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Cimacuta da Forni di Sopra
N. record trovati: 15
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16-08-2019 14:53
annalu97 annalu97
Escursione effettuata oggi come da descrizione fino al grosso masso con la scritta ,evitando il Passo del Lavinal ,siamo saliti direttamente lungo il sentiero sul ghiaione. Il percorso un po’ ombroso e faticoso ma la panoramica cima ripaga. Rientrati lungo la stessa via, mandi a duç
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15-08-2019 09:23
loredana.bergagna loredana.bergagna
Una classica, ma sempre bella ed appagante, escursione questa del mercoledì degli “Scoiattoli”: monte Cimacuta m. 2058 con la sua grande croce che domina l'abitato di Forni di Sopra. Si parcheggia lungo la stradina che sale al rifugio Giaf, a quota m.1000 informa il cartello posto accanto al ponte; imbocchiamo il sentiero Cai 367, dapprima su pista a tratti cementata che poi diventa sentiero poi traccia ed infine sentierino per perdersi spesso fra ghiaie e sabbie; guadagnando quota la vista si apre su torri e pinnacoli; alle ore 10 immancabile la breve sosta merendeccia per riprendere poi a salire malagevolmente. Ben individuabile a sinistra il sasso con l'indicazione Cimacuta, poi c'è chi deciderà di salire direttamente a sinistra e chi invece un poco più comodamente (si fa per dire) a destra assecondando qualche tornantino per poi ricongiungerci tutti alla base del masso con il bollo rosso oramai sbiadito. Il gruppo dei nove procede compatto, c'è solo un breve attraversamento che richiede particolare attenzione e finalmente ecco il verde praticello sommitale, ancora un paio di minuti per arrivare a sinistra al piccolo cocuzzolo con la grande croce; vista magnifica, il cielo è ancora terso, per poco però, giusto il tempo delle foto e dei panini che poi sale danzando il vapore, va e viene ma oramai per noi è arrivato il tempo di scendere, con molta calma... Rientro per la via di salita con deviazione al Passo Lavinal dove incontriamo una coppia di escursionisti che avevano tenuto d'occhio la nostra prudente discesa. Rientro alle auto, sul tavolo e la panca lì presenti si materializzano meloni, crostini, torte e naturalmente qualche buona bottiglia tenuta in fresco e non mancano di certo le battute, c'è sempre un predestinato....Nulla di particolare da segnalare a parte che il terreno, vista la sua natura, si sta pian piano degradando


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16-08-2018 10:47
francesca francesca
Cimacuta come descrizione SN con variante di allungamento alla base. Partiti infatti dal parcheggio della seggiovia mt 912 dove si trova pure un Adventure Park, ieri affollato di turisti per la Fieste dal Pâis con ristoro. Percorso il Truoi dal Von, CAI 371, completamente nel fresco bosco, con diversi punti di osservazione sui monti di Forni e Dolomiti. Questo confluisce nel CAI 367 all'altezza della grande briglia, e da qui in poi, seguito il percorso come da relazione: Passo Lavinâl, quindi breve calata verso E nel catino ghiaioso (scomodo) che abbiamo evitato dirigendoci verso il boschetto di sx, dove si reperisce una debole traccia e sbiaditi bolli rossi . Ho trovato impegnativa l'ascesa lungo il canalone delimitato da pinnacoli turriti, che giudico esposta data la friabilità del terreno scosceso, specialmente in discesa, dove si fatica a tenere l'equilibrio, forse causa usura ginocchio questa sensazione è amplificata. Sta di fatto che sono riuscita a scendere, forse con modalità non proprio corrette, a volte appoggiando le mani al terreno o alla sporgenza rocciosa che si incontra a metà via, studiando con la massima concentrazione ogni passo. Il breve tratto di crestina alla croce (blanda discesa più tratto in piano) non mi ha creato apprensione, perchè, a meno che non si metta il piede in fallo, non esiste un reale rischio di scivolare.
