Avvicinamento
Percorrendo la strada statale n.464, nel tratto compreso tra Spilimbergo e Maniago, giunti all'altezza di Sequals si imbocca la statale n.552 che attraversa l'abitato di Meduno e inizia a risalire la
val Tramontina. Si percorre la statale fino al ponte Racli dove si devia a sinistra in direzione di Chievolis seguendo successivamente le indicazioni per Selva. Giunti al
lago di Selva si passa sopra la diga percorrendo poi la sterrata che costeggia le sponde meridionali fino alla prima marcata curva dove si può parcheggiare (m 575).
Descrizione
Dal ponticello presso cui si parcheggia si percorrono pochi metri lungo la strada che sale al Panuch fino ad incontrare sulla sinistra il cartello che indica l'inizio del segnavia CAI n.968. Il sentiero prende a salire tra due file di muretti a secco raggiungendo in breve un vecchio stavolo. Oltre questo si prosegue ancora in diagonale andando ad intersecare una prima fascia rocciosa che emerge dalla copiosa lettiera invernale. Ci stiamo infatti innalzando all'interno di un bosco di
faggio punteggiato da roccette affioranti sulle quali vegetano i muschi ed alcune specie di felci tra cui
erba rugginina, la
ruta di muro e la
lingua cervina. Il sentiero attraversa una prima volta la pista forestale che ci accompagnerà fino alla meta continuando ad inoltrarsi lungo il fianco della valletta. Poco più in alto si raggiunge una caratteristica banconata rocciosa che ci porta a piegare leggeremente a sinistra fino a sfiorare il greto asciutto del modesto solco che corre al nostro fianco. Qui, dove il sentiero si fa più articolato, si possono notare alcuni muretti di contenimento assieme a resti di terrazzamenti. Nella spoglia vegetazione invernale spiccano anche le piccole piante del
tasso , una essenza sempreverde poco diffusa sui nostri monti.
Con una marcata ansa si guadagna un ripiano boscato (m 860) dove la vegetazione arborea si trasforma dalla
faggeta quasi pura ad un bosco misto. Seguendo le segnalazioni ci si innalza ancora per un tratto trovando poi un evidente bivio presso un grosso masso con segnavia. A destra si stacca il sentiero CAI n.967, diretto alla lontana
forcella della Capra, mentre il nostro itinerario si tiene a sinistra passando accanto ai resti, invero poco visibili, di una abitazione. Dopo pochi metri si confluisce per la seconda volta nella strada sterrata dove un cartello ci segnala nuovamente la direzione a sinistra per
casera Valine. Il tratto successivo coincide con la pista forestale lungo la quale ci possiamo innalzare a comode svolte nel bosco. Dopo avere percorso sei tornanti abbiamo la possibilità di abbreviare una lunga ansa della strada imboccando nuovamente il sentiero CAI marcato inizialmente da alcuni piccoli gradini (m 1050). Facendo attenzione al segnavia che attraversa una zona sfoltita si riprende a salire con pendenza ora più decisa. Compiendo qualche stretta svolta rinforzata con alcuni gradini in legno ci si innalza in un bosco che vede aumentare decisamente la presenza dell'
abete rosso. Giunti nei pressi dei resti di un recinto in pietra il sentiero interrompe la linearità del percorso con un paio di tornantini oltre i quali, quasi in falsopiano, si innesta ancora sulla strada. In corrispondenza della curva ha inizio l'ultimo tratto di sentiero che ci porta ad attraversare un bosco disseminato di affioramenti rocciosi e grossi massi modellati dall'erosione che rendono vario ed interessante il percorso. Grazie anche al fatto che la pendenza si è praticamente appianata ci possiamo soffermare ad osservare la caratteristica sagoma del
monte Dosaip che si intravede a destra nelle poche schiarite. Si esce un'ultima volta sulla strada di servizio della
casera Valine che si raggiunge in breve dopo un paio di svolte (m.1328). Con encomiabile iniziativa l'edificio è stato completamente ristrutturato nel corso del 2006 e dispone ora di un locale sempre aperto ed uno riservato. La dotazione comprende caminetto, cucina economica, tavolo, armadietti e suppellettili varie. Al piano superiore vi sono alcuni tavolati per ora privi di materassi che dovrebbero consentire anche il pernottamento.
Dal bel ripiano su cui sorge la casera la visuale è limitata a sud dal crinale che comprende il
monte Rodolino , il monte Ortat e il Clap del Paredach. A nord invece il panorama è più aperto e comprende diverse vette delle Prealpi Carniche in una sequenza che va dal
monte Dosaip e dal gruppo delle Caserine fino al
monte Valcalda. Il segnavia CAI n.968 prosegue ancora verso la ben visibile
forcella Racli per poi scendere ripidamente verso Poffabro mentre da est arriva anche il segnavia CAI n.973 che pssiamo utilizzare per salire alla vicina
casera Salinchieit .
Per il ritorno si utilizzerà il medesimo itinerario.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri del Silenzio