08/04/2022 daniele.russo Bella traversata che, anche se non raggiunge alcuna cima, passa per luoghi suggestivi e comunque ricchi di panorami. Il tratto iniziale del sentiero 840 fino a malga Amula e' tutt'ora ben segnalato e ben tracciato, si arriva quasi senza accorgersi. Proseguendo, arrivati al guado del rio Amula, si intravede a sinistra nella boscaglia un segnavia sbiadito... e' il vecchio tracciato del sentiero che va ad intersecare il rio Palons; con un po' di accortezza si riesce ancora a seguire i segnavia e facendo attenzione alla ripida discesa si arriva al Palons. Da qui i segnavia scompaiono e bisogna un po' arrangiarsi, fino a ritrovare poco piu' su il sentiero e quindi la strada. Una variante comunque sconsigliata ai meno esperti; questi faranno bene a seguire la comoda strada sterrata, allungando di poco il tragitto. Arrivati al guado del rio Cita, bisogna fare attenzione all'inidicazione rossa dipinta per terra che indica a destra il sentiero che arriva a Forchia Scluson; effettivamente questo tratto, forse piu' impegnativo del resto dell'escursione, e' anche il piu' suggestivo: si passa tra pietre, massi, rivoli d'acqua e piccole cascate, fino ad arrivare alla grande cascata del Rio Scluson (alla fine della discesa). Dopo poco, arrivati al fatiscente ponticello in cemento, un segnavia a sinistra disorienta un po', ma la direzione giusta da prendere e' in alto a destra, dove si vede chiara una traccia che arriva in breve a Seletz. Non avendo una secona macchina, decido di rientrare facendo un percorso ad anello: prendo il sentiero 827, che all'inizio e' una larga pista forestale; quando questa finisce, si guada il torrente e si ritrova il sentiero sul versante opposto. Questo sentiero e' probabilmente meno battuto, ma non presenta grosse difficolta', richiede solo un po' di attenzione nei tratti franati. Il brevissimo tratto attrezzato con cavo, staffe e pedivelle e' in perfetto stato. Dopo un po' il sentiero diventa prima larga mulattiera, poi in prossimita' di forca Armentaria e' di nuovo strada sterrata. Qui si abbandona il sentiero 827 che prosegue a sinistra, per tenersi sulla destra sulla strada sterrata che passa a fianco di Malga Armentaria. Da qui, per diversi chilometri, la strada e' molto aerea e ricca di panorami, sovrastati dal Monte Piciat; il tratto e' veramente piacevole. Dopo un po' di tempo la strada diventa gradualmente cementata e poi asfaltata... siamo in prossimita' di Alesso, e il rientro (un po' tedioso) non e' comunque lungo. Sviluppo totale: 27,7 km, 1300 metri di dislivello positivo. Per la traccia gps rimando alla mia pagina su Wikiloc.
24/03/2019 giuseppe.venica Escursione effettuata il 23/03/2019. Il primo tratto fino a Forchia Amula (parzialmente in comune con “Anello di Bedovet da Alesso”) è un percorso senza particolari difficoltà. Dalla forcella si scende lungo il SV CAI N° 840, inizialmente su sentiero, ma ben presto si sfocia sulla pista forestale; seguendo le indicazioni si possono tagliare un paio di tornanti, ma poi, fino a malga Cuvii, non c’è traccia del vecchio sentiero. Prima di arrivare alla malga, in prossimità della confluenza di due torrenti, si abbandona la pista, prendendo la deviazione a dx per forchia Sclusons: è questo il tratto più suggestivo dell’escursione. Su traccia meno marcata, risalendo tratti direttamente sul greto di piccoli corsi d’acqua, con alcuni attraversamenti, dopo la cascatella, salendo per ripide zolle erbose, si giunge alla forchia Sclusons immersa nella faggeta. Non avendo a disposizione un mezzo a Seletz, dalla forchia Sclusons ho fatto a ritroso lo stesso itinerario della salita. In totale sette ore comprese alcune brevi soste e deviazione a malga Cuvii. A parte il tratto centrale su pista forestale, con estenuanti saliscendi dopo malga Amula, per il resto è un’escursione che merita fatta. Non vi sono schianti su tutto il percorso. Buone camminate a tutti. Bepi (Cividale).