Per il rientro utilizzata la comoda e non impegnativa scorciatoia, la cui traccia è ben visibile sulla destra alla base delle rocce, in discesa. Volendola utilizzare durante la salita, la posizione delle due scritte "cimacuta" sui massi, trae in inganno, in quanto il sentiero si stacca non lungo le ghiaie (probabilmente una volta passava di lì), ma pochi passi avanti, dal masso con il segnavia CAI, inoltrandosi nel boschetto adiacente alle ghiaie. Diversi evidenti ometti guidano la prosecuzione. 15/8/18
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26-06-2018 22:12
laura.molinari laura.molinari
Escursione del 23 giugno, effettuata come da indicazioni della guida, a parte un errore di interpretazione del percorso, che abbiamo espiato macinando 200 metri supplementari di ghiaione e ricongiungendoci col sentiero solo verso quota 1350… sbagliando si impara! Guadato (su passerella) il rio del Lavinal, conviene invece tenersi sempre alla sinistra orografica (destra salendo) dello stesso. Dopo aver oltrepassato una bella cascatella con fontana zampillante e risalito il tratto successivo, entrare nel sentiero a destra che sale comodo nel bosco. Per il resto non ci sono state sorprese, il sentiero è buono sino al Passo Lavinal (bellissimo panorama verso la Val Binon), oltre il percorso è inizialmente incerto, ma comunque intuitivo. Ci si cala per il ghiaione verso la macchia di mughi sottostante e lì iniziano a fare la loro comparsa sparuti e sbiaditi bolli rossi, più avanti la traccia si fa più evidente! Faticoso, per la ripidezza e l’instabilità del terreno, l’ultimo pezzo, da affrontare con calma e prudenza in discesa stando attenti a non smuovere sassi, specialmente se si è in compagnia. L’unico punto veramente esposto, comunque facoltativo, è il breve tratto di cresta affilata (un paio di metri) sulla forcellina che scende al pulpito dove è collocata la grande croce con cassettina per il libro di vetta … Promesse botaniche tutte mantenute, una meraviglia! Sulla via del ritorno, con l’intenzione di riportare un rifiuto a valle, raccattiamo dal bordo del sentiero una vecchia bottiglietta di vetro di Coca Cola che, allo svuotamento, sprigiona un inequivocabile profumo di grappa artigianale … le formiche stanno ancora festeggiando! Un’altra bellissima escursione nelle Dolomiti Friulane, con percorso non banale e che richiede allenamento e una certa esperienza, sia per l’orientamento che per la tipologia del terreno affrontato. Vallata appartata, con ambiente selvaggio e solitario, non abbiamo incontrato anima viva in tutta la giornata! Mandi a tutti!
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17-06-2018 20:31
lucio.pontisso lucio.pontisso
Fatto il giro come da descrizione. Sentiero ben segnalato fino al passo lavinal con pendenza regolare che ti fa fare quota in poco tempo. Il traverso dal passo fino a incrociare il sentiero di salita alla cima si svolge sui fasciami di pietre in direzione nord per circa. 20 minuti tenendosi sempre in orrizontale fino alla vista di rari bolli rossi un po' sbiaditi per poi prendere il sentiero di salita fino alla cima .Libro di vetta poco utilizzato forse perché mancava una penna di cui io ero provvisto è lasciata per i prossimi escursionisti Bel panorama sulla conca di Farni di sotto
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21-08-2017 19:02
giuseppe.venica giuseppe.venica
Salito oggi 21/08/2017 sulla vetta del M. Cimacuta come da relazione di SN. Il SV CAI N°367 fino al P.sso del Lavinal è in buone condizioni e risistemato di recente (credo ci sia domenica prossima una corsa). Giunto al P.sso del Lavinal ho traversato brevemente verso est, sono poi sceso a vista verso la base dei ghiaioni. Giunti in prossimità dei mughi con un po’ di caparbietà si riesce ad individuare una flebile traccia che procede tra grossi massi nella direzione indicata da qualche rado, e sbiadito, bollo rosso, fino ad incrociare la traccia che sale dalla sx e che verrà utilizzata per chiudere l’anello. Da qui si riprende decisamente quota verso il torrione più a sx. L’ultimo tratto che porta in vetta è molto ripido ed instabile, richiede passo sicuro specialmente in discesa. Ridiscesi per lo stesso tracciato della salita fino al primo bivio dove si prende a dx, ancora su esile traccia, fino a riprendere il SV CAI N°367, in prossimità di un masso (in realtà ce ne sono due a breve distanza) che presenta la scritta CIMACUTA. Chiuso l’anello superiore, il resto del rientro è del tutto tranquillo. Se fino al P.sso del Lavinal si può considerare un percorso adatto per “escursionisti”, l’anello dal P.sso del Lavinal, alla croce di vetta del Cimatuca e poi la discesa fino ad immettersi nuovamente sul SV CAI N°367 lo consiglierei solo per EE, avvezzi a muoversi su terreno instabile, molto motivati, ma, soprattutto, che non soffrano di vertigini! , Ma vale la pena farlo! Buone camminate a tutti. Bepi (Cividale).
