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Elenco commenti

Monte Avanza dalle Sorgenti del Piave
N. record trovati: 20
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26-06-2022 00:00
daniele.russo daniele.russo
Percorso impegnativo, ma non troppo difficile, molto remunerativo per quanto riguarda panorami e ambiente naturale... fatto come proposto dalla relazione; tutti i sentieri sono in ordine, bisogna solo fare un po' di attenzione ai tratti esposti appena prima della cima. In cima si sale seguendo gli ometti di pietra. Itinerario comunque trafficato, ma sicuramente meno del Peralba. Marmotte a profusione
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13-07-2020 08:33
loredana.bergagna loredana.bergagna
Fra le proposte interessanti spunta l'Avanza, la domenica dal meteo perfetto invoglia all'anello lungo, partenza da Pierabech. Già qualche auto parcheggiata, il trio parte non prima del conforto di un caffè ed una fetta di torta, un aiutino per affrontare il dislivello previsto. Qualche escursionista in cammino, alla stretta di Fleons svoltiamo a sinistra rimanendo soli sul sentiero che sale ripido e che poi si apre sulla magnifica conca dell'omonima valle, nei pressi della casera Fleons di sotto un solitario agnellino ci guarda, poco oltre troviamo il gregge, una mamma bela insistentemente. Controlliamo i tempi, ci siamo dati 3 ore e 15 minuti per arrivare a Passo Sesis che intravediamo e ci sembra proprio lì, con le figurine in movimento verso il Passo dell'Oregone, e poi arriviamo anche noi, pochi minuti di ritardo sulla tabella di marcia nonostante un paio di brevissime soste. Al passo qualche chiacchiera e scambio di informazioni, prossima meta Passo dei Cacciatori, ben frequentato in salita, l'occhio guarda il simpatico ghiaione che ci aspetta; in realtà saliamo senza troppa fatica seguendo la traccia discretamente consolidata, bellissimo il verde della forcella, fiori a volontà, un cavo nuovo aiuta il passaggio della cengia e poi ometti fino alla panoramica cima. Qualche attenzione in più in discesa, il ghiaione non mi dispiace più di tanto, giunti alla base scendiamo a sinistra ancora lungo il segnavia 173 per poi raccordarci e seguire il 177, sentiero rustico assai, numerosi saliscendi su ghiaie e massi, cercando i segnavia e poi facendosi largo fra erbe, aquilegie e una sterminata quantità di cirsio lanoso che colora la base della Cengia del Sole; finalmente basta sassi e ghiaie e imbocchiamo la pista che scende alle miniere dell'Avanza, lì il bosco mostra tutta la sua devastazione. Oramai non resta che seguire lungamente la pista che, ai Pistons, imbocchiamo a sinistra e ci riporta esattamente al punto di partenza, qualche auto ancora parcheggiata, dal bagagliaio spunta il thermos con il caffè e la meritata fetta di crostata; un bel 20 km con oltre 1600 m di dislivello positivo per questo bel percorso.
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04-09-2019 20:42
annalu97 annalu97
Saliti oggi sull’Avanza, anche noi abbiamo mancato la marcata svolta a sinistra imboccando il sentiero più diretto che in ogni caso abbiamo trovato quasi meglio del ghiaione che avremmo dovuto percorrere anche in salita, solo qualche manovra per superare i grossi massi che ostruiscono il canalino finale. Arrivati al ripiano soprastante, il cielo terso l’esteso panorama e i numerosi resti di guerra invogliano a una lunghissima sosta. Rientro attraverso passo dei Cacciatori, Sesis , poi giù al Calvi per un caffè e godere ancora un po’ del bellissimo paesaggio. Il percorso in alcuni tratti, a nostro avviso, richiede un po’ più di attenzione. Mandi a duç
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21-09-2018 23:49
barbagianni barbagianni
Solleticati dal precedente commento di laura.molinari, saliti oggi al M. Avanza ed all'attigua Cima Batterie, in una calda giornata di fine estate con qualche nube quà e là... Sosta quasi obbligatoria ai rifugi Calvi, Sorgenti del Piave e Piani di Cristo per timbri e leccornie.
