29/12/2011 loredana.bergagna Escursione del 28/12.Il precedente commentatore mi ha fatto venire la voglia, a distanza di due anni, di ripercorrere questo sentiero. Lungo la pontebbana le colline sono luccicanti di paesini e in questo periodo anche i campanili sono illuminati, spiccano quelli di Stella e Sedilis, striiza l'occhio la luce intermittente del faro del Bernadia. Il termometro continua a scendere, oltre la curva di Vedronza ghiaccio a terra (qua è sempre molto freddo), le cime dei Musi già chiare, rosate, in pochi minuti arriva il giorno, tutto attorno la galaverna crea un paesaggio da cartolina. Attraverso Pradielis, Cesariis e risalgo la stradina fino all'attacco del sentiero (ma quant'è stretto questo nastro d'asfalto?). Le quattro case sono disabitate, il cielo è incredibilmente terso, bello il sentiero; poi in un batter d'occhio mi si presenta il primo franamento. Scendo a sinistra abbandonando il vecchio tracciato franato, tutto attoro candore di roccia, questo paesaggio rude, silenzioso, imponente, mi affascina. Attraverso con alternanza di paesaggio, verdi, rocce, ripide discesa, risalite, percorrendo i diversi punti franati ho l'impressione che si siano ulteriormente dissestati negli ultimi due anni. Bello sentire la musica del torrente Vedronza che scorre sotto, là in fondo, bello l'attraversamento del rio Potcreta e della Presa che creano qualche minuscola cascatella formando pozze d'acqua trasparente. Sui pini abbondano i bozzoli setosi della processionaria, il sole illumina a sinistra la chiesetta del Redentore, a destra il versante NE del Chiampon è spruzzato di bianco. Mi sembra di essere sdoppiata, il mio corpo cammina avanti ed io, la sua essenza, dietro, mi fermo a guardare, ascoltare, annusare questi profumi che sembrano di ben altra stagione, il sole accarezza, sono attenta a non farmi sfuggire alcun particolare. A tratti il sentiero diventa un sentierino e i tratti franati, dove le rocce si sono agretolate fino a diventare sabbia instabile, mi ricordano per certi versi Gleris, la zona appena sotto forcella Chiavals. In prossimità della sella attraverso un bel corridoio di noccioli, poi le conifere annunciano che sono arrivata a Foredor ed al suo crocevia, dal 713 alcune voci, sbucano tre anzianotti cacciatori ed un cane, mi salutano ansimando con "frute, ca' si devente vecjos". Mi ritempro e ridiscendo mentre nei punti più bassi oramai il sole è scomparso, al parcheggio mi godo gli ultimi momenti di pace, di sole di questo fine dicembre.Un caro saluto all'amico Bepi Venica che ho incrociato questa primavera nei pressi di forcella Spessa; tranquillo Bepi, sono riuscita a portare a termine l'anello se pur in sette ore anzichè nelle sei canoniche previste; al rientro sosta al pronto soccorso per due punti di sutura al ginocchio destro....ma ci vuol ben altro per fermare noi montanari....Loredana