08/11/2021 sandra.sentierinatura 06/11/2021-Ho percorso questa escursione sempre in maggio, stagione nella quale si ammira il tenero verde dei famosi faggi, dal legno utilizzato per i remi della Serenissima. La percorrenza in autunno può riservare i colori caldi del foliage ma in questa data siamo troppo avanti.La faggeta è secca, con i fusti paralleli belli in vista. La sentieristica è in ordine.Il rifugio Maset ora si chiama Casel de Pelonio come da cartello delComune di Polcenigo.Durante la discesa, la citata "fonte d'acqua risistemata" oggi non fornisce acqua.Segnalo che l'edificio del ristorante-alloggio Da Stale, punto di partenza dell'escursione, non solo non è più attivo ma si trova in uno stato di degrado.Buone escursioni autunnali.
04/05/2019 laura.molinari 1 maggio 2019. Escursione di bassa quota accuratamente scelta per restare al di sotto del limite della neve stimabile ad occhio da Udine e che invece si è rivelata l’uscita più bianca di tutta la stagione! La neve ha cominciato a macchiare il verde dei prati prima di Casera Costa Cervera, attorno a quota 1000, e si è fatta via via più spessa fino a raggiungere i 50/70 cm sul versante del Cansiglio, molto più innevato. Partiti dall’ormai abbandonato Bar da Stale, sopra Coltura, abbiamo raggiunto senza troppa fatica l’orlo dell’altopiano, grazie alla larga e comoda mulattiera (CAI 981). Oltre Casera Costa Cervera, la marcia si è rivelata molto più lenta e laboriosa del previsto, in quanto complicata sia dal manto nevoso di spessore crescente, che da numerosi schianti, in particolare tra la Casera e l’ex Rifugio Maset, ma anche nel tratto successivo, in salita nel bosco. Il Rifugio Maset, come indicato nei cartelli di legno appesi ai muri, ora si chiama “Casel de Pelonio”; nell’ampia veranda riparata, ben attrezzata con tavoli e panche, incontriamo altri gruppi di escursionisti provenienti dalla Crosetta, per lo più ciaspo-dotati. Oltre il rifugio, invece, il nostro cammino è stato molto solitario, prima nel fiabesco bosco di faggi colonnari, con le giovani foglie di un tenero verde a far contrasto con il candore della neve, e poi tra le ondulazioni e le doline, sempre abbondantemente innevate, del Col dei S’Cios. Breve deviazione dal sentiero per raggiungere la boscosa Cima Paradise, che non offre altra soddisfazione se non quella di essere, con i suoi 1370 metri, il punto di massima elevazione del giro. Sazi di batter traccia e con gli scarponi ormai fradici, anziché proseguire verso Casera Ceresera come proposto dalla guida SN, abbiamo invece preferito dirigerci verso la quota più alta del Col dei S’Cios (croce e libro di vetta – merita assolutamente per il panorama in tutte le direzioni) e poi percorrere la pista (numerosi alberi di traverso anche qui) che ci ha portati a chiudere l’anello sotto l’ex Rifugio Maset. Ripetuta la baruffa della mattina per superare gli schianti sopra Casera Cervera, e poi giù per la lunga mulattiera, con belle vedute sulla pianura nella parte alta. Incassate garbate frecciatine da qualche compagno di escursione, in braghe corte e non, al quale era stato promesso un giro di tutto relax e soprattutto senza problemi di neve … ma pazienza, è stata comunque una grande giornata in posti da fiaba, e poi … tutto fa esperienza! Alla fine la nostra variante ha superato i 18 km, mantenendo un dislivello di circa 1200 metri. Se può interessare, ho inserito la traccia gpx. Mandi a tutti!
27/03/2019 roberto.prinzivalli Fatto l'anello in data 24.03.19, presso per 992 e rientrati per 991.Sentieri in ordine, segnalo tuttavia i numerosissimi schianti, ben puliti fino a casera Ceresera mentre il tratto del 991 da subito dopo cima Paradise è più malmesso richiedendo numerosi fuori sentiero.Il percorso è meraviglioso, varia continuamente attraversando ambienti continuamente diversi. I boschi sono stupendi, specialmente la faggeta nei dintorni di cima Paradise, assolutamente incredibile.Casere tutte ben tenute.Consiglio, arrivati a Casera Busa Bernart, di seguire la pista forestale a sinistra e poco dopo, nei pressi di una curva, seguire la traccia segnata sulla destra che conduce in breve a cima Col dei Scios, merita!
21/04/2018 tommaso.vian Oggi bel giro in una giornata splendida: bello soprattutto il sentiero n 981: ombreggiato e ricco di varietà floreali.
09/05/2015 marco.raibl Parole insufficienti per esprimere la bellezza di quanto vissuto.Il sole dell'ultimo, meraviglioso aprile aumenta ulteriormente la soddisfazione per la stupenda cavalcata lungo prati, boschi e radure.Forse la più perfetta faggeta che abbia visto, fatta di pali altissimi e la sensazione di muoversi in luoghi vasti quanto continenti.Alla casera episodi di civiltà deviata.Per monti, come in città,stessa percentuale di zotici.Non sentiamoci migliori solo perché calziamo scarponcini!