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18-07-2016 01:02
giacomino.venturini giacomino.venturini
Sabato 16 luglio siamo saliti sul m. Cimacuta con partenza da Forni di Sopra come da relazione. Il sentiero è in buone condizioni tranne un tornantino a pochi minuti dopo aver incrociato a m 1165 la pista che porta al rif. Giàf in cui la pioggia ha spianato in paio di metri. Il tratto è abbastanza ripido e i soliti mughi ci hanno agevolato il passaggio. Salendo ho notato che in diversi punti del percorso il terreno era mosso e sistemato recentemente. Giunti al passo del Lavinal, dopo le doverose foto, invece che tagliare in quota come descritto in relazione, abbiamo preferito ridiscendere poco sotto il passo del Lavinal dove un facile tracciato con sbiaditi bolli rossi e qualche ometto (alcuni ne abbiamo lasciati anche noi) ci ha portato a intersecare il sentiero che sale al m. Cimacuta. L’ultimo tratto che porta in vetta dopo i ghiaioni è molto ripido e instabile, richiede passo sicuro specialmente in discesa. Dalla cima il panorama è fantastico, si vedono numerosissime cime, con modesta vanità ne abbiamo riconosciute molte fino a oggi salite. Ridiscesi per il sentiero di rientro descritto nella relazione, anche se abbastanza scontato e a tratti evidente, abbiamo costruito diversi ometti per facilitare i prossimi escursionisti che intraprenderanno questo bel percorso.
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18-06-2016 20:26
sandra.sentierinatura sandra.sentierinatura
18/06/2016-Ripercorso l'anello della Cimacuta. Nulla di nuovo rispetto alla descrizione, alla deviazione il sasso con la scritta Cimacuta è ancora lì un poco sbiadito come i bolli successivi. Intercalano la ripida salita alcune pianelle della Madonna, primula wulfeniana e soldanella pusilla. Tempo molto variabile che non ci ha permesso soste; alla forcella Lavinal vento e cielo grigio. L'arrivo (col sole) alla panoramica cima è stata salutata con un boato di tuono tanto per tenerci pronti scattanti alla discesa... ma per oggi niente pioggia. Giro nel bell'ambiente delle dolomiti friulane, in cui si prende stretta conoscenza con ghiaie ripide, ricompensati dalla panoramica cima.
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08-11-2015 08:38
roberto.fabbro roberto.fabbro
Escursione di ieri, seguita fedelmente come scheda S/N Trovando il sent.367 ben percorribile e con egregi segnavia, fino al Passo del Lavinal. Al sasso si pensava per la traccia "bassa"poi si optava per il Passo,potendo godere della visuale sulla Val Binon, una sosta in compagnia della grande croce di legno.La discesa poi tra grossi sassi verso la ghiaiosa traccia per la cima.Superlativo il panorama dominato dall'enorme croce affacciata sull'abitato di Forni di Sopra e l'orizzonte si riempie di infinite cime ....rientriamo per lo stesso percorso . Mandi
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19-07-2015 00:00
matteo.pauletto matteo.pauletto
Percorso il 18/07/15. Nulla da aggiungere rispetto alla relazione presente su SN. Percorso quasi totalmente esposto al sole. Stupenda la vista dalla cima grazie alla bella giornata. Visti ben 3 raponzoli di roccia (artiglio del diavolo). Mandi
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07-07-2014 15:44
loredana.bergagna loredana.bergagna
Dopo un paio di settimane di attesa finalmente rifatta domenica, giornata dal meteo perfetto per questa salita, un po’ di sole, brezzolina di forcella, qualche nuvola in salita lungo la traccia, cielo coperto sulla piccola cima e poi in discesa nuovamente sole. La situazione attuale del percorso è stata già perfettamente descritta nel commento precedente, i nevai si fanno attraversare senza oppor resistenza, anzi, in discesa con il calore, si ammorbidiscono quel tantinello da permettere al tallone di far scalino. Anche noi abbiamo dapprima pensato di risalire l’ultimo tratto traversando per ghiaie, ma dopo qualche litigio e inutile fatica, abbiamo capito che molto meglio era camminare sulla neve. Rientrati passando dal rifugio Giaf per un saluto, ci era anche balenata l’idea di risalire al passo Lavinal, raccordarci con il sentiero che sale a forcella Urtisiel seguendo un tratto del Truoi dai sclops, ma …chissà…ancora dislivello….Alla fine stessa via di salita fino al bivio per il Giaf e su ancora, gradevolissimo concerto jazz, birra e torta e rientro lungo il sentiero 346.
