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    Anello delle Slenze da Plans
    Alpi Carniche
SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaB29

Anello delle Slenze da Plans

Avvicinamento

L'escursione ha inizio nei pressi di Pontebba a cui si può giungere risalendo la statale n.13 oppure l'autostrada A23 fino all'altezza dell'omonimo casello. Dalla strada che collega l'ingresso sud alla Pontebbana con il centro abitato si seguono le indicazioni per Plans passando sotto il viadotto della vecchia ferrovia. Con breve risalita la stretta rotabile ci conduce alla piccola frazione dove si parcheggia al termine della strada (m 618).

Descrizione

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri del Bosco
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Ottobre
Carta Tabacco
018
Dislivello
1000
Lunghezza Km
12
Altitudine min
609
Altitudine max
1589
Tempi
Dati aggiornati al
2017
I vostri commenti
  • 28/09/2020 Fatto in data 27 settembre: andata e ritorno con partenza dall'ex polveriera di Pietratagliata senza fare l'anello perché ho cercato e visitato diverse opere della Prima Guerra reimpiegate nel Vallo Alpino, ricerche che portano a parecchie deviazioni e dislivelli aggiuntivi con conseguente aggravio dei tempi ...lunga strada fino alla stupenda radura di Slenza Bassa, quindi abbiamo fatto l'ultima parte di mulattiera che si è ancora preservata dall'allargamento a strada forestale che arriverà a casera Slenza alta...un peccato...arrivo ai pascoli di Slenza alta...all'andate placide mucche ci osservano dall'alto mentre raggiungiamo la sella e quindi facilmente per tracce dietro la stalla alla panoramica cima della Slenza est...gran panorama e nevicata di 10 minuti...tornati alla sella abbiamo proseguito per la Slenza ovest...il 429 fino al bivio per Falcons è perfetto poi il tratto per raggiungere la cima è un saliscendi faticoso dopo il buon dislivello della giornata ma in buone condizioni, i mughi non creano problemi per ora…panorama grandioso...freddo...al ritorno episodio spiacevole...siamo passati lungo la parte bassa del pascolo come all'andata assieme al mio pastore tedesco rigorosamente al guinzaglio e la mia compagna di escursioni 10 metri dietro di me...a un certo punto 15 mucche sono scese correndo dal pendio verso la mia compagna e han cercato di caricarci...sono arrivate a pochi metri da noi e il mio cane ha abbaiato per allontanarle...si sono fermate un momento e poi sono ripartite all'attacco...poi il mio cane ha avuto un battibecco con la mucca capobranco e si sono fermate di nuovo...quindi abbiamo cominciato a correre per più di 500 mt fino a raggiungere il confine del pascolo presso la casera in cui c'è il cancello...ci hanno seguito fino lì...sicuramente il cane è un elemento di disturbo per le mucche però non ci siamo divertiti...ci è andata bene viste le varie disavventure avvenute in austria e Dolomiti con le placide mucche...tante volte mi è capitato di passare vicino alle mucche con il cane ma in più di 20 anni di montagna non è mai successo un episodio del genere...altroché orsi e lupi...qua bisogna stare attenti alle mucche..al di là degli scherzi...occhio e sempre cane al guinzaglio...