25/11/2014 askatasuna Salendo per la mulattiera ben conservata quanto scomoda è inevitabile pensare a chi l’abbia percorsa per raggiungere le terre alte alla ricerca di spazi e risorse. Incrocio dei caprioli. Poi mi perdo nella vista della piana. Il sole scalda, voglioso di riaffermare la sua potenza, trasformando il mare sottostante in una pozzanghera di lava che acceca. Saluto i ginepri che incontro di rado e che paion sentinelle. Alcuni, solitari e lontani sono di dimensioni ragguardevoli. Da casera Cervera il contrasto si fa normalità. Verdi accesi di prati ancora fulgidi son smorzati dalle scure conifere e dall’ocra che avanza; dietro spuntano le faggete spoglie a temperare il tutto. Il primo Colchichio d’autunno sta per aprirsi. Poi il bosco d’abeti. E che bosco! Eco della notte. Buio e talmente umido da scurire i tronchi, d’un nero strafondo che fa da contraltare alle chiazze dei licheni. Come fossero resti di palle di neve scagliate contro i fusti. Da qui il saliscendi si fa tenue e zen. Prezioso, regala spazi e scorci differenti. Passa da sentiero ad ampia mulattiera. Parla in lingua antica coi ceppi del Settecento disseminati sulla via dell’oro, quando esso era fatto di tronchi. Mari di foglie scure e bagnate esaltano i sassoni muschiati che in un angolo preciso si fan anfiteatro. Qui paiono riuniti in silenziosa ed immobile assemblee coi faiârs. Un simposio perenne e pacifico fra due mondi che si tengon stretti la terra garantendoci il passo. Poi spruzzate di neve coi primi scricchiolii e morbide conche verdi. A casera Ceresera incontro due coppie sacilesi. Puro entusiasmo di mezz’età. Occhi brillanti. Scambiam chiacchiere e sorrisi. Scopro che una stanza è adibita a intimo bivacco con stufa annessa. Li ringrazio per il lavoro e proseguo per il Ceresera. Proseguendo dopo la croce si giunge al cippo. La vista sul Cansiglio premia la breve deviazione. Come la successiva. Consigliatissima a chi non se la sentisse di abbandonare ancora le terre alte. Prima di scendere a sinistra al bivio verso Casera Bernart proseguire a destra in leggera salita. In corrispondenza d’una pozza sulla sinistra si prosegue mirando a sudovest per dolci sinuosità che portano alla “cima” del Col dei S’cios (il cui ometto pietroso è visibile prima del bivio di cui sopra). La vista si rivela come generoso commiato d’una passeggiata senz’altre pretese che d’addolcir la vita. La discesa è quasi più scomoda della salita. Claps mò! Ma il fantasticar sulla prossima partenza smorza il passo.(19.11.2014)
25/05/2014 loredana.bergagna Ripercorso oggi, giornata afosa che ha fatto sudare e sentire tutti i 16 km. Nonostante non facesse un gran caldo. Il giro mi è piaciuto ancor di più dell’ultima volta, goduto appieno il silenzio rotto appena da qualche cinguettio e da un cuculo, numerosi giaggioli susinari, peonie selvatiche con la vicinanza di qualche asfodelo. Al rifugio Maset fuoco acceso e opere di pulizia, a casera Ceresera qualche silenzioso escursionista, sentieri impeccabili e panorama appena velato dalla foschia
05/05/2014 sandra.sentierinatura 04/05/2014 - Ripercorso l'anello di casera Ceresera. Alle quote più basse fioriscono le peonie, mentre più in alto la faggeta del luogo è come sempre splendida, gli esemplari colonnari mettono le foglie del verde chiaro brillante tipico della primavera; nel cammino si calpesta uno spesso strato di faggiole scricchiolanti. La Risina (visibile all'inizio dell'escursione, poco prima del bivio principale, come anche più in alto - cartelli) è un solco sul quale venivano fatti scivolare a valle i tronchi abbattuti in quota. Visibili e segnalati sono anche, in alto, gli antichi cippi confinari veneziani. Due cerve con cerbiatto corrono nella faggeta.
19/11/2012 magcodriu Fatto sabato 17/11/2012 con partenza presto e ritorno nel primissimo pomeriggio. Davvero suggestiva l'alba vista dal primo tratto del 981. Bellissimo da fare in autunno, con vegetazione non troppo fitta e colori meravigliosi. Tutto segnato perfettamente, mi associo ai complimenti al cai sacile.
22/11/2011 simone.bonutto@epp-pl.com Fatto in data 19/11/2011 con il mio fedele Pastore Australiano Freddy :-) Giornata di sole, percorso molto bello, in mezzo al bosco a tratti un po' impegnativo. Davvero un bel giro per chi ama "lunghe" passeggiate.Dato il periodo non ho trovato anima viva.Ciao! Simone & Freddy
12/06/2011 loredana.bergagna Percorso odierno, poca pioggia alla partenza ma poi un sole tenue ha reso tutto migliore. Bel percorso con ampi scorci sulla pianura fino al mare, le doline rendono chiaramente l'idea di come si sono formate; il sent. 982 parte dietro casera Ceresera (tabella). A tratti impegnativa ma comunque allegra la discesa sul 982 da c.saBusa Bernart. Ben segnalato e davvero complimenti al Cai di Sacile per la ristrutturazione di casera Ceresera, c'erano anche le viole ai balconi e i monconi di tronco a livello di terreno sono stati incisi a mo' di antiscivolo sul sent. 892 anche ben distante dalla casera (fino alla fonte). Bel giro e a mio parere consigliabile d'estate svolgendosi in gran parte nel bosco. Loredana
05/04/2009 alessandro.filippo@infinito.it Itinerario percorso il 04/04/09. Molta neve, segnavia poco visibili, non trovato causa neve il sent. 982 che scende dalla casera Ceresera