Messaggio |
Monte Cuerda da Spinespes |
29-05-2013 00:57 |
Matthew |
Dislivello complessivo in salita: 1100 m circa
Tempi di percorrenza: Parcheggio - Forca Cadins: 0.50-1.00 h Forca Cadins - Forcella Navedeit: 2.15-2.45 h Forcella Navedeit - Monte Cuerda: 0.30 h Rientro (tot.): 2.45-3.00 h
Tempo totale: 6.00-7.00 h
AVVICINAMENTO: Dalla Strada Regionale 251 del Passo Rest, arrivati al Lago di Tramonti si attraversa la diga (Ponte Racli) e si prosegue fino a Chievolis; dietro la chiesa del paese la strada continua in salita con qualche tornante iniziale e in seguito lungamente, alta sopra la forra del Torrente Silisia, verso il Lago di Selva. Poco prima di giungervi, si lascia a sinistra la prosecuzione per la diga e si continua a destra; oltrepassata la frazione di Selva si contorna il lago fino a giungere all'imbocco della prima delle due gallerie (tetre, buie e stillicidiose!) che conducono al Lago del Ciul. Alla sua uscita si parcheggia su un largo spiazzo a destra (550 m circa).
SALITA: Il sentiero CAI 393/A inizia ben evidente (cartello) dall'altra parte della strada e, oltrepassata una targa in onore del famoso patriota Andreuzzi, si inerpica nel rado bosco. Poco dopo, prima di giungere al greto di un torrente secondario, si imbocca una traccia che si stacca sulla sinistra (bolli rossi su due tronchi) e che conduce subito a Spinespes, località di poche abitazioni diroccate. Si prosegue a monte dell'ultima casa con fiducia; infatti dopo pochi metri compare una traccia ben consolidata. Anche senza segnalazioni si risale senza alcuna difficoltà tutto il costone, alternando tratti in falsopiano a tratti un poco più ripidi. Si giunge dunque ad una prima forcelletta (Forca Cadins) compresa tra le pendici del Cuerda Mugola a Nord-Ovest e un cucuzzolo di quota 934 m a Sud. Inizia ora un lungo traverso che, con percorso panoramico, porta ad aggirare a Sud il massiccio del Monte Cuerda. Raggiunto un dosso erboso, si può ammirare parte del percorso che si dovrà intraprendere in seguito; ci si accorge così che bisogna percorrere una fascia erbosa compresa tra una bastionata rocciosa verticale in alto e una in basso. L'ambiente è quantomai suggestivo e selvaggio. Con vari saliscendi, alcuni anche consistenti (ce ne si accorgerà al ritorno...), si toccano e si scavalcano una serie di sellette prative (una presenta una zona erosa), passando per boschetti di faggio e rasentando talvolta le pareti rocciose della Cuerda Mugola. Si arriva così a capo dell'ultimo costone da scavalcare; da qui si cambia direzione dirigendosi verso Nord e scendendo grandualmente nella faggeta. Da questo punto in avanti la traccia si fa sempre meno evidente e bisogna fare attenzione a non smarrirla. Si cala verso il greto di un torrente dove si trova l'ultima acqua e ci si può concedere una piccola sosta in vista della faticosa salita rimanente. Si riprende dunque a salire sull'altra sponda, giungendo nei pressi di un franamento che prima si costeggia sulla destra, poi si supera in alto proseguendo a sinistra. A questo punto si sale addentrandosi in una faggeta più fitta, seguendo come si può la traccia e sperando nella presenza di provvidenziali ometti; la lettiera di faggio può però ricoprirla abbondantemente e far perdere la via. In tal caso non vi sono particolari problemi di orientamento: basta cercare di seguire il solco della valletta salendo costantemente la ripida china boscosa, che in alto si restringe a imbuto tra le pareti del Monte Cuerda a Est e quelle del Medelon della Meda (quota 1492 m) a Ovest. Se si commette l'errore di tenersi troppo a sinistra si sbuca in Forca della Meda (1299 m), affacciata sui dirupi che sprofondano verso il Canal Piccolo di Meduna. Si ha la conferma di essere in tale forcella grazie a una scritta sbiaditissima indicante la quota su un albero. In tal caso niente paura; basta scendere un poco verso sinistra costeggiando alla meglio la parete rocciosa in direzione Est e si ritrova subito il sentiero che sale alla Forcella Navedeit, raggiungibile in pochi minuti (1334 m). Da qui il percorso è più intuitivo; dapprima si traversa poco sotto la cresta sul versante Nord, poi la si sfiora (volendo si può anche percorrerla integralmente ma con intralci di piante e notevole esposizione), infine si supera una forcellina e in breve si è in vetta (1463 m; ometto; nessun libro di vetta). La cima, sgombra di vegetazione, assicura un vasto panorama su tutte le vette circostanti e con buona visibilità si possono scorgere in lontananza le Giulie, la pianura e il mare.
DISCESA: Per il ritorno conviene rifare il percorso dell'andata che, data la lunghezza e i vari saliscendi, non sarà molto più breve dell'andata. Vi è anche la possibilità di scendere dalla cima per la cresta Est, da percorrere integralmente fino all'intaglio della Fusita (1186 m), scendere in versante Sud per traccia non sempre evidente fino ad incontrare il sentiero 393/A e quindi proseguire fino al parcheggio, tuttavia questa scelta renderebbe l'intero anello assai laborioso e di orientamento incerto; volendolo intraprendere è consigliabile salire prima la cima da entrambe le vie e quindi, con cognizione, fare il giro completo.
CONSIDERAZIONI: l'itinerario è assai poco frequentato e il sentiero tende a scomparire man mano che si prosegue. Non conviene fare affidamento su bolli, segnavia o altro ma fidarsi dell'intuito e, nei punti panoramici, osservare il percorso da fare successivamente. Alcuni ometti c'erano e altri li ho costruiti io ma ovviamente non si sa quanto durino. Nonostante ciò non vi sono assolutamente difficoltà tecniche ma solo alcuni tratti leggermente esposti e altri piuttosto ripidi. La selvatichezza e la solitudine dei luoghi e il panorama dalla cima ripagano ampiamente la fatica. Unico vero fastidio: le zecche, abbondanti e assetate!
Nota: ringrazio Giorgio Madinelli per la passione e conoscenza di questi luoghi sperduti nonché per la sua cura nel definire i toponimi locali. |
Allegato: Spinespes.JPG |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Messaggio |
30-05-2013 12:47 |
Pietro_Casarsa |
Complimenti per la relazione, anche se era già stata inserita due anni fa in maniera più stringata da un altro frequentatore del sito. E se sei riuscito a star dietro al Gongo, i miei più GROSSI complimenti!! |
|
Messaggio |
30-05-2013 13:37 |
Matthew |
Mi sono accorto solo adesso della relazione pre-esistente... E sono contento di vedere che io e Michele abbiamo usato in vari punti praticamente gli stessi termini! Ad ogni modo sono contento di averla scritta in maniera più dettagliata, vista la severità e la solitudine dei luoghi. Grazie dei complimenti, ma sono sicuro che possa fare questa escursione chiunque abbia un po' di esperienza, allenamento, capacità di orientamento e intuito! Purtroppo per queste ultime due cose a volte non bastano cent'anni di esperienza... |
|
|