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Monte Miaron |
19-06-2013 23:09 |
Matthew |
ITINERARIO:
Raggiunto il Passo della Mauria da Forni di Sopra o dal Cadore tramite la SS 52, si parcheggia nel comodo spiazzo (1298 m). Si imbocca la carrareccia che sale verso Ovest e che, con percorso tranquillo immerso in un bel bosco di faggi, abeti e larici porta all'ex recovero militare Miaron (chiuso, 1770 m circa). Da qui il panorama si apre definitivamente verso la vallata del Cadore e lo sguardo può spaziare dall'Antelao ai Brentoni, passando per Marmarole, Tre Cime, Popera ecc. Se il percorso finora è turistico, da qui iniziano le difficoltà. Guardando verso il Miaron si può avere un'idea del percorso successivo da intraprendere, notando il solco ghiaioso da attraversare alla base delle rocce e la tetra gola sulla destra da imboccare poi. Saliti a monte del ricovero si lascia subito a destra la prosecuzione per il sentiero attrezzato Olivato (cartello) e si segue la traccia che impenna tra i mughi, spesso alti e invadenti. Si procede in obliquo verso destra fino ad arrivare sull'orlo di un grosso solco franoso. Si sale cercando i passaggi più comodi sul confine tra i mughi e le ghiaie fino a giungere poco sotto le pareti del monte. A questo punto si piega a destra e, seguendo la traccia ora molto esile, bisogna attraversare il canale scendendo fino al suo fondo e risalendo sull'altra sponda. Attenzione: le ghiaie sono molto sottili e compatte come il cemento, dunque non offrono una gran presa per bastoncini e scarponi. Si ritrova dunque una traccia più discreta tra i mughi e si sale un breve pendio erboso che ci deposita alla base del grande canalone da risalire completamente. Questo, ingombro di pietrisco grossolano e instabile, costringe a procedere faticosamente e più in alto si restringe, obbligandoci a superare un'ostruzione (I+, il passaggio tecnicamente più difficile dell'escursione; una freccia rossa su un masso indica dove superarlo), superata la quale si continua a salire le ghiaie fino a giungere a una selletta sospesa tra dirupi franosi. Ricompare sulla sinistra una traccia marcata che, invertendo la direzione precedente, inizia a contornare con lievi saliscendi le rocce del monte. Attenzione in questo tratto a non far cadere sassi poiché finirebbero direttamente in testa a chi sta salendo il canalone. In breve il sentierino si trasforma in una cengia esposta e stretta e, svoltato uno spingolo, porta a superare un breve passo del gatto, per nulla agevolato dal ghiaino infido. Dopo un altro breve tratto simile si giunge finalmente sulla linea di cresta, dove con un eccezionale colpo d'occhio la vista si apre sulla valle del Tagliamento e si può osservare la prosecuzione del tragitto, interamente in cresta. Si supera dunque un saltino e si procede a gradoni su roccette e zolle erbose (passaggi di I, esposto) fino alla meritata cima (2132 m, panorama eccezionale e limitato solo a Sud dalla cresta del Miaron). Per il ritorno l'unica possibilità è percorrere a ritroso il percorso dell'andata. Il tempo di discesa non sarà molto inferiore data la prudenza da mantenere e la tortuosità del tragitto.
TEMPI: Parcheggio - Ex-ricovero Miaron: 1 h Ex-ricovero Miaron - M. Miaron: 2 h Rientro: 2:30-2.45
DISLIVELLO: 850 m circa
Periodo consigliato: autunno (per godere con la dovuta limpidezza dei panorami mozzafiato e apprezzare le magnifiche tonalità dei larici)
Sentieri CAI: 325 - 327
NOTE: Nonostante il dislivello non elevato la fatica si fa sentire, sia per il tipo di terreno da affrontare, sia per la grande concentrazione da mantenere sempre. Uso del caschetto consigliato. Nessuna attrezzatura presente. Dal ricovero in poi solo qualche bollo come segnavia, ma il percorso è abbastanza intuitivo e comunque obbligato (il proliferare dei mughi dopo il ricovero non denota alcuna manutenzione). La mia escursione risale a ottobre 2011, dunque non è recentissima: data la natura del luogo è probabile che alcune frane ne abbiano modificato la morfologia. In ogni caso la relazione del Berti presente nella guida "Dolomiti orientali vol. II" è corretta e "realistica" in ogni sua parte.
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