il portale dell'escursionismo montano
  • Traduci questa pagina con Google Traduttore
  • Traduci questa pagina con Google Traduttore
  • Traduci questa pagina con Google Traduttore
  • IMG_2664
    Sulla dorsale Torondon-Novarza da Lateis
    Alpi Carniche
  • IMG_2665
    Sulla dorsale Torondon-Novarza da Lateis
    Alpi Carniche
  • IMG_2671
    Sulla dorsale Torondon-Novarza da Lateis
    Alpi Carniche
  • IMG_2681
    Sulla dorsale Torondon-Novarza da Lateis
    Alpi Carniche
  • IMG_2687
    Sulla dorsale Torondon-Novarza da Lateis
    Alpi Carniche
SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaV15

Sulla dorsale Torondon-Novarza da Lateis

Avvicinamento

Dalla strada che costeggia il lago di Sauris si imbocca la deviazione che sale alla frazione di Lateis dove è consigliabile informarsi sulla percorribilità del tratto successivo. Oltrepassate le case più a monte, si prosegue lungo la rotabile che si fa ora assai più stretta, trasformandosi ben presto in carrareccia. Oltrepassati due greti la strada esce su terreno più aperto raggiungendo il bivio per le malghe Gerona e Pieltinis dove si parcheggia (m 1491)