  • 16/04/2019 Compiuto oggi l’anello salendo solo alla Slenza est, percorso ben segnalato fin sotto la forcella dove la neve ancora abbondante ci ha costretti a salire a occhio. I paletti menzionati non ci sono più, notevole il panorama nonostante le nubi. Anche noi non abbiamo trovato la scorciatoia di cui si parla nella descrizione e sbagliando abbiamo imboccato il sentiero segnalato con frecce e bollino più sotto per uscire comunque sulla carrareccia e rientrare percorrendo la ciclovia. Mandi a duç
  • 18/01/2019 Sono salita alla Slenza Ovest con alcuni amici partendo da Studena Alta. L'imbocco per la stradicciola, trovata innevata, si trova poco più sotto rispetto alla frazione. Raggiungiamoo Case Pramolina e proseguiamo lungo il CAI 429 verso SO nel bosco, dove alcuni recenti schianti, obbligano a facili e brevi aggiramenti. Dal pianoro presso Casera Slenza Alta continuiamo quindi verso SO per congiungersi al CAI 429 che sale ai Falcons. Una volta raggiunta la cresta, lasciamo a SX il sentiero segnalato per dirigerci a DX lungo una labile traccia che mostra fin da subito il suo carattere: chiuso ed ostile, mughi che devono essere affrontati direttamente, soprattutto all'inizio, cercando di intuire attraverso essi un'ipotetica traccia. Ci teniamo soprattutto nel versante di Gleris, che tuttavia presenta dei punti un pò esposti. I ramponcini, che avevo preventivamente calzato mi tornano utili sulla scarsa neve scivolosa, così come lo sono i mughi, ai quali mi aggrappo come fossero cavi. Miriamo a due speroni rocciosi che attraversiamo nel mezzo, salendo e poi scendendo ad una specie di avvallamento dentro i baranci. A questo punto, scendiamo ripidamente ma brevemente a SX, costeggiamo una parete rocciosa (DX), confortati da due fettucce bianco-rosse che ci confermano la giusta direzione, quindi risaliamo a DX ancora facendoci un pò largo tra i mughi, ma a questo punto la via appare più evidente, poichè scorgiamo la cima con l'ometto. Aggiriamo l'anticima sul lato DX, ridiscesa e risalita e finalmente conquistiamo la Slenza Ovest, 1665 mt! La cima è provvista di ometto con al suo interno un barattolo di vetro contenente il blocchetto firme di vetta, postato nel 2016 da un escursiionista. 16/01/2019
  • 08/10/2018 8/10 Saliti oggi fino alla cima Est. Qualche difficolta' a trovare l'attacco del sentiero, nulla da dire rispetto alle segnalazioni del CAI429, sempre evidenti, il sentiero e' curato, in buono stato.Occorre solo porre attenzione agli alberi che spesso interrompono il cammino, per il resto, la camminata e' piacevole e mai noiosa o banale. Giunti alla vecchia casera sulla sella, abbiamo raggiunto la cima per tentativi, non vi e' alcun segnale, solo un paletto incontrato scendendo. Qui il panorama e' notevole, merita senz'altro!Imboccata la mulattiera siamo scesi (forse troppo) e abbiamo imboccato l'unico sentiero segnalato in rosso, finendo in mezzo a frasche, rovi e pantano (dalle tracce di passaggio, evidentemente non siamo stati gli unici a sbagliare!). Forse avremmo dovuto prendere il sentiero diretto piu' in alto, ma non abbiamo visto indicazioni.. in sostanza abbiamo fatto freestyle tra fango e foglie secche fino a raggiungere la ciclabile alpe adria che ci ha riportati a Plans. Bel giro, abbastanza impegnativo ma appagante!
