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15-03-2023 15:07 |
sandra.sentierinatura |
12 marzo 2023-Ripercorsa la escursione descritta, ma in senso antiorario. Fare attenzione alle intersezioni pista/sentiero dove non sempre sono presenti le indicazioni con la direzione da prendere. La indubbia lunghezza dell'itinerario è mitigata dai comodi tratti di pista. Dopo il primo tratto raggiunto dal rumore autostradale si entra in un mondo di tranquillità. Anche gli stavoli oggi sono poco frequentati mentre le eriche si stanno preparando alla fioritura. |
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26-04-2022 00:00 |
daniele.russo |
Escursione fatta ieri; puo' risultare un po' faticosa per lunghezza e dislivello, ma i sentieri sono tutti in buono stato, nonostante pochi schianti facilmente superabili. Tra gli stavoli del Pusti Gost tocca orientarsi ad intuito, ma nulla di difficile. Qualche difficolta' invece al ritorno per trovare l'ex sentiero 631 (la segnaletica CAI e' stata sostituita da segnavia giallo-rossi) che comunque e' in ottimo stato. Un giro diverso dal solito, che permette di percorrere sentieri nuovi... Bello anche in questa giornata nuvolosa e "strappata" alla pioggia, che fortunatamente ci ha dato tregua per tutto il tragitto. Numerose salamandre. |
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15-04-2018 19:07 |
giuseppe.venica |
Escursione effettuata il 14/04/2018, tutto come da relazione di SN. Abbastanza impegnativa per la lunghezza ed il dislivello totale (a cui ho aggiunto la risalita alla cima Tulsti). Nel primo tratto che traversa gli stavoli del Pusti Gost, si richiede un po’ di capacità di orientamento. Dopo un rudere su cui è tracciato il segnavia bianco-rosso, segue un tratto poco segnalato; si scende dapprima a sx fino ad incrociare un suggestivo rio, poi si piega leggermente a dx, risalendo una debole traccia tra gli arbusti, che si mantiene al margine dei prati. Dopo un po’ la traccia ridiventa ben evidente portando in breve all’ampia vallata degli stavoli Strilla. Sfilando davanti lo stavolo più a valle, tramite una buona traccia, si scende ad un grande avvallamento con alcune costruzioni. Puntando in alto sulla dx, si recupera una carrareccia. Tramite questa si riprende quota sfiorando gli stavoli Bilapenc ed una bella sorgente. Proseguendo lungo la strada bianca si ritorna nei pressi dello stavolo dove ci si ricongiunge sul SV CAI N°632. Si ripercorre la pista, dapprima in discesa, risalendo poi fino alle pendici del colle Curnic; poco prima del punto di maggiore elevazione imboccare il SV CAI N°631 (non segnalato) che si stacca sulla sinistra, inizialmente poco evidente. Il rientro, da qui al punto di partenza ci riserva ancora piacevoli sorprese (Cima Tulsti; forcella Sagata; cascate del Rio Brussine, vista su Raccolana). Buone camminate a tutti. Bepi (Cividale). |
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20-04-2015 00:03 |
maja.ogrizek |
19/04/2015: Raccolana-Pusti Gost-Ricovero Igor Crasso, CAI 632; CAI 631 and 638 for return. All together I made 28 km and 1600 m dislivello, it took me 8 hours. Beautiful path, everything in fresh green (and violet) colours! |
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07-04-2015 21:40 |
askatasuna |
I primi passi calpestano letteralmente le parole della descrizione. Si fan colore, mentre le strade vociano vicine. Al bivio prendo la via del ritorno per giunger a cima Tulsti col cielo ancora terso. Alla forcella curioso gli stavoli. Uno dev’essere di proprietà di un ex-dipendente Enel tante sono i faretti, luminarie e lampioni posti nel perimetro. Le finte telecamere poi, aumentano l’inquietudine. Ma la visuale sul Plananizza e sui guardiani di Scluse la fan scivolare via. Ai lati della carrareccia si ammirano dei Farfaracci maggiori in puro climbing style, aggrappati alle rocce neanche si nutrissero di minerali! Proseguendo per il troi si notano i piccoli cartelli del