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Cima Nartais (1915m) e Caserine Alte (2306m)

13-11-2016 21:32
askatasuna askatasuna
Condivido una due giorni in val Senons, bucolico punto d’appoggio dal breve e facile accesso. Le vette che la circondano dimostrano invece tutt’altro carattere. Ne presento due, fattibili in giornata, con difficoltà decisamente discordi. Cima Nartais (1915m) e Caserine Alte (2306m), due chicche affacciate sul paese delle creature selvagge, giusto per citare un film... (29/30.10.2016)
Allegato: La piche.JPG
Cima Nartais (1915m) e Caserine Alte (2306m)
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13-11-2016 21:33
askatasuna askatasuna
Difficoltà: EE/A F+ II
Dislivello: 1000/1400 metri
Tempo di percorrenza: 5/8 ore
Cartografia: 21 Dolomiti di sinistra Piave, Tabacco 1:25.000
Allegato: Cima Nartais Fornezze e Chiarescons.JPG
Difficoltà: EE/A F+ II<br />Dislivello: 1000/1400 metri <br />Tempo di percorrenza: 5/8 ore <br />Cartografia: 21 Dolomiti di sinistra Piave, Tabacco 1:25.000
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13-11-2016 21:33
askatasuna askatasuna
LATO A (pragmatic side)

Cima Nartais (1915m)

Raggiungere questa cima dalla casera richiede seicento metri di dislivello ed un paio di orette, prima per mulattiera e sentiero evidente, poi rasentando le balconate rocciose che scendono dal Vette Fornezze, quindi raggiungendo la cresta per il selvaggio versante affacciato sul canal grande di Meduna. Procedendo con ordine, poco oltre la casera si nota una pista d’esbosco inerbita che s’inoltra a sinistra, nel bosco. La si accondiscende fino ad un primo bivio, con ometti, da prendere a destra.
Allegato: Entrata in valle.JPG
LATO A (pragmatic side)<br /><br />Cima Nartais (1915m)<br /><br />Raggiungere questa cima dalla casera richiede seicento metri di dislivello ed un paio di orette, prima per mulattiera e sentiero evidente, poi rasentando le balconate rocciose che scendono
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13-11-2016 21:34
askatasuna askatasuna
Poco dopo si prende ancora a destra, individuando la traccia che s’inerpica con comodi tornantini sul costone boscoso. Nonostante l’itinerario sia privo di bolli, risulta intuitivo. Dopo quota 1550 circa, il bosco si fa più ripido e bisogna prestare attenzione alla traccia, soprattutto per riprenderla al ritorno. Quando essa si trova invasa dagli schianti si prende una scorciatoia a sinistra. Possibilità di perdersi non ve ne sono giacché si rimonta interamente un costone sul suo filo, fino a quando, un centinaio di metri dopo, s’apre su una radura solcata da un canalino.
Allegato: Pareti.JPG
Poco dopo si prende ancora a destra, individuando la traccia che s’inerpica con comodi tornantini sul costone boscoso. Nonostante l’itinerario sia privo di bolli, risulta intuitivo. Dopo quota 1550 circa, il bosco si fa più ripido e bisogna prestare atten
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13-11-2016 21:35
askatasuna askatasuna
Si entra nel canale, procedendo poco oltre, sul più comodo crinale a sinistra. Lo si risale per una cinquantina di metri evitando la tentazione di puntare ai prati sommitali sulla sinistra. Lo si segua invece fino al suo restringimento, ove sembra essere inghiottito dai mughi. Lì è presente un bastoncino, piantato in terra, come segnavia. Qualche metro, ed il cammino pare ancora sdoppiarsi. Lasciato sulla sinistra il proseguo che punta ad una parete dalle splendide sfumature, si svolta decisamente verso destra, entrando nel tratto più spettacolare dell'itinerario. Si rasentano le balconate verticali della Vetta Fornezze, accondiscendendo ai saliscendi detritici ed instabili che le caratterizzano, mai difficili o troppo esposti. Restando sempre al confine con la loro base, il percorso è intuitivo fino a rimontare la risicatissima e prativa forcella Nartais (1826m).
Allegato: Hacia forcella Nartais.JPG
Si entra nel canale, procedendo poco oltre, sul più comodo crinale a sinistra. Lo si risale per una cinquantina di metri evitando la tentazione di puntare ai prati sommitali sulla sinistra. Lo si segua invece fino al suo restringimento, ove sembra essere
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13-11-2016 21:35
askatasuna askatasuna
Qui si svalica nel versante del Meduna. Gli ultimi cento metri da risalire sono caratterizzati da un terreno malagevole di terriccio e pietre instabili. La vegetazione ostacola ma in parte aiuta pure. La traccia si fa confusa ma basta qualche occhiata per capire dove si può passare e dove l’incedere risulterebbe impossibile.
