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Croda de R’Ancona (2366m) |
26-07-2016 19:29 |
askatasuna |
Condivido una breve escursione, inevitabilmente segnata dal primo grande conflitto ma che, dopo un secolo, vede soggiogata la storia a favore di un panorama ampissimo, caratterizzato dai contrasti cromatici e dalle inconsuete forme dei massicci. Nonostante la distanza, vista la relativa facilità della traversata integrale, è certamente una meta che reclama un spazio sulla lunga lista dei desideri. (15.07.2016) |
Allegato: La Croda Rossa.JPG |
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26-07-2016 19:30 |
askatasuna |
Difficoltà: EE
Dislivello: 900 metri (scarsi)
Tempo di percorrenza: 5 ore
Cartografia: 03 Dolomiti Ampezzane, Tabacco 1:25.000 |
Allegato: Inmò colôrs.JPG |
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26-07-2016 19:31 |
askatasuna |
LATO A (pragmatic side)
A Cortina d’Ampezzo si prosegue verso nord, in direzione Podestagno prima e Cimabanche poi. Lasciato sulla sinistra il rifugio Ospitale si continua ancora per circa tre chilometri, fino a parcheggiare presso un grande spiazzo sulla sinistra (cartelli naturalistici), in località Lago Bianco (1515m). Si segua quindi la carrareccia che coincide con il sentiero Cai numero otto, che porta verso forcella Lerosa. Una volta sulle praterie della val di Gòtres, prima di raggiungere la forcella, s’ha da notare sul margine sinistro della forestale, un masso con la scritta sbiadita “Ancona”. Esso è di facile individuazione grazie ad un bellissimo esemplare di Cirmolo o Pino Cembro, che svetta come gigantesco ometto dall’altro lato della strada. La traccia, netta, prosegue in falsopiano in direzione opposta. |
Allegato: Cuadri.JPG |
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26-07-2016 19:31 |
askatasuna |
Noi l’abbiamo abbandonata quasi subito, prediligendo la salita diretta di un coloratissimo impluvio, mai troppo verticale, da abbandonare poco prima del termine della mugheta (una debole traccia verso est porta al vicino Bus). Per andare sul sicuro invece, basta seguire traccia ed ometti che accompagnano fino alla cresta orientale della Croda e al suo famoso buco. Uno spettacolare occhio orientaleggiante posto in verticale. |
Allegato: Voli.JPG |
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26-07-2016 19:32 |
askatasuna |
Una volta al suo cospetto ne si risale l’orlo sinistro. Accanto alla divertente paretina, che richiede l’uso delle mani, è presente una traccia più scalinata. Da sotto pare un percorso verticale ed esposto ma sopra il foro la traccia torna comoda, infilandosi tra i mughi. Qualche tratto appena in cui baruffar con loro e si raggiunge il pulpito erboso (resti di caverna). Prima di proseguire si può continuare sulla destra (versante nord della Croda) per curiosare altre postazioni. |
Allegato: Croda Dolomiti di Sesto e Cristallo.JPG |
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26-07-2016 19:33 |
askatasuna |
Ritornati sui propri passi s’incomincia a prender la via delle rocce, guidati inequivocabilmente da molti ometti. Superata una balza erbosa ed un panoramico terrazzamento roccioso, si giunge ad una cengia comoda ma leggermente esposta, segnalata dalla presenza di un vecchio cavo. Si giunge in breve alle placche terminali, lievemente inclinate, che portano alla vetta, segnalata da due croci di legno. |
Allegato: Cristallo Sorapiss Pelmo Civetta e Tofane.JPG |
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26-07-2016 19:34 |
askatasuna |
Per il ritorno si continua in direzione opposta, seguendo prima gli evidenti ometti, poi dei bolli sbiaditi, mentre il crinale s’allarga, diventando più erboso. Si calca memoria, come testimoniato dai numerosissimi resti di trincee e postazioni. Prima di invertire la direzione fare attenzione alle balze sul lato settentrionale del monte. Con un minimo di curiosità esplorativa si noteranno, a poca distanza dal sentiero, le grandi cenge artificiali che ospitavano le cucine. |
Allegato: Kitchens.JPG |
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26-07-2016 19:34 |
askatasuna |
Ritornati sulla traccia, trasformatasi in mulattiera di guerra, la si segue comodamente fino a raggiungere la radura de “i Ciadis”. La si oltrepassa senza percorso obbligato, puntando verso nord, incrociando una carrareccia inerbita da prender verso destra. Qualche passo e si ritorna sulla forestale. A sinistra si scende verso malga Ra Stua, mentre a destra s’è in breve a forcella Lerosa, ove si segue il percorso dell’andata fino al parcheggio. |
