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Anello del bivacco Marchi Granzotto dal Rifugio Giaf
N. record trovati: 7
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04-07-2021 20:48
annalu97 annalu97
Effettuato oggi questo stupendo anello. La salita è costante, l’ultimo tratto per raggiungere forcella del Cason è ricco di segnavia sia a destra che a sinistra, non abbiamo incontrato difficoltà ma conviene valutare i passaggi migliori passo dopo passo. Il catino che ospita il bivacco offre uno spettacolo magnifico, arricchito dalle varie e colorate fioriture. Risaliti fino alla forcella Las Busas, nel dubbio il canalone fosse troppo ripido e rovinato , abbiamo preferito anche noi scendere nel cadin di Arade per poi risalire alla forcella Scodovacca, aggiungendo un po’ di dislivello e fatica ma il paesaggio dal quale si è circondati ripaga ampiamente! Mandi a ducj
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07-10-2019 20:27
renatospa renatospa
5/10/2019 Percorso questo bellissimo anello come proposto da S.N.salendo per la forcella del Cason scendendo poi alla conca che ospita il bivacco nella val Monfalcon di Forni.Per quanto riguarda l'ultimo tratto della forcella abbiamo preferito percorrere il lato sinistro desreggiandoci per facili roccette evitando così i tratti erosi e franati.Dal bivacco abbiamo allungato l'anello passando oltre la forcella de las Busas e raggiungendo la forcella Monfalcon di Forni da cui siamo discesi nel suggestivo Cadin d'Arade (s.342) proseguedo per i Prà di Toro ed il rifugio Padova.Poco prima del rifugio imboccato il sentiero 346 per la forcella Scodavacca e di nuovo al rifugio Giaf. Escursione lunga ma affascinante attraverso molteplici ambienti alpini dalle crode dolomitiche dei Monfalconi e Cridola alle ghiaie del Cadin d'Arade e alla verdeggiante conca di Prà di Toro.Buone montagne a tutti.
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16-08-2019 11:31
olivomichele olivomichele
Abbiamo ripercorso esattamente il tracciato proposto da SentieriNatura. Il giro è bellissimo e non ha nulla da invidiare ai giri di altre zone dolomitiche più famose e sicuramente oramai deteriorate dal turismo di massa. Infatti, abbiamo incontrato diversi giovani che facevano il giro dei 4 rifugi (Pordenone, Padova, Giaf e Pacherini)e che erano entusiasti della pace e tranquillità dato dall'ambiente ancora "selvaggio" delle nostre montagne. Segnalo che la situazione delle forcelle, probabilmente peggiorata dopo il maltempo dell'aututnno 2018, implica la massima attenzione anche per la natura del terreno e della roccia molto friabile e instabile! Nel tratto terminale della f.lla del Cason la traccia è stata erosa presentando in due punti dei tratti esposti con appigli precari. La f.lla las Busan, che come segnalato in relazione ufficialmente il sent.354 è stato dismesso, si presenta in pessime condizioni per l'erosione dell'intero tracciato, da evitare se non si ha passo sicuro.
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04-09-2016 20:57
loredana.bergagna loredana.bergagna
Mi son fatta sviare, dimenticando che si comincia a camminare dal parcheggio aggiungendo così circa 80' e 200 m. circa di dislivello ma è un'escursione che non si dimentica vuoi per l'ambiente che per la fatica. Salita faticosa oggi alla forcella del Cason con qualche preoccupazione per i fumi bigi che la oltrepassano, considero che arrivata lassù deciderò il da farsi.Oramai alle rocce dietro a me si materializzano due escursioniste di cui una ragazza con ai piedi i saldali, si del tipo montanaro che ti metti a fine escursione, ma sempre sandali sono, chissà la discesa......
Alla forcella il sole, bivacco aperto e occupato, dalle ghiaie della forcella del Leone qualcuno in discesa, io salgo a dare un occhio alla forcella Monfalcon di Forni prima di scendere a Las Busas, 354, seppur dismesso, ancora grondante colore, imbuto di ghiaie poco invitante ma quella è la via. A conti fatti la ricordavo peggio questa discesa, forse migliore della salita sul 342, comunque non si arriva mai in fondo; per farmi male fine alla fine rientro al rifugio Giaf continuando sul sentiero 354 a destra, più diretto. In alcuni tratti mughi e baranci si intrecciano ma si cammina comunque bene e in breve arrivano le voci dal rifugio; discesa lungo il sentiero e pediluvio rigenerante alla prima pozza utile
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15-05-2014 21:01
Paolo.Toscano Paolo.Toscano
In data odierna percorso al l'anello al contrario: dal Rif. Giaf in salita a F.lla las Busas e la discesa per la forcella del Cason. Ancora tantissima neve. Calzati i ramponi subito dopo il rig. Giaf, la salita a Las Busas è stata su neve ben consolidata che, date le temperature, al mattino era ancora portante. Al Biv. Marchi-Granzotto, così come in tutto il catino della Alta Val Monfalconi di Sopra, ancora un metro abbondante di neve tranne in qualche ripido spiazzo erboso e roccioso . Discesa da f.lla del Cason su neve più molle, da affrontare con attenzione nel primo ripido tratto (utile picozza). Giro di assoluta soddisfazione anche perchè sia la salita che sopratutto la discesa sono molto meno faticose e più ripaganti che d'estate. Mandi
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12-07-2013 18:55
loredana.bergagna loredana.bergagna