  • 02/05/2018 1 maggio 2018, escursione tra amici. Partenza da Studena Alta, con breve salita su carrareccia raggiungiamo Case Pramolino, dove ci ricongiungiamo al sentiero CAI 429 e all’anello descritto nella guida. Il sentiero procede con pendenza tranquilla nel bosco, diversi schianti, grandi e piccoli, obbligano ogni tanto a qualche esercizio supplementare. Tra i 1200 e i 1300 metri inizia a fare la sua comparsa la neve, sotto la sella tra le due Slenze una larga lingua di neve copre completamente il sentiero e così affrontiamo il pendio finale alla spicciolata, chi di qua, chi di là, alla ricerca di qualche segnavia che ci porti su terreno più comodo … la sella è comunque vicina, sull’altro versante il terreno è già fuori, ricoperto di crocus bianchi. Proseguiamo la traversata sul 429 in direzione sud, il sentiero a tratti è incerto e nascosto da chiazze di neve. Raggiunta infine la selletta, dopo una veloce occhiata ai Monti di Gleris che ci compaiono davanti, affrontiamo i baranci della cresta sud … qua e là sembra di individuare una debole traccia che poi però si perde sotto la neve, ogni tanto si vede qualche ramo tagliato che ci rincuora ... sprofondando nella neve ancora alta e sempre baruffando con i mughi, avanziamo con fatica cercando di tenerci il più possibile sul filo di cresta. A circa metà del percorso, dopo una selletta, un tratto di cresta veramente impenetrabile ci costringe a compiere una manovra di aggiramento scendendo in modo precario sul versante est innevato ... scoraggiati, stiamo per gettare la spugna, quando l’ottimista del terzetto annuncia di aver scovato un varco … riguadagnata faticosamente la cresta, troviamo finalmente una traccia abbastanza comoda e relativamente sgombra dai mughi (ma non dalla neve) che ci porta in modo più agevole sull’anticima. Ancora qualche metro di discesa e risalita su un facile sentierino e siamo finalmente sulla piccola cima, con il suo bell’ometto. Ci scambiamo un affettuoso e soddisfatto “Bergheil” e poi diamo una voce giù verso la casera per avvisare del nostro arrivo in vetta la coppia di amici che ci attende nei pressi. Qualcuno ci risponde, ora so che la voce era quella di Francesca, che approfitto per salutare! La giornata non è delle migliori, il cielo è coperto, ma la visuale dalla cima lascia comunque senza fiato, soprattutto la prospettiva sulle Sette Picche e sul vicino Zuc dal Bor & C. Dopo un po’, veniamo raggiunti da un altro escursionista solitario (“from Germany”), che però si ferma sull’anticima. Ritorno per la stessa via e con gli stessi problemi dell’andata, stavolta proviamo la manovra di aggiramento del punto critico sull’altro versante, trovandolo altrettanto malagevole. Oggi posso dire di aver finalmente compreso il significato esatto del termine “ravanare”. Cima piccola ma “sudata” che, proprio per questo, ci ha dato una grande soddisfazione. Distanza percorsa 11,8 km, dislivello 900 m, tempi di percorrenza circa 5.40 ore, di cui 3.15 per la salita (2 ore alla sella tra le due Slenze + 1.15 alla cima) e 2.25 per il ritorno, il tutto con ritmo tranquillo. Un saluto a tutti!
  • 01/05/2018 Percorso oggi l'anello delle Slenze da Plans come proposto, eccetto la scorciatoia finale dal tornante mt 850, che abbiamo comunque provato (ci sono un ometto ed un bollo sbiadito) senza riuscire a oltrepassare l'impluvio incassato.Spessi cumuli di neve ancora sul CAI 429 dove ci sono gli schianti e i grossi massi. In questo punto un escursionista ci supera e seguiamo, forse incautamente, le sue orme (sulla neve) che fuoriescono dal sentiero e salgono gli ultimi metri ripidamente sotto la forcella tra le Slenze. Dalla casera senza nome notiamo alcuni escursionisti in salita sulla vetta Ovest che poi raggiungono: sono in 3 poi 4 con quello visto in precedenza, esultano e noi rispondiamo ai saluti dalla vetta della Slenza Est! Quest'ultima raggiunta facilmente dalla casera Alta fiancheggiando la pineta sulla sx direzione N, poi per traccette sulla cresta, si oltrepassa qualche nevaio e si trova il sentierino evidente che porta brevemente in vetta (bolli sbiaditi). Per rientrare a Plans, una volta scesi fino al termine della carrareccia del versante SE, percorso il tratto di pista ciclabile Alpe Adria fino all'auto, che avevamo lasciato al di qua del sottopasso della ex ferrovia, difronte ad una caserma dismessa.
