisamente verso il fondovalle. La strada è immersa nella boscaglia ma di tanto in tanto la visuale si apre sulla vetta del
monte Cadin, estrema propaggine occidentale della
lunga catena dei Musi, e sul dirupato sperone che ospita il
bivacco Brollo. Dopo una serie di tornanti la pista termina sulla strada asfaltata a brevissima distanza dal punto di partenza.
Il Sentiero "Per Tutti"
Da segnalare al Pian del Ciclamini la presenza di un sentiero didattico che si distingue da altri percorsi simili per la possibilità di essere fruito anche da parte di persone non vedenti o con difficoltà motorie. Il percorso è naturalmente una meta ideale anche per i più piccoli.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri dell'Uomo