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06-08-2021 00:00 |
daniele.russo  |
Il sentiero e' in buono stato, eccezion fatta per la prima parte, con diversi tratti invasi dalla vegetazione e alcuni schianti che impongono brevi deviazioni. Arrivato poi al ghiaione, una "colata" fresca di rocce e detriti ha sommerso il sentiero (che si intravede tuttavia dall'altro lato del canalone) rendendo l'attraversamento difficoltoso per l'instabilita' dei sassi. Da qui in poi il sentiero � ottimo. Arrivato sotto la cima, ho preso il sentiero a sinistra e dopo aver riposato alla croce, ho continuato in cresta, per scendere poi senza percorso obbligato verso i resti delle costruzioni militari, facendo cos� un piccolo anello, senza dover scendere e risalire a destra. Panorami mozzafiato, ottima giornata. |
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08-08-2020 00:21 |
alessandro  |
Escursione fatta ieri, 7 agosto. Tutto come da relazione. Ottimo punto per una sosta ristoratrice l’attraversamento del solco roccioso con fresco ruscello verso quota 1300. Il sentiero è stato oggetto di recentissima (e graditissima!) manutenzione, con erba e arbusti falciati, rami invadenti tagliati e segnavia abbondantemente ripassati. Un grazie a chi si è prodigato nella faticosa opera |
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03-07-2019 19:02 |
giuseppe.venica  |
Escursione effettuata il 30/06/2019, come da relazione di SN. Dopo lo stavolo di quota m 823, si segue il tracciato di una pista di esbosco, oramai inerbita ed invasa da erbacce, che sale decisamente con una serie di svolte. Rientrati nel bosco, e superato un vecchio fienile in legno, si risale lungamente con pendenza sostenuta. Usciti improvvisamente su terreno più aperto, riavvicinandosi al rio, dove il sentiero risulta completamente franato, ci si deve destreggiare tra mughi e macereti per trovare il punto migliore in cui attraversare il greto. Superato un prato umido, progressivamente ci si porta su pendici ricoperte da pietrisco e completamente immerse nella mugheta. Qualche traccia di muretto a secco indica che stiamo percorrendo quel che rimane di una mulattiera risalente alla Grande Guerra. Superato il largo canale ghiaioso, non resta che risalire una rada boscaglia, aggirando senza problemi alcuni larici schiantati dalle slavine. Guadagnata la forca di Cjanalot, con un ultimo piccolo impegno, si raggiunge il ricovero Bernardinis; da qui si sale ancora seguendo i SV CAI, raggiungendo in breve i resti di un esteso villaggio della Grande Guerra, dove si trova anche l’imbocco della galleria che passa sotto il Vildiver. Attraversata la galleria, ci si trova al cospetto della Cima Alta del Due Pizzi; qui inizia un percorso attrezzato riservato ad EE. Ritornati sui propri passi, si ripercorre un tratto del sentiero verso il Bernardinis, fino ad individuare una traccia, contrassegnata da ometti, che conduce alla Cima Vildiver. Panorama esteso. Percorso impegnativo, ma privo di ostacoli importanti. Buone camminate a tutti. Bepi (Cividale). |
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16-06-2019 18:08 |
annalu97  |
Bellissima escursione effettua oggi partendo da Ombrico, favolose e varie le fioriture soprattutto dalla forchia di Cjanalot in poi. Sentiero quasi sempre evidente a parte nell attraversare il catino detritico (occhio all ometto), interessanti i resti di postazioni. Un po’ faticoso ma ne è valsa la pena! |
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12-08-2016 20:03 |
ectorus  |
Salito oggi partendo da plan dei spadovai, poco prima dell'omonima casera, ove il sent.605 inizia lungo una strada forestale.Il suddetto sentiero è ben segnalato, molto evidente e non presenta alcun problema o difficoltà. Per raggiungere la cima, si prende dietro il ricovero bernardinis la continuazione del sent.648. Dopo un centinaio di metri, a sx. parte la traccia, segnalata con ometto, ma anche questa è molto evidente, anche perchè è visibile la croce posta in cima , la quale assicura la direzione da tenere. Il ricovero bernardinis ( come ho postato nel suo sito ) è in corso di ristrutturazione, ma è già disponibile agli escursionisti. Buona vita a tutti |
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12-09-2015 22:43 |
roberto.fabbro  |
Da sotto i piloni dell'autostrada con la bella giornata tersa,saliamo alla Cima Vildiver,il sent.605 degnamente segnato,e percorribile senza difficoltà,decisamente si arriva alla forca Cjanalot,ora sferzata da una fresca brezza,con dei tornantini friabilial Ricovero Bernardinis,una piccola sosta ..più firme sull'agenda poi verso la cima. la visuale è stupenda, anche se verso il Montasio c'è un pò di foschia e a ovest il "fratello"maggiore copre un pò....ma il resto è meraviglia.Una visita alle post. militari, e alla galleria, per la cima grande(sent.franato),bellissimo ne è valsa la pena.....Mandi |
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03-09-2014 21:46 |
loredana.bergagna  |
Si parte con simil pioggerellina e gran ottimismo, un occhio al cielo fumoso ma con gran voglia di schiarire. L’auto si lascia prima del guado, l’acqua rumoreggia anche se non abbondante, il sentiero rivela da subito la scarsa frequentazione e dopo la pioggia diventa anche scivoloso. Nel ripido bosco qualche aggiramento e passaggio sotto le forche caudine, verso il Cjanalot vento e promesse di nebbia, filo spinato a terra, su un sasso una suola rotta, triste cimelio.. Entriamo al ricovero Bernardinis per ripararci un po’, mentre il vento diventa più forte e freddo e la nebbia fitta visitiamo la cittadella, solo un occhio alla galleria per salire in fretta al soprastante Vildiver, piccola chiazza di neve fresca poco prima della cima. Si scende senza difficoltà e nel frattempo il vento si placa e la nebbia permette ad un pallido sole di farsi strada fra gli sbaffi volanti. Escursione nel selvaggio, nessun segno di vita a parte una salamandra pezzata, una raganella e una grossa chiocciola. Prima della casa di legno trovati a terra un paio di occhiali da vista, montatura blu, portati a valle e lasciati su un ceppo, accanto al vaso di basilico, fuori del disordinato casolare nei pressi dei piloni dell’autostrada. |
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22-08-2014 19:44 |
giuseppe.venica  |
Fatto oggi 22/08/2014 seguendo le puntuali indicazioni di S.N. Quasi tutto il percorso è tranquillo ed adatto per escursionisti allenati. L’unico passaggio che richiede un po’ d’impegno è l’attraversamento del largo canale ghiaioso. Attualmente il punto migliore è dove s’incontra il primo ometto con segnavia CAI, si scende nel canalone e lo si risale sul lato opposto riprendendo il tracciato originario. Dalla forca Cjanalot al ricovero Bernadinis è tutto tranquillo; dal ricovero alla Cima Vildiver è una breve risalita di pochi minuti. In cima una fitta nebbia impediva la vista della Cima Alta. Nella discesa verso il rifugio ha fatto la breve deviazione al villaggio di guerra dove si trova la galleria che passa sotto il Vildiver e permette (con un percorso “alpinistico”) di passare alla Cima Alta. Rientro per lo stesso percorso. P.S. rispetto alle indicazioni del 15/07/2014, non ci sono nevai da superare. Buone camminate a tutti. Bepi Cividale |
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