Allegato: Hacia Senes.JPG |
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26-07-2016 19:35 |
askatasuna |
Un’altra possibilità anulare che richiede un centinaio di metri di dislivello in pìù, invoglia a proseguire verso la malga, quindi scendere in località Sant’Umberto con il sentiero cinque. Da qui per strada bianca prima e seguendo poi la ciclabile Cortina-Dobbiacco, che corre parallela alla strada asfaltata in direzione di Cimabanche, si ritorna al parcheggio del Lago Bianco. |
Allegato: From Pezzories to Sorapiss.JPG |
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26-07-2016 19:35 |
askatasuna |
Note a margine:
Un’escursione breve ma non banale, sia nei contenuti paesaggistici, storici ed emotivi, che nel suo sviluppo. L’incredibile belvedere della Croda de R’Ancona, traversato da est verso ovest, per quanto poco impegnativo nel dislivello e nella tempistica, necessita di un minimo d’esperienza. Il lato orientale non oppone difficoltà tecniche insormontabili (si resta sempre sotto il II grado). Qualche tratto risulta moderatamente esposto e richiede l’uso delle mani. Quasi inutili i cavi penzolanti, la cui unica funzione è di ricordare come un tempo, tale itinerario, fu bollato e manutenuto. |
Allegato: Refudons di memorie.JPG |
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26-07-2016 19:36 |
askatasuna |
Le ricchissime testimonianze belliche sono state decimate dalle stagioni. Le innumerevoli baracche sono oramai scomparse o disseminate a valle, ma rimangono in abbondanza le tracce di una cima occupata da un gran numero di effettivi, come risulta dai resti di alloggi e trincee, fili spinati e fittoni, scatolame e cucine, pianori e mulattiere. Il parco uso delle mani è ricambiato da un panorama mozzafiato. Segnalo come la salita dalla malga Ra Stua per la mulattiera militare non superi la classificazione escursionistica. Ma una tale opzione, oltre a trasformare il giro in una passeggiata di un paio d’ore appena, scipperebbe la parte più emozionante dell’escursione stessa. |
Allegato: Narançons.JPG |
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26-07-2016 19:37 |
askatasuna |
LATO B (emotional side)
Inizio a risalire la carrareccia forestale un po' frastornato. Per esser vestito sono vestito, ma è il carattere inaspettato di quella scarsa quindicina di gradi che frega un corpo oramai settato in modalità hamam (bagno turco). La pendenza moderata non scalda, anche perché mi blocco quasi subito. Al primo ponticello. Arriva come un pugno alla bocca dello stomaco mentre sei girato da un’altra parte. Oggi la giornata è iniziata con un’esondazione di parole, dalla mattina presto, in auto, sul troi, in cima. Tutto preventivato. L’escursione di oggi era improntata, più che sulla conoscenza dei luoghi, su di un incontro. |
Allegato: Lavaredo.JPG |
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26-07-2016 19:37 |
askatasuna |
Il magnetotermico emozionale era già stato abbassato, in social mode. Boccaporti sensoriali socchiusi. Vele pindariche ammainate. Àncora raziocinante, lanciata sul fondale. Quindi mi chiedo, perché resto qui, immobile, a farmi soggiogare da questo dettaglio? Perché sento mille dita che iniziano a sgarfare in ogni anfratto dell’animo? |
Allegato: La Croda Rossa e il suo unico profilo scolorito.JPG |
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26-07-2016 19:38 |
askatasuna |
La prima delle cascatelle del rio Rufiédo non sta passando sotto il ponticello, ma attraverso di me. La buriana della notte deve aver lavato ogni pietra, ogni singolo granello di ghiaia, per poi gettarsi, all’unisono, verso valle. Le dolci vie di fuga son state prese d’assalto da un fuggi fuggi generale. Acqua che spinge e salta, che s’intrufola e sorpassa, che scavalca e si lancia, altra acqua ancora, in una frenesia gravitazionale collettiva. Una stampede che ha trasformato il contenuto di questo minuscolo dedalo di sassi muschiati. |
Allegato: Arte postbellica sul versante occidentale della Croda.JPG |
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26-07-2016 19:38 |
askatasuna |