Allegato: La porticina verso il Meduna.JPG
Qui si svalica nel versante del Meduna. Gli ultimi cento metri da risalire sono caratterizzati da un terreno malagevole di terriccio e pietre instabili. La vegetazione ostacola ma in parte aiuta pure. La traccia si fa confusa ma basta qualche occhiata per
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13-11-2016 21:36
askatasuna askatasuna
Rispetto alla cimotta più bassa, erbosa e quotata 1908, la vetta vera e propria presenta a nord una staccionata di mughi poco invitante per la sosta. Ho provato a raggiungere quell’aiuola risicata, ma una selva di mughi mi ha fatto battagliare più del dovuto, fino ad un intaglio reso insormontabile dalla giungla. Mi sono quindi calato per un’apertura prativa verticale per poi arrendermi a pochi metri, senza trovare varco alcuno nella giungla di mughi ed ornielli. Il ritorno avviene per lo stesso percorso di salita.
Allegato: Panorama da Cima Nartais.JPG
Rispetto alla cimotta più bassa, erbosa e quotata 1908, la vetta vera e propria presenta a nord una staccionata di mughi poco invitante per la sosta. Ho provato a raggiungere quell’aiuola risicata, ma una selva di mughi mi ha fatto battagliare più del dov
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13-11-2016 21:39
askatasuna askatasuna
Caserine Alte (2306m)

Si raggiunge come da descrizione di SentieriNatura, la forcella del Pedole (1943m) ove, per parafrasare Ivo e Sandra, si esauriscono le “semplicità”. I quattrocento metri scarsi che ci separano dalla vetta son infatti di ben altro tenore. La via è segnalata da ometti e vecchi bolli rossi non troppo invasivi. L’ascesa è divisibile in tre parti, proprio come avevo letto sulla rete e come ho provato in prima persona. Il primo atto è contrassegnato dalla risalita di ripidi verdi, esposti, ma molto ben terrazzati. Tanto che, anche chi non se la sentisse di giunger alla cima, è caldamente consigliato a proseguire fino al panoramico pulpito che s’erge sotto quota 2200. Qui il panorama s’amplia decisamente ed i disagi rimangono limitati.
Allegato: Pronti attenti via.JPG
Caserine Alte (2306m)<br /><br />Si raggiunge come da descrizione di SentieriNatura, la forcella del Pedole (1943m) ove, per parafrasare Ivo e Sandra, si esauriscono le “semplicità”. I quattrocento metri scarsi che ci separano dalla vetta son infatti di b
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13-11-2016 21:40
askatasuna askatasuna
Successivamente si passa al tratto che oppone le difficoltà maggiori, vuoi per delle brevi arrampicate (I-II grado), vuoi per il terreno ricolmo di briciole. L’esposizione in certi punti è notevole ed è necessario prestare particolare attenzione. Inutile raccomandare la salita solo in assenza di neve o vetrato. L’ascesa è comunque facile e divertente, i passaggi di roccia sono semplici, ma come detto, vista l’esposizione, la discesa rappresenta il vero “punto critico” da affrontare con concentrazione. L’ultimo atto si consuma sul ripido pendio detritico che porta in vetta.
Allegato: Burlaton.JPG
Successivamente si passa al tratto che oppone le difficoltà maggiori, vuoi per delle brevi arrampicate (I-II grado), vuoi per il terreno ricolmo di briciole. L’esposizione in certi punti è notevole ed è necessario prestare particolare attenzione. Inutile
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13-11-2016 21:41
askatasuna askatasuna
Da questa, esso fa quasi impressione per la verticalità, ma in realtà è una comoda salita a tornantini. Una volta raggiunta la piccola croce di legno è consigliabile continuare fino all’ultimo pulpito per ammirare, in tutta la sua lunghezza, l’Alta via della Sete e la dorsale del Resettum. Il raggiungimento del Caserine Basse invece, più che ad alpinisti o ad escursionisti spinti, è consigliabile solo a coloro che non s’intimoriscono davanti ad una espostissima lama di roccia marcia. Ed io non sono fra questi.