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12-09-2018 17:15
laura.molinari laura.molinari
Percorso l’anello il 9 settembre 2018, in una bella e soleggiata domenica di fine estate, con la variante di salita per il canalone sud ovest, più diretta e veloce rispetto alla via normale. La traccia per il canalone si stacca dal segnavia CAI 173 attorno a quota 2000, nel punto dove la normale piega decisamente a sinistra. Si segue la traccia sufficientemente individuabile che risale il ghiaione, su fondo detritico ma abbastanza stabile. Mano a mano che ci si alza, la pendenza aumenta e il canalone si restringe, fino ad una strozzatura (ben visibile da lontano) dove si trovano incastrati alcuni grossi massi, che devono essere affrontati con due brevi passaggi di arrampicata. Il primo passaggio, sulla sinistra, è abbastanza semplice, il secondo richiede invece il superamento di una paretina di un paio di metri che non offre molti appigli, ma è agevolata da un vecchio cavo arrugginito e sfilacciato, al quale ci si affida recitando mentalmente una preghiera (utili anche i guantini da ferrata). Passato questo punto, ci si porta su una zona detritica meno inclinata (attenzione a non muovere sassi se c’è qualcuno che segue) e ci si ricollega in breve alla via normale, nei pressi delle gallerie di guerra, prima del facile pendio sommitale. Per quanto riguarda il resto, tutto come da relazione, il passamano del traverso esposto è continuo ed in ottime condizioni e anche le staffe che aiutano a superare il piccolo salto sotto Passo Sesis sono solide e recenti. Bellissimo giro in un grande ambiente, decisamente meno affollato del fratello maggiore Peralba. Dislivello e fatica contenuti, difficoltà di tipo E-EE ad eccezione del punto descritto, richiesta comunque prudenza e piede sicuro nel transito del tratto da Forcella delle Genziane alle gallerie. Un saluto a tutti!
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12-09-2018 10:31
giacomino.venturini giacomino.venturini
Escursione fatta il 02-09-18 con una piccola variante rispetto alla relazione. Per curiosità abbiamo scelto come punto di partenza il sentiero che dalla strada principale per le sorgenti del Piave, porta alla C.ra di Casa Vecchia. Il primo tratto in discesa è strada bianca ben battuta e praticabile con auto fino a poca distanza della malga, poi poco dopo la malga (cartello in terra) lasciamo la pista sterrata per proseguire a sinistra con il sentiero CAI 173. Dopo un breve tratto in falsopiano, il sentiero sale decisamente in un bel bosco di pini. Il terreno è molto umido e le numerose radici che sporgono dal suolo sono sicuramente un’insidia volendo percorrere questo sentiero in discesa. Usciti dal bosco la pendenza diminuisce ora il sentiero è asciutto e perfettamente agevole. In poco tempo ci raccordiamo con il sentiero anch’esso proveniente dalle Sorgenti del Piave descritto in relazione come punto di partenza. Oggi le condizioni meteo non son delle migliori tanto che raggiunto il bivio per il M. Avanza sotto la Crete Cacciatori, (cartello sempre in terra) indugiamo a lungo prima di proseguire perché sta piovigginando e una fitta nebbia copre praticamente tutto. Decidiamo comunque di proseguire almeno fino alla sella. Il ghiaione percorso molti anni fa, è sempre lo stesso, faticoso come sempre, ma non ci perdiamo d’animo e dopo qualche sbuffata arriviamo nel traverso. Ora il meteo è molto più rassicurante, non piove più e ogni tanto il vento pulisce tutto e premia con delle bellissime panoramiche la nostra testardaggine. Il percorso che porta alla cima è tutto ok, anche i tratti attrezzati sono perfetti, raggiunta la cima, incredibile ma vero, un ampio squarcio di sereno si apre solo sopra di noi, ci fermiamo per circa 20 minuti per il consueto spuntino poi il cielo si copre nuovamente e così scendiamo. Arrivati al Passo dei Cacciatori, proseguiamo per completare l’anello fino al Rif. Calvi sotto una fitta pioggerellina che ci accompagnerà fino al P.so Sésis. Anche il tratto di sentiero che dal P.so dei Cacciatori porta al P. so Sésis è in buone condizioni. Raggiunto il Rif. Calvi troviamo solo alcune coppie di giovani di cui un paio parenti dei gestori, ci fermiamo piacevolmente a parlare con loro poi riprendiamo il cammino fino al punto di partenza. Durante tutta l’escursione abbiamo incrociato solo due persone! Mandi
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27-08-2017 18:46
luigino luigino
Salito oggi alla panoramica vetta del M.Avanza pertendo dal passo omonimo lungo il CAI 173... Raggiunto anche la vicina Cima delle Batterie (2423) di poco più bassa, dove troneggiano i resti di un avamposto italiano risalente alla Grande Guerra.
