23/03/2021 sandra.sentierinatura Ho ripercorso qualche giorno fa l'anello descritto; la relazione rimane attuale. Tante le fioriture primaverili. Il percorso presenta aspetti variati tra boschi e scorci panoramici, acque e borghi, sentiero e pista. Tra gli squarci di sole anche alcuni fiocchi di neve.
17/10/2020 daniele.russo Faccio un tentativo in questo nuvoloso pomeriggio di ottobre, ma le cose non si mettono bene: dopo un chilometro circa vengo sorpreso da una pioggia battente che mi accompagna per un paio d'ore, con brevi interventi di una sottile grandine. Tuttavia procedo e devo ammettere che il bosco ha un fascino tutto particolare anche sotto la pioggia. Recenti schianti e il fango del sentiero rendono il procedere a tratti cauto; purtroppo quattro motociclisti passano sul sentiero scavando una profonda traccia di fango... Non proprio ideale. Nel complesso il percorso è piacevole, e anche ad autunno inoltrato si può trovare qualche crocus ai lati del sentiero. Avvistate grosse salamandre, uscite allo scoperto a godersi la pioggerellina!
20/03/2019 ectorus Percorso oggi seguendo la relazione di SN. Due precisazioni. Dal parcheggio del Comune di Vedronza, non ci sono indicazioni precise. Un segnavia bianco/rosso sbiadito, si trova nella testata del ponte pedonale che attraversa il rio Malischiac, superato il quale , tenendo la destra, si vede un cartello in legno con l'indicazione di via Tuniz. A Micottis,fatte le due scalinate che portano all'ancona con campana, non ci sono indicazioni. seguire la strada a dx, poco dopo c'è una biforcazione. Prendere la stradina a sx che apparentemente sembra di solo servizio alla casa. Poco prima di questa, a sx si trova un sentiero che sale.Anche questo non porta alcuna indicazione, ma poco dopo incominciano i segnavia bianco rossi che portano sulla strada tra Monteaperta e Villanova. Itinerario con poche panoramiche se non a Micottis e Villanova. Direi buono da fare in autunno o inizio primavera. Utilissimo l'uso della carta Tabacco e una bussola per l'orientamento.Buona vita a tutti
04/04/2017 max.udin Anello percorso il 02/04/2017 come da relazioni SN. Cielo velato, a tratti soleggiato; percorso rilassante attraverso i boschi e borghi dell'Alta Val Torre; belle fioriture di crochi che stanno ormai volgendo al termine. Lungo i sentieri indicazioni migliorabili ma se si presta attenzione non si corre nessun rischio di perdersi; verso la fine dell'anello, nei pressi di Vedronza evidenti segnali di passaggio moto (come già segnalato in altre recensioni). mandi mandi!!
30/01/2017 francesca Un anello inconsueto in questo freddo inverno, dove a predominare sono neve e ghiaccio al posto dei fiori. Una gita non direi proprio turistica, piuttosto una lunga passeggiata in ambiente innevato che abbiamo percorso come SN associandola alla salita del Tanarobo. A Vedronza già ci caliamo nel cuore dell'inverno con il rio Malischiac in letargo. La sterrata risulta completamente innevata e ghiacciata, impossibile percorrerla senza ramponcini, anche se qualcuno pare l'abbia fatto! Così è fino alla confluenza con il rio Lastra. Poi è tutto un metti e togli ramponcini a più riprese, poichè i tratti ghiacciati sono molti e lunghi. Nel bosco del Cèuza siamo in un campo di battaglia dopo il massacro, il tempo non ha ancora assorbito i danni del gelicidio, che qui è davvero impressionante. Nel proseguo nessun problema, nemmeno nella discesa a ridosso di Vedronza (Potcouc), dove il sentiero risulta rovinato, come già evidenziato da commenti precedenti, dal passaggio dei motociclisti e dove, per l'ultima volta, vengono in aiuto i ramponcini a salvarci nell'oscurità del bosco al tramonto da eventuali passi falsi.
15/03/2014 daniele.g In data 09.03.14 percorso questo itinerario. 13 km di percorso semplice su stradine bianche e tratti asfaltati, peccato per l'ultima parte di sentiero rovinato dal passaggio delle moto come evidenziato dalle precedenti relazioni.. In compenso siamo stati, quasi interamente, accompagnati dalle fioriture dei crochi. Leggendo la relazione del "libero" Askatasuna ci siamo resi conto di averlo incrociato all'inizio del sentiero dove ha sbagliato direzione e più avanti durante la discesa! Bel percorso rilassante.