  • 27/10/2017 Salito oggi da Plans , ma limitata la salita alla sola cima est, rientrando poi lungo il percorso di salita. Il sent.429 è ben segnalato e non presenta difficoltà, fatto salvo lo scavalcamento di alcuni alberi schiantati-Come mi è successo anche nel 2010, difficoltà a trovare la traccia che sale alla cima. Non ho trovato ne bolli ne paletti e quindi, con l'ausilio della bussola, ho puntato dritto per dritto verso est, mantenendomi sempre in salita. Dalla cima, il panorama è stupendo, offrendo la visione dei monti circostanti, in una prospettiva diversa.Buona vita a tutti
  • 14/05/2017 13/05/2017-Alla Slenza est da Plans. Faccio seguito al recente commento di Loredana: alcuni schianti nel bosco, alcuni tagliati, altri scavalcabili o aggirabili facilmente. Dalla casera-stalla sulla sella si sale al crinale dove poi si ritrova una traccia che seguita a destra porta in cima (non ho notato paletti segnavia). E' da diverso tempo che non ci salivo e davvero il panorama è ampio. Croce nuova, libro vetta, e prime gocce in arrivo. Scesi dalla stessa parte. Bosco fitto, silenzioso, molto appagante. Sulla facciata di un edificio a loc. Pramolina si osserva un graffito raffigurante una mitragliatrice. L'opera è stata staccata (forse da alcune postazioni poco più sopra? il sentiero traversa infatti diverse linee di trincee ancora ben evidenti) ed applicata alla parete dopo la Grande Guerra, ci spiega un abitante.
  • 31/03/2017 Raggiunta solo la Slenza Est, con la neve il discorso cambia, qualche difficoltà a trovare il sentiero e a mantenersi sullo stesso, nella zona del bosco con i grandi massi, numerosi scavalcamenti di alberi caduti (mi sembra però non recentemente). Poi per la cima ci si arrangia, ho trovato impronte e le ho seguite, cima inaspettata, incredibilmente panoramica e pure discretamente frequentata. La scorcatoia per Plans, al tornante, è indicata da un ometto a sinistra; provato a scendere un po', ravanato parecchio e alla fine mi sono rassegnata a scendere a Pietratagliata; invece, oltrepassati gli stavoli deiFalez, ad un tornante, a sinistra lucidissimi segni rossi ed un ottimo sentiero, sicuramente riguarda la manutenzione dei tralicci ma si percorre molto bene e pure nella direzione giusta, è solo un po' più in basso; quando il crinale lo ha consentito sono risalita di circa 50 m. di dislivello per raccordarmi al vero tracciato soprastante e da lì via verso Plans fra galline festaiole
  • 25/12/2016 21/12/2016 Salito da Plans, per l'esc. alla Slenze Est.rimasta incompiuta tre anni fà(per neve)e con la bella giornata di oggi deciso di portare a termine.Con il sent.429 sempre ben segnalato fino all'uscita assolata sui prati della Casera, poi cercando tracce e passaggi migliori, la salita verso la Slenze Est.trovando ben presto la sicura via, (bolli sbiaditi) per la piccola e panoramica cima.La discesa verso la Casera e seguendo i visibili segnavia, la risalita per la Slenza Ovest.consapevole delle difficoltà sulla sua riuscita.Salita tranquilla fino alla selletta,poi a dx con difficoltà fra mughi e baranci...superando pure i due speroni rocciosi,infine a pochi metri dalla cima,è stato "impossibile"continuare, gli alti e folti mughi hanno messo fine all'impresa, rientrando amareggiato verso il sent.429,e scendendo poi a Plans. Mandiiii
  • 10/12/2015 Lunedi 07/12/2015 Salita effettuata dalla carrareccia di Pietratagliata che comodamente conduce alla Casera Slenza Bassa continua per un ulteriore tratto, quando poi si trasforma in mulattiera in una decina di minuti si sbuca fuori nel vallone tra le due Slenze dove sorge la Casera Slenza Alta. Da qui per arrivare in vetta si passano tutti gli edifici per poi salire per verdi/prati tenendo sulla destra l'impluvio e andando sempre dritti sotto il bosco con tracce di passaggio e segni scoloriti rossi su pietre seminascoste dell'erba fino su alla forcelletta (nasce qui l'impluvio) da qui (ometto) salire per roccette e arbusti fino alla nuova croce di vetta con straordinario panorama sulla valle e su parecchie cime.