Allegato: La hermana pequeña.JPG
Da questa, esso fa quasi impressione per la verticalità, ma in realtà è una comoda salita a tornantini. Una volta raggiunta la piccola croce di legno è consigliabile continuare fino all’ultimo pulpito per ammirare, in tutta la sua lunghezza, l’Alta via de
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13-11-2016 21:43
askatasuna askatasuna
Note a margine:

Negli ultimi anni l’inflazione non ha colpito solo il valore della moneta, ma anche la valutazione delle difficoltà in ambito escursionistico. Così, se nella letteratura e sulla rete la salita a Cima Nartais è classificata come E mentre quella delle Caserine Alte con una doppia vocale, in realtà la lettura dei forum e degli itinerari presenti sul sito, obbligano (forse) ad alzare l’asticella. Cima Nartais guadagna la sua doppia per l’assenza di tracce ma soprattutto per gli ultimi, malagevoli metri dalla forcella alla vetta. Il Caserine si trasforma in un A F+ II a causa dell’esposizione e dei passaggi su roccia. La prima meta proposta, non pare neanche una vetta, ma una ringhiera di mughi appoggiata per riempire lo spazio tra i titani e proteggere la valle di Senons dalle invasioni delle creature che popolano gli abissi del Canal grande. Nonostante ciò, proprio per il suo carattere da spartiacque, regala una visuale senza pari sulle pareti del Cengle Fornezze, sulla muraglia che dal Frascola si spinge verso Forni e sulle aguzze vette che si stagliano verso sud. Tanto mi ha colpito questa anonima cimotta da sottolinearne la complementarietà al Caserine e raccomandarle una visitina.
Allegato: Il paese delle creature selvagge.JPG
Note a margine:<br /><br />Negli ultimi anni l’inflazione non ha colpito solo il valore della moneta, ma anche la valutazione delle difficoltà in ambito escursionistico. Così, se nella letteratura e sulla rete la salita a Cima Nartais è classificata come
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13-11-2016 21:44
askatasuna askatasuna
La seconda meta è uno degli scogli che emergono in quest’angolo così selvaggio. La sua posizione isolata garantisce un panorama sconfinato. Le difficoltà tecniche non sono insormontabili e, se non si soffre l’esposizione, i pochi passaggi su roccia non impensieriscono. Questa salita mi ha conquistato senza se e senza ma. Fatta in giornata necessita di una buona autonomia e di un pizzico di allenamento ed esperienza. Ovviamente l’appoggiarsi a casera Senons e raggiungere la forcella all’alba, regala emozioni che una giornata, seppur tersa, non potrà lontanamente elargire. Come stagione è da preferire sicuramente l’autunno. La primavera può celare qualche nevaio, mentre l’estate è decisamente troppo asfissiante per un percorso solatio come questo.
Allegato: Bronze.JPG
La seconda meta è uno degli scogli che emergono in quest’angolo così selvaggio. La sua posizione isolata garantisce un panorama sconfinato. Le difficoltà tecniche non sono insormontabili e, se non si soffre l’esposizione, i pochi passaggi su roccia non im
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13-11-2016 21:45
askatasuna askatasuna
Punti d’appoggio:

Casera Senons ancorché non monticata da qualche anno, è in perfette condizioni. Un camino ove scaldarsi o cucinare, una sala con lavello, tavolo e numerose panche, un soppalco con tre materassi ed una stanzetta con un paio di reti. L’acqua è chiusa, ma un torrentello scorre a monte dell’abbeveratoio, raggiuntolo, si segua una traccia evidente che sale verso il bosco, lo scrosciar delle cascatelle guiderà il passo. E’ presente anche un impianto a pannelli solari, funzionante, ma privo della batteria necessaria a tramutar il giorno in incandescenza notturna.
Allegato: Il di ca a no rive.JPG
Punti d’appoggio:<br /><br />Casera Senons ancorché non monticata da qualche anno, è in perfette condizioni. Un camino ove scaldarsi o cucinare, una sala con lavello, tavolo e numerose panche, un soppalco con tre materassi ed una stanzetta con un paio di
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13-11-2016 21:47
askatasuna askatasuna
LATO B (emotional side)

Prime Zornade

Mamma mia quanto è lunga la val Settimana! Anche solo a percorrerla in auto! Dal rifugio Pussa prendo la forestale verso casera Senons. Poco prima di raggiungerla, accanto ad una baracca di ferraglia, dei buontemponi han vestito un tronco ad u, tagliato ed appoggiato ad un faggio, con un paio di pantaloni violacei con tanto di mutande che fuoriescono dal ligneo bacino. I pascoli della casera son circondati dai guardiani della valle, ai cui piedi è appollaiato un bosco. Striminzito e schiacciato dalla prospettiva, non ha la vastità delle dorsali della Pesarina osservate d’autunno dalle creste saurane.