10/03/2014 askatasuna Non riesco a staccarmi dall’acqua e scelgo un altro itinerario placido dove i piedi possano andar da soli, a far da guida ad un’io perso, senza speranza, in una primavera straboccante. In basso i crochi stan passando il testimone, escon le borrane e il viola s’appisola lentamente come tappeto tra foglie ed erba. Le prime apparizioni della Latrea riempion già la giornata. Umile parassita rosacea, sempre china quasi a scusarsi della sua ragion d’essere, prende vita solo se il suo seme si trova a un cm di distanza dalla radice ospite. Vampiresca fragilità che disarma. A Micottis l’autore della ruota mi chiede di portar con me il suo cane, io son zoppo, dice, sennò lo porterei! Libera Lazzar, ma nel lungo scambio di ricordi di emigrazione e del Pust della sera prima che ancora assonna case ed abitanti, Lazzar se n’è già bell è che andato. Dalla morosa sussurra l’artista proletario. Continuo sorridente la salita poi il Gran Monte mi mangia in un sol boccone e continua a vestirsi da sirena, alimentando desideri crestosi. Forse mi chiama troppo e a case Pouiac per ammirarlo salto il bivio continuando fino alla fine della strada. Lì la Tabacco conferma l’errore. Allora via, approfitto per vedere se il monte Zuogna regala visuali. Figuriamoci! Un tunnel curato nei noccioli si trasforma presto in nugolìo e parte il ritorno nel Borneo nocciolesco. Percorro poi vestigia di piste antiche che sfiorano pozzi d’acqua di pietra sommersi dal verde e piccole abetaie, arrivando alla sella per una traccia che trancia un roveto grande quanto non t’aspetti. Non trovo segnali, ridiscendo per una strada forestale e mi ritrovo al bivio, risalgo, il troi era a pochi metri da dov’ero. Mi rincuoro e mi riabituo al violaceo passeggiare. Indescrivibile. Vale ogni passo. A tratti il verde dell’erba sembra lui, l’innaturale presenza cromatica! L’ultima visuale sull’alta via del Chiampon fa risorgere sogni e sospiri. Nella discesa un ragazzo spunta i rovi, lo prendo come curatore del sentiero e sto per ringraziarlo come merita. Fisionomista d’eccellenza non riconosco uno dei tre escursionisti incontrati prima dell’errore pouiachesco. La discesa continua tra allucinanti solchi dei motârs, qui amanti di tutto fuorché della natura. Ben par lor che an cjatât Alberto e no me… Violacee tenerezze fan però volar via qualsiasi pensiero rabbioso e torna il sorriso. 09.03.2014
10/03/2014 alberto.ruan Fatto l'anello sabato 8 marzo con una giornata primaverile e 14 gradi, le indicazioni e le segnalazioni lungo il percorso sono abbastanza buone e si può fare senza perdersi. Devo dire a titolo personale che la fatica per fare i 13 e passa km non merita, per i luoghi e i panorami che offre la gita, solo dall'incrocio Monteaperta-Villanova quando ci si immette nel bosco verso forcella tra m.te Pouiac e m.te Lanta e la relativa discesa,il bosco e davvero bello. Ma in compenso siamo stati fortunati perché abbiamo camminato per tutto il giorno in mezzo a milioni e non esagero, di Crocchi bellissimi, non ho mai visto in tanti anni di montagna una fioritura del genere! Erano dappertutto....e timidi mazzetti di primule punteggiavano qua e là questo meraviglioso tappeto. Ps nota dolente.....scendendo sul sentiero tra Funtic e Vedronza ci siamo trovati davanti due moto da cross con relativi piloti che salivano come pazzi!!!!! Ritengo che non sia un fatto isolato perché il sentiero è devastato dalle ruote e in alcuni punti è così scavato che si deve camminare fuori traccia! Una vera schifezza il comportamento di questi amanti della natura motorizzati. Buone gite a tutti. Alberto e Ale
02/06/2012 loredana.bergagna Meteo incerto, non è da cime, meglio un percorso tranquillo. A Vedronza parcheggio davanti al municipio, buongiorno alla signora delle pulizie; mi incammino verso via Tuniz, freccia rossa e segnavia su un palo a sx, poi la strada diventa sterrata, nell'umido avvio rumore del rio Malischiac, canto di frinquelli e ragnatele. Il sottobosco è rigoglioso, verde vivo, molte felci, la pista sembra snodarsi in un verde corridoio ombroso, al crocevia dopo il rudere faccio una variante: seguo il sentiero a dx perchè un paio di anni fa ho già raggiunto Micottis da sx: La pista forestale si snoda lungamente nel bosco, oltrepasso qualche impluvio, suonano le 9 e da una schiarita vedo il campanile di Monteaperta, subito dopo da sx ecco i rintocchi di Lusevera. Il ronzio di un boscaiolo al lavoro, numerose orchidee macchiate ed esco sulla stradasfaltata a q.ta 571 poco dopo Micottis, la salgo in salita a dx, sul guard rail qualche rassicurante segnavia, a lati belle fioriture di margherite, barba di capra, qualche fragolina. In breve oltrepasso il punto in cui si esaurisce il sentiero che proviene da Micottis, poi c'è il bivio per Villanova e da lì in poi tutto secondo manuale. A Pouiac fioriture di giglio di S.Giovanni, la mulattiera è segnalata ma all'inizio è quasi nascosta dalla vegetazione, dopo migliora, qualche schianto superabile; pigolio insistente ed incessante proveniente da un foro in alto su un tronco, il sentiero è viscido, spesso limaccioso. A Villanova scampanio delle 12, l'umido camminamento lastricato è insidiosissimo con gli scarponi appensantiti dal fango; il solito gattone grigio chiaro dietro una finestra, è sempre lì. A Funtic prendo la seconda strada dx, un segnavia a terra e qualche bollo rosso sulle case, un paio di capre legate, qualche gatto, due afoni; la strada tranquilla, segnavia frequenti, alla doppia curva imbocco lo sterrato a dx, è scivoloso, qualche rivoletto d'acqua, ed alla fine esco esattamente di fronte alla farmacia, ai lati del parcheggio. Quando il meteo non è favorevole o la stagione o il tempo materiale non consentono di andar per vette escursioni come questa permettono comunque di tenere in moto le gambe e la mente. Lungo tutto il percorso nessuno, solo silenzio e pace. Loredana