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Ditta (Rifugio casera)
N. record trovati: 7
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07-07-2015 21:22
askatasuna askatasuna
Pale del Pecol: dopo un sonno breve ed incosciente, la traballante promessa della sera prima si materializza in un “Ndemo o torno a dormir?”. Valerio, giovane mestrino malato di montagna. Ha le spalle di chi arrampica da anni. Tra i fumi della tormentilla, poche ore prima s’aveva deciso di salire insieme. Meta: le Pale del Pecol sulla via normale alle Cime di Pino che aveva affrontato in invernale con Adriano. Stipiamo negli zaini, intuiti, ricordi e dritte dell’orso della val Mesath e partiamo. Io con zainone da escursionista modello “pan e gaban”, lui con uno zainetto giusto per farci entrare una bottiglietta da mezzo litro. L’incipit coincide con il 905 che porta in forcella della Lastra. Il cielo è color fumo, denso. Gli occhi allora cercan in basso, trovando dei Raponzoli di roccia indecisi se sbocciare o meno. Poco oltre quota 1300 le vie di pietra allargano i loro tentacoli. Qui s’abbandonano i segnavia, prendendo il vallone detritico di sinistra che raccoglie il lacrimare della Cima sora il Ciot. Una scritta sbiadita indica forcella dei Rondoi. Continuiam a salire di masso in masso, silenti, ognuno seguendo la via tracciata dal proprio immaginario. Quando le pareti iniziano ad avvicinarsi ci si sposta a sinistra risalendo un esile impluvio che conduce di nuovo nella macchia. Giungiamo al cospetto del Landre dei Rondoi. Poco oltre la scelta: continuando a destra per sfasciumi si può raggiungere forcella dei Rondoi, noi viriamo a sinistra. Una volta a cavalcioni della dorsale, si prendon a risalire in diagonale i ripidissimi verdi delle Pale. Con molta cautela, vista la carnosità dei prati che rendon il passo malfermo. Non vi sono né tracce, né ometti, ma la via è univoca. Si continua a tagliare il versante nord, per prati alternati a sfoghi friabili. Valerio fischia. Non sta chiamando me, il suo fischio è sordo. Imita il verso dei sei camosci che fuggono in pochi secondi. La cima pare più un punto di partenza che di arrivo. Un manto verde, dolce, seminato di colori. Se non fosse così striminzito e strapiombante! Casera Ditta pare un sasso che spunta da un prato. Con un Walkie-talkie salutiamo Adriano, immagino che ci possa impallinare anche da quella distanza. La nuvolaglia si disperde ordinatamente su tutte le cime che potremmo ammirare. Con due eccezioni. Le vicinissime Cime di Pino e la maestosa parete di Cima Sora il Ciot. Con quella bocca aperta, che urla. Muta. Dietro di lei, il nulla. Emerge dal mare di nebbie come un immobile leviatano di roccia. La sosta è breve, l’aria punge, ma ci da il tempo di mangiar con gli occhi il Toc e Cima Mora, la dorsale del Borgà e perfino quel Caregòn innevato all’orizzonte. Scendiamo con cautela per quei prati che invitano ad assumer le fattezze di Icaro e a lanciarsi a sorvolar la valle. Da qui ne percepisci il respiro soffocato. Chiusa. O meglio, protetta da quei fianchi smangiati, da selve che un tempo eran miniere di fieno, dai laboratori alchemici dei carbonai, dalle piste delle musse. Rientriamo prima del previsto nel canalone che scende dalla forcella, sorprendendo così una coppia di Pianelle della Madonna. Nonostante una luce opaca, la calzatura dorata brilla, attirando nella trappola incauti alati. Questi, una volta all’interno, per uscirne dovran forzatamente passare per delle strette aperture posteriori, venendo ricoperti dal polline e scaricando sullo stigma quello trasportato da altri fiori. Il ritorno fra i massi ci divide ancora, ognuno segue il sussurrar delle proprie rocce. Itinerario really salvadi. Con l’unica richiesta d’un passo sicuro sulle ripide palate erbose ed un minimo di senso di orientamento. Più che queste righe, si troveranno utili i consigli del buon Adriano per un’escursione che si fa largo tra i silenzi e gli orizzonti, in un ambiente ermo e severo, calcato solo da poche manciate di pedule.(21.06.2015)
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09-09-2013 12:40
miziu77 miziu77
La passeggiata è bellissima e per niente difficoltosa con un paesaggio molto caratteristico.
Anche il rifugio è molto caratteristico e ben curato.
L'unica nota dolente di tutto quanto è la gestione del rifugio....
Siamo arrivati in 2 alle 12.15 e visto che la camminata era veramente semplice abbiamo deciso di fermarci per una birra ed una fetta di dolce.
Risposta della "simpatica" cameriera: "Mi dispiace ma a quest'ora non facciamo servizio bar"... una cosa del genere non l'ho mai sentita in nessun rifugio....e ne ho girati!
Di buona risposta si è beccata un caloroso saluto da noi due e ce ne siamo andati ringraziandola.
Veramente un peccato perchè la zona è molto caratteristica e questa non è certamente l'ospitalita che chi frequenta la montagna si aspetta di trovare.
Comunque visti anche gli altri commenti, non penso che questo importi molto a chi gestisce questo rifugio.
Coraggio passiamo avanti....
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16-10-2011 00:00
ivan.penz@libero.it ivan.penz@libero.it
bellissima passeggiata adatta anche a famiglie con bambini anche se secondo me devono essere bambini che camminano senza problemi e con non meno di 4 anni ci sono dei punti del sentiero soprattutto l'ultimo tratto un po' esposti. per quanto riguarda il gestore mi associo all'email di fabio ua persona scorbutica con poca pazienza. un orso anche se sul finale della giornata ha recuprato qualche punto. il posto comunque e' molto bello consiglio una bella giornata di sole. ivan di udine
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12-07-2010 00:00
fabio.grn@gmail.com fabio.grn@gmail.com
La passeggiata è piacevole e adatta alle famiglie, di contro i gestori del rifugio accolgono solo persone che pranzano esclusivamente presso di loro non accettando neppure le consumazioni tipo “servizio bar” si viene cacciati anche in malo modo, ho visto molte persone, con bambini, costrette ad andarsene. Un avviso c’è ma al cancello del rifugio, lo mettano anche nel Sito Internet. Sono anni che vado a rifugi e non mi è mai capitata una cosa del genere,non ho altro che parole dispregiative per definire il loro comportamento, Mai più….
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31-08-2008 00:00
valentinistef@alice.it valentinistef@alice.it
oggi siamo tornati x l'ennesima volta da adriano e guido che si riconfermano ottimi ristoratori di buona compagnia. Adriano ha pure letto un passo del suo libro. stefano e sonia 31/08/2008.
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05-06-2008 00:00
mauri_maf@yahoo.it mauri_maf@yahoo.it
Gran bel posto. Adriano e Guido. Grandi!
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02-04-2008 00:00
ciri1@libero.it ciri1@libero.it
bellissima
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