  • 01/08/2015 August 1, 2015. We went the trail without difficulties. However, on the way up to Slenza there are some trees on the path. At the upper hut in the saddle we didn't fint the path to the summit. The way down to Slenza alta ist quite overgrown and the forest road at Slenza alta is nearly not visible due to grass. On half way down to Malga Slenza bassa you will find a completely oversized forest road which ends in the nowhere. Obviously it has been finished this year, however, rain begins to distroy it (and one leg is already given up).We did find the beginning of the path to Plans, which endet after about 20 m in the woods in a torrent. On the other side we codln't identify the path. So we followed the forest road. 4 turns later there a several red bullets and arrows toe the left into the wood with an ascending path. This might be a new version of the old one, but we didn't find any description. Thus we went down and followed the bicycle route back to Pontebba. Where the cylce route ends and turns right to the cemetary of pontebba, it is possible to turn left upwards to Plans. Follow the left leg of the road and get back to Plans. 16,3 km
  • 16/05/2014 Uscendo da Pontebba m’aspetto di trovare indicazioni per Plans, potevo tornare fino a Muec! La toponomastica pontebbana ne ha decretato la definitiva “talianizzazione” in “Casali Piani”. La carrareccia non entusiasma ma i colori che la circondano sì, delle petasiti svettano orgogliose nell'apice della loro peluchosità, pronte lasciar volare i semi con i capricci del vento. Poco dopo i 700mt una traccia si stacca sulla sinistra, bollata di rosso, la seguo senza indugio. Mi ritrovo in un bosco tagliagambe con l'erba altissima che sbuca nel corridoio della linea dell'alta tensione che scende a Plans. Mi chiedo se sia stata una buona scelta, quando affioro improvvisamente tra caleidoscopici prati. Poco dopo quota 800, uno stavolo mi invita a curiosare al suo interno. Il sole si trova al suo opposto e la luce filtra tra le assi di legno disegnando un scintillante negativo di luce ed ombra sul pavimento composto da assi precarie. Al centro del gioco luminoso una rudimentale slitta, manufatta con dei rami giovani e flessibili, probabilmente atta a trasportare il fieno a valle. Sulla scala è appoggiata una falce. Potrebbe esser stata lasciata da una stagione, da pochi giorni o da qualche anno. Ma è lì. A emozionarmi. Immagino di vedere le mani callose che l'han adagiata da poco. Non mi stupirei di sentire dei passi tra le erbe. Eppure è senza tempo. Potrebbe essere solo un ricordo lontano, un’eco della memoria. Ma pare accomodata solo da qualche istante contenendo in sè l’azione stessa del falciare un mare all’apice della vivacità. La sua statica dinamicità mi scuote. Bugole e Tarassachi compongono un prato dominato dea perlosi Latte di gallina. Più in alto ritrovo la strada e giungo presso le casere Pramuline, stavolesco eden che incatena l’anima. Poi l’abetaia. Tenebrosa. Ove tutto muta. Il troi è flagellato dagli schianti e la sensibilità vira di 360°. La fatica del salire diventa doppia. Fisica ed emotiva. Prima dei 1110 un sorriso inaspettato. Tra due abeti s’insinua la dolcezza betullesca. Inframezzata incestuosamente, incastrata all’impossibile, svetta mescolando, alte come mai, le sue fronde, gareggiando con conifere verticali alla ricerca della luce. Il sottobosco è regno assolutamente veratresco, stemperato dalle acetoselle. Dai 1300mt gli schianti si mischiano alla neve. A volte il troi è una caccia al tesoro, diverse lavine irrompono e alcune sembrano di panna, guarnita con sacapoche giganti, caramellate con gli aghi caduti e rimasti agli apici delle minuscole crete nevose. Fino alla sella è da mateare e rincorrere le bandierine. Poi si sale a piacere in un mondo bidimensionale. In un paio di centimetri si passa da un manto nevoso a una candida distesa di crochi. La cima è asciutta. Mi distendo scalzo, con i muscoli indolenziti dal Gran Monte, a osservare un panorama