Allegato: Mesedot.JPG
LATO B (emotional side)<br /><br />Prime Zornade<br /><br />Mamma mia quanto è lunga la val Settimana! Anche solo a percorrerla in auto! Dal rifugio Pussa prendo la forestale verso casera Senons. Poco prima di raggiungerla, accanto ad una baracca di ferra
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13-11-2016 21:47
askatasuna askatasuna
Ma proprio il risicato spazio disponibile e la sua conformazione, rendono unico quest'ermo angolo. I boschi sono una mistura totale di specie, amalgamate alla rinfusa, senza che nessuna sia riuscita a prendere il sopravvento. Così conifere, mughi, larici e faggi, si ritrovano mescolati. Le tribune dell’anfiteatro si popolano d’una mistione d’uniformi e fogge. Ma soprattutto di colori. Più che un bosco, assomiglia al suo giaciglio, quando s’anima del fogliame dalle sfumature diverse. Quelle stanche e spente, pronte per gracchiare al calpestio, quelle giallognole o arancioni con le nervature ancora danzanti o quelle verdi, scippate prima del tempo, da burbere scrosciate di vento.
Allegato: Mesedot II.JPG
Ma proprio il risicato spazio disponibile e la sua conformazione, rendono unico quest'ermo angolo. I boschi sono una mistura totale di specie, amalgamate alla rinfusa, senza che nessuna sia riuscita a prendere il sopravvento. Così conifere, mughi, larici
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13-11-2016 21:48
askatasuna askatasuna
Le cime che la chiudono a sud poi! Paiono aver sfamato fetta dopo fetta il titano del luogo! Consumato il Corno de Senons fino alla cotenna, è passato ad assaggiare quella di San Francesco! Poi, una volta saziatosi, deve essersi seduto a terra, modellando il Ciadin! Il tempo di lasciar parte del malloppo in casera e mi raggiunge un trio di Fiume Veneto. Gli zaini pesanti e straripanti non lascian adito a dubbi… avrò compagnia! Ma che compagnia! Lo scoprirò solo in seguito, nel frattempo punto a Cima Nartais. In questa prima parte di salita nel bosco, il cammino è talmente evidente e comodo da far riflettere sulla quantità di traffico antropico che lo animò in epoche passate, quando raggiungere la val di Senons era un infinito pellegrinaggio di fatiche. Poi il bosco s’apre ed il paesaggio cambia di colpo, aprendosi a dismisura verso il Pramaggiore.
Allegato: Pramaggiore.JPG
Le cime che la chiudono a sud poi! Paiono aver sfamato fetta dopo fetta il titano del luogo! Consumato il Corno de Senons fino alla cotenna, è passato ad assaggiare quella di San Francesco! Poi, una volta saziatosi, deve essersi seduto a terra, modellando
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13-11-2016 21:51
askatasuna askatasuna
Accarezzando le pareti, punto a quel insenatura così striminzita, osservando la mia meta e pensando se sarò più alto io dei mughi che la popolano o se dovrò faticare per scippare il panorama verso nord. Una volta raggiunta, boooom! La visione della bermudesca selva del Meduna mi toglie il fiato. Un abisso che cela il nulla, o meglio tutto tranne che l’umano. Un dedalo da cui non riemergerebbe neanche Teseo, a meno che non si faccia guidare dal buon Madinelli! Il rimontar la cresta si rivela malagevole, perciò una volta in cima non posso non sbavare verso la quota più bassa.
Allegato: Dal Cimon di Agâr al Frascola.JPG
Accarezzando le pareti, punto a quel insenatura così striminzita, osservando la mia meta e pensando se sarò più alto io dei mughi che la popolano o se dovrò faticare per scippare il panorama verso nord. Una volta raggiunta, boooom! La visione della bermud
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13-11-2016 21:53
askatasuna askatasuna
Due metri quadrati d’erba senza aghi intorno. Intorno, ma non al di sotto. Per raggiungerla rispolvero le mie doti di “pogatore” da concerti punk-hardcore per la gioia di una miriade di aghi che aspettavano solo me per scendere ed infilarsi in ogni pertugio di zaino e vestiario. Poi quel salto, invaso dai verdi. Poca voglia di tuffarmi su quei prati ma mi butto. Quel corridoio tra arbusti che vedevo da sopra scompare e alla fine, abdico, ritornando sui miei passi. Il panorama che si scorge da Cima Nartais mi obbliga a caldeggiarne in ogni modo una visita. La contemplazione del “Ritratto di due gemelle” scolpito dalle sorelle Vetta e Cengle Fornezze, sarebbe degno d’un museo. Le sottili striature della seconda paiono sottolineate una ad una dallo scalpello.
Allegato: Cengle Fornezze.JPG
Due metri quadrati d’erba senza aghi intorno. Intorno, ma non al di sotto. Per raggiungerla rispolvero le mie doti di “pogatore” da concerti punk-hardcore per la gioia di una miriade di aghi che aspettavano solo me per scendere ed infilarsi in ogni pertug
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13-11-2016 21:54
askatasuna askatasuna
Il povero Chiarescons ne esce completamente ridimensionato. Sebbene in controluce, meritoria è anche la silhouette di cime che dipartono dal Caserine Alte, ma la scena, come anticipato, è rubata dai piani bassi. Da quel gorgoglio abissale, ora gentilmente ramato, sovrastato dalla dorsale che unisce il Cimon di Agâr al Frascola, passando per Naiarda e Tamaruz.