Descrizione

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri del Vento
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Settembre
Carta Tabacco
02
Dislivello
800
Lunghezza Km
12,1
Altitudine min
1491
Altitudine max
2024
Tempi
Dati aggiornati al
2015
I vostri commenti
  • 22/10/2021 16 ottobre 2021. Escursione effettuata con un anello un po piu ampio rispetto a quello proposto da Sentieri Natura, in quanto abbiamo preferito lasciare l auto prima del guado sul Rio Temberle a quota 1345 e poi allungare fino al Monte Losa. Questo percorso non ha mezzi termini: o si svolge lungo piste asfaltate o cementate, oppure per cresta, su tracce labili, anche se la direzione � sempre chiara, in quanto basta seguire il filo della dorsale o restare comunque nelle sue prossimita. A mio avviso, il tratto piu impegnativo � quello in discesa dal Torondon fino a Forcella Novarza, in particolare il superamento dei cimotti erbosi, che noi abbiamo preferito affrontare traversando con cautela i ripidi prati alla loro base anziche seguire fedelmente il filo di cresta. Il resto � tutto un su e giu per la dorsale, con qualche tratto ripido sia in salita che in discesa, ma sempre abbastanza breve e con le visuali che cambiano continuamente, sia sul versante della Val Pesarina che su quello di Lateis. Scesi dal Val Boaria e giunti sopra l ampio complesso di Casera Losa, abbiamo completato il nostro giro raggiungendo anche la cima del Monte Losa: dall insellatura sulla dorsale, si procede per tracce che aggirano una prima elevazione dal versante nord e portano in una bella conca con una piccola pozza, ai piedi della vetta, che si raggiunge facilmente per ripidi prati. Per scendere a Casera Losa abbiamo poi seguito la cresta sino alla pozza e quindi ? per tracce non sempre continue ? abbiamo attraversato in diagonale il versante sud del monte. Da qui siamo rientrati all auto percorrendo lungamente la pista di servizio (ci e voluta una buona ora). Escursione splendida, estremamente panoramica per buona parte della sua lunghezza e che non ho trovato particolarmente faticosa in quanto il dislivello e molto ben distribuito. Sconsigliabile in condizioni di scarsa visibilita o terreno umido o ghiacciato, per la possibilita di scivolare sui ripidi pendii. Il giro da noi effettuato ha avuto uno sviluppo di 16,4 km, un dislivello di 1.100 metri, per un tempo di percorrenza di 5.45 ore. Mandi a tutti!
  • 09/09/2021 Feroce la salita su strada cementata, fino a forcella Ielma. Da qui in poi il procedere si fa cauto, a causa della debole e discontinua traccia, che si perde tra l'erba alta e i gruppi di piccoli arbusti. In particolare scendendo verso Forcella Novarza (appena accennata insellatura) bisogna fare molta attenzione perche' il terreno non e' visibile ed e' un attimo mettere il piede in fallo. Dalla forcella non c'e' neppure un sentiero vero e proprio... anche qui una debole traccia, molto discontinua, ma basta puntare al visibile tavolo con panche in fondo alla vallecola, e da li' proseguire sempre a vista verso casera Novarzutta. Un po' di avventura, insomma. Dalla casera in poi si riguadagna la strada e non ci sono problemi. Interessante escursione soprattutto per l'aura di "luogo selvaggio" che traspira la dorsale, dove non si scorge traccia di opere umane, a parte la parziale traccia di sentiero.
  • 23/05/2020 Percorso il giorno 22.05.2020. Giornata nuvolosa ma base nubi oltre i 2000-2200 metri di quota per cui nessun problema di visibilit�, considerando che la traccia e presente saltuariamente. Credo che a partire da giugno, con la crescita dell'erba, nulla sar� pi� evidente se non il fatto di essere lungo una cresta. In discesa dal Torondon, il percorso � articolato e non sempre banale. Poco prima di arrivare alla forcella Novarza, abbiamo abbandonato la cresta per tagliare bassi sul versante sud: errore! Ci siamo trovati su pendii erboso ripido ed infido. Sicuramente seguendo la cresta sarebbe stato meglio. Salita al Novarza sempre sul filo di cresta senza problemi. Dalla vetta siamo scesi lungo un tratto del costone meridionale per scendere poi sulla sinistra entrando nel vallone sottostante (ruderi Baita Domini) ed in breve sulla strada che sale a Casera Losa, ritornando al punto di partenza. Personalmente non percorrei l' itinerario in piena stagione estiva; gi� incontrata una vipera in mezzo all' erba.
  • 19/10/2016 Percorso domenica scorsa. La rotabile è un poco rovinata nella parte finale e va percorsa con cautela anche per gli scoli dell'acqua. Elementare sino al Torondon, la discesa alla forcella richiede una qualche attenzione per i tratti ripidi e la traccia evanescente. Come scritto nella relazione conviene cercare di seguire sempre il filo di cresta. Dalla cima del Novarza siamo scesi a intuito per il costone sud. Talvolta ripido e senza traccia ma senza particolari difficoltà per chi ha un minimo di esperienza.
  • 16/11/2015 15-11-2015. Splendida giornata per questa escursione che con un'ottima visibiltà permette di spaziare a 360° su un panorama unico, inoltre è uno dei pochi luoghi che permette di ammirare dall'alto lungo il percorso, un così alto numero di malghe sparse nel territorio circostante. Per la discesa, dopo la cima del Novarza, optato per il crestone che scende a sud e che dopo alcuni ripidi pendii erbosi permette di raggiungere la sottostante rotabile delle malghe. Questa variante ci ha permesso di avvistare tre magnifici caprioli.
  • 28/09/2015 26/09/2015, ripercorsa la bella escursione sulle creste sopra Lateis. La monotonia iniziale della percorrenza su pista è superata e dimenticata dalla bellezza del percorso sulla lunga dorsale, un saliscendi su prati con splendide visuali. I colori dei prati ormai quasi secchi e imbionditi ci mostrano l'inizio dell'autunno. Al ritorno, alcuni pastori sulla strada per Lateis riportano a valle mucche e pecore.