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18-10-2016 18:33
askatasuna askatasuna
Michele mi telefona personificando il buon Muttley. Solo che, al posto di “medaglia”, ripete: ferrata, ferrata, ferrata! Lo accontento. Il Chiadenis lo avevo visto solo dal Pic, con quei due caschetti colorati che si muovevano sulla cresta sommitale come minuscoli pac-man. In realtà è anche una scusa per ritornare sull’Avanza che m’aveva accolto con una fumate densissima e su cui ero salito, involontariamente per il canalone degli sci-alpinisti. Oggi mi fa strano esser circondato da una luce così forte, da colori così accesi dopo gli ultimi bivacchi in Dolomiti. Così mi perdo subito a cercare i Lastroni, ad osservare il Chiadin pensando alla relazione alpinistica di Matthew. Mi faccio soggiogare da quelle pareti argentate, cercando forme, seguendole piano con gli occhi fin quando s’esauriscono negli azzurri. Ed è così, perso nella contemplazione, che vedo la navata restringersi, pian piano. Doh! Come il buon Homer perso tra ciambelle e lattine di Duff, sono ritornato, per l’ennesima volta, nello stesso canalone. Recidivo e “potte”. Ma non mi dispiace affatto. Da qui la vista può continuare ancora a spaziare durante la salita. Pian piano fan capolino il Siera ed il Creton, nel mezzo, più sfocate, le inconfondibili sagome del Clapsavon e del Bivera. Continuiamo la ginnastica mattutina, avanzar due passi, traslare il busto, guardarci indietro e ripartire, fino a che la gola non si restringe del tutto, “otturata” da quei grandi massi. Superata l’unica difficoltà, siamo ormai sulla balconata sommitale dell’Avanza. La minuscola conca ricolma di filo spinato, non vede ancora fioriti i Senecioni, i cui petali sfioran indenni, anno dopo anno, quei denti modellati per sbranare e straziare. Come se la natura avesse voluto condensare tanti slogan in un’immagine dalla forza e dalla semplicità dirompente, quanto ovvia. Antimilitarismo organico! Pacifismo cromatico! Il panorama dalla cima è vastissimo e l’aria pulita. Brillano le ultime chiazze di neve dell’Antelao, poco più in là, la Marmolada. A levante invece tante ombre. La foschia e la posizione del sole amalgamano i contorni delle picche. Ma da quando sono salito in cima io osservo solo quella cresta. La traversata dal Fleons al campanile Letter è stato un piccolo sogno a cui ho dato da mangiare a lungo, l’ho curato e cullato, per poi viverlo in solitaria. E la dedizione nel vederlo prender forza nutre ancora la mia anima, ogni qualvolta fisso quel rincorrersi sinusoidale di picche, come fosse il mio elettrocardiogramma. Quando ripartiamo penso ancora a come appariranno dal Chiadenis. Mentre scendiamo alla forcella mi soffermo sulle pareti graffiate sulla sinistra. Che razza di felino può essersi tanto accanito ad affilar lì i suoi artigli, lasciando quelle cicatrici? Poi alzo lo sguardo e noto due rocciatori in cordata che scendono dal Campanile delle Genziane. Le pareti informi della Creta dei Cacciatori son degne della follia Irving H. Millgate il cui soggetto ispirò il film cult Blob. Poco dopo eccoci all’attacco della ferrata del Chiadenis. (07.08.2016)
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03-09-2016 20:46
sandra.sentierinatura sandra.sentierinatura
Percorso 03/09/2016 l'anello del monte Avanza dalle sorgenti del Piave.