Allegato: Chiarescons e Pramaggiore.JPG
Il povero Chiarescons ne esce completamente ridimensionato. Sebbene in controluce, meritoria è anche la silhouette di cime che dipartono dal Caserine Alte, ma la scena, come anticipato, è rubata dai piani bassi. Da quel gorgoglio abissale, ora gentilmente
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13-11-2016 21:55
askatasuna askatasuna
Più a lato cima Leadicia, quotata 1898 ma priva di nome sulla Tabacco e raggiungibile attraverso forcella Pierasfezza incuneandosi nella val di Vuâr tramite un lungo avvicinamento dalla diga del Ciul. Un altro nome che segno sulla lista. Non solo per quanto sia rimasto affascinato da quella millefoglie di pietra, quanto per il viaggio dissennato che porterebbe alla forcella, solcando i fondali delle pareti orientali delle Caserine.
Allegato: Cima Leadicia.JPG
Più a lato cima Leadicia, quotata 1898 ma priva di nome sulla Tabacco e raggiungibile attraverso forcella Pierasfezza incuneandosi nella val di Vuâr tramite un lungo avvicinamento dalla diga del Ciul. Un altro nome che segno sulla lista. Non solo per quan
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13-11-2016 21:56
askatasuna askatasuna
Che poi da Cima Nartais si vedano distintamente il Coglians, il Sernio, lo Zuc dal Bor ed i massicci delle Giulie poco importa. Qui la dimensione non conta, sono i dettagli a non avere prezzo. Come quella pittura di guerra, grigiastro chiaro, che diparte dal Pale Candele, proseguendo verso le altre alture, separate da profondi intagli che paiono raggiunger quasi il fondovalle. Pare una sottolineatura effettuata da un geologo per spiegare il senso della compressione e dell’innalzamento di questi fondali. Una frattura cromatica che taglia nettamente la vegetazione ed insorge allo sguardo, scemando verso il Col de Post.
Allegato: Masse robe.JPG
Che poi da Cima Nartais si vedano distintamente il Coglians, il Sernio, lo Zuc dal Bor ed i massicci delle Giulie poco importa. Qui la dimensione non conta, sono i dettagli a non avere prezzo. Come quella pittura di guerra, grigiastro chiaro, che diparte
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13-11-2016 21:57
askatasuna askatasuna
Resto per parecchio su questa cimotta, godendomi il sole che scappa via presto dalla conca di Senons. Disteso, chiudo gli occhi e apro le orecchie. Dei rumori in sottofondo continuano a incuriosirmi, ssssTIC! ssssTAC! Sono flebili e giungono da direzioni diverse. Allora mi alzo e inizio a seguirli, sempre con l’udito. Sorrido al pensare che probabilmente si tratta delle rimanenti pigne chiuse dei mughi, che pian piano si stiracchiano, eiettando la figliolanza! Poi scendo, gustandomi ogni particolare.
Allegato: Fornezzes wall.JPG
Resto per parecchio su questa cimotta, godendomi il sole che scappa via presto dalla conca di Senons. Disteso, chiudo gli occhi e apro le orecchie. Dei rumori in sottofondo continuano a incuriosirmi, ssssTIC! ssssTAC! Sono flebili e giungono da direzioni
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13-11-2016 21:58
askatasuna askatasuna
I compagni di casera nel frattempo, han allestito il campo base. Da non credere quanto si possa stipare negli zaini: qualche chilo di coste, una ventina di alette di pollo, tre chili di formaggio, due salami, pane, tre grandi vasi con olive, peperoni ripieni e carciofi, pacchi di polenta, quattro tipi di biscotti diversi, vino, acqua, grappa, moka per otto con caffè e bustine di zucchero, una griglia, pentolame e stoviglie, pasta e sughi, ed altro ancora! Robis di no crodi!
Allegato: Giochi di cielo e dombre.JPG
I compagni di casera nel frattempo, han allestito il campo base. Da non credere quanto si possa stipare negli zaini: qualche chilo di coste, una ventina di alette di pollo, tre chili di formaggio, due salami, pane, tre grandi vasi con olive, peperoni ripi
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13-11-2016 21:58
askatasuna askatasuna
Il tramonto a Senons è fuggevole e solletica solo la meta del giorno dopo, il Caserine Alte, con le sue triangolazioni minerali, senza sfiorare il vicino Corno. Sospiro a quelle forme, mirando alla forcella del Pedole che m’aspetta all’alba.