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03-07-2014 20:54
cjargnel cjargnel
Escursione effettuata oggi secondo il percorso descritto in SN F18 che si conferma, come sempre, ineccepibile. Il tragitto non presenta difficoltà particolari salvo quel paio di punti in cui la franosità del terreno richiede un po' di maggior attenzione. A questo si aggiunga che in tre tratti sopra i 1600mt resiste ancora qualche lingua di neve che non comporta però problemi di percorribilità essendo solo superficialmente un po' cedevole e quindi consente di procedere facilmente senza ausili oltre ai soliti bastoncini. Al Passo del Lavinâl gran bella vista sulle cime circostanti, sulle innumerevoli frastagliature sovrapposte dei Monfalconi, etc. Scendendo lungo la traccia per poi risalire il canalino della Cimacuta, il catino sottostante si presenta ancora discretamente innevato per cui ho tagliato in quota ma, considerati i numerosi attraversamenti in contropendenza di diversi ghiaioni più o meno ampi, credo che sarebbe stato preferibile scendere sulla facile neve fino a veder sbucare e imboccare la traccia che porta in vetta. Il canalino si presenta libero. In cima il panorama è veramente bello e vasto. La giornata serena, con una gradevole brezzolina, ha reso il tutto ancora più godibile: in sintesi, si andava dalle Giulie ad est fino alle Tre Cime di Lavaredo a NW e chi più ne ha più ne metta. Anche l'aspetto botanico alquanto interessante con moltissime specie tra cui alcune che considero di eccezionale bellezza. In definitiva una giornata e un percorso assolutamente appagante al prezzo di un po' di fatica in particolare nel canalino terminale verso la "Somaguda", come la chiamano nel fornese. Buone camminate.
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12-07-2012 08:23
brunomik brunomik
Fatto il 9 luglio 2012. Poco da aggiungere a quello scritto sulla descrizione di Ivo. Solamente mi chiedo se non sia meglio salire per la "diretta" in cima e quindi traversare lungo il ghiaione verso il passo del Lavinal, quindi dal passo scendere verso casera Valmenon e per forcella Urtisiel scendere poi al rifugio Giaf. Sarebbe così possibile compiere un bel giro ad anello che completerebbe la già bella salita alla cima.
Avevamo una mezza idea di fare così ma evitando la diretta pensando che la traccia dal passo fosse più semplice. Intendiamoci non c'è niente di difficile ma il ghiaione da attraversare e il centinaio di metri che si perdono per traversarlo ci ha, al ritorno dalla cima, sconsigliato di continuare nel nostro progetto iniziale anche perchè il tempo non era granchè.
Segnalo la presenza di un certo numero di raponzoli di roccia sulle rocce a circa 1400-1500 metri di quota.
Comunque un bel itinerario che permette di raggiungere una delle poche cime accessibili a dei "semplici" camminatori del gruppo dei Monfalconi.
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29-06-2011 00:00
loredana.bergagna loredana.bergagna
Aggiungo al commento precedente che la cima, a giudicare dal libro di vetta) è discretamente frequentata. Loredana
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29-06-2011 00:00
loredana.bergagna loredana.bergagna
Inserisco il primo commento relativo a qs. escursione odierna. La descrizione del sito è perfetta, compreso il numero infinito di gradini; il sentiero 367 è per quanto riguarda la parte fuori dal bosco, in gran parte rovinato e di faticosa percorrenza ma il contesto in cui si svolge è impagabile, selvaggio, solo lo scroscio di qualche cascatella e del rio Lavinal; dal passo del Lavinal (grande croce in legno) si gode di un bel panorama e del profumo intenso del cneoro e dei garofanini. La salita alla Cimacuta sembra più difficile di quel che in realtà non sia, sempre presenti i bolli rossi e qualche freccia, ghiaione solo a tratti instabile, terreno un po' franato vesro la cima ma il panorama che si gode ripaga ampiamente di ogni fatica. Attenzione alla discesa, segnalata anche la direttissima. Nota importante: da quota 1500-1660 si trovano numerose pianelle della Madonna, e fra i mughi e il ghiaione alla base della Cimacuta parecchie primule tirolesi. Bel giro, merita di essere fatto. Loredana
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