Non scende spuma verso valle, ma latte! Non è la boria dell’acqua a stravolgermi, quella che nel saltare cambia tinta e carattere, virando al bianco. Ma il fatto che ovunque guardi, non v’è un millimetro quadrato in cui essa si faccia trasparente. Pare quasi sia diventata vischiosa! Non riconosci quel liquido che urla, che ingombra i padiglioni auricolari, che blocca le parole. E quel montar di panna inizia a saturarmi, a travolgere ogni barriera, ogni razionalità. |
Allegato: Croda Rossa e Cristallo.JPG |
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26-07-2016 19:39 |
askatasuna |
La punta della pedula destra inizia a colpir la terra, gli occhi sempre più sbarrati, il petto compresso e ancora quel batter di punta sul ponte. Le lacrime iniziano a risalire cercando anche loro una via di fuga. Ma Gabriele mi aspetta più avanti. Tento di bloccare quella cosa che non controllo, quello stupore che s’è fatto troppo per non tracimare e lo raggiungo. Mi mancan le parole. Faccio finta di nulla, ma i passi si fan pesanti ed inizio a sentire il segno di quel pugno. Proprio alla bocca dello stomaco. |
Allegato: Baracca.JPG |
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26-07-2016 19:40 |
askatasuna |
Quel dolore che è castrazione emotiva, tentativo inutile di tenere a bada un’ebollizione a gas spento. Mi ci vorrà un po'. Fino alla “vasca del capitano” abbandonata in quella radura d’erba. Continuiamo a camminare sotto le pareti del Ra Sares, mentre ignoro ancora come questa giornata si vedrà totalmente dominata non dai profili, ma dai colori. |
Allegato: Praterie di Gotres.JPG |
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26-07-2016 19:40 |
askatasuna |
I campanacci annunciano cavalli e bovini sparsi nella radura, mentre un colpo di gong dal lungo eco, si fa spazio nel mio petto davanti alle pareti della Croda Rossa. Da sotto non riesci ad intuirne la potenza cromatica, la luce è ancora attenuata dalle nubi, ma le prime venature già pulsano accese. Dall’altro lato ecco la nostra, di Croda. Tozza e poco attraente, con quello spiritello aranciato, con due occhioni neri, a spiarci. Preso il vecchio sentiero, ci inoltriamo tra i mughi. Poi lo sfogo d’un impluvio asciutto mi fa sussultare. E’ la carne nuda della montagna. Briciole stinte, trascinate verso valle. |
Allegato: Mi sento osservato.JPG |
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26-07-2016 19:41 |
askatasuna |
Accenno un passo, abbozzo una parola poi ritorno sulla traccia. Ma il buon Gabriele ha naso. Intuisce il mio desiderio di salire per quel corridoio minerale e l’accondiscende. Dopo pochi metri però si rintana a lato tra i mughi, lasciandomi libero di continuare a risalire verso il punto in cui, il vasetto di quella china pastello, dev’essersi rovesciato. |
Allegato: Gruppo del Cristallo.JPG |
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26-07-2016 19:41 |
askatasuna |
Il letto non ospita solo pietrame, son scesi a valle pure brandelli di filo spinato e le assi dei baraccamenti militari. Quando si fa più un po' più verticale, esso si libera dalle briciole, facendosi tela. Longitudinale. Materica. Le parti grigiastre s’alternano agli strati spaccati dal ghiaccio e sollevati dall’acqua. Ancora quel colore, via via più intenso. Che porta ad Oriente, ai sari, alle spezie. Uscito sui prati mi giro e boooom! |
Allegato: La grande y la pequeña.JPG |
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26-07-2016 19:42 |
askatasuna |
Eccoti la Croda Rossa! Più che la sua serratissima fila di denti di squalo, sono ancora le tinte a sorprenderti! Non v’è spazio per il rosa pallido delle Dolomiti. Pare un quadro, con quelle tinte così accese da dominare la maggioranza grigiastra delle pareti. |
Allegato: Contrasti.JPG |
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26-07-2016 19:43 |
askatasuna |
Un quadro da cui s’evince la capacità tecnica dell’autore, con quelle cengette ghiaiose e longitudinali che alla retina arrivano offuscate, come una foto mossa, trasformandosi in pittura raschiata a forza con la spatola. I ghiaioni non fanno che accentuare l’illusione. Come se l’eccesso di liquido dell’acquerello verticale che mi si para di fronte, senza esser stato asterso, sia semplicemente colato, colorando una parte di quelle ghiaie spente. Ci ritroviamo al Bus. L’Okno che dir si voglia. Un occhio dai tratti decisamente orientali. A mandorla. Da cui si può spiare verso il Pezories. |
Allegato: Prove di tinteggiatura.JPG |
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26-07-2016 19:43 |
askatasuna |
