Avvicinamento
Da Ugovizza, raggiungibile percorrendo verso nord la statale 13 Pontebbana oppure utilizzando l'autostrada A23 fino all’uscita di Valbruna, si imbocca la rotabile che risale verso nord l’omonimo vallone. Dopo circa 3,5 km si devia a sinistra in direzione della val Rauna lasciando la vettura in corrispondenza del divieto di transito (m 1047, parcheggio sulla sinistra).
Descrizione
Proseguire a piedi in rettilineo per poche centinaia di metri lungo il tratto asfaltato quindi, arrivati ad un gruppo di abitazioni, prendere a destra il segnavia CAI n.506 per il villaggio Cocco (cartello). Dopo pochi metri la pista presenta una ulteriore biforcazione. Seguire ora il ramo di sinistra (cartello), lasciando a destra la direzione per il vicino rifugio Gortani (posto di ristoro nei mesi estivi). Superate le ultime case ed una serie di costruzioni cementate, quando questa sconnessa strada forestale arriva al suo culmine la si lascia per imboccare sulla destra una mulattiera rovinata e caratterizzata da alcuni scivoli cementati. Si risale ripidamente a piccoli tornanti raggiungendo un dosso dove la pendenza si appiana per un tratto. Al successivo bivio (cartello per Villaggio Cocco) si tiene la destra iniziando un piacevole traverso a mezza costa all’interno di un bel bosco a prevalenza di
larice e
abete rosso. In breve la mulattiera si innesta su una recente pista forestale che raggiunge il Villaggio Minerario Cocco (m 1460) nel quale appare ben conservato solo l’edificio principale. A questo punto si può seguire la pista oppure abbreviare alcune svolte seguendo il vecchio sentiero che ha inizio sulla destra dell'edificio, presso la scalinata. Senza percorso obbligato si punta alla radura poco più a monte, in cima alla quale si ritrova una buona traccia che traversa sopra un vallone dirupato. In ogni caso ci si reinnesta sulla pista forestale tramite la quale si raggiunge l’aperto pendio che scende dalla sella tra il
monte Cocco e la
Cima Bella. Lasciata a destra la diramazione che scende nel vallone del rio Tamer, la pista prende a traversare in direzione della
forcella di Fontana Fredda. In questo punto la si può abbandonare per salire sulla sinistra lungo un tratturo inerbito ed ingombro di rami secchi. Il tratto iniziale è poco evidente ma poi, dopo una palizzata, ci si immette su una pista più marcata con la quale si risale il vallone del rio Tamer raggiungendo quasi in traverso la bella insellatura di quota 1814. Da qui si sale direttamente lungo il facile crinale del
monte Cocco senza percorso obbligato tra zolle erbose e bassi arbusti. Più in alto, dopo un ripiano, ci si immette su una buona traccia che risale comodamente tra caratteristici affioramenti rocciosi di colore rossastro, raggiungendo in breve la
panoramica vetta del
monte Cocco (m 1941) dove è stata apposta di recente una grande croce.
Dopo essere ridiscesi alla selletta di quota 1814 vi sono più soluzioni per rientrare al punto di partenza. Oltre al percorso dell’andata è possibile infatti scendere direttamente lungo il vallone del rio Tamer fino all’Osteria del Camoscio e quindi alla strada asfaltata. Come nostra consuetudine vi consigliamo, tuttavia, di chiudere l’escursione con un percorso anulare che aggira le pendici occidentali del monte. In questo caso dalla selletta si segue la evidente traccia di bovini che passa accanto ad alcuni abbeveratoi. Questa prosegue poi a traversare lungamente in quota su un tracciato spesso rovinato dal calpestio fino ad uscire sulla evidente dorsale occidentale del monte, caratterizzata da una lunga radura che digrada verso occidente. Utilizzando questo corridoio erboso naturale si scende senza difficoltà perdendo rapidamente quota. Dove il crinale si fa un poco più accidentato ci si mantiene sulla sinistra. Con il procedere della discesa la traccia si fa sempre più marcata trasformandosi in ultimo in un comodo tratturo tramite il quale si confluisce sulla pista principale che, a sinistra, conduce in breve alla selletta del Col di Mezzo. Con una lunga diagonale in discesa si percorre tutto il lato sud ovest della piramide del monte poi, quasi in traverso, oltrepassando alcuni pendii di natura fortemente sabbiosa, si accosta la testata del vallone del rio Vocadulina. Ancora pochi minuti e si raggiunge la poco evidente
sella Collarice (m 1407) in corrispondenza di un crocevia di piste forestali. Proseguendo in discesa verso est (sinistra) ci si immette ben presto nel segnavia CAI n.504 che proviene dal
rifugio forestale di Ciurciule. Dopo essere passati accanto alla recinzione di un ampio pascolo con baita, la strada si infila nel marcato solco di un torrente rimanendone alla sua sinistra orografica. Un paio di tornanti e ci si immette sulla strada asfaltata della splendida val Rauna, ampia, verde e disseminata di baite. Non resta ora che seguire la rotabile in discesa ricollegandosi esattamente al punto di partenza.
Avvertenze
L'escursione non presenta difficoltà di sorta ma richiede un certo senso dell'orientamento a causa delle numerose diramazioni e della mancanza di segnavia.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri del Silenzio