sentiero degli alpini, uno invita alla breve deviazione su Cima Tulsti. Guai a perdersela! La muraglia resiana è tutta lì. Il Cuzzer si allarga il più possibile per farsi notare ma dal Plauris al Guarda è tutto un susseguirsi di guglie. Le due cinte parallele si mettono in evidenza, bianca quella musona, boscosa e oscura la seconda linea. La fortezza de la mont Cjanine pare inviolabile con la valle a far da fossato erboso. Saziati gli occhi si può tornar sui propri passi o prendere a destra all’altezza del traliccio per poi virare a sinistra seguendo, ripidamente, i segni giallorossi. Vado a curiosare pure sul Ta-Na Kope, boscato, lascia pochi spiragli a meno di non avventurarsi sulle ripidissime balconate. Dal troi invece s’apre lo spettacolo verso la val Alba. Al tornante successivo tre allegre galliformi si dileguano rumorosamente in direzioni divergenti. Una fuga poco usuale. Questa volta infatti sono poco sotto di loro e riesco ad ammirare le remiganti bianche. Poi solo il violaceo risuonar delle eriche a ravvivar un’ocra spento che pare farsi cenere in attesa della rinascita dei prati. A forcella Calzano non tornate indietro senza visitare la cima omonima. Due i modi: o aggredendola per il lato che appare per primo, superando i divertenti tratti di roccia o in modo più soft, aggirandone le pendici e risalendolo alla forcelletta successiva, per tracce ungulate. Da qui il Pusti Gost è una coperta scolorita, rattoppata e distesa alla bell’e meglio. Dietro la Mariane è tutto un puntare al cielo. Il Sart si fa pinna di squalo e sembra voler immergersi nel Kanin. Le Babe attirano lo sguardo con una prospettiva magnetica. L’imbuto di malga Coot è uno zerbino in cui l’inverno si è pulito le zampe, imbiancando ancora i prati. Scendendo, curioso quegli spicchi di memoria che resuscitano pian piano. Il Gost è molto meno Pusti di come la mia mente lo aveva immaginato. Oasi di pace e vacanze. Poi carrareccia. Lunga. Troppo lunga. Il sorriso ritorna con un grosso e grasso forcello. Fugge alla fagiano via. Nascosto sulla cima di un pino, prima trambusta con le ali tra i rami, perdendo lo slancio e richiamando l’attenzione, poi via, al rallentatore! Stufo di calpestar ghiaie taglio vorace i tornanti. Troppi. Me ne accorgo quando mi si para di fronte la pratosa Sagata. Ho perso quasi cento metri di dislivello. Torno indietro o seguo la via dell’andata? Ovviamente scelgo la terza opzione e m’infilo nel bosco. Sono conscio che essendo sceso, raccordarmi al troi, percorrendo i fianchi del monte, sarà più faticoso: lui s’allarga, punta i piedi, mostra il pancione, riempiendosi di canali lacrimali, verticalizzandosi per natura. Ma tant’è. Vado a istinto fino a incrociar una gabbia su di un albero che imprigiona un grande blocco di sale. Una posta. Dietro di lei un’angusta ed esile traccia di cacciatori. Of course. La seguo. Il terreno è impervio, i passi ben dosati. Incrocio boschi più ariosi fino a raggiungere il troi dopo mezz’ora. Poi è solo un contar violaceo di stelle fino al primuloso abbraccio. Oggi mi sono scontrato con la mia fantasia. Armi impari. Da cui sono uscito sorpreso. Pensando d’abbracciar selvatichezza ho trovato grandi panorami che però, visto il prezzo carrareccievole, raggiungerò in futuro salendo da Stolvizza.(03.04.2015) |
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23-03-2015 20:42 |
sandra.sentierinatura |
23/03/2015-Abbiamo rifatto oggi il percorso nella versione più corta:Raccolana-Sagata-Tulsti-pista-st.li Curnic-Raccolana. Dopo il traverso dell'inizio (primule ed epatiche), una frana ha travolto il sentiero ma si è già provveduto a modificarne bene il tracciato. Saliti anche sulla cima del Tulsti (vestigia Guerra e panorama grande e inatteso sulla Val Resia). Estese fioriture di erica ammantano la parte più alta e ravvivano l'ambiente ancora secco. Pochissima neve nelle parti nord. Insomma, tutto bene... |
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19-04-2014 18:55 |
