Avvicinamento
Dalla strada che costeggia il
lago di Sauris si imbocca la deviazione che sale alla frazione di Lateis dove è consigliabile informarsi sulla percorribilità del tratto successivo. Oltrepassate le case più a monte, si prosegue lungo la rotabile che si fa ora assai più stretta, trasformandosi ben presto in carrareccia. Oltrepassati due greti la strada esce su terreno più aperto raggiungendo il bivio per le
malghe Gerona e
Pieltinis dove si parcheggia (m 1491)
Descrizione
Lasciata l’auto si inizia imboccando a sinistra la strada asfaltata che risale le pendici meridionali del
monte Torondon (segnavia CAI n.206). Dopo alcuni tornanti si giunge a
casera Gerona (m1622), attualmente monticata, dalla quale ha inizio un lungo traverso in direzione ovest. Ci si immette così nell'ampio vallone prativo di
casera Pieltinis che si scorge non lontana, sulle pendici dell'
omonimo monte. Raggiunta la casera (m 1739), si inverte il senso di marcia imboccando la pista sterrata con segnavia CAI n.218 che si allontana verso oriente. La strada risale un valloncello, punteggiato a settembre dalle ultime fioriture dell'
eufrasia,
millefoglio e
carlina, mentre vola ancora qualche esemplare tardivo di
crocea; poi con un paio di tornanti guadagna il piccolo intaglio di
forcella Ielma (m 1902, panca e tavolo), dove improvvisamente la
vista si apre verso la val Pesarina. Dalla forcella ha inizio la lunga traversata di cresta che ci porterà a visitare tutte le elevazioni erbose che si trovano tra il monte Torondon e il monte Losa. Abbandonata quindi la strada, si piega a destra risalendo per tracce il facile crinale occidentale del
monte Torondon dove non è raro incontrare il
capriolo. Non vi sono segnavia ma il percorso è del tutto evidente e adatto anche ai meno esperti. Con un’ultima risalita, un poco più ripida, si perviene sulla erbosa cima (m 2019) dalla quale si apre un
panorama inaspettatamente vasto. Ci si cala ora lungo il crinale opposto, inizialmente ripido ma poi più agevole, seguendo esattamente il filo di cresta. Ignorando le tracce che traversano i ripidi pendii erbosi sulla destra, si assecondano alcune piccole elevazioni calando infine in direzione di
forcella Novarza alla quale si perviene con una ultima ripida discesa tra cespugli di
rododendro e
ontano. Sulla sella un vecchio cartello di legno testimonia la passata frequentazione di questo
piccolo valico. A questo punto è già possibile interrompere la traversata scendendo direttamente a destra nella valletta che conduce a
casera Novarzutta. Gli originari sentieri si sono persi tra la vegetazione e quindi per raggiungere la conca sottostante occorre litigare un poco con gli
ontani, ma in breve ci si ritrova su terreno più comodo ed aperto. Da qui fino a casera Novarzutta si cala piacevolmente lungo il valloncello senza percorso obbligato attraversando alcuni bellissimi ripiani prativi. Un piccolo stagno offre ospitalità ad una numerosa colonia di
tritoni alpini ed alla
rana montana. Raggiunta
casera Novarzutta (m 1625) si imbocca la carrareccia di servizio che scende sulla strada principale a brevissima distanza dal punto di partenza.
Volendo invece completare l’itinerario proposto, da
forcella Novarza si rimonta sul filo di cresta che sale verso il
monte Novarza, comodo ed erboso. Seguendo tracce di passaggio si riprende quota portandosi dapprima su una piccola antecima e quindi sul punto più alto del
monte Novarza caratterizzato da un doppio cocuzzolo erboso (m 2024). Qui ci si affaccia sulla vasta conca di pascolo che scende a sud est della cima, caratterizzata in basso dalla presenza di una piccola pozza di alpeggio e dai ruderi di una vecchia casera. Ignorato il grande crestone che scende a sud, si prosegue invece lungo il crinale che si abbassa ad oriente, verso la successiva insellatura. I primi metri sono piuttosto ripidi ma poi la cresta si fa nuovamente agevole digradando tra bassi arbusti verso la quota 1921. Una breve risalita ci porta ora verso il tratto conclusivo della traversata, caratterizzato da morbidi saliscendi. Infatti dalla quota 1991 fino al
monte Val Boaria, che si scorge più avanti, si segue fedelmente la linea di un crinale ondulato dal quale si aprono sempre nuove visuali sulla
val Pesarina e le sue casere. Dopo una piccola tacca, la traccia aggira sulla destra un ultimo cimotto erboso giungendo alla base del
monte Val Boaria che si raggiunge in pochi minuti (m 1987). Dall’altra parte il panorama si apre sulla conca pascoliva di
casera Losa, ben riconoscibile per la presenza di una raccolta d’acqua di forma rettangolare. A questo punto è tempo di scendere definitivamente verso la rotabile delle malghe che corre più in basso all’altezza della casera. Lo possiamo fare proseguendo lungo il crinale di sinistra, scendendo fino ad una insellatura poco marcata e quindi per comoda traccia verso la casera. Una seconda alternativa è data dal crestone sud est del monte che digrada lentamente fino ad esaurirsi presso un tornante della pista. In ogni caso, raggiunta la sterrata di servizio, la si segue sulla destra fino a ritornare esattamente al punto di partenza.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri del Vento