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spirito alpinistico |
25-01-2008 00:00 |
adolfo.dellamarina  |
A questo punto mi sento di condividere e di confermare il pensiero di Peppo.
Inoltre io voglio evidenziare il profilo della sicurezza fisica e psicologica. Un mio amico un giorno su un sentiero, calata la nebbia al pomeriggio, ha girato per diverso tempo cercando il punto di rientro, .... e si stava facendo buio. Per sua fortuna in un attimo di diradamento ha risolto il problema. Certamente con il GPS, la carta ed il punto triangolare non avrebbe rischiato di passare la notte sotto un cespuglio. Mandi a tutti.
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25-01-2008 00:00 |
Francesco  |
Beh ma che male c'è a passare una notte all'adiaccia? bisogna immergersi nella natura senza aver paura, anzi trarne beneficio del fisico e dell'anima. Fa parte del gioco, un gioco sano, puro. Rispettiamo le sue regole e mettiamo da parte futili marchingegni. E' male dipendere dalla tecnologia, il confine tra utile e indispensabile può diventare sottile |
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31-01-2008 00:00 |
carlo de ts  |
e una volta scaricate le batterie?? AIUTOOOO!!! SOCCORSSOOO!!!
La montagna va vissuta e capita con la testa. bisogna saper leggere la montagna, riconoscere una passaggio. non guardare beati uno strumento |
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31-01-2008 00:00 |
piero  |
In montagna deve esserci spazio per tutti: chiedete di rispettare la montagna? E allora dovete rispettare anche chi va in montagna: non esiste solo l’ottavo grado o le cascate di ghiaccio, esistono anche coloro che riescono a fare solamente il giro del lago inferiore di fusine, ma bisogna avere rispetto anche di costoro, a patto che sia reciproco.
Non riesco a capire tutta questa avversione per il GPS: immagino che vi diverta andare nelle pagine in virtual earth di questo sito a vedere la traccia, eppure qualcuno l’avrà pure rilevata quella traccia cosa dite?
La montagna va vissuta e capita con la testa? Bisogna saper leggere la montagna? Riconoscere un passaggio? D’accordissimo, tutto vero. Ma allora lasci casa anche la tabacco ed il cellulare, o ancora meglio l’ARVA. Cosa fai, guardi beatamente uno strumento elettronico che ti dice dove andare mentre il tuo compagno muore sotto la neve, oppure impari a leggere la montagna anche in questo caso? E se vai in montagna da solo e ti tieni il GPS nello zaino perché “NONSISAMAI” si sragiona del tutto?
Fintantoché le persone avranno rispetto per gli altri, per la natura, e per tutto ciò che ruota attorno alla montagna, per me possono venire in cima al Coglians anche con il Flybook, liberissimi di farlo. Io ho più rispetto per questi piuttosto che per quelli che in ferrata esposta, in coda dietro ad una ragazza in difficoltà, le hanno urlato di farli passare “senò fasemo notte”.
Buona montagna a TUTTI.
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31-01-2008 00:00 |
bambinodoro  |
Sul fatto dell'ARVA hai straparlato. Tira fuori uno da una slavina senza di quello...magari sotto c'è un tuo compagno o familiare...puoi scavare guardare fin che vuoi, quando hai finito di scavare sei crepato tu (dalla fatica) e ancor prima quello sotto...
Poi sul GPS si può discutere quanto vogliamo. Certo che, a volte fa ridere vedere sulle "autostrade Dolomitiche" gente impegnata con carta e GPS a 30 m dalle tabelle che indicano dove andare ;-))) ma ognuno fa quel che vuole, a parer mio, basta che non arrechi danni agli altri o all'ambiente... |
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31-01-2008 00:00 |
piero  |
è OVVIO che ho straparlato, era per fare un esempio per assurdo. GUAI ad andare in ambiente innevato senza ARVA, pala e sonda, ovviamente uno a testa di tutto. |
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01-02-2008 00:00 |
massimo  |
il problema è che in montagna ci va gente che non sa neanche come guardare un sasso, ma se ha il gps si sente a posto. dai quanti ne abbiamo recuparati con il soccorso?? |
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