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Brentoni (cime Ovest e di Mezzo) |
03-01-2016 19:24 |
askatasuna  |
Invaghitomi delle visuali ad ampio respiro della zona ed in cerca di un itinerario breve sono caduto per casualità sui Brentoni, scoprendo in seguito quanto hanno animato il forum stesso riguardo all'apposizione dei due tratti di cavo. La relazione è una scusa per condividere foto ed emozioni di una toccata e fuga a cinque stelle. La prima parte dell'itinerario fino alla vetta è alla portata di tutti e tutte, tenendo conto che si tratta di un itinerario EE e che s'ha da usar le mani (o il cavo, ma scipperebbe ogni divertimento). La prosecuzione verso la Cima di Mezzo invece necessita di passo sicuro ed assenza di vertigini.(18.11.2015) |
Allegato: I Brentoni da forcella Camporosso.JPG |
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03-01-2016 19:25 |
askatasuna  |
Dislivello: 900 mt circa Difficoltà: EE Cartografia: Mappa 01 Sappada, Tabacco, 1:25.000 Durata: 5 ore circa, compresa la Cima di Mezzo |
Allegato: Farfasol.JPG |
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03-01-2016 19:26 |
askatasuna  |
LATO A (pragmatic side)
L'itinerario ha inizio presso sella Campigotto (1790m), poco oltre il rifugio Fabbro, raggiungibile dalla val Pesarina seguendo le indicazioni per casera Razzo-forcella Lavardet. L'incipit consiste in un lungo avvicinamento i cui primi passi si svolgono su carrareccia. Guadagnati una cinquantina di metri li si perdono poco dopo, continuando in falso piano fino a forcella Camporosso, poi, finalmente, si inizia a salire, seguendo il troi 328. Superati i tornantini e qualche roccia si raggiunge la prima paretina attrezzata con il cavo, che mostra pure i segni della precedente e temporanea assicurazione.
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Allegato: Hacia la Cresta Castellati.JPG |
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03-01-2016 19:26 |
askatasuna  |
Raggiunto un panoramico sperone poco oltre quota 2400, s'incontra il secondo e lungo tratto di cavo che accompagna l'ascesa per una sessantina di metri per paretine, indi si rimontano dei brevi canalini detritici per poi giungere alla Cima Ovest (2547m). |
Allegato: Canalini finali.JPG |
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03-01-2016 19:27 |
askatasuna  |
Assolutamente consigliabile, visto il panorama ancor più grandioso che offre, è proseguire per la Cima di Mezzo. Le difficoltà per questa breve deviazione sono però maggiori di quelle incontrate sino ad ora. Scompaiono i bolli e s'intravede qualche ometto. Necessario passo sicuro, vista l'esposizione e l'abbondanza di detriti da calpestare. |
Allegato: Piche di Mieç.JPG |
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03-01-2016 19:28 |
askatasuna  |
Portatisi a nord della cima si capisce subito che s'ha da scender sulla destra per raggiungere la forcelletta posta ad una quarantina di metri sotto di noi che unisce le tre vette. Se la direzione è univoca il percorso è a piacere, si può seguire il filo o abbassarsi leggermente. La risalita presenta una saltino esposto di roccia che si può superare più facilmente accovacciandosi. |
Allegato: Panorama dalla Cima Ovest.JPG |
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03-01-2016 19:29 |
askatasuna  |
Non resta che risalir la cresta dopo averla raggiunta attraverso una rampa inclinata. Sul filo, piuttosto che tenendosi sul lato nord, s'è in breve sulla Cima di Mezzo (2548m). Abbiamo valutato anche la prosecuzione verso la Cima Est più bassa di una decina di metri e con difficoltà alpinistiche, ma l'estrema friabilità della stessa ci ha fatto desistere prima ancora di partire. |
Allegato: Di dut e di pui.JPG |
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03-01-2016 19:29 |
askatasuna  |
LATO B (emotional side)
La carrareccia iniziale non annoia. Se non bastasse il panorama stesso, basta far come me, lasciandosi ipnotizzare dalla massicciata di pietre sulla destra. Dipinto unico su tela longitudinale, tecnica mista, organico-materica su base sanguigna. Affrescata con la pazienza dell'eternità da una delle autrici più dissacranti dell'arte contemporanea ed astratta: la Pacha Mama. Opera conservata nel Museo del Tutto. Poco oltre la visuale s'apre già sul Cadore, ove svetta possente un Antelao che ricaccia in secondo piano la Çuvite.