31/03/2017 claudio.65 Visitata mercoledì scorso la Malga Cuvii, della quale allego una piccola scheda ed alcune fotografie illustrative:L'edificio di proprietà della frazione di Avasinis, sorge in un'ampia radura sul versante settentrionale della Cima dei Laris a poca distanza dal Rio da Pinet ed è stata ristrutturata dagli Alpini della Julia. Risulta sempre aperta e spartanamente arredata con un rustico caminetto, stufa in pietra, fornello a gas senza bombola, tavolo e panca. Una scala in legno porta al piano superiore, dove ci sono una rete con una gommapiuma malconcia, due brande metalliche appoggiate al muro ed una sedia. Sia al pianterreno che al primo piano troviamo una stanza chiusa alla fruizione escursionistica. Sotto il porticato due tavoli con panche invitano alla sosta e la costruzione in legno attigua all'edificio viene adibita a deposito materiali e legnaia, mentre sul lato opposto vi è un focolare in pietra ad uso grigliate. Nei pressi del torrente un'ingegnosa doccia ed una sorgente raggiungibile tramite un ponticello, oltre ad un tavolo con panca posto al limite estremo dell'ex zona pascoliva, completano la dotazione esterna della malga.
17/03/2014 askatasuna Partiamo in tre. Indecisi e reduci da festeggiamenti carnici. Alla fine “i amiis di mont” mi trascinano dietro casa loro: meta malga Cuvii e ritorno per stavoli Pra Steppa ove lasciamo una seconda auto. A Oncedis due ragazze taglian legna con l'accetta e ritmano la nostra partenza. L'ambiente in cui ci immergiamo mi stranisce. Dopo aver percorso la rotabile che porta in Forchia di Cuar gli occhi brillano di luce propria, ammansiti dai verdi, dalle rocce muschiose e da un sottobosco brulicante di colori. A poca distanza la salita del troi 840 stravolge le sensazioni: riccioli di erba gialla e secca mangiano ogni colore combattuti solo dalle vivaci e imperterrite Eriche. Pietre affioranti, alberi scheletriti e nudi pezzi di ghiaia catapultano l’animo in un film di Sergio Leone. Le processionarie danno un aspetto sinistro ai pini superstiti e l’erosione trascina via le carezzevoli visioni della mattina. La poligala regna sovrana ma non è ancora fiorita e nulla possono le sue scure foglie contro il grigio e l’ocra. Poi il paesaggio cambia ancora, in una curva un enorme albero morto addobbato da grandi funghi striati ha trovato la sua immortalità in una scultura simbiotica. Numerose le fioriture di Fior di stecco che mi sbalzano in un’altra dimensione olfattivo-ormonale che fa girar testa e cuore. A Malga Amula qualche pensiero sul suo abbandono caseario e sulle piste create in sua funzione. Poi i riflessi del Leâl e l’oasi di Cuvii con il rifugio aperto ed invitante che ha richiamato altri escursionisti. Il lungo ritorno per carrareccia non entusiasma ma le articolazioni del “trio ortopedia” ringraziano. Dentarie, petasiti e le euforbie delle faggete tiran su il morale riportandoci a casa. Itinerario dalla bellezza smorzata dai chilometri di pista forestale e da diversi tratti di bosco rasi al suolo, ben puliti ma con ampi spazi che facilitano i danni del vento sugli altri pini decani non più protetti dall’abbraccio dei fratelli. Tali esboschi appaiono come sentenze per i superstiti più che un oculato sfruttamento boschivo. Al secondo parcheggio le accette cantano ancora mentre noi ci disperdiam silenti. 16.03.2014
26/08/2006 Stefano Anzil Strada o carrareccia: Malga Amula. Da malga Amula a malga Cuvii. Vorrei segnalarvi che da Amula a Cuvii è stata recentemente aperta una pista forestale che ha completamente cancellato il vecchio sentiero. La pista si collega alla vechia pista che scendeva da Malga Cuar a Cuvi. La segnaletica dei sentieri è stata tutta ripristinata e le indicazioni anche con cartelli e piante turistiche sono ben strutturati.. Vivissimi complimenti per il sito.. anzil@libero.it