paulflower |
Percorso effettuato in data 30.03.14 partendo da Chiusaforte. Parecchia neve sulla strada a partire dai 1000m; ho tentato dal Pusti Gost di raggiungere il bivacco Crasso, ma dopo l'attraversamento dell'ennesima lingua di neve ho desistito. A 1500-1550 di quota, forse 30' prima del bivacco, un tratto di sentiero di 3-4 metri sta franando, in una posizione difficilmente aggirabile. |
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15-04-2014 23:17 |
loredana.bergagna |
Stamattina pioggia a Chiusaforte, ma come?...non doveva essere così…ma al ponte già tutto finito e alle due donzelle si allarga il cuore..Il sentiero 632 inizia fra nontiscordardimé e il bianco anemone, saliamo a svolte allontanandoci in fretta dal rumore sottostante, un ometto a sx indica la via che bypassa in un attimo la frana e mentre (s)parliamo, e ovviamente del sesso forte, al bivio proseguiamo diritte lungo il sv 638 facendo così il giro in senso antiorario, sentiero comodo, soffice letto di foglie, un facile guado e usciamo dal bosco a forcella Sagata mentre il sole mitiga il freddo vento. Da lì sv 631, dapprima carrareccia e poi sentiero che si inerpica, grandi e numerosi schianti che superiamo ora salendo ora calandoci con attenzione, ora contorcendoci e considerando che alla fine ci è sembrata la soluzione migliore aver affrontato queste difficoltà ancora belle fresche, poi tornantini fino a sbucare sulla carrareccia. Quando rientriamo nel bosco inizia il tratto più suggestivo, sotto a noi la conca del Pusti Gost, pietre e stavoli, dall’alto del sentiero qualche scambio di parole con un proprietario di uno di questi, il cane ci stava già tenendo d’occhio..Proseguiamo ancora, il Sart imbiancato ci si para davanti, il bivacco Igor Crasso fa cucù dalla conca in alto, sosta per goderci lo spettacolo e il sole e l’inusuale lato dei Musi. Dietro front e discesa a Strilla lungo un sentiero da capre, stavoli in ristrutturazione in quella conca fuori dal tempo con i sassi allineati che indicano il percorso. Ritrovato il sentiero si va a ritroso lungo la carrareccia, ma fra una telefonata ed un messaggio ci sfugge la prosecuzione del nostro segnavia (dopo ci verrà detto che c’è si, ma nascosto), poco male, allunghiamo scendendo lungo una tortuosa stradina che conduce a forcella Sagata, da lì si riprende il percorso fatto la mattina. Escursione molto bella, rilassante nonostante la lunghezza, il dislivello non si avverte, solo una zecca scoperta a passeggiare sul mio pantalone, prontamente scacciata. |
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14-03-2012 00:00 |
Alessandro |
La conca del pusti gost è un luogo fuori dal tempo, davvero suggestivo. Un'idea alternativa all'anello descritto potrebbe essere quella di proseguire lungo il sent. 632 - lungo un suo tratto spettacolare - fino a quel gioiello che è il ricovero Crasso (aggravio di 300m di dislivello), per poi rientrare, eventualmente, ripercorrendo il sentiero medesimo (altrimenti, volendo fare l'anello lungo i sentt. 631-638, preventivare un tempo totale di 9 ore almeno). |
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14-04-2009 00:00 |
luca.deronch |
escursione in data 13/04/2009. il tratto franato è stato risistemato e si passa agevolmente. |
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28-04-2008 00:00 |
lor74cas@estelnet.it |
Effettuato il giro il 26/04/2008 confermo il problema sul tratto franato all'inizio prima del bivio con il 638, prestare attenzione e da evitare in caso di pioggia. |
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31-12-2007 00:00 |
boemo.c@libero.it |
escursione effettuata il 30 dic 2007 con assenza di copertura nevosa, giro limitato al colle Curnic. Prestare attenzione nell'attraversare la frana che ha interessato per una decina di metri il sentiero, alla fine del traverso iniziale, poco oltre la croce. |
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