Dal rifugio Tolazzi si procede per strada forestale e al primo bivio si prende a sinistra seguendo le indicazioni per il rifugio Lambertenghi (segnavia CAI 144); dopo alcuni tornanti si abbandona la strada seguendo i segnavia del sentiero che, attraversando un bosco di larici, porta a ricollegarsi alla mulattiera del primo conflitto mondiale. Arrivati in località Pecol di Sopra ormai in vista del rifugio si perviene a delle prese d’acqua presso le quali si abbandona il sentiero segnato per prendere una traccia che porta sull’altro versante del catino congiungendosi ad un sentierino segnato con bolli proveniente dal rifugio Lambertenghi-Romanin. Per ghiaie si giunge all’attacco presso un colatoio di roccia marcia e dal fondo instabile (I grado) oltre il quale ci si alza su ripidissimi pendii verdi, terminati i quali con due traversi in leggera discesa intervallati da un canalino si perviene al tratto tecnicamente più difficile dell’ascesa: un colatoio da attraversare più volte con passaggi di II grado, terminato il quale per detriti e roccette si perviene al Passo di Madeo dal quale si possono osservare il monte Canale e, con un po’ di fortuna, i camosci del canalone tra le due montagne. Per cresta o comunque nelle immediate vicinanze, con passaggi esposti e talvolta aerei di II grado, si perviene ad una paretina dotata di cavo (utile soprattutto in discesa) stavolta su roccia decisamente migliore. Con passaggi sempre esposti e sulla cresta o nelle immediate vicinanze si perviene ad un salto da compiersi in discesa (II grado) oltre il quale in breve si giunge alla vetta.
Commenti: via alpinistica di secondo grado su terreno costantemente esposto ed estremamente friabile, i bolli recentemente realizzati evitano qualunque problema di orientamento, consigliato il casco. Da evitarsi assolutamente in caso di meteo incerto dal momento che il colatoio diventerebbe impraticabile in caso di pioggia.
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