Fisso le sue ciglia minerali. Camminarci sopra, nonostante l’aspetto delicato, è una tentazione da non lasciarsi scappare. Mi lancio sulla paretina senza più degnare quell’occhione del voyeurismo fotografico che merita. Alla mia sinistra vedo una traccia che sale comoda ma la lascio dove sta. Una volta sulle sopracciglia appare evidente la vecchia linea di mascara mughesca che porta all’attacco delle pareti nordest della Croda. Un fazzoletto erboso, segnale di tregua, m’aspetta per pochi minuti. Il tempo di litigare con i pini mughi che si stan riprendendo terreno. |
Allegato: Pelmo e Tofane.JPG |
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26-07-2016 19:44 |
askatasuna |
Scorgo Gabriele. Poi il silenzio. Dopo parecchi minuti un fischio, poi un urlo. Senza risposta. Scopro come il mio compagno d’avventura, senza volerlo, abbia lasciato il troi, invogliato da un canalone. Alla fine ci ritroviamo sul sentiero e ripartiamo per la vetta. Non prima d’aver ispezionato i resti militari, alla disperata ricerca di qualche cjavile. Purtroppo i militi utilizzavano già dei bei chiodoni fusi in modo industriale. |
Allegato: Dagli Scarperi alle Lavaredo.JPG |
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26-07-2016 19:44 |
askatasuna |
O forse i resti sono dei plotoni di pittori che proprio qui provarono i primi campioni di tinte per poi sfogarsi sulle infinite tele che li circondavano. Tanti gli ometti presenti, qualche Stella Alpina, poi la vetta. Tra gli sbuffi gelati, solo i Rondoni si sentono a loro agio. Io mi scaldo solo con il panorama. Il massiccio del Cristallo si presenta nella sua ampiezza, con quel piano tagliato con lo spago della polenta, ma il protagonista fa il prezioso. |
Allegato: Il Sorapiss e la sorellanza.JPG |
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26-07-2016 19:45 |
askatasuna |
Il Sorapiss invece si mostra tutto. Compresa la sorellanza. Poi il Pelmo separato da una lunga lingua di neve dal Pelmetto, tanto precisa da fare apparire quest’ultimo solo un sasso, appoggiato obliquamente al padre-padrone. La Civetta e le Tofane. O meglio due Tofane. Che come orecchie di gatto, col pelo macchiate di bianco, si tendono verso la piana, di schiena. Il contrasto cromatico rasenta l’eccesso col gruppo del Conturines. |
Allegato: Conturines Lavarela e Croda del Beco con due ci.JPG |
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26-07-2016 19:45 |
askatasuna |
Mmhhh, anche se le salite di queste cime magari non sono fra le sue preferite, sono sicuro che quel mondo che pare fatto solo di frammenti d’eterno, popoli i sogni di sior Mario, amante delle zone a vegetali zero, dove una decina di centimetri di colori son il massimo sopportabile per uno per cui la montagna inizia quando finisce l’erba. |
Allegato: La Croda del Beco.JPG |
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26-07-2016 19:46 |
askatasuna |
Chiudono l’orizzonte mozzafiato ai lati della Croda, quella del Beco (bella piallata e con una “ci” sola) da un lato e le Tre Cime dall’altro. Tre.. dipende da dove le guardi! Ma protagonista è ancora lui, l’arancio della Croda Rossa, anzi gli aranci, più o meno intensi, richiamati dagli spuntoni delle Crode d’Antruiles e del Becco (con due “ci”). Scendiamo ispezionando accuratamente il terreno. Popolato di tracce fantasmatiche, a volte segnalate da trincee, baracche o zone piane scavate a suon di mine, fino alle cucine, ancora evidenti. |
Allegato: Gruviera bellico.JPG |
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26-07-2016 19:47 |
askatasuna |
Una cittadella votata al delirio bellico prese possesso d’ogni metro di questa vetta ed ora, come le membra straziate dalle volontà di chi, nel caldo del proprio salotto, spostava dei carriarmatini sulle mappe, ritorna ad esser cibo per il tutto. Ingoiata da un oblio agrodolce, d’una natura indifferente a qualsivoglia follia umana. Le pareti che incastonano la mulattiera di guerra, viste da lontano, paion vene verdastre, a percorrere il monte. |
Allegato: La Roja.JPG |
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26-07-2016 19:47 |
askatasuna |
Al ritorno saluto ancora l’enorme Pino Cembro a lato del troi. Ma fremo di rivedere l’ostentazione lattea di Rufiédo, che m’accoglie con un altro stato d’animo. Lo stupore è sostituito dai sorrisi, la punta della pedula non batte, ma è fissa sul ponte. Il tallone, sollevato, dondola. Scodinzolando alla vita. |
Allegato: Di dut.JPG |
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