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Impronta di lupo

10-09-2014 10:40
Maiella Maiella
Salve, in estate ho fotografato questa impronta lungo il sentiero che dalla Maielletta conduce al monte Amaro. Siamo in Abruzzo all'interno del parco nazionale della Maiella. Potrebbe trattarsi di un'impronta di lupo? Siamo ben oltre i 2000 metri di altitudine. Premetto che i lupi in questa zona sono numerosi e li ho visti ma mai sopra i 1500 metri.
Allegato: IMG_1135.JPG
Impronta di lupo
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10-09-2014 12:27
tiziano.fiorenza tiziano.fiorenza
Salve. Disponendo di sola questa immagine e non di una serie (traccia) non mi sbilancio. Tuttavia in quelle zone oltre ad essere presenti i lupi, sono anche numerosissimi i cani randagi di ogni forma e taglia e l'errore è sempre probabile. Quest'impronta però è un po' anomala per un canide (da quello che vedo io polpastrelli asimmetrici e impressione scarsa o nulla delle unghie). Ripeto non mi sbilancio in assenza di ulteriori immagini o ancora meglio una traccia. Speriamo che il Prof. Filacorda che ha una competenza ben maggiore possa aiutarti. saluti.
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10-09-2014 12:29
tiziano.fiorenza tiziano.fiorenza
Scusa una cosa ancora, purtroppo l'immagine che vedo non è chiara: ma l'impronta è di 'fango bagnato' su suolo duro?
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10-09-2014 15:28
Maiella Maiella
Si esattamente. L'impronta è di fango bagnato su pietra. Confermo che in effetti i cani randagi sono numerosi soprattutto sul versante pescarese del parco della Maiella. A tal proposito il Prof. Luigi Boitani ha più volte trattato l'argomento mettendo in guardia dai rischi di una contaminazione genetica del lupo appenninico. Sempre in queste zone, nel 2007, pare sia stata avvistata -in realtà è stato registrato il suo verso- la lince con riscontro scientifico. E' stato uno studente universitario l'autore della scoperta e la sua tesi riguardava proprio la presenza della lince nell'Pppennino.
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10-09-2014 15:31
Maiella Maiella
Vorrei aggiungere che in queste zone i lupi sono facili da avvistare. Parliamo di un territorio fatto di molte riserve naturali ricomprese a loro volta nel parco della Maiella.
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10-09-2014 16:32
tiziano.fiorenza tiziano.fiorenza
Quelle zone le conosco abbastanza bene. Sull'inquinamento genetico lupo appenninico - cane per quanto contrastante è cosa certa tant'è che compaiono sempre più spesso livree lupine del tutto insolite per lupi 'veri', ma trattandosi della stessa specie le ibridazioni sono, ahimè, inevitabili. Anche la presenza della lince in appennino è assai dibattuta. Franco Tassi ipotizzò addirittura la presenza di una sottospecie endemica italica, senza tuttavia che vi fosse alcun materiale serio a supporto di tali affermazioni. Negli ultimi vent'anni vengono talora segnalate lince in appennino, ma laddove le segnalazioni sono reali, si tratta certamente di linci euroasiatiche fuggite o volontariamente rilasciate dalla cattività
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10-09-2014 19:04
Maiella Maiella
Per completezza d'informazione riporto l'articolo del corriere della sera in riferimento alla presenza dela lince in Appennino. E' del 2003 e non del 2007 (non ricordavo). Concordo sill'impossibilità di una verifica più approfondita della presenza di questo animale sulle nostre montagne. Nel parco nazionale d'Abruzzo, però, è presente l'area faunistica della lince con scopi di studio e di reintroduzione dell'animale.

Lo studente Badaloni rintraccia la lince dell' Appennino
L' animale non più avvistato da oltre un secolo, era diventato quasi una leggenda

Sui monti della Maiella a caccia di una lince. Non per ucciderla ma per svolgere una tesi di laurea, dimostrando che il felino è ricomparso sugli Appennini. Dopo tre anni di ricerche, tra freddo, pioggia e neve, l' obiettivo è stato centrato da Daniele Badaloni, 27 anni, studente all' Università di Roma Tre: il «gattone», scomparso dall' Italia da oltre un secolo, è stato finalmente rintracciato. Ad assegnare la «missione impossibile» al giovane zoologo è stato il suo relatore, Marco Bologna, entomologo con un nonno che fu guardacaccia nel Parco nazionale del Gran Paradiso. «Lui diceva che la lince l' aveva vista, ed era bellissima. Trovarla era un mio sogno di bambino che ho voluto trasferire a Daniele», spiega il professore, ordinario di ecologia animale. Il felino vive esclusivamente nelle Alpi, arrivato soltanto di recente da Slovenia e Austria; negli Appennini l' ultima segnalazione attendibile è del 1926. Altrimenti, per avere notizie prima di quella data bisogna risalire al 1840 quando, si racconta, l' ultima lince uccisa da un cacciatore. Poi solo leggende, dal 2000 in poi tutte catalogate da Daniele Badaloni, figlio del giornalista Piero, ex presidente della Regione Lazio. Nottate trascorse sulle montagne della Maiella, raccogliendo impronte, confrontandole. E ascoltando a lungo cacciatori di frodo e pastori, sicuri di aver avvistato l' animale. A lungo lo studente s' è appostato a Passo Lanciano, dove un insegnante di snowboard si era improvvisamente trovato davanti la lince, occhi luminescenti e pelo maculato. Per mesi Daniele ha disseminato esche di carne nei pascoli dell' Appennino, lanciando come richiamo un «vocalizzo» di lince registrato al Bioparco di Roma. La sera prima di mollare tutto perché scoraggiato e tornare a casa, il sospirato avvistamento. Buio pesto, fa freddo. A circa cento metri da lui, lo studente ode d' improvviso il lamento del predatore, qualcosa tra un ruggito e i miagolii d' amore dei gatti. Terrorizzato, punta il microfono direzionale e accende il registratore. La comunità scientifica è infatti severissima: occorre la prova che il richiamo ascoltato sia davvero quello della lince. Nei laboratori di Roma Tre viene poi comparato lo spettrogramma (in pratica la frequenza delle onde sonore registrate) del ruggito del felino della Maiella con quello del parente che vive nelle gabbie del Bioparco. Il grafico è lo stesso. Nessun dubbio: negli Appennini è tornata la lince. Alessandro Fulloni

Fulloni Alessandro

Pagina 47
(15 gennaio 2003) - Corriere della Sera
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