  • 06/10/2014 Fatto sabato scorso per verificare come l'app della Tabacco e i file GPX di SN funzionino su itinerari privi di segnalazioni come questo.Tutto bene, bene la precisione del file, l'accuratezza dell'app, la facilita di utilizzo, proprio uno strumento "in più" molto valido .... cartina cartacea e bussola rimangono d'obbligo secondo me, lì la batteria non si esaurisce mai.L'esursione è stata bella, lunga, abbastanza facile ((tranne qualche pezzo in discesa ripido e senza traccia. Peccato per la giornata che era così così, un po di foschia veso Sauris e un po' di nubi verso il sappadino hanno tolto un po' di magia ai panorami che comunque rimanevano affascinanti.Per me che adoro le escursioni "erbose" l'ho trovata molto bella.Qualche consiglio .... per la discesa conviene scendere lungo la via del crinale e non verso la casera (il terreno è troppo mal ridotto), e poi visto che il percorso è poco frequentato attenzione alle erbe alte .... io ho avuto un incontro "viperesco", e ancora per chi avesse velleità fotografiche e intenzione di fare questo itinerario consiglio di aspettare una decina di giorni in modo che faggi e larici completino il viraggio dei fogliami.Visto la numerosa presenza di malghe e casere è un itinerario che andrebbe valorizzato meglio ..... ah si scusate mi dimenticavo che stiamo parlando di monti del Friuli dove la valorizzazzione è un'autentica utopia.
  • 18/09/2014 Al contrario,come si confà all'anno 2014.Quindi prima a casera Losa,per salire per tracce che sembrano sentieri,ma sono piccoli franamenti,tranelli per le grosse zampe delle paciose mucche.Cedono i nostri piedi,in quelle umide,fangose fratture aperte sui pascoli meridionali.Figurarsi quelle gambone bovine quanto sprofondano.E quanta fatica sopportano,per innalzare quei corpaccioni,a volte gravidi,verso erbe fresche,ancora non rasate dalle loro lingue raspose.Nuvole basse avvolgono il paesaggio.La casera scompare,riappare,si manifesta attraverso i campanacci che risuonano attraverso la coltre lattiginosa.A noi sta il comprendere a che punto della dorsale ci troviamo.E sbagliamo.Dieci metri di visibilità alla volta,piombiamo in basso,troppo in basso.Un minuto,meno,e la volta del cielo si apre,mostrandoci beffarda l'errore.Ora è tutto chiaro,da qui in poi non sbaglieremo più.Su e giù,tra nubi e squarci verso sud,percorriamo quello che ci sembra un viaggio tra le brughiere scozzesi e le caldere vulcaniche indonesiane.Nei cespugli il cicaleccio dei forcelli.La fitta coltre che sale e nasconde la val Pesarina si infrange sulla cresta e pare il vapore di un vulcano in attività.Poi ridiscende,lasciandoci vedere le casere Ielma e siamo ancora in alto,sul Torondon,quindi a due metri dalle nuvole o dentro di esse.Oggi abbiamo vissuto in un paio di continenti,attraversato climi opposti,addirittura coccolato un piccolo tritone disperso sui verdi sopra Novarzutta.Sul palmo della mano,si lamentava,con un soffio muto,della mia voglia di osservarlo.A casera Pieltinis l'incontro con i malgari si protrae per un paio di ore.Ci spiegano quanto le mucche hanno sofferto la brutta stagione,quanto hanno temuto il terreno così cedevole,al punto da produrre meno latte.E di come loro,i custodi di questo antico patrimonio di civiltà,hanno tenuto chiuso ai ,loro animali,i pascoli migliori,per preservarli.Al ritorno all'auto,nella nebbia,sagome bovine,sdraiate,sembravano sfingi.Cosa chiedere di più a una orribile,anomala giornata di questo pazzo anno della nostra vita?
  • 17/10/2013 Partenza con fendinebbia. Fino a Tumieç il bianco inghiotte ogni cosa. Poi il cielo. Il lungo avvicinamento sfianca e da Lateis la strada continua ancora serpentosamente. Per scaldarmi giungo velocemente a casera Pieltinis. La malga è chiusa ma il locale di lavorazione casearia è aperto: annuso, osservo, immagino. Poi salgo al piano superiore. In una stanza una gabbia vuota è rivolta verso una finestrella. Chi mai avrebbe coraggio di riempirla proprio in questi luoghi? Ferisce solo al vederla. Sento dei rumori. Nella stanza accanto un uccellino impaurito sbatte tra due vetri, sì è intrappolato e non riesce ad uscire. Lo prendo dolcemente, mi scappa, ci riprovo. E’ fatta! Mi saluta con un cinguettio e ritorna a solcare il vento. La giornata potrebbe fermarsi qui. Osservo le due stanze comunicanti, la coincidenza sfiora il simbolismo. Verso la forcella la buere la fa da padrona. L’aspettavo. Come da previsioni da nord soffia un aiaron di quelli che deviano il passo, che segnano le labbra, che trascinano via tormenti e pensieri. Sorrido e penso alla lunga cresta. La dorsale rocciosa della val Pesarina è completamente avviluppata dalle fiamme dell'autunno. Il Peralba è tutto uno scintillio, ogni cima è a portata d'occhio. Il saliscendi è un continuo fermarsi e vagar di sguardi. Dopo il Novarza l'ungulatesco ravanare aumenta. Ingordo continuo verso il Losa, più vicino di quello che sembra. Una salitella che regala qualche roccia, della neve e le raffiche più forti della giornata. Ma che spettacolo! Per le casere la discesa è a piacere. Malga Losa è aperta e merita una visita fosse solo per leggere un libro dei reclami che mette a dura prova addominali e muscoli facciali. Sul tavolo delle chiavi che dovrebbero aprire porte con serrature restìe. Vedendole già abbastanza storte le rimetto sul tavolo e riparto. Raccolgo qualche fiore secco altri piumosi e mi godo il vociar del vento e la solitudine. Itinerario appagante nonostante i lunghi tratti di stradal-carrarecciosi. Raccomandati i periodi in bassa stagione e possibilmente non festivi dato che motori e rumori vari inficerebbero la gioia di camminar tra prati e cielo. (16.10.2013)
  • Invia un commento
Le vostre foto
  • casera Jelma salendo al monte Novarza
    23/01/2020 casera Jelma salendo al monte Novarza
  • in discesa verso forcella Novarza
    23/01/2020 in discesa verso forcella Novarza
  • La piramide dell'Antelao da forcella Novarza
    23/01/2020 La piramide dell'Antelao da forcella Novarza
  • Panorama da forcella Novarza. . . giorgiobraidotti@tin.it
    08/12/2006 Panorama da forcella Novarza. . . giorgiobraidotti@tin.it
  • Casera Novarzutta. . . Giornata limpida e mite per il period ...
    08/12/2006 Casera Novarzutta. . . Giornata limpida e mite per il period ...
  • Invia una foto
I vostri tracciati
Le vostre escursioni
Mappa Scarica il tracciato kml Scarica il tracciato gpx Visualizza mappa dettagliata - Apertura su nuova finestra
Profilo altimetrico
Altre escursioni in zona
© Redazione di SentieriNatura - Udine, - Ivo Pecile & Sandra Tubaro - Sito ottimizzato per una risoluzione di 1024x768 - Privacy & Cookies - Powered by EasyDoc - Webdesign by Creactiva