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04-11-2015 19:07 |
iuppiter74  |
31/10/2015 Devo dire che il percorso merita molto, soprattutto arrivati al bivacco Francescutto. L'inizio del sentiero CAI 210 non è molto segnalato e qualche difficoltà l'abbiamo avuta nell'ultimo tratto del CAI 211a poco prima di arrivare alla Forcella Forada. Quest'ultimo è franato in due tratti e per arrivare sulla forcella c'era troppa erba che non ti fa trovare subito l'appiglio. Basta giusto un po' di attenzione. Un saluto ed un ringraziamento ai ragazzi che abbiamo incontrato al rifugio Francescutto dell'associazione "Amici della Montagna" di San Giovanni di Casarsa, gentili e disponibili ed impegnati a mantenere un posto meraviglioso. |
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01-06-2015 14:20 |
loredana.bergagna  |
Escursione fatta in una giornata dal meteo che varia dall'incerto all'incertissimo e che invece si è poi stabilizzato sull'umido/nebbioso, peccato perchè il giro merita spazi e vista libera. I simpatici cartelli di divieto e pericoli vari non dissuadano l'escursionista che dovrà poi concentrarsi sulla ripida pista con ciottoli che se umidi possono lasciare il segno. Il segnavia alterna tratti di sentiero ad altri su pista, attenzione a quando si vede a destra un metro più sotto il vecchio sentiero e un sasso con sbiaditi segni rossi: è quello il momento di scendere a destra e riprendere a camminare nel bosco. Si arriva piacevolmente a Mamaiou fra cascatelle e rii, qualche decina di metri ancora e il bivacco Francescutto sorprende per la cura dei particolari, nell'orticello è nato il radicchio e i teli che ricoprono le altre zolle promettono verdura a km.0. Un po' più disagevole il proseguio fino alla forcella Forada ma il sentiero, ove poco evidente, è sempre ben indicato da paletti a terra o segnavia ben inchiodati agli alberi, una rientranza della cengia è ben frequentata da ungulati almeno a giudicare dai numerosissimi zoccoli stampati a terra. In totale relax la discesa verso casera Tragonia, occhio solo a non sprofondare nelle numerose gorgoglianti pozze d'acqua che il muschio nasconde; campanacci ed odor di fumo segnalano l'arrivo alla casera, unico indizio che la nebbia non riesce a mascherare. Dalla casera, attraversato a sinistra un ponticello su tronchi, si rientra a Forni di Sopra lungo un comodissimo sentiero, obbligatoria però una sosta a malga dai Vidiei, curata dalla locale sez. ANA, bella, strappa qualche sorriso un'occhiata al libro delle firme...e via incontrando qualche stavolo abbandonato che però sembra reggere bene, c'è da risalire ancora un tratto prima di dire: ora si scende verso l'auto. |
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