stupendo. Ma la vita risorge e con essa, esseri alati, per nulla timidi. Mi copro come Lawrence d’Arabia (al contrario) sentendo miriadi di ronzamenti e spinte sulla maglia che mi ripara. Poi l’urlo. “Crustadis” di quelle hardcore! Smaglietizzato ricerco la causa, migliaia di formiche impazzite (piccole e rosse o enormi e nere) rincorrono la cima, neanche foss’essa un formicaio gigante, attaccando l’escursionista minaccioso (mica sanno che son animalista all’ennesima potenza!). La vista insolita riempie i sospiri, la sorella ovest è improponibile per la neve, ma da qui è una meraviglia! Spettacolare lo sguardo sulla nascente della val Dogna e sul Montâs, sul muraglione che protegge la val Alba, sul gruppo Pricot- Cavallo e lo Scinauz, minaccioso gigante dietro la delicata coppia Bruca-Brizzia! Scendo dopo molto, curiosando tra le malghe, in un troi tormentato ancora per un po’ dagli schianti. Oltrepasso la paradisiaca Slenza Bassa ove le fioriture regrediscon di stagione (polmonarie, primule..). Il bollo rosso a quota 850 è sbiadito. Il troi di più. Difficile il mio omettoso desiderio per futuri escursionisti. Sotto ogni pietra.. Furmies.. (torne a meti iju il clap…) Il rientro è un’alternativa really salvadia, angusta e incerta ma che sa d’altri tempi. Altro che Cai, una traccia popolare, contadina, ormai dimenticata e scomoda. Ma emozionante per chi ne colga il calpestìo remoto. Prima di Plans una prateria diventa tavolozza e in mezzo, oasi d’orti recintati. Una gioia degli occhi. La mont a vîf! Scarto il regalo alla prima stalla di Plans. Zuan a si clame. L’artista degli orti. 17 anni fa, una volta in pensione, ha regalato la sua auto. Cantoniere, mi racconta, di quando il suo lavoro era ben più pericoloso in una strada ove i camion segavano gambe. Ora vive nel suo tutto, con due mucche e tre vitelli. Si confida su come le malghe siano in abbandono perché i recenti lavori abbian danneggiato le sorgenti ove prima pascolavano 50 giovenche. Scavo nella sua memoria, ricambiandolo con sorrisi estatici e rispettosi. Cogliendo il suo nirvana fatto d’essenziale, di odori, di fatica e semplicità. Scende a Pontebba ogni due mesi. Perché dovrebbe? Mi riprometto di tornare con una butilie di neri..no bêf, no gi covente… alore a sarà une butilie di sirop di Sâut. Da basse. Giornata intensa. Difficile da ridurre in poche righe (scusait). Zuan l’ha riempita, sorridente, oltre lis sos mostacjes, un stec, cui volis di cui ca sa dulà ca si plate il segret da vite… (10.05.2014)
  • 13/10/2010 sono salito da Studena alta, per congiungermi all'itinerario a case Pradulina. Itinerario non molto remunerativo. Complesso e difficoltoso trovare le tracce per salire alla vetta della Slenza Est. Se si arriva e se è una bella giornata, il panorama è buono.Buona vita a tutti
  • 01/05/2010 Percorso oggi con deviazione anche alla cima Ovest. Il sentiero 429 è un po'rovinato nella zona alta e i numerosi schianti possono talvolta confondere la traccia. La salita alla cima Ovest è impegnativa. Innanzitutto il proseguio del 429 verso i Falcon è assai rovinato e poi, una volta raggiunta la cresta sud, essa è per un buon tratto infestata da mughi, tanto che talvolta bisogna arrampicarvisi sopra. Consigliabile pertanto (come ho fastto io) la discesa per tracce sino alla forcella partendo dal canalone vicino alla cima. Ma attenzione non è per nulla banale e bisogna ravanare parecchio. Anche la salita alla cima est non è cosa da poco seppur breve in quanto manca completamente la traccia. La scorciatoia finale è come da relazione anche se il mio GPS segnava quota 890 e non 850
  • 14/06/2009 Fatto il 13/06/09: sentiero CAI n.429 in parte rovinato dai numerosissimi alberi sradicati e spezzati dalla neve invernale. Presenti ancora alcuni cumuli di neve ghiacciata. Improbabile trovare una via per raggiungere la cima dalla casera. Un po' difficoltoso trovare le tracce della scorciatoia per Plans ma dopo molto ben segnata.
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