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Svinjak da Kal-Koritnica |
16-03-2015 21:27 |
askatasuna |
Un’escursione dura ma estremamente gratificante sull’unicorno simbolo di Bovec. |
Allegato: Cuâr.JPG |
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16-03-2015 21:31 |
askatasuna |
Difficoltà: EE Dislivello in salita: 1200 metri Durata: 5/6 ore Cartografia: Mappa 019 Alpi Giulie, Tabacco, 1:25.000
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Allegato: Arcobaleni micotici.JPG |
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16-03-2015 21:33 |
askatasuna |
LATO A (pragmatic side)
La durata è valutata in 5/6 ore. Un lasco reso inevitabile dal terreno che si affronta. Io ne ho impiegate meno di cinque ma, a seconda dell’allenamento o del rapporto personale con tali ripidezze, la durata può lievitar di molto. Il punto di partenza è il parcheggio accanto al monumento partigiano di Kal-Koritnica a pochi chilometri da Bovec, in direzione della val Trenta. Da qui, scendendo verso il fiume si parte per l’escursione allo Javoršček, mentre, proprio di fronte, un cartello indica la nostra meta e il museo all’aperto di Celo. Il troi sale dapprima comodamente e sempre ben segnalato. Si superano porte per il bestiame per poi virare a destra e oltrepassare una staccionata di legno. In seguito lasciare a sinistra la deviazione per il forte austroungarico (Celo). Il sentiero, prima di raggiungere quota 800, cambia ancora direzione, s’addolcisce e s’avvicina agli strapiombi che guardan la val Bavsica.
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Allegato: Bavsica Valley.JPG |
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16-03-2015 21:34 |
askatasuna |
Qui la traccia svolta a destra ma attenzione! Si noti come essa prosegua ben calpestata anche in direzione opposta. Direzione che s’ha da prendere al ritorno. Per ora si continua in una salita che s’ha da godere prima che diventi tosta. Attorno a quota 1150 si è spiazzati da un tratto di scheletri lignei che paion un’installazione artistica, poi tutto torna normale. Giunti sotto uno sperone roccioso il sentiero lo aggira verso destra giungendovi al di sopra a circa 1300 metri di quota. Qui si possono raggiungere le pietraie, splendido balcone sulla piana e scusa per rifiatare in attesa dell’ultimo strappo. |
Allegato: La plane.JPG |
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16-03-2015 21:38 |
askatasuna |
Gli ultimi duecento metri di salita li si vedono da sotto, con il bosco ormai lasciato alle spalle. Non resta che raggiunger la vetta, sputando pallini. |
Allegato: Rombon-nononis.JPG |
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16-03-2015 21:43 |
askatasuna |
Una volta sulla via del ritorno, proprio nel punto sopra segnalato, al posto di scendere svoltando a sinistra, si nota come la traccia stessa continui anche diritta, seguendo in discesa il limitar del monte. Quella è la via, non bollata ma evidentissima, che porta alle Batterie Kal, passando per alcune trincee intermedie. Una deviazione da non perdere. Una volta ispezionate le testimonianze belliche, proprio accanto al cartello esplicativo, si nota il proseguo del troi che scende, riportandoci in pochi minuti al bivio evitato all’andata. |
Allegato: Meridiana.JPG |
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16-03-2015 21:44 |
askatasuna |
LATO B (emotional side)
Dopo una giornata all’insegna di planine, forre e cascate si ritorna a far sul serio. L’inizio del troi è tutto un Odpri Vrata in Zapri Vrata per poi entrare in un bosco che pullula di Ellebori concentrati in aiuole immaginarie ed Epatiche sparse in ogni dove. Ben assortito al principio, pian piano se ne vanno pure i carpini coi loro cespuglietti a mezzo fusto, lasciando ai faggi il dominio incontrastato. Le foglie al suolo paiono esser state trasportate dalle cimotte vicine. I piedi scompaiono tra i flutti dell’autunno. L’ascesa è a compartimenti stagni. S’alternano tratti più pietrosi fino alle balconate intermedie che preludono al roccioso strappo che porta in vetta. Nel bel mezzo un’area scheletrita stranisce lo sguardo. Quei tronchi spezzati da inverni passati paiono cactus lignei, posti quasi a guarnire la cima nevosa del Rombon, sullo sfondo.
