Avvicinamento
Da Tolmezzo si risale la valle del Tagliamento lungo la statale 52 fino a giungere a Forni di Sopra dove si attraversa tutto il paese per poi continuare in direzione del passo della Mauria. Dopo circa due km dalle ultime case prendere la deviazione a sinistra (indicazioni per il
rifugio Giaf) proseguendo fino al divieto di transito (m 1031, comodo parcheggio).
Descrizione
Lasciata l’auto si imbocca la pista di servizio che si segue fino al primo tornante dove un'indicazione ci segnala l'inizio della scorciatoia per il
rifugio Giaf (segnavia CAI n.346). Il sentiero sale inizialmente nel bosco di
faggio e
abete rosso poi, in ambiente più aperto, costeggia il torrente Giaf oltrepassandolo con l'ausilio di alcune passerelle in legno. Dal guado si rimontano a strette svolte le basse pendici del
monte Boschet che vanno arricchendosi di
larici e
mughi. Dopo essere rientrati nuovamente nel bosco la pendenza si appiana ed il sentiero interseca nuovamente il greto del rio raggiungendo ben presto una malga e, poco oltre, una cappelletta ed il
rifugio Giaf (m 1400). Facendo attenzione al ventaglio di sentieri che da qui si dipartono, tutti comunque ben indicati, si imbocca il sentiero che dal retro dell'edificio sale verso
forcella Scodavacca (si tratta della prosecuzione del segnavia CAI n.346 che abbiamo utilizzato per arrivare al rifugio). Dopo un breve falsopiano ci si accosta ad un rio sul cui margine si riprende a salire lasciando quasi subito a destra la deviazione per l’
Anello di Bianchi. La salita prosegue con pendenza regolare dapprima al limitare del bosco e poi tra le conifere che hanno preso ormai definitivamente il posto del
faggio. Per un tratto il nostro sentiero coincide ancora con l’Anello di Bianchi poi, giunti ad una radura tra i
larici (panca), i due percorsi di dividono definitivamente. Tenendosi la destra il nostro percorso entra ben presto nell’orizzonte degli arbusti, tra macchie di
mughi e fazzoletti erbosi riccamente fioriti. Con pendenza gradevole ci si innalza di quota giungendo presso un grande macigno dove si lascia a sinistra anche la traccia che sale alla forcella di
Las Busas ed al
bivacco Marchi Granzotto (CAI n.354). Il sentiero si affaccia ora sulla parte alta del vallone dove ci attende un evidente gradone detritico ricoperto da una estesa fascia di mughi e solcato da un grande rivolo ghiaioso. Camminando tra
mughi e tappeti di
camedrio, si supera anche questo terrazzo giungendo in vista dei grandi ghiaioni che si sono formati alla base delle pareti. Sempre tenendosi sulla destra del vallone, ormai quasi in falsopiano, ci si avvicina e si guadagna la grande insellatura di
forcella Scodavacca (m 2043), racchiusa tra le bastionate rocciose del Cridola a destra e dei Monfalconi a sinistra. Dalla forcella, il segnavia CAI n.346 divalla verso il rifugio Padova mentre a destra (nord) si stacca la ripida traccia (segnavia n.344) che sale alla Tacca del Cridola. Per noi invece è giunto il momento di invertire la marcia e ridiscendere utilizzando il medesimo itinerario.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri della Rupe