Allegato: Senons Valley.JPG
Il tramonto a Senons è fuggevole e solletica solo la meta del giorno dopo, il Caserine Alte, con le sue triangolazioni minerali, senza sfiorare il vicino Corno. Sospiro a quelle forme, mirando alla forcella del Pedole che m’aspetta all’alba.
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13-11-2016 21:59
askatasuna askatasuna
Domani sarà una gran giornata, come testimonia quel cielo che esco di tanto in tanto ad osservare, disteso a testa in su sopra il tavolo esterno, attendendo tremolante, secondo dopo secondo, che i luccichii si moltiplichino. La serata va avanti a lungo tra discussioni, racconti e risate. Cinque amici, un gran bel gruppo, attento a condividere ogni cosa e a tirarti dentro ogni discorso. A volte, anche se il bivaccar solinghi è il fine ultimo, si può gioire pure d’una socialità inaspettata, soprattutto se fomentata da tal si belle umanità. Poi finalmente si entra nei sacchi a pelo, mentre al piano di sotto le braci s’assopiscono come stelle.
Allegato: Caserine alte al tramonto.JPG
Domani sarà una gran giornata, come testimonia quel cielo che esco di tanto in tanto ad osservare, disteso a testa in su sopra il tavolo esterno, attendendo tremolante, secondo dopo secondo, che i luccichii si moltiplichino. La serata va avanti a lungo tr
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13-11-2016 21:59
askatasuna askatasuna
Seconde Zornade


Non posso farmi sfuggire l’alba dalla forcella del Pedole e punto la sveglia alle cinque, che oggi diventan le quattro, inaugurando la stagione delle giornate corte. Anche se poi penso.. corte rispetto a cosa? Il bivaccare non segue le lancette, ma il moto paziente ed inesorabile di quelle due pupille, che si rincorrono nel cielo. E vi si adegua. Non è una questione d’orario, ma d’attesa. Parto con la frontale sotto un cielo che è come l’ho lasciato.
Allegato: Cor cor che a tache.JPG
Seconde Zornade<br /><br /><br />Non posso farmi sfuggire l’alba dalla forcella del Pedole e punto la sveglia alle cinque, che oggi diventan le quattro, inaugurando la stagione delle giornate corte. Anche se poi penso.. corte rispetto a cosa? Il bivaccare
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13-11-2016 22:00
askatasuna askatasuna
Splendide le camminate notturne! L’aria si fa densa e sommerge ogni cosa, i richiami dei gufi echeggiano lontani, senti il tuo respiro riempire il vuoto che ti circonda, un’atmosfera rovinata solo da quei passi che per quanto provi a farli leggeri, si trasformano in un frastuono goffo ed amplificato. L’anello del Ciadin mi porta subito ad una scelta, prendere il ramo di sinistra o di destra? Finisce come al casello autostradale, dove, come dice il babbo, non si riesce mai ad “imbroccare” una fila! Il 393 che sale sul fianco di Cima Nartais è stato rovinato dalle slavine. Rimane la traccia ma anche l’ingombro dei resti sotto le zampe. I bolli ci sono ma radi, così in diversi punti, al buio più totale, ho dovuto verificare se il mio intuito fosse corretto. In caso d’anello è sicuramente consigliabile come via di salita.
Allegato: Buongiorno giorno.JPG
Splendide le camminate notturne! L’aria si fa densa e sommerge ogni cosa, i richiami dei gufi echeggiano lontani, senti il tuo respiro riempire il vuoto che ti circonda, un’atmosfera rovinata solo da quei passi che per quanto provi a farli leggeri, si tra
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13-11-2016 22:00
askatasuna askatasuna
Senza girarci attorno, una volta alla vista della forcella l’ho presa di petto e sono andato su dritto, abbandonando la traccia. La frontale adesso è spenta e non voglio perdermi lo spettacolo! Pochi metri prima di giunger alla sella ecco i primi fischi! Un camoscio fugge dalle cenge del Burlaton, ma non riesco a prestare attenzione alle sue arrampicate ed al suo svolazzar di pietra in pietra. Non qui, non ora. M’esce un sorriso grande come l’orizzonte ed esclamo “Buongiorno giorno!”. Corro a prender posto qualche metro più in su, per avere una visuale maggiore. Poi mi fermo, con il cuore che non sa se calmarsi o continuare a battere all’impazzata.
Allegato: Pramaggiore on fire.JPG
Senza girarci attorno, una volta alla vista della forcella l’ho presa di petto e sono andato su dritto, abbandonando la traccia. La frontale adesso è spenta e non voglio perdermi lo spettacolo! Pochi metri prima di giunger alla sella ecco i primi fischi!
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13-11-2016 22:01
askatasuna askatasuna
Non m’aspettavo un’alba del genere. Pare che il sole salga dal mare, le cime che dovrebbero circondarmi non esistono. Pochi profili, colti solo dall’occhio reale e non da quello digitale, emergono da un oceano bituminoso, quasi omogeneo.