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Allegato: Skeletons.JPG |
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16-03-2015 21:49 |
askatasuna |
Il troi aggira uno sperone roccioso che punto come tappa intermedia. Con le gambe a picco sul vuoto mi godo il panorama verso la piana che include la ravvicinata fuga di due camosci verso valle. E’ il loro territorio. Aspro e verticale, come d’uopo. Dalla selletta riecco la neve. Da qui sarà presenza fugace ma costante, aumentando ogni qualvolta il cammino passi sull’altro versante. Il troi è sottile ed è inevitabile passare sulle dure orme di chi mi ha preceduto. Utili in salita, pericolose inclinazioni ghiacciate al ritorno. Ma utilizzare i ramponi porterebbe alla schizofrenia in pochi passaggi. |
Allegato: Grintavec in Lepena.JPG |
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16-03-2015 21:52 |
askatasuna |
Gli ultimi e contorti faggi lasciano il posto ai pochi mughi e all’affiorar di rocce zigrinate. L’ultima tirata è dritta forte, pare un altro monte che nasce da un’altra altura, meglio guardar in basso accarezzando con lo sguardo le Eriche in fiore. In cima, l’ennesima miniatura del Aljažev Stolp. |
Allegato: Mini Triglav.JPG |
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16-03-2015 21:54 |
askatasuna |
Lo Svinjak se la merita proprio. Il panorama che mi si apre attorno non lascia scampo. Sfuma la stanchezza e pian piano esso s’impossessa degli occhi, increduli. Non mi aspettavo un tale rincorrersi di cime. Ci metto un po’ a focalizzarle, come se non accettassi di poter abbracciare vette che immaginavo invise allo sguardo. Oltre al massiccio del Kanin, in bella mostra si susseguono il Modeon dal Buinz, Punta Plagnis col suo sperone, le sorelle Castrein e lo Jôf con tutte le sue aguzze compagne. |
Allegato: Elegance.JPG |
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16-03-2015 21:56 |
askatasuna |
L’imponente profilo della Jerebica, cima Cacciatore e persino un Re che dopo oggi, non mi pare più così erto. Il Mangart è celato dal gruppo del Briceljk, mentre a est la cresta continua frastagliata fino al Bavški Grintavec. Seguo i verdi della val Lepena fino al Krn e al Bogatin. Poi corro sui riflessi del Soča che come marasso argenteo s’infila dietro il Polovnik. |
Allegato: Sonrisas.JPG |
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16-03-2015 21:59 |
askatasuna |
Tanti, troppi nomi che non rendono la profondità e la severità screziata dal bianco che mi circonda. Il triangolare timbro vetta qui è fissato sulla roccia e funge quasi da meridiana. Ora di scendere, cautamente, quel corno di roccia. Ormai vicino al rientro seguo la traccia di destra che sfiora gli strapiombi verso la val Bavšica, portandomi a visitare il museo all’aperto di Celo. |
Allegato: Desde Celo hacia el cielo.JPG |
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16-03-2015 22:04 |
askatasuna |
Impressionanti i resti di questo forte imperiale la cui costruzione venne terminata nel 1915. Parte dello sbarramento difensivo denominato Sperre Flitsch funse solo da appoggio all’artiglieria impegnata al fronte. Le cosiddette Batterie Kal ospitarono per poco due cannoni di 12 cm M 80 trasportati dalla vicina roccaforte di Kluže. Due alloggiamenti per quaranta uomini, un rifugio per la metà, nicchie per munizioni, cucina e latrine sono collegate da una trincea in muratura. La giornata finisce com’era iniziata, a contendere gli Ellebori con dei bombi ciccioni e vivaci.(13.03.2015) |
Allegato: Mettete del polline nei vostri cannoni.JPG |
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17-03-2015 17:52 |
askatasuna |
Ooooppss! Su segnalazione di Marco che m'ha raccontato d'aver condiviso la variante in discesa per Celo e d'averla segnalata, ho scoperto che esisteva già un post di MauroGO sul forum escursioni riguardante lo Svinjak. Non volevo creare un doppione, sorry...m'è proprio sfuggito. |
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18-03-2015 12:27 |
MauroGo |
Non devi preoccuparti, hai fatto molto bene a inserire la tua relazione, che ho letto con molto piacere, gustandomi in particolare le tante belle foto. Ciao. Mauro. |
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