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Da Pontebba a Chiusaforte lungo la vecchia ferrovia Pontebbana |
17-11-2006 00:00 |
Enrico |
Raggiunta Pontebba (m 570), si percorre via Cavour fino all’altezza del numero civico 35. Si risale allora la breve scarpata sulla destra, giungendo velocemente al piano della vecchia ferrovia. Prestando attenzione a non imboccare la nuova galleria, proseguiamo sulla sinistra, dove tra gli arbusti intravediamo la sagoma della vecchia galleria; è interessante notare, sopra il suo ingresso, un enorme stemma della casata Savoia, recante sotto di esso anche la data di inaugurazione (1879).
Armati di torcia, si affronta allora la galleria di San Rocco, la più lunga di tutto il tragitto, lasciando sullo sfondo la sagoma del Monte Brizzia. Il ghiaino della massicciata rallenta un po’ il passo, ma in breve si esce di nuovo sulla valle del Fella, che ci accompagnerà per l’intero percorso. La ferrovia scava a questo punto una breve galleria aperta, probabilmente a protezione di eventuali frane (dietro la parete interna si può sentire correre distintamente un piccolo corso d’acqua). Il nostro tracciato prosegue, anche se in questo tratto risulta piuttosto invaso da arbusti e qualche rovo, comunque facilmente superabili.
Giunti all’altezza di Pietratagliata (m 520), poco prima di ripassare sotto l’autostrada, è d’obbligo una piccola deviazione: il ponte originario sul Vallone Sualt è diroccato, e occorre seguire per un breve tratto la sede stradale sottostante. Giunti al passaggio a livello, si riprende la sede ferroviaria, iniziando un tratto caratterizzato da quattro brevi gallerie in serie. Al termine della quarta galleria si percorre il viadotto di Ponte di Muro (m 501), che passa sopra il Fella ad un’altezza di 42 metri dall’alveo. A metà del viadotto, geniale opera con una lunga travata a volta rovesciata, volgendosi indietro, è possibile vedere in lontananza il gruppo del Malvueric.
Si prosegue rientrando in un’ennesima galleria, al cui termine scorgiamo a destra lo splendido panorama dello Zuc dal Bor e del Monte Chiavals, con le sottostanti acque del Rio Ponte di Muro. Il cammino, sempre un po’ rallentato dalla ghiaia e da qualche arbusto di troppo, ci conduce a un altro aereo paessaggio: sulla sinistra, in fondo al vallone del torrente Dogna, si scorge inconfondibile la sagoma dello Jof di Montasio. Il viadotto da cui godiamo questo stupendo panorama è di recente costruzione, in quanto il precedente crollò nel 1968.
In breve si raggiunge la vecchia stazione di Dogna. Da qui è possibile o scendere al paese, tramite una breve scalinata, oppure proseguire, seguendo sempre il vecchio tracciato ferroviario. La massicciata è solida, e il silenzio in questo tratto è rotto solo dalle acque chiare del Rio Pietraforata, del Rio Cadramazzo, e del Rio Patoc, che si gettano a valle a pochi metri dai vecchi binari. Giunti in prossimità del Rio Patoc, affrontiamo un secondo ponte, di breve lunghezza eppure interessante per la sua realizzazione in curva e in prossimità della forra vicina. E’ il prologo all’ultimo ponte, e agli ultimi panorami dall’alto sul Fella: il passaggio sul ponte ferroviario chiuso rende anche l’idea dell’importanza strategica di Chiusaforte nel corso dei secoli.
Il paese è ormai a breve distanza: un ultimo tratto sulla massicciata, con a sinistra il paese di Raccolana, ed eccoci alla vecchia stazione di Chiusaforte (m 390). Da qui si scende alla piazza principale, dove è possibile recuperare una seconda macchina (precedentemente parcheggiata) o utilizzare la corriera di linea.
Note: Non adatto a chi soffre di vertigini e/o claustrofobia. Indispensabile la torcia per i tratti in galleria.
EMail: gassa79@hotmail.com
Carta Tabacco: 018 Dislivello: 200 Periodo: Novembre 2006 |
Allegato: Copertina.jpg |
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08-02-2017 10:08 |
orso.bruno |
Volevo chiedere all'autore (se ancora frequentasse il sito, vista la vetustà della relazione) o chiunque altro ne fosse a conoscenza, se il percorso proposto è stato inglobato nella ciclovia Alpe Adria e se è attualmente percorribile con normali city-bike fornite di cambi. Grazie |
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08-02-2017 13:01 |
Pietro_Casarsa |
Buongiorno, La feci la scorsa estate a piedi. La ciclovia è molto frequentata anche da bici normali grazie alla pendenza molto modesta, 5x1000.
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09-02-2017 16:00 |
orso.bruno |
Spero comunque che la trasformazione in Ciclovia Alpe Adria non abbia precluso l'accesso ai sentieri CAI 425 verso il M.Plananizza, del sentiero diretto al Cuel de la Bareta da Cadramazzo, del CAI 602 diretto al Clap Forat e del CAI 602A diretto a Mincigos... |
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09-02-2017 20:38 |
Pietro_Casarsa |
No,assolutamente. Attacchi in ordine. |
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