Allegato: East side.JPG
Non m’aspettavo un’alba del genere. Pare che il sole salga dal mare, le cime che dovrebbero circondarmi non esistono. Pochi profili, colti solo dall’occhio reale e non da quello digitale, emergono da un oceano bituminoso, quasi omogeneo.
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13-11-2016 22:01
askatasuna askatasuna
Come se, liquefattesi durante la notte, si stiano risolidificando una ad una, dando di nuovo un senso al paesaggio. Quel sole che sale dall’altopiano del Nanos, non è un sole, pare il centro del mondo, pulsante e accecante. Plasma ogni cosa a suo piacimento, abbracciando d’arancio e dipingendo le nuvole che lo accolgono come braci al soffiare! Quel lieve arco, in cui il cielo e la terra si sfiorano, trasuda colore, si fa rovente, mentre quella cosa viva vi si arrampica per raggiungere gli azzurri. Fa quasi paura guardare in alto, la dorsale delle Caserine che m’appresto a percorrere pare ardere di compiacimento. Come se a sfiorarla potesse sciogliere la suola delle pedule!
Allegato: Oils Sea.JPG
Come se, liquefattesi durante la notte, si stiano risolidificando una ad una, dando di nuovo un senso al paesaggio. Quel sole che sale dall’altopiano del Nanos, non è un sole, pare il centro del mondo, pulsante e accecante. Plasma ogni cosa a suo piacimen
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13-11-2016 22:02
askatasuna askatasuna
Ma è come l’acqua che bolle sotto vuoto, vedi le bollicine, tutto si agita come se dovesse esplodere, poi alzi il coperchio, metti dentro il dito nel bicchiere, ed è fredda. Ma la magia resta. Basta lasciarsi cullare da essa. La spiegazione del trucco non conta. Mentre la combustione inizia a perdere forza, mi giro, ed è la cresta del Pramaggiore tutta a sobbollire di bronze, poi la muraglia che chiude a nord il Canal grande di Meduna. Sbigottito mi giro da una parte all’altra, come fossi spettatore di una finale di Coppa Davis.
Allegato: Caserine che scotta.JPG
Ma è come l’acqua che bolle sotto vuoto, vedi le bollicine, tutto si agita come se dovesse esplodere, poi alzi il coperchio, metti dentro il dito nel bicchiere, ed è fredda. Ma la magia resta. Basta lasciarsi cullare da essa. La spiegazione del trucco non
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13-11-2016 22:02
askatasuna askatasuna
Poi gli azzurri si fan più intensi, come carezze d’acqua affievoliscono le fiamme e tutto si calma. E’ l’ora di proseguire. Il cammino è ben segnalato, i verdi ripidi ed esposti, addomesticati dai terrazzamenti. Ad ogni metro spuntano cime su cime, tanto che la Nartais fa oramai le veci del brutto anatroccolo, nascondendosi sotto le vampe che inondano le Fornezze ed il Chiarescons. I tratti di roccia fanno aumentare il passo, divertono, basta ricordarsi che non è un gioco. Ma al salir s’è tutti gatti! Qualche sfasciume che supero con lo sguardo puntato a terra per non perdermi la sorpresa, poi quella croce minuscola, tenuta insieme da un elastico e lo zaino che, finalmente, si siede.
Allegato: Fornezze y Chiarescons al amanecer.JPG
Poi gli azzurri si fan più intensi, come carezze d’acqua affievoliscono le fiamme e tutto si calma. E’ l’ora di proseguire. Il cammino è ben segnalato, i verdi ripidi ed esposti, addomesticati dai terrazzamenti. Ad ogni metro spuntano cime su cime, tanto
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13-11-2016 22:03
askatasuna askatasuna
Il tempo di riprendermi e l’acqua è già che bolle. Affetto da labirintite vago per la cresta con quel caffè caldo tra le mani, il primo dei tanti. Ma deglutire il primo è dura, avvicini le labbra e parte un sorriso, o il viso si deforma, esigendo un lacrimevole sfogo. Un’alternanza di emozioni continua, placata solo dai passi. Nelle tre ore in cui son restato appollaiato su questa cima, credo d’aver fatto più chilometri di quelli necessari a raggiungerla dal bivacco. La seguo fino a quando decide di cadere verso il Caserine Basse. Fino a quando non fa intendere che è meglio quietare lo spirito o scegliere tra contemplazione ed adrenalina. Non ho dubbio alcuno e, lentamente, ritorno al punto di partenza.