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Allegato: La vuelta.JPG |
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03-01-2016 19:30 |
askatasuna  |
Nel traverso d'avvicinamento alla base dei Brentoni le anomalie autunnali mi recapitano per posta celere le prime fioriture di Farferugine! Minuscole ma già aperte, a concorrere col sole a chi brilla di più! Le accolgo con un sorridente benvenuto sapendo che il loro destino è già segnato. |
Allegato: Alto Cadore.JPG |
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03-01-2016 19:30 |
askatasuna  |
Salendo, lo sguardo viene sbalzato continuamente come una partita a tennis, sulla destra uno spuntone arrossisce alla luce, dall'altro lato invece quelle pareti terrazzate bianco-grigiastre. Al primo cavo scattano le discussioni sull'opinabilità di tali attrezzature. Che ovviamente, almeno qui ed oggi, mi troveranno poco indulgente (per usare un eufemismo). Il passaggio, come quelli che raggiungeremo poco dopo, è assai comodo e foriero di appigli. Le difficoltà sono minime per non dire nulle. Eppure lui parte. Rigido. Io gli salgo a fianco ove spesso gli appoggi si rivelano migliori. |
Allegato: Il secondo lungo tratto di cavo.JPG |
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03-01-2016 19:31 |
askatasuna  |
Poi un balcone si spalanca e il panorama s'apre. A nord riecco l'infinita cresta erbosa con la rocciosa parentesi della Pitturina. Poi il secondo tratto di cavo. Più lungo. Più scomodo. Il cavo, non il passaggio. Te lo ritrovi spesso tra le zampe o vicino alle mani. Non ne capisco l'utilità. Non v'è esposizione e gli appigli son dovunque. Puro divertimento felino! |
Allegato: Cjanâi.JPG |
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03-01-2016 19:32 |
askatasuna  |
Una volta in vetta è tempo di lasciarsi andare. La prima immagine che mi colpisce è a due passi. La Cima di Mezzo, con le sue scanalature colorate. Tanto che convinco chi mi accompagna a proseguire. |
Allegato: Cima di Mezzo.JPG |
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03-01-2016 19:32 |
askatasuna  |
Qui tutto si fa friabile ma basta calarsi con attenzione alla forcelletta per poi risalire una rampa, ancora qualche manata qua e là e in poco più di un quarto d'ora siam sopra. Lo spettacolo sgretola le parole. Splendida la visuale sulle Terze e sulla Creta di Mimoias che svetta solitaria. Il naso del Nero lontano, sullo sfondo. L'oasi saurana a due passi, contornata dalla sua cinta di picche. Il massiccio del Verzegnis è il più bello degli isolotti che fuoriescon dal mare lattiginoso della piana. In netto contrasto con la limpidezza di levante. Tutte le Dolomiti si fan piccole e spuntano una ad una. Il Großglockner, la Croda de Toni, le Tre Cime e poi tutte le Dolomiti in fila. Un elenco infinito. Che non rispecchia l'enormità che ci rimpicciolisce. |
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10-08-2018 10:00 |
marco.raibl  |
marco.raibl Consigliabile, dalla cima principale,scendere a sud seguendo i bolli,per ricongiungersi al sentiero di salita alla quota 2220.Le difficoltà sono contenute, pur non essendoci attrezzature. Ciao |
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