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06-06-2019 19:02 |
laura.molinari  |
Escursione infrasettimanale dalla Val Saisera al Rifugio Pellarini e rientro per il CAI 617 e Sella Prasnig. Salita a posto, nel tratto detritico sotto al Rifugio permangono ancora diverse lingue di neve, che si passano abbastanza facilmente sia in salita che in discesa, scalinando. Incontro con vecchie e nuove conoscenze (il mondo è proprio piccolo!), assieme ad un tratto di strada si condividono anche antichi ricordi d’infanzia … Al Pellarini, calorosa accoglienza e sostanzioso pranzetto nella terrazza panoramica, balcone privilegiato sulla parete nord-est del Fuart-Riofreddo, che porta ancora qualche bella pennellata bianca. Per il ritorno, ridiscesi sino al bosco, imbocchiamo il CAI 617 che, su terreno ripido e non sempre agevole (un breve tratto franato), riguadagna circa 200 metri di quota, per poi calarsi nelle verdeggiante Sella Prasnig. Per ridiscendere in Val Saisera utilizziamo inizialmente la strada forestale, che abbandoniamo esauriti i tornanti a favore del più diretto sentiero CAI 615 che scende deciso, ma comodo e sempre evidente, nel bosco. In questo ultimo tratto, da segnalare solo un traverso in un impluvio su terreno friabile, dove la traccia è molto esigua (allego foto) e lavori di taglio alberi nella parte finale, che obbligano a tenersi un po’ distanti dal sentiero. Mandi a tutti! |
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24-06-2018 15:24 |
sandra.sentierinatura  |
23/06/2018-Raggiunto il rifugio Pellarini, dal quale ho proseguito per la forcella Nabois. Il rifugio ha un nuovo gestore e ieri era frequentato da un numeroso gruppo di ragazzi dell'Alpinismo giovanile e da diversi escursionisti. |
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15-04-2018 21:34 |
renatospa  |
Escursione in solitaria al rifugio Pellarini in ambiente ancora invernale. Salita alquanto impegnativa per la presenza di neve bagnata e pesante ancora abbondante che a reso difficile la reperibilità del normale tracciato.Traversi scivolosi ed esposti affrontati con molta attenzione e risalita finale scalinando un vero muro di neve.Il tutto sotto le imponenti pareti del gruppo dello Jôf Fuart con squarcio di azzurro all'arrivo al rifugio.Usati i ramponcini ma i ramponi sarebbero stati maggiormente utili.Particolare attenzione va prestata al breve tratto attrezzato poiché le attrezzature sono completamente sommerse dalla neve e qui una scivolata avrebbe effetti rovinosi.Non ho trovato segni di recenti salite per cui ho lasciato discreta traccia per eventuali prossimi salitori.Comunque escursione non banale date le condizioni ambientali, da affrontare con prudenza e per persone esperte di questo tipo di percorsi.Buone montagne a tutti. |
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09-09-2008 00:00 |
caipost2008  |
Non sono degli di essere chiamati rifugio ... hanno gentilmente invitato persone che hanno avuto difficolta e sono arrivete molto tardi ad andarsene |
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