Allegato: From little sister to the big one.JPG
Il tempo di riprendermi e l’acqua è già che bolle. Affetto da labirintite vago per la cresta con quel caffè caldo tra le mani, il primo dei tanti. Ma deglutire il primo è dura, avvicini le labbra e parte un sorriso, o il viso si deforma, esigendo un lacri
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13-11-2016 22:03
askatasuna askatasuna
E via così, per tre, cortissime ore. Ad aspettare che la luce cambi, s’infiltri, liberi pareti e vallate, riporti a galla forme e profili, agiti i colori fino a dargli la foggia quotidiana. Nonostante ciò non riesci a contarle tutte quelle picche! Il Caserine è un belvedere eccezionale. Accanto a sé ha voluto solo la sorella minore, allontanando tutti gli altri quel tanto che basta, affinché il panorama s’ampli a dismisura.
Allegato: Cada nube una montaña.JPG
E via così, per tre, cortissime ore. Ad aspettare che la luce cambi, s’infiltri, liberi pareti e vallate, riporti a galla forme e profili, agiti i colori fino a dargli la foggia quotidiana. Nonostante ciò non riesci a contarle tutte quelle picche! Il Case
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13-11-2016 22:04
askatasuna askatasuna
Sul bordo dell’abisso che sa di traversata scabrosa ed impegnativa, infilo le dita tra le pieghe di quella parte della cresta che non raggiungerò mai, seguendone le striature. Le pupille corrono veloci sulla dorsale del Resettum per poi balzare sull’Alta via della sete che da qui si riesce ad ammirare nella sua quasi totalità.
Allegato: Alta Via della Sete.JPG
Sul bordo dell’abisso che sa di traversata scabrosa ed impegnativa, infilo le dita tra le pieghe di quella parte della cresta che non raggiungerò mai, seguendone le striature. Le pupille corrono veloci sulla dorsale del Resettum per poi balzare sull’Alta
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13-11-2016 22:04
askatasuna askatasuna
Dietro a quel cornuto del Duranno, si vedono le nevi sommitali del Civetta, lo schienale candido del Pelmo, il nasone imbiancato della Vezzana e lo stizzoso Antelao. Il Sorapiss si riconosce ad occhio nudo, come le Dolomiti di Sesto, le Tre Cime, la Bagni, il Popera.
Allegato: Hacia Sesto.JPG
Dietro a quel cornuto del Duranno, si vedono le nevi sommitali del Civetta, lo schienale candido del Pelmo, il nasone imbiancato della Vezzana e lo stizzoso Antelao. Il Sorapiss si riconosce ad occhio nudo, come le Dolomiti di Sesto, le Tre Cime, la Bagni
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13-11-2016 22:05
askatasuna askatasuna
Riesco distintamente a vedere il Porezen, senza sospettare minimamente che sia lui. Come potrei? E se ho difficoltà a credere che lo Snežnik appaia così definito, come faccio ad intuire che quell’ombra lontana sia addirittura il Vojak, bastione croato del Montemaggiore? Poi ritorno a fissare le tante cime dai nomi strani che stanno a due passi da me, Bortoluth e la sua spia, il Cornaget e le sue picche. Scodinzolo, rido, mi agito, poi ritorno al rito del caffè e mi calmo, fino a quando non ricomincio lo stesso giro, come uno zombie, imbambolato, emettendo solo vocali o parlando da solo, salutando ogni sagoma conosciuta.
Allegato: Wilderness Area.JPG
Riesco distintamente a vedere il Porezen, senza sospettare minimamente che sia lui. Come potrei? E se ho difficoltà a credere che lo Snežnik appaia così definito, come faccio ad intuire che quell’ombra lontana sia addirittura il Vojak, bastione croato del
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13-11-2016 22:05
askatasuna askatasuna
Lentamente e a mala voglia, si svelano anche gli abissi insondabili del Meduna. Riparto con difficoltà, tentando di ritrovare la concentrazione, il passaggio dall’emozionale al razionale è necessario quanto improbo. In forcella mi fermo per il panino, mentre il fumo s’alza generoso dalla casera. Ritorno per il lato sud del Ciadin, un percorso comodo e panoramico, ben curato e segnalato. Sorprendo il battaglione fiumano intento a pasteggiare insieme ai rinforzi saliti in mattinata. Il tempo di un saluto e scendo con calma, per una carrareccia silente, sospirando ad ogni morso di mela.
Allegato: Val Senons dalla forcella del Pedole.JPG
Lentamente e a mala voglia, si svelano anche gli abissi insondabili del Meduna. Riparto con difficoltà, tentando di ritrovare la concentrazione, il passaggio dall’emozionale al razionale è necessario quanto improbo. In forcella mi fermo per il panino, men
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15-11-2016 19:06
marco.raibl marco.raibl
Sempre troppo pochi complimenti,per te. Bravo e grazie per le tue 'condivisioni'
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