Tutto come da relazione. Ore 11.00, nebbia in forcella Genziane e in cima, che si dissolve (per metà) dopo un poco. Alle due coppie che arrivano in cima si aggiunge, più sotto, una comitiva del CAI di monfalcone che la coincidenza ha voluto aver incontrato al caffè a Villa Santina (!). Visitate le gallerie di guerra, le due più alte hanno finestre e feritoie sulla val Fleons.
Al passo Sesis scendono ininterrottamente comitive di persone italiane e slovene dal Peralba. Oggi, al passo, poche marmotte. Torna il sole e scendiamo al Calvi per un saluto alla signora Renata e poi giù all'auto.
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15-10-2014 16:57
askatasuna askatasuna
Per sfuggir al grigiore miro a occidente fidandomi di solatie promesse. Con i rifugi chiusi punto d’appoggio è il ricovero delle Sorgenti del Piave, raggiungibile in auto. Otto letti con materassi e coperte, un lusso! Il troi arde di Asclepiadi che con un blu acceso contrastano i primi cambi d’abito dei larici. Le nebbie si stan già nutrendo di roccia e tutto scompare alla vista, tranne quei miliardi di piccoli, insignificanti sassolini. Uno più ammicchevole e colorato dell’altro. Preziosi. Unici. Ogni passo è una rinuncia a un ladrocinio di forme, di intarsi cromatici. I segnali latitano e finisco per seguire lusinghevoli ometti sulla destra che portano al canalone degli scialpinisti. In vetta scoprirò come un bel po’ di firmanti c’è cascato. Ma almeno han visto il cavo a fine gola! Io m’arrampico sulla sinistra. Tutto si fa più umido, detritico e delicato. Non appena penso “non vorrei proprio tornare indietro da qui” il cammino si fa impossibile. Ridiscendo e noto il cavo a destra. Poco dopo sono al cospetto delle casermette. Resto tre ore a perlustrare la cima dell’Avanza. Senza spiragli. Mi consolo con le fioriture dei tanti Senecioni, perennemente allegri. Alcuni crescono abbracciati al filo spinato. Alla sella delle Genziane non mi ritrovo nella descrizione di SN al contrario. Il fumo denso annebbia anche i pensieri. È come se m’avessero preparato per il mio turno di mosca cieca. Sulla sinistra si mostra una parete sconvolta da millenni di lacrime. Delicate ed irremovibili, con la loro eterna e languida tristezza si son scavate la strada per scender a valle ma solo nei punti deboli della facciata che, liscia e possente, rimane composta e compatta. Quando scopro che il troi è quello per cui sarei dovuto salire non me ne capacito. Rinuncio al Chiadenis mentre il bianco s’alza con una risata roca alla Muttley. Di notte sono solo con qualche campanaccio che suona e una manciata di stelle che chiama a perdersi tra gli alberi inghiottiti dalla notte. Il giorno dopo la prendo comoda. Il tempo migliora, l’Arpa veneta è stata categorica. Risento, lontano, il ghigno di Muttley. A colazione una mucca s’affaccia sulla porta per darmi il buongiorno. Esco a prendere le leccate d’ordinanza e riparto puntando alla Sartor. Nel bosco due caprioli si disperdono in direzioni opposte dopo fulmineo consulto. La carrarecciosa salita è monotona se non fosse per quelle pareti così vicine che non fan abbassar lo sguardo e poi il Lastroni che si da un’aria seriosa con dell’esile e lunga nuvolaglia a far da baffo. Il troi delle marmotte non è una semplice scorciatoia, è un regalo. Intuisco che c’è qualcosa di strano quando m’appare la Pulsatilla Imperterritam. Prima a farsi vedere e incredibilmente testarda nel volere avere l’ultima parola tra le fioriture. In pochi metri conto una ventina di specie ancora vispe. Vedovelle, Primule di Haller, Biscutelle…parte una sequela di sorrisi a salutar tutti quegli inaspettati gioielli. Imbocco la ferrata con la fumate. Ormai siam coppia fissa. Verticale e divertente, finisce presto. Il resto è un detritico camminar tra i vapori, fino al Peralba. La discesa è un altro mondo. Le rocce cambian colore e consistenza, le nubi fan da cornice al paesello di St. Lorenzen illuminato da un sole a festa. Nel bosco ritrovo i caprioli. Ora sono quattro e li sorprendo da vicino. Al ricovero mi preparo per batter sul tempo l’evanescenza mattutina. Ma c’è ancora spazio per gioir di quella coperta tessuta di silenzio e scintille di luce, per l’ennesima passeggiata notturna che mi regala qualche rospo e tanti fari bovini che s’aprono e chiudono alternati alimentando le risate. (10 e 11.10.2014)
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17-07-2014 10:46
marco.raibl marco.raibl
Fatto ieri,con Luca,l'anello come da relazione.Niente da segnalare riguardo alla percorribilità.I pochi nevai residui si superano tranquillamente.La neve tiene e si va tranquilli anche senza ramponi.L'avevo già affrontato anni fa,ma ieri non ho potuto fare a meno di considerare che il tratto che segue la cengetta attrezzata è il punto più delicato dell'itinerario.L'esposizione è forte,i detriti coprono il camminamento e l'inclinazione accentua il senso di precarietà.In un punto la roccia si protende leggermente verso l'esterno e ci si deve un po' abbassare.I vecchi fittoni dimostrano che lì,una volta,passava un cavo.Secondo me la cengia attrezzata è meno ardua.E' un punto da affrontare concentrati.La zona sommitale è un luogo che fa venir voglia di fermarsi per una notte,magari con la luna piena a illuminare tutte quelle chiare rocce.Molta gente,come me la prima volta,dà l'impressione di non accorgersi del bivio posto alla base della parete scavata che ci porta nel catino sotto al Passo dei Cacciatori.Prosegue lungo il ripido canalone fino al punto in cui il cavo penzolante aiuta a superare la strettoia,per sbucare poi sul plateau terminale.Ieri,in tre sono passati di lì,riferendo che i ramponi sono necessari.Siamo poi scesi al rifugio Calvi per riempirci un po' lo stomaco e notare che,finalmente,si vede girare qualcuno anche nei giorni infrasettimanali.Gestori,come sempre,molto cordiali.Buone cose a tutti
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02-06-2014 20:16
Paolo.Toscano Paolo.Toscano
1/6/2014 Percorso l'anello da Sorgenti del Piave (strada aperta) per sentiero 173, canale sud dell'Avanza, poi dalla cima per cengia fino alla Forcella delle Genziane, Passo Cacciatori, Passo Sesis e ritorno per rif . Calvi. Eccezionali condizioni di innevamento per il periodo, neve portante e molto abbondante da circa quota 2000 (ancora scialplinisti in azione). Necessari ramponi e picozza soprattutto per attraversamento parte alta cengia verso forcella Genziane, mentre parte attrezzata è sgombra da neve. Molta neve anche a nord del Chiadenis e nella parte alta della val Fleons. Mandi
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15-09-2013 21:28
luca.deronch luca.deronch
domenica 8 settembre 2013
Per la cima del Monte Avanza dovremo attendere ancora. Raggiunta forcella delle Genziane nella nebbia, abbiamo tentato di salire in cima. Superati i tornantini della vecchia mulattiera e la breve cengia attrezzata non si vedeva ad un metro e cominciabo a sentire le prime gocce. Dietro front e rientro al Calvi per il Passo Cacciatori ormai a memoria ( è la terza volta che tento la cima e sempre per un motivo o per l'altro ho dovuto fermarmi) sotto la pioggia. Mi consola il fatto che la decisione è stata giusta, probabilmente me la sarei presa tutta in discesa dalla cima. Per quest'anno non ci torno ma resta in lista. Due belle marmotte sul ghiaione sotto il Passo Cacciatori salendo a forcella delle Genziane.
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22-07-2013 18:24
MauroGo MauroGo
Continuando con la tradizione di seguire le orme di Loredana, oggi sono salito anch'io sulla cima del monte Avanza. La cosa buffa è che, rileggendo la relazione e i commenti precedenti, mi sono accorto che ho sbagliato il percorso di salita ... in altre parole, credo di aver fatto il canalone che Loredana ha chiamato il percorso di scialpinismo, che mi ha portato direttamente al ripiano sospeso che ospitava il villaggio di guerra. Per chi volesse fare questa alternativa va detto che il suddetto canalone si restringe nella parte alta, dove persiste attualmente una lingua di neve dura di una trentina di metri (sarebbero utili qui i ramponi!), che fa anche da rampa di accesso al tratto ostruito da alcune rocce, che vanno scalate anche con l'aiuto di una fune metallica. Superato il punto più ostico, si arriva in pochi minuti al ripiano superiore e da lì si prosegue per il pendio sommitale che porta alla cima del monte Avanza. Mauro.
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21-07-2013 19:51
loredana.bergagna loredana.bergagna
Monte Avanza il giorno dopo.
Ripercorso l’anello a distanza di due anni, oggi la compagnia è di quelle che poco dorme, tanto cammina e senza tante lagne.. Appena abbandonata la strada per seguire il sentiero i nostri occhi si perdono nel tenue azzurro della campanule barbate, meglio faremmo a guardare dopo posare gli scarponi, qui siamo in territorio bovino…subito dopo la presa dell’acquedotto il sentiero dei fortini entra nel bosco, silenzio, e guardando questo e guardando quello ad un bivio giriamo a dx risalendo uno stretto canalone con tracce ed ometti, solo dopo un po’ di dislivello ed una scarica di sassi (pronta fuga sotto uno sperone) realizziamo che si tratta del percorso di scialpinismo che scende dall’Avanza per cui dietro front e via sul giusto sentiero. Sulla pietraia un cartello Cai ha preso il posto di quello vecchio e illeggibile, di vecchio è rimasto solo il palo che lo sorregge. Oramai arrivare alla forcella delle genziane è un gioco, il ghiaione non ci pare nemmeno faticoso, splendidi cuscinetti di erba storna e arnica dal caldo giallo distolgono il pensiero dalla fatica, altre persone in salita. E poi i segni della guerra, e dopo mille anni e dopo cento anni siamo ancora qua a discutere per un lembo di terra…. la salita sulle placche finali e resa piacevole dalle fioriture, buona cima e buona cima anche a quei due scoiattoli (due gemelle di 7-8 anni) arrivate su correndo, sorridendo e senza fiatone, chissà a chi sarà appartenuta quella pallottola che una delle due tiene in mano…subito dopo arriva il padre e poi si materializza anche la madre con una scoiattolina, avrà 5 anni, bella famiglia….
Discesa veloce, vietatissimo brontolare dopo aver visto le tre ragazzine, veramente qualche sbuffata ci scappa salendo a passo dei Cacciatori e poi ancora la salitella a Sesis ma alla fine ci aspetta la grande discesa verso l’ottimo caffè e succo di mirtillo gustati al rifugio Calvi mentre il gallo si ostina a cantare e una gallina ha fatto l’uovo, si agitano anche i bianchi tacchini (forse a colpa del mio zaino rosso). Da fuori uno sguardo al Peralba, ricordo una bella giornata, ci tornerò e magari, chissà, per la Sartor
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08-10-2012 20:30
claudio.65 claudio.65
Sabato scorso c'era l'intenzione di salirvi facendo il giro contrario a quello proposto dall'itinerario, ma alcune nubi rendevano la visibilità alquanto precaria dal falso passo Cacciatori in poi! Abbiamo così dovuto optare per il M.Oregone, ovviamente dopo una sosta al rifugio Calvi, dove come al solito abbiamo ricevuto una splendida accoglienza!! Da rifareb il prossimo anno, magari tornando pure a salire la vicina Cima Batterie di poco più bassa!
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02-10-2011 00:00
pier.colussi pier.colussi
bellissima e lunghissima escursione fatta ieri 01-10-2011 in una giornata dalle condizioni meteo perfette. Per chi volesse scendere dal versante che ospita casera di Casa Vecchia due note: la pendenza si fa sentire fin dopo il bosco e comincia ad attenuarsi solo all'inizio della strada lastricata; il bivio per scendere allo stabilimento delle acque minerali, appare poco prima del 3° ponte incontrato sul percorso in prossimità del quale si trova una cabina in calcestruzzo. Mandi, Pier
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21-09-2011 00:00
loredana.bergagna loredana.bergagna
Il meteo ci grazia ancora, posso continuare a macinare chilometri lungo i sentieri. Oggi Monte Avanza dalle sorgenti del Piave, seguo le indicazioni della guida SN n.8. Aria frizzante, 5° ma il sole fa già il suo dovere; attacco il sent.173, attraverso un piccolo rio, incrocio rigagnoli e cascatelle; dopo la prese dell'acquedotto a sinistra seguo il percorso dei fortini del monte Chiadenis. Esco dal bosco e mi sento schiacciata da quelle pareti perpendicolari, mi fanno sentire meno di niente: Splendida la risalta lungo il sentiero scavato nella roccia, lo sguardo spazia verso i Campanili delle Genziane e i sottostanti dirupi. iI ghiaione verso la f.lla delle Genziane è instabile e a tratti innevato, salgo faticosamente; arrivo alla verde forcella, mi giro a guardare: il sentierino si snoda in basso nell'ombra, di fronte contrasto di luce con il sole che illumina il Pic Chiadin e il verde della vallata. Seguo la traccia di sentiero che sale al monte Avanza, un'altra cascata, una piccola salamandra alpina si muove lentamente, arrivo ben presto al canalino, la roccia è rosa, via i bastoncini e vai di mani. La rampa è parecchio erosa, il cavo passamano nuovissimo, ben saldo, supero un altro stretto canalino affacciato su profondi burroni, eccomi all'intaglio con le 3 feritoie e subito dopo a resti del villaggio di guerra. Mi guardo attorno, osservo il filo spinato, arruginito, nessuno, silenzio, neanche il vento osa disturbare quel luogo...Proseguo verso la base delle placche, la neve ora più abbondante mi induce a maggior prudenza; risalgo lungo la roccia liscia, cerco i passaggi migliori per non affondare gli scarponi, seguo i numerosi ometti, tutto sommato è più facile di quanto pensassi, sono alla fine della cupola tondeggiante, ecco la piccola croce. Panorama mozzafiato e variegato, in lontananza le cime sono già abbondantemente imbiancate, sotto sento uno scorrere d'acqua. Qualche nuvola oscura il sole, fa freddo; ridiscendo fino al ghiaione, salgo al passo dei Cacciatori, la Val Fleons è spruzzata di bianco, continui fischi di marmotte allarmate. Arrivo ala sperone roccioso, cavo e staffe luccicanti ed eccomi in breve al passo Sesis, crocevia di sentieri, è tornato il sole. Da lì in breve arrivo al rifugio Calvi nei cui pressi fioriscono abbondanti le genzianelle sfrangiate e gli spilli di dama; qualche coccola al dolcissimo cane dei gestori del rifugio e scendo tramite le scorciatoie. Loredana
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24-06-2009 00:00
Gian Giacomo Biadene Gian Giacomo Biadene
Sentiero CAI: Hochweißsteinhaus>Wolayersee Hütte. Via Alpina R22 da Casera Fleons di sotto a Casera Sissanis di sopra. 2° canale: circa 10 minuti dopo Casera Fleons di sotto.. causa slavina tronchi e materiale impediscono il passaggio, reso altresì altamente pericoloso dalla pendenza del bosco sottostante. a Casera Fleons di sotto è consigliabile proseguire in discesa sul sentiero 140 direzione Pierabech e svoltare a sinistra dopo pochi minuti sul sentiero 142 per passo Giramondo. ggbiadene@katamail.com
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01-06-2007 00:00
silenzi.a@tiscali.it silenzi.a@tiscali.it
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