La Luciana era proprio lì, ad aspettarmi scalpitando.., qualche convenevole e subito via di buon passo verso il Giaf, cianciando e ammirando ci arriviamo in 40’, entriamo mentre il padrone di casa sta facendo colazione; approfittiamo per chiedergli qualche informazione, ci rassicura, potrebbe esserci solo il problema dell’orientamento lungo sentiero dismesso ma niente di difficile. Nel frattempo arriva la regina del Giaf, Antonietta, scuote il capino dicendo: uhm, las Busas, las Busas. Buttiamo alle spalle le incertezze e salutiamo incamminandoci leste lungo il sv 361-342, la giornata è splendida, calda al punto giusto, l’umore alle stelle tanto che non ci accorgiamo nemmeno di aver oramai superato i gradini/gradoni (o forse oramai a forza di salirli ci si fa l’abitudine), mentre ci avviciniamo alla base del canalone che conduce a forcella del Cason consideriamo che “è proprio lì e sembra vicina” mentre in realtà c’è da faticare parecchio prima di arrivarci, zig zag fra rocce e roccette, imponente e severo l’ambiente, lassù in forcella una figurina si muove e scende, ma per poco perché poi decide di tornare indietro. In effetti, quando ci arriviamo, il canalone visto dall’alto fa un po’ di…non so che…Esultanti per il superamento del primo step si va a dare un occhio a destra, anche lì stretto canalone, terreno sabbioso, ghiaioso, zigzagante sentiero ben evidente, ci guardiamo, ma dai, no, non è quello lì, non può essere quello lì, il nostro è oltre…dai, intanto andiamo a curiosare verso f.lla Monfalcon di Forni così passiamo davanti a Las Busas…e no, è proprio quella la via di discesa, dai, con calma la faremo diciamo per rincuorarci a vicenda. Incrociamo una signora tedesca “in età”, provenienza dal Padova meta il Giaf, e poi un’anziana coppia norvegese, lui origini friulane e mentre si mangiano un panino con salame casereccio ci raccontano di loro, innamorati delle nostre montagne, in cerca (e non trovata) di una via normale nei Monfalcon di Forni da lui salita circa 50 anni fa; proprio una bella coppia quei due..
Si scende da Las Busas, sv 354 ufficialmente dismesso, sentiero sdrucciolevole ma ben evidente quasi fino alla fine, segnavia altrettanto evidenti, anche meglio di certi percorsi ufficiali, alle volte conviene utilizzare il canale centrale, ghiaioso ma che permette di scivolare velocemente, rasentando le pareti rocciose di sinistra scende scapicollandosi un camoscio, una freccia. Con qualche saltino e scivolamento arriviamo alla base raccordandoci con l’anello di Bianchi, lì ad accoglierci un esteso tappeto di camedri e botton d’oro, dopo un mondo di roccia e ghiaie ci inoltriamo nel verde del coston di Giaf, percorso veloce e rilassante. Al rifugio ritroviamo la signora tedesca, non possiamo non premiarci con una eccellente radler, un saluto a tutti e si scende al parcheggio non senza pediluvio nel rumoroso torrente e una carezza ed annusata ai garofani di Montpellier e al cneoro.
Paghe della bella giornata e rilassate ci salutiamo con la promessa di…..
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27-06-2011 00:00
sandra.sentierinatura sandra.sentierinatura
Con Valentina e Antonietta, nuove compagne di escursione, abbiamo visitato la zona del grande catino sospeso del bivacco Marchi Granzotto, alla testata della Val Monfalcon di Forni. Dal rifugio Giaf subito ci attende la ripida salita dei circa 270 gradini in legno che aiutano (?) l'escursionista nella prima parte del percorso. Valentina, ottima gamba, pur partita dopo di noi, ci raggiunge presto. Sono posta io a marcare il passo al capo della fila, pare che la mia andatura vada loro bene. La risalita a forcella del Cason si svolge tutta su ghiaie più o meno stabili e grossolane. Solo qualche piccola sosta per bere vista l'esposizione diretta al sole, e tra una chiacchiera e l'altra si perviene alla forcella. Ciò che da qui si apre alla vista è ... il Nirvana come dice Valentina. Dopo tanta roccia sgretolata vedere il grande catino verde che si estende da qui, racchiuso da mille guglie e torrette è appagante e di grandissima soddisfazione.
Poco più sotto, il bivacco Marchi Granzotto si staglia rosso su uno spallone. Valentina ci saluta in quanto la attende un anello che la vedrà a Valmenon e forcella Urtisiel. Con calma assieme ad Antonietta caliamo al Bivacco; all'interno c'è il calore di un forno ma con un po' di ventilazione il piccolo spazio si fa subito accogliente e fresco. La scoperta più interessante è la presenza di una fonte a poca distanza! come suggerisce un foglietto, guardando in basso a sinistra rispetto al balcone naturale del bivacco, si inidividua un prato ai piedi delle rocce dove con i sassetti è stata costruita la scritta H2O. Antonietta e Ivo calano in missione e risalgono con acqua fresca. I pocket coffe dello zaino di Anto, rimasto al sole, ci disvelano il magico sapore di un caffè bollente leccato dalla stagnola. Rientriamo per la forcella di Las Busas, anche questa contornata da pinnacoli mai uguali. Si lasciano i prati e ci si infila nel vallone detritico di Las Busas e giù giù fino al bosco e poi al rifugio Giaf, nuova casa di Antonietta, per un ristoro. Naturalmente Valentina è già qui ad aspettarci da parecchio: pare che l'indomani voglia mettersi